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venerdì 25 giugno 2010

Jean Michel Kraveichvili

Originario di Montbeliard, dove nacque il 6 marzo 1960, e dove viveva con i fratelli Serge e Irene. Il padre era di origine georgiana. Una passione viscerale per la musica lo rese, fin da giovane, un celebre batterista rock jazz. Residente ad Audincourt in Rue Sous les vignes, 48, nei primi mesi del 1985 conobbe Nadine Gisele Mauriot, con cui decise di trascorrere una breve vacanza in Italia agli inizi di Settembre. Il 5 settembre passarono da Forte dei Marmi, il 6 da Tirrenia e da Pisa, il 7 giunsero a San Casciano dove furono vittime del "mostro di Firenze".
I funerali congiunti ebbero luogo presso un tempio protestante ad Audincourt il 16 settembre 1985.
Nel marzo 2010 il fratello di Michel, Serge, ha chiesto al celebre penalista francese Gilbert Collard, di rilanciare l'inchiesta sul "mostro di Firenze" per verificare l'efficacia della giustizia italiana. Ha dichiarato ai giornalisti: "Non ho odio, soltanto determinazione, voglio solo che emerga la verità e che le nostre famiglie possano ritrovare la pace".

giovedì 17 giugno 2010

Nadine Jeanine Gisele Mauriot

Originaria di Delle in Francia, ove nacque il 16 marzo 1949. Figlia di un artigiano di Besancon, dopo le scuole inizio subito a lavorare, prima come segretaria poi come commessa in un paio di tintorie. Nel 1971 si sposò con Athos Lanciotti ed andò a vivere a Vandooncourt vicino a Montbeliard. Nel 1973 nacque Estella e nel 1974, con l'aiuto dei genitori, Athos e Nadine aprirono un piccolo negozio di scarpe in Rue Clemenceau. Nel 1980 gli nacque la seconda figlia, Anne. Nel 1984 i due si separarono e Nadine aprì un nuovo negozio di scarpe con un'amica. Nel 1985 conobbe Jean Michel Kraveichvili con cui decise di trascorrere una breve vacanza in Italia agli inizi di Settembre. Il 5 settembre passarono da Forte dei Marmi, il 6 da Tirrenia e da Pisa, il 7 giunsero a San Casciano dove furono vittime del "mostro di Firenze".
I funerali congiunti ebbero luogo presso un tempio protestante ad Audincourt il 16 settembre 1985.
Rif.1 - La Nazione - 11 settembre 1985 pag.3

venerdì 2 aprile 2010

Claudio Stefanacci

Nacque a Vicchio (Fi) il 19 luglio 1963 da Fusaroli Bruna Romana e Giorgio Stefanacci. Il padre morì in un incidente stradale quando Claudio era ancora un bambino. Visse con la madre e i due fratelli Luca e Sauro in Corso del popolo a Vicchio. Frequentò la facoltà di giurisprudenza a Firenze pur aiutando la madre nella conduzione di un negozio di elet­trodomestici ubicato in Piazza Giotto a Vicchio. Il 29 luglio 1984 fu vittima, con la fidanzata Pia Gilda Rontini, del "mostro di Firenze".

giovedì 21 gennaio 2010

Pia Gilda Rontini

Nacque a Copenaghen il 26 maggio 1966 da Winnie Kristensen e Renzo Rontini. Abitava con i genitori e la sorellastra, Marzia, a Vicchio (Fi), dove la famiglia Rontini viveva da generazioni. Il nonno, Ferruccio, era un celebre pittore post-macchiaiolo amico di Modigliani. Nei primi anni '80 aveva iniziato a frequentare come majorette la "Vicchio Folk Band", la banda musicale del paese. Diplomatasi all'istituto di lingue, dal gennaio al maggio 1984, aveva frequentato una scuola di cucina in Danimarca, dove aveva conosciuto l'amica di famiglia, Ingrid Von Pflugk Harttung. Dal primo luglio lavorava al bar "La nuova spiaggia" nel Viale Beato Angelico a Vicchio. In un'intervista al quotidiano La Città, del primo agosto 1984, i genitori di Pia raccontarono la domenica del 30 luglio 1984, in cui la figlia fu uccisa con il fidanzato Claudio Stefanacci: "Lui era stato il suo primo ragazzo, - ci dice Renzo Rontini - si conoscevano da bambini, erano due cuccioli fedelissimi, puntualissimi. Quella domenica andò a lavorare la mattina, poi tornò al bar alle 17,00 per restarci fino alla chiusura, verso mezzanotte, l'una. Ma poco dopo le 20 il padrone del bar la mandò a casa dicendole che non aveva bisogno di lei. Alle 20,30 era a casa, cenò con mia moglie. Non aveva intenzione di uscire, - aggiunge la signora Winnie - fui io a dirle di andare un pò fuori e così alle 21 uscì, dicendomi che sarebbe tornata dopo un'ora. Fu verso le 23 che cominciai a preoccuparmi e andai in piazza Giotto per vedere di incontrare la signora Stefanacci per sapere il motivo del ritardo..."
Rif.1 - La Città - 01 agosto 1984 pag.

venerdì 22 maggio 2009

Wilhelm Friedrich Horst Meyer

Nacque il 20 settembre 1959 a Diepholz. Viveva con i genitori Georg e Elfriede, la sorella Heidemarie ed il fratello Klaus, in una piccola cittadina tedesca sulla costa del Mar del Nord a pochi chilometri dal confine con l'Olanda. Nel settembre del 1983, terminata la Fachoberschule Veranstaltung a Osnabruck, una scuola superiore di disegno e grafica, si recò in Italia con l'amico, Uwe Jens Rusch, per una vacanza. Venerdì 9 settembre i due ragazzi parcheggiarono il loro furgone Volkswagen bianco e blu attrezzato "a camper" in un prato adiacente via di Giogoli al Galluzzo, per trascorrervi la notte. Furono trovati morti la sera del giorno successivo.
Rif.1 - Il mostro - Il thriller infinito pag. 38

martedì 19 maggio 2009

Uwe Jens Rusch

Nacque il 9 gennaio 1959. Viveva con i genitori a Cuxhaven, una piccola cittadina tedesca sulla costa del Mar del Nord. Studente dell'università di Munster in Westfalia, nel settembre del 1983, si recò in Italia con l'amico, Wilhelm Friedrich Horst, per una vacanza. Venerdì 9 settembre i due ragazzi parcheggiarono il loro furgone Volkswagen bianco e blu attrezzato "a camper" in un prato adiacente via di Giogoli al Galluzzo, per trascorrervi la notte. Furono trovati morti la sera del giorno successivo.
Rif.1 - Il mostro - Il thriller infinito pag. 38

sabato 9 maggio 2009

Antonella Migliorini

Nacque a Empoli il 9 settembre 1962 . Nel 1982, abitava in Via Mandorli 6, vicino alla frazione Casenuove, a Montespertoli, con i genitori, Adriana e Renato, ed il fratello, Alessandro. Lavorava come cucitrice nella ditta di confezioni "Anna" di Franca Piazzini. Sabato 19 giugno 1982, cenò a casa del suo ragazzo, Paolo Mainardi, dopo cena i due ragazzi si recarono presso Piazza del Popolo, a Montespertoli, dove trascorsero un paio d'ore con degli amici. Intorno alle 22,30, con l'auto di Paolo Mainardi cercarono un pò di intimità in uno slargo di via Virginio Nuova. Qui, intorno alle 23,00 furono uccisi dal "mostro di Firenze".
A celebrare il funerale, il 22 giugno, venne l'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giovanni Benelli.
Rif.1 - Il mostro di Firenze pag. 103

giovedì 7 maggio 2009

Paolo Mainardi

Nacque a Empoli il 22 aprile 1960. Nel 1982, viveva a Montespertoli in via Lucardese 35, con la madre Piera Frosali. Da gennaio aveva perso il padre, fattore di Aliana. Lavorava in una officina meccanica a San Pancrazio.
Sabato 19 giugno 1982, cenò con la madre e la sua ragazza, Antonella Migliorini. Dopo cena i due ragazzi si recarono presso Piazza del Popolo, a Montespertoli, dove trascorsero un paio d'ore con degli amici. Intorno alle 22,30, con l'auto di Paolo Mainardi cercarono un pò di intimità in uno slargo di via Virginio Nuova. Qui, intorno alle 23,00 furono aggrediti dal "mostro di Firenze". Antonella Migliorini fu attinta da due proiettili alla testa e morì sul corpo. Paolo Mainardi fu raggiunto da quattro proiettili, spirò la mattina successiva all'ospedale di Empoli.
A celebrare il funerale, il 22 giugno, venne l'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giovanni Benelli.
Rif.1 - Il mostro di Firenze pag. 103

venerdì 24 aprile 2009

Stefano Baldi

Nacque a Firenze il 28 maggio 1955, abitava con la madre Jolanda a Calenzano, in via Mugellese, 31d. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1979, per un tumore al fegato, cessò gli studi di medicina e trovò lavoro presso il lanificio "Stura" a Vaiano in provincia di Prato.
Nel 1973, durante le festività di Pasqua, conobbe alla fermata dell’autobus in piazza del Principe del Machiavelli, a Firenze, Susanna Cambi, dopo 7 anni di fidanzamento decisero di sposarsi nella primavera del 1982.
La sera del 22 ottobre, Stefano passò a prendere Susanna per cenare a casa sua.  Dopo aver mangiato,  i due ragazzi si fermarono con l'auto di Stefano presso il campo delle Bartoline dove furono uccisi dal "mostro di Firenze".

domenica 19 aprile 2009

Susanna Cambi

Nacque a Firenze il 2 ottobre 1957, viveva con la madre Nencini Rina e la sorella Cinzia a Firenze, in via Scarlatti 10, presso l'abitazione della zia, Maria Nencini Pieraccini, in attesa si liberasse un appartamento di loro proprietà in via Bellini. Susanna dopo le scuole medie aveva lavorato presso un negozio di abbigliamento all'ingrosso avviato dalla madre in Via Faenza a Firenze, era poi stata assunta dalla ditta Eurogiochi di Padova come telefonista di TV Prato presso l'Hotel Palace di Prato.
Nel 1973, durante le festività di Pasqua, conobbe alla fermata dell’autobus in piazza del Principe del Machiavelli, a Firenze, Stefano Baldi e dopo 7 anni di fidanzamento decisero di sposarsi nella primavera del 1982.
La sera del 22 ottobre 1981, Stefano passò a prendere Susanna per cenare a casa sua.  Dopo aver mangiato,  i due ragazzi si fermarono con l'auto di Stefano presso il campo delle Bartoline dove furono uccisi dal "mostro di Firenze".

giovedì 16 aprile 2009

Barbara Locci

Nacque l'8 giugno 1936 a Villasalto in provincia di Cagliari. Nel 1957 conobbe Stefano Mele e si sposò. Il 25 dicembre 1961 nacque Natale. E' di quegli anni la frequentazione di Barbara di un bar di piazza Mercatale a Prato che tutti chiamavano il "bar dei sardi". Qui conobbe Giovanni Vinci di cui divenne l'amante. Palmerio Mele, padre di Stefano, si accorse della vivacità sessuale della nuora e dell'incapacità del figlio di farsi rispettare e li cacciò di casa. Questi andarono ad abitare a Lastra a Signa in via XXIV maggio, 177. Durante una fiera a Lastra a Signa, Giovanni Vinci presentò Barbara Locci ed il marito, al fratello minore Salvatore che di lì a poco ne divenne il nuovo amante. Salvatore Vinci nel 1961 si stabilì a casa di Stefano Mele e vi rimase fino al 1967, quando entrò in scena il terzo dei fratelli Vinci, Francesco. Anche Francesco ebbe una storia con Barbara, forse la più morbosa e passionale. Nonostante la gelosia di Francesco, Barbara ebbe comunque modo di frequentare altri uomini in quegli anni e di essere nominata "ape regina" da chi la conoscesse. Nell'estate del 1968 Barbara Locci conobbe Antonio Lo Bianco. Il 21 agosto i due, con il piccolo Natalino Mele, si recarono al Cinema Giardino Michelacci a Lastra a Signa. Secondo "La leggenda del vampa" quella sera veniva proiettato il film Helga, il miracolo dell'amore, un film tedesco vietato ai minori di 14 anni. Dal testo "Storia delle merende infami" emerge invece che il film proiettato era Nuda per un pugno d'eroi un film giapponese di guerra. I tre entrarono al cinema per assistere al secondo spettacolo, il gestore della sala, Elio Pugi, nei giorni successivi, li riconobbe nelle foto pubblicate sui giornali. Al termine della proiezione i tre recuperarono la Giulietta 1660 di proprietà del Lo Bianco e si appartarono poco distanti dal cinema. Natalino Mele dormiva da un pezzo, quando i due giovani, in atteggiamenti intimi, furono raggiunti da 4 colpi di pistola ciascuno, nel primo degli otto omicidi attribuiti al "mostro di Firenze". Dell'omicidio fu inizialmente accusato Stefano Mele che processato nel marzo del 1970 fu condannato per i reati di omicidio, calunnia, detenzione e porto abusivo d'arma alla pena di sedici anni e dieci mesi di reclusione e a tre anni di ricovero in casa di cura e custodia.

venerdì 20 marzo 2009

Carmela De Nuccio

Nacque a Nardò (LE) il 24 dicembre 1960. Nei primi anni '70 si era trasferita con i genitori, Maria e Vito ed i 5 fratelli, Antonella, Rosanna, Luigi, Cosimo e Lucia, in via Ponte a Greve, 20 a Scandicci. Il padre Vito, lavorava come pellettiere presso lo stabilimento Gucci e lo stesso faceva Carmela presso la pelletteria A.G. (dal nome del proprietario Amato Giuseppe n.d.r.) in via Ponchielli a Scandicci. Nell'aprile del 1981 Carmela conobbe Giovanni Foggi, un giovane di Pontassieve. Il 6 giugno Giovanni cenò a Scandicci con Carmela ed i suoi genitori. Intorno alle 22:00 i due ragazzi uscirono e si inoltrarono in auto in Via dell'Arrigo, in zona Mosciano, alla ricerca di una zona tranquilla per stare un pò da soli.
Furono trovati morti la mattina successiva dal brigadiere di polizia Vittorio Sifone.
Rif.1 - Il mostro di Firenze pag.24

mercoledì 18 marzo 2009

Giovanni Foggi

Originario di Reggello (FI), nel gennaio del 1972 si trasferì con i genitori Giulia Ginesi e Dino Foggi, e le due sorelle, Gina e Cristina, al 125 di via Verdi a Pontassieve. Di professione era dipendente dell'Enel. Il 6 giugno, intorno alle 19,00 Giovanni uscì di casa e con la sua Ritmo color rame si recò a Scandicci presso l'abitazione dei genitori della sua ragazza, Carmela De Nuccio, per cenare con loro. Intorno alle 22:00 Carmela e Giovanni uscirono, presero la Ritmo e si inoltrarono in Via dell'Arrigo, in zona Mosciano, alla ricerca di una zona tranquilla per stare un pò da soli.
Furono trovati morti la mattina successiva dal brigadiere di polizia Vittorio Sifone.
Rif.1 - Il mostro di Firenze pag.23

venerdì 6 marzo 2009

Pasquale Gentilcore

Nacque ad Arezzo il 24 luglio 1955. Viveva a Molino del Piano, vicino a Pontassieve, in Via Ciancola 17, con i genitori, Vincenzo e Santità, originari di Benevento e la sorella minore Maria Cristina. Nel 1974, a 19 anni, lavorava come barista presso il bar ubicato all'interno de La Fondiaria Assicurazioni in Piazza della Libertà a Firenze. Da due anni frequentava Stefania Pettini di Vicchio che aveva conosciuto alla discoteca “La spiaggia”. Nella sera del 14 settembre 1974, prese l’auto del padre, una Fiat 127 blu, intorno alle 20:45 lasciò la sorella Maria Cristina davanti alla discoteca Teen club, in Via primo maggio a Borgo San Lorenzo, con la promessa di rivedersi entro la mezzanotte ed andò a prendere Stefania per poi dirigersi poco fuori Borgo San Lorenzo, in località Rabatta. Intorno alla mezzanotte fu ucciso nel secondo duplice omicidio attribuito al “mostro di Firenze”.

mercoledì 4 marzo 2009

Stefania Pettini

Nacque a Vicchio (FI) il 3 giugno 1956, dove viveva in Via Pesciola 30, con i genitori, Bruna Bonini ed Andrea Pettini. Conobbe Pasquale Gentilcore alla discoteca La Spiaggia nel 1973. Dopo una lite con Pasquale scrisse sul suo diario: "Voglio morire. Sparire per sempre. L'unica cosa che mi dispiace è lasciare la mia mamma che non ha mai avuto niente dalla vita. Come me." Ed il giorno successivo : "Ti odio, Pasquale ma nello stesso modo ti amo. Ti voglio bene." Dopo un diploma come segretaria d'azienda prestò servizio, dal settembre 1973 al gennaio 1974, a Barberino di Mugello presso la ditta autotrasporti "Cammelli". Trovò quindi lavoro a Firenze, all'Isolotto, presso la ditta New-Flex e quindi come fatturista presso la ditta “Magif” in Via Stradivari a Firenze; Nel pomeriggio di sabato 14 settembre confidò ad una amica di aver avuto un incontro sgradevole con uno sconosciuto. La sera stessa intorno alle 21:30 Pasquale passò a prenderla con una Fiat 127 blu che li condusse poco fuori Borgo San Lorenzo, in località Rabatta. Intorno alla mezzanotte fu uccisa nel secondo duplice umicidio attribuito al “mostro di Firenze”.
Rif.1 – Compagni di sangue pag.5
Rif.2 – Storia delle merende infami pag.389
Rif.3 - La Nazione - 17 settembre 1974 pag.5

giovedì 26 febbraio 2009

Antonio Lo Bianco

Nacque il 22 novembre 1939 a Palermo. Alla fine degli anni '50 si era trasferito in Toscana con alcuni parenti. Si era sposato con Rosalia Barranca, anch'essa siciliana, ed aveva avuto tre figli con cui abitava in Via Manzoni 116 a Lastra a Signa. Nell'estate del 1968 conobbe una giovane che abitava a Lastra a Signa: Barbara Locci. Il 21 agosto i due, con il piccolo Natalino Mele, figlio della Locci, si recarono al Cinema Giardino Michelacci a Lastra a Signa. Secondo "La leggenda del vampa" quella sera veniva proiettato il film Helga, il miracolo dell'amore, un film tedesco vietato ai minori di 14 anni. Dal testo "Storia delle merende infami" emerge invece che il film proiettato quella sera era Nuda per un pugno d'eroi, un film giapponese di guerra. I tre entrarono al cinema per assistere al secondo spettacolo, il gestore della sala, Elio Pugi, nei giorni successivi, li riconobbe nelle foto pubblicate sui giornali. Al termine della proiezione i tre recuperarono la Giulietta 1660 di proprietà del Lo Bianco e si appartarono poco distanti dal cinema. Natalino Mele dormiva da un pezzo, quando i due giovani, in atteggiamenti intimi, furono raggiunti da 4 colpi di pistola ciascuno, nel primo degli otto omicidi attribuiti al "mostro di Firenze". Nel marzo del 1970, davanti alla Corte di Assise di Firenze ebbe luogo il processo a Stefano Mele, marito di Barbara Locci, imputato per il duplice delitto. Un cognato di Antonio Lo Bianco, Giuseppe Barranca, dichiarò durante il processo a Stefano Mele: "Poche ore prima del delitto avevo invitato a cenare con me in trattoria mio cognato Antonio, ma lui rifiutò adducendo un impegno urgente. Ricordo anche un altro fatto; tempo prima, alle giostre, avevo combinato con Barbara, ma lei mi disse che quando andava in giro con altri c'era qualcuno che la seguiva in motorino e aveva aggiunto: "non voglio che ci sparino in macchina".