Visualizzazione post con etichetta P.i.f. Pacciani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta P.i.f. Pacciani. Mostra tutti i post

martedì 1 maggio 2018

Vito G. - Udienza del 01 giugno 1994

Il signor Vito G. fu ascoltato il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni. 

P.M.: Sentiamo esattamente G. Vito, che ha dei problemi e deve scappare.
Presidente: Benissimo. Sentiamo...
P.M.: Scappare, no perché è un detenuto in licenza.
Presidente: Bene, Il signor G. Vito. Si accomodi, prego. Buongiorno, signor G.. Sieda pure. Ascolti, consente le riprese televisive?
V.G.: Non ci ho nessun problema.
Presidente: Non ci ha nessun problema. Quindi consente le riprese. Senta, vuole leggere quella formula per cortesia?
V.G.: So leggere poco per dire la verità, mi ci vuole un po' di tempo.
Presidente: Prego, prego.
V.G.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di guanto è a mia conoscenza".
Presidente: Senta, vuol dare le sue generalità, per cortesia?
V.G.: Sì.
Presidente: G. Vito...
V.G.: G. Vito, nato a Xxxxxxxxx il  XX/XX/XX, residente a Xxxxxxx
Presidente: Vuole rispondere alla domande del Pubblico Ministero, per cortesia?
V.G.: Io veramente vorrei che mi leggesse un pochino, perché ora è passato quasi tre anni... io non mi…
P.M.: Una domanda sola, talmente semplice che le viene...
A.B.: C'è gente che sa cose di vent'anni fa!
Presidente: Se lei non se lo ricorda, il Pubblico Ministero...
V.G.: Va bene.
Presidente: ... mano mano gli leggerà quello che ha detto. Provi a cercare di ricordare.
P.M.: Sarò brevissimo, una domanda sola, è talmente semplice...
Presidente: È chiaro, il tempo è passato.
P.M.: Signor G., lei conosce il Pacciani?
V.G.: Lo conosco... eravamo insieme!
P.M.: Prego, scusi?
V.G.: Eravamo a Sollicciano insieme.
P.M.: Eravate a Sollicciano insieme.
V.G.: No, insieme, lui era alla cella 11, io alla 12.
P.M.: Quindi vi siete conosciuti così. Senta, io volevo chiedere solo una cosa: ha mai avuto occasione di vedere o di sentire Pacciani che parlava di disegni fatti da lui?
V.G.: Li ho visti i disegni, in un libro...
P.M.: Li ha visti, ecco.
V.G.: Come l'hanno visto tutti, insomma...
P.M.: Sì, sì, ora per l’appunto abbiamo trovato lei…
V.G.: No, no, io li ho visti dentro, poi che li facesse lui o…
P.M.: Lo diceva lui, insomma.
V.G.: Lo diceva lui, non è che io possa...
P.M.: Che li disegnava.
V.G.: Li ha fatti vedere anche alla suora, li ha fatti vedere alle guardie, questo...
P.M.: Che era un disegno... ricorda per caso di averli visti? Ha detto, si.
V.G.: Sì, li ho visti.
P.M.: Erano... ricorda qualche soggetto, se l'ha visto oppure erano disegni che lei non ricorda?
V.G.: Ma tutti disegni di animali, insomma. E poi, sa, tutti non me li posso ricordare.
P.M.: No, va be'...
V.G.: Era un blocchetto che poi, detto con la sua bocca, gliel'ha dato alla suora, non me ne ricordo come si chiama...
Presidente: Suor Elisabetta?
P.M.: Suor Elisabetta.
V.G.: Suor Elisabetta.
P.M.: Lei ricorda degli animali, per caso qualche arma? Se disegnava...
V.G.: Sì, c’erano anche delle armi.
P.M.: Delle pistole, dei fucili?
V.G.: C'erano pistole, c'erano carri armati, c'era tutto!
P.M.: Era un disegnatore di armi e di animali. Non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Va be', è quell'album che abbiamo, no?
P.M.: Sì, sì, sì. Era per fare due più due.
Presidente: Domande, signori Avvocati di parte civile? Niente. Avvocato Bevacqua, prego.
A.B.: Presidente, anch'io disegno qualche volta qualche arma, ma ciò non vuol dire che mi piacciono i seni. Va be', ma questo non vuol dire, credo, spero che non voglia dire. Senta, lei è stato detenuto nella cella?
V.G.: Dodici.
A.B.: Dodici. Per che reato era dentro lei? 
V.G.: Ora, perché lei vuole sapere il reato mio scusa? Io non so...
A.B.: No, e lo voglio sapere perché la norma...
V.G.: E scusa, io, questo, son per testimonia' per. . .
Presidente: Non ammetto la domanda.
A.B.: Per avere dato noia alle figlie?
V.G.: Sì, ma io son stato condannato, sì, per la…
A.B.: Ecco, lei è stato condannato, ha espiato, eccetera... anche lui è stato condannato...
V.G.: Come ho spiato? Cosa ho spiato?
A.B.: Non ha espiato lei?
V.G.: Guardi Avvocato, io, mi scusi un pochino, io…
A.B.: Non è stato dentro, in galera lei?
V.G.: ... lei non mi deve dire che io ho spiato, cosa ho spiato? Mi spiega cosa...
A.B.: Non spiare...
Presidente: Aspetti, aspetti, senta, senta...
A.B.: ... espiare.
P.M.: Se non sbaglio la domanda non era stata ammessa o ho capito male.
Presidente: Comunque non ho ammesso la domanda.
P.M.: Quindi allora smettiamo di…
Presidente: Lei era detenuto all'epoca...
V.G.: Sì, sono ancora.
Presidente: ... di cella vicino a Pacciani.
V.G.: Sono ancora, sono ancora, signor Presidente.
A.B.: A quanti anni è stato condannato?
P.M.: Se non è ammessa la domanda...
V.G.: Non so che c'entra il mio processo con quello...
Presidente: Non ammetto assolutamente questa domanda, tanto più che non sono in relazione al tema e al contenuto che sono i disegni del Pacciani, per cui.
A.B.: Sì, Presidente...
Presidente: Disegnava anche lei forse?
V.G.: Eh?
Presidente: Disegnava anche lei?
V.G.: No, no, per l'amor di Dio! Non so neanche leggere, gliel'ho detto, io non ho fatto neanche la prima elementare, sicché, non posso dire…
A.B.: Ho capito. Lei ha visto che Pacciani disegnava...
V.G.: No, non l'ho visto, io non detto che l'ho visto. Lui diceva che erano disegni suoi, ce li ha fatti vedere, non è che posso dire che li fatti lui con le sue mani, lui lo diceva, poi se li ha fatti lui o li ha fatti un altro, io non posso... Perché lui era nella sua cella e io nella mia cella. Ho fatto due volte la socialità col Pacciani, in cella, per Natale e per Ferragosto, o per Pasqua che sia, per Natale mi ricordo. Ma non è che a me mi abbia raccontato…
A.B.: Senta, scusi, abbia pazienza, ma questo quando succedeva? Perché credo che Pacciani a un certo punto è uscito dal carcere.
V.G.: Sì. E allora glielo dico io quando...
A.B.: Lei dopo quanto tempo, quanto tempo era che il Pacciani, da quando era entrato lei, quanto tempo c’era Pacciani dentro?
V.G.: E l'ho detto, lo può saper lui, io non lo posso sapere, scusa.
A.B.: Lei quando...
V.G.: Io sono entrato il 19 maggio.
A.B.: Di?
V.G.: Del '90.
A.B.: Novanta.
V.G.: E son andato fuori il 15 di marzo del '91, arresti domiciliari. Io son stato dieci mesi. Però in questo frattempo il Pacciani...
A.B.: Ma ora non ha detto che lei è detenuto?
V.G.: Come ora? Lo sanno tutti, ci ho il foglio io... 
A.B.: No, io non lo so. ..
Presidente: Sì, sì, va bene, è in semilibertà, mi pare.
V.G.: Io son in permesso.
Presidente: In permesso.
A.B.: In permesso, quindi è detenuto ancora lei?
V.G.: Sì.
A.B.: Ah, ecco, ho capito, basta, volevo sapere...
P.M.: E il teste col suo permesso viene per dire, per far da testimone, quindi più chiaro di così...
Presidente: Signori, domande influenti...
V.G.: No, no, no, no, il permesso...
Presidente: …questo è i disegni del Pacciani, perché poi…
V.G.: ... i permessi io ce l'ho premiali...
P.M.: Certo, certo...
V.G.: ... no, per venire a far il testimone.
P.M.: Appunto, appunto, proprio dicevo...
V.G.: Ora, io vi volevo dire questo...
P.M.: Gliene facciamo avere un altro, stia tranquillo.
V.G.: Io oggi dovevo star con la mia famiglia, invece è tutto il giorno che sto qui.
Presidente: Va bene, va bene, stia tranquillo lei.
P.M.: Abbiamo capito tutto.
A.B.: No, non è un pentito, ecco perché pensavo...
V.G.: No, no, no, no.
A.B.: Perché i permessi ce l'ha lo stesso, no perché è pentito, perché lei ha diritto ad avere i permessi.
V.G.: Sì, domani ci ho la Camera di Consiglio per l'affidamento, Avvocato...
A.B.: Oh, io glielo auguro con tutto il cuore, che l'affidino tutto. Senta, lei ha visto qualche volta Pacciani, quindi, disegnare o comunque...
V.G.: Non l'ho visto disegnare.
A.B.: Scusi, allora, va bene. Ho capito. Però Pacciani aveva molti disegni, si dilettava.
V.G.: Sì, sì.
A.B.: Cioè, perlomeno là li aveva.
V.G.: Ce l'aveva un blocchetto con dei disegni, io ho visto quelli che ci ha fatto veder lui, ma se li fatti lui o se li ha fatti un altro, non lo so io.
A.B.: In questi disegni c'erano, animali...
V.G.: Sì.
A.B.: E poi che c'era? Alberi, c'erano gli alberi?
V.G.: C'era... ora tutti non me li posso ricor... mi ricordo c'era un carro armato, c'era... insomma, c'era diverse cose, Avvocato, non è che io possa...
A.B.: Il carro armato. Il carro armato. Il carro armato.
P.M.: Sono in sequestro, se non sbaglio.
A.B.: Grazie.
Presidente: Sì, va bene.
A.B.: Bene, grazie. 
V.G.: Son tutte cose che si hanno viste di già, che l'avete fatte vedere...
Presidente: Va bene, va bene.
V.G.: Ce l'ha la suora Elisabetta.
Presidente: Non c'è altro da chiedere. Lei può andare allora.
V.G.: Ma, e questa giornata… Presidente… io dovevo star con la famiglia….
Presidente: Lei ha ragione, lei ha ragione.
P.M.: Ha pienamente ragione. Noi non lo sapevamo, l'ha detto ora questo, signore, che era in queste condizioni.
Presidente: IL Pubblico Ministero si impegna a fare si che effettivamente...
P.M.: Che risulti che oggi...
Presidente: ... il permesso che ha consumato stando qui le venga rinnovato.
V.G.: Che se a me mi va... domani mi va male la Camera di Consiglio devo rientrare domani l'altro a Sollicciano. Insomma io non lo so...
P.M.: Vediamo cosa posiamo fare.
Presidente: Va bene.
P.M.: Dipende dal Giudice...
Presidente: È il Pubblico Ministero che l'ha chiamata, si occuperà di lei.
P.M.: Per fortuna il Giudice è Giudice, e il P.M. è…
Presidente: Come è giusto che faccia. Bene. Altro testimone.

martedì 5 febbraio 2013

Bruna Arcusi - Udienza del 08 giugno 1994

La signora Bruna Arcusi fu ascoltata l'8 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni. 

P.M.: Allora, mi dice quelli che ci sono? Arcusi? Arcusi Bruna. Sono testi... sono gli ultimi testi del P.M., quindi la logica è solo perché erano... avevano in tempi diversi, quando si affrontava quell'argomento, presentato certificati medici. Quindi vengono sentiti ora... |
Presidente: Ho capito, ho capito.
P.M.: ... solo a chiusura.
P.M.: Arcusi Bruna c'è?
Presidente: Mandiamo, introduciamo chi c'è, e vediamo un po'.
P.M.: Infatti è quello...
Presidente: È più facile.
P.M.: Ognuno, dico che c'è, arriva un certificato e quindi si vede… Guardi, in questo momento ne ho quattro, qui.
Presidente: Ecco, accompagniamo questa signora, qui, per favore. Aiutiamola se ne ha bisogno. Stia attenta lì, signora. Buongiorno.
B.A.: Buongiorno.
Presidente: Ecco, stia attenta ai fili.
B.A.: Sì.
Presidente: Si accomodi pure, si metta comoda. Ecco signora, lei si chiama?
B.A.: Arcusi Bruna.
Presidente: Accusi?
B.A.: Arcu.
Presidente: Arcusi Bruna.
B.A.: Col "C", sì.
Presidente: Nata signora, dove?
B.A.: A Vicchio Mugello.
Presidente: Vicchio di Mugello, il?
B.A.: Il XX/XX/XX.
Presidente: XX/XX/XX. Residente?
B.A.: A Xxxxxx.
Presidente: Residente a Xxxxxxx. Signora, vuole leggere... gli vogliamo dare quella formula magica da leggere?
B.A.: Che è scritto in grande? Eh? Sì, sì… "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto a mia conoscenza. " Mi si capisce poco, scusate, perché ho un raffreddore tremendo.
Presidente: Si capisce perfettamente.
B.A.: Grazie.
Presidente: Ce l'ho anch'io il raffreddore, non si preoccupi. Senta, vuol essere... consente la ripresa televisiva o no?
B.A.: Oh, per me è uguale. Io non ho... no, no.
Presidente: Va be', ecco allora signora il Pubblico Ministero e i difensori le faranno alcune domande.
B.A.: Sì.
P.M.: Signora...
Presidente: Prego.
P.M.: Lei è di Vicchio, ha detto.
B.A.: Sì.
P.M.: E lei conosce qualcuno nella banda delle Majorettes di Vicchio?
B.A.: Sì, c'ho anche la fi... a quell'epoca c'avevo anche la figlia, e l'ho già depositato.
Presidente: Deposto.
B.A.: Sì, Sottili Marzia.
P.M.: Ecco quindi lei è la mamma della signorina Sottili che ha già deposto...
B.A.: Sì.
P.M.: Amica di Pia Rontini, era.
B.A.: Sì.
P.M.: Senta una cosa, lei seguiva la... con sua figlia andava alle manifestazioni... a quella di Mercatale andò?
B.A.: In particolare.
P.M.: Ecco.
B.A.: Sì, perché lì c'avevo un cugino parroco a quell'epoca che fece questo...
P.M.: A quell'epoca, in che anno siamo?
B.A.: Eh... in che anno siamo? non so se siamo nell'83, io con esattezza...
P.M.: Sembra l'83 dalle foto e dai documenti.
B.A.: Mi sembra, sì.
P.M.: Bene, lei lo ricorda cosi vagamente.
B.A.: Sì, vagamente.
P.M.: Lei aveva un cugino parroco e quindi andò a Mercatale.
B.A.: Sì, perché andava la banda, perché c'era questa festa dell'uva. Allora sì disse io e mi’ marito: ‘Andiamo a trovare anche questo cugino parroco’.
P.M.: Approfittaste della...
B.A.: Approfittammo...
P.M.: ... dell'occasione, come si suo, dire.
B.A.: Si, e la banda andò a suonare in questa piazza, e noi andammo dal mio cugino alla parrocchia. Poi si stette un po' lì; poi si andò anche noi a vedere un po' di festa, e si andò là che ballavano di già. le Majorettes erano sul palco...
P.M.: Sua figlia c'era?
B.A.: Sì, sì, sì.
P.M.: Ricorda... lei conosceva Pia Rontini?
B.A.: Sì.
P.M.: Ricorda se c'era?
B.A.: No.
P.M.: Non lo ricorda.
B.A.: No.
P.M.: Bene, signora. Lei conosce il signor Pacciani?
B.A.: No, no, io l'ho visto lì, perché me lo hanno insegnato.
P.M.: Gliel'hanno indicato, sì.
B.A.: Indicato.
P.M.: Cioè? Ci vuol spiegare?
B.A.: Cioè, la mia cugina, questa sorella del parroco, disse, guarda, c'era il Pacciani che dava da bere.
P.M.: E come mai le indicò proprio il Pacciani?
B.A.: Eh, perché dava da bere.
P.M.: Sì, ma...
B.A.: Ah, perché, perché sapeva che era di Vicchio.
P.M.: Ah, ecco, sotto questo...
B.A.: Perché sapeva che era di Vicchio. Ce n'era tanti, ma non mi disse mica 'guarda, quello è il tale e quello è il tal altro'. Mi indicò quello di Vicchio, il vicchiese. E lui era tutto tranquillo, contento. Pareva partecipasse proprio con gioia a questa festa paesana.
P.M.: Bene. E dava da bere.
B.A.: Sì, e dava da bere.
P.M.: Non ho altre domande, grazie. Non ho altre domande. Grazie, signora.
B.A.: Prego.
Presidente: Gli Avvocati di parte civile, avete domande? Nessuna. Nessuna. Avvocato Bevacqua. m$t
A.B.: Lei signora precisò che sembrava Bacco, vero?
B.A.: Sì, sì, si.
A.B.: Sembrava Bacco.
B.A.: Bacco tra...
A.B.: Grazie, signora.
B.A.: Sì.
Presidente: Nessun'altra domanda?
A.B.: Nessuna.
P.M.: Nessuna.
Presidente: Grazie signora, può andare.
B.A.: Ho già fatto? Grazie.
Presidente: Buonasera.
B.A.: Buonasera.

lunedì 4 febbraio 2013

Afro Gaziero - Udienza del 01 giugno 1994

Il signor Afro Gaziero fu ascoltato il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

P.M.: Sì Presidente. Vorrei sentire Gaziero Afro. Gaziero Afro.
Presidente: Buongiorno. Il signor gaziero Afro, vero? Si accomodi, prego. Innanzitutto le domando se consente le riprese televisive.
A.G.: No.
Presidente: 
E allora, signori, fotografi e cineoperatori, non riprendete il teste. Legga quella formula, per cortesia.
A.G.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza".
Presidente: Le sue generalità complete per cortesia?
A.G.: Sì. Gaziero Afro, nato ad Xxxxxxx, il XX/XX/19XX, abitante a Xxxxxx.
Presidente: Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero? Prego.
A.G.: Sì.
P.M.: Signor Gaziero, lei conosce Pietro Pacciami?
A.G.: Sì.
P.M.: Vuole spiegare perché lo conosce, quando l'ha conosciuto?
A.G.: Noi venimmo ad abitare in San Casciano nel 1980, e nell'81 cercavamo una persona che accudisse saltuariamente anche a un terreno che abbiamo dove abitiamo. E allora ce lo presentarono; l'ho conosciuto in quell'occasione.
P.M.: E il vostro, questo tipo di rapporto in cui lui collaborava con voi, quanto tempo è andato avanti e in che cosa è consistito?
A.G.: È andato avanti probabilmente… sa, la data precisa non la so, però dall'82 ali'83, un paio di anni.
P.M.: E in che cosa è consistito?
A.G.: E consisteva nel raccogliere le olive, pulire un po' gli animali, avevamo qualche gallina, qualche animale, cosi. Era un lavoro comunque…
P.M.: Saltuario.
A.G.: ... saltuario.
P.M.: Lui aveva un altro lavoro? Non lo sa. Lavorava in proprio?
A.G.: Questo di preciso non lo so, però presumo che potesse anche andare da un'altra parte.
P.M.: Lavori simili, insomma.
A.G.: Lavori simili.
P.M.: Senta una cosa, lei ha avuto anche un'attività nel Comune di Calenzano?
A.G.: Sì, la prima fabbrica che noi prendemmo era nel Comune di Calenzano. PUBBMCO MINISTERO: Ricorda, cioè ci sa… non c’è più questa fabbrica o c'è ancora?
A.G.: No, eravamo in affitto, lì nel Comune di Calenzano, e c'è ancora la fabbrica però è occupata da altre persone.
P.M.: Da altri. Ci può, ce la può localizzare meglio come via, conte. ..
A.G.: In via Garibaldi, 70, è quasi nel centro di San Casciano.
P.M.: Di San Casciano?
A.G.: Scusi... di Calenzano.
P.M.: Bene, grazie. Ha mai avuto l'occasione di portare il signor Pacciani a Calenzano?
A.G.: Sì, certo. Perché la fabbrica subì nell'82 – il mese preciso dovrebbe essere forse ottobre o novembre - un incendio. E siccome c'eran tessuti, gomma, così, lasciò uno strato di catrame e di roba molto sporca quando l'incendio fu spento dai Vigili. E allora bisognava ripulire queste cose. E chiesi al Pacciani se potevo portarlo alcuni giorni a Calenzano per fare queste pulizie assieme ad altre persone.
P.M.: Le è mai capitato in queste occasioni o in altre di fare qualche regalo, aldilà dellà…
A.G.: Sì, certo, il Pacciani chiedeva: 'ma, c'è quel divano bruciato' magari mezzo bruciato dal fuoco e 'quella macchina da cucire', cioè chiedeva continuamente degli oggetti. Però adesso dirle... io qualcosa le ho detto: 'sì, la prenda', però specificare se era un divano o un'altra cosa, non, non lo so di preciso.
P.M.: Disegni o quadri glien'ha mai dati?
A.G.: Ma quel disegno e quel quadro io non credo di averlo, di averlo dato.
P.M.: Cioè...
A.G.: Anche perché la parte dell'ufficio non fu, non si incendiò, era solo la parte produttiva.
P.M.: Allora lei, se già sa di quale quadro stiamo parlando, e non c'è bisogno che glielo mostri, ha mai avuto quel quadro che a suo tempo le è stato presentato dalla Polizia Giudiziaria, nel suo ufficio?
A.G.: Io credo proprio di no.
P.M.: Lei nel suo ufficio non ce l'aveva, né l'ha dato a Pacciani.
A.G.: Penso proprio di no.
P.M.: Ricorda il soggetto di questo quadro?
A.G.: Sì, l'ho visto sui giornali.
P.M.: Per la .prima volta l'ha visto sui giornali? E gliel'aveva mostrato la Polizia Giudiziaria?
A.G.: Sì, però sui giornali mi fece ancora più effetto.
P.M.: Di quando l'aveva visto alla Polizia Giudiziaria.
A.G.: Sì, me lo fece anche vedere appunto nella occasione che fui chiamato, e mi fece una grossa impressione.
P.M.: Quindi esclude di averlo avuto nel suo ufficio lei?
A.G.: Assolutamente, perché l'avrei tirato via subito.
P.M.: No, siccome il Pacciani dice che gliel'ha dato lei… Senta una cosa, signor Gaziero... va be', noi sappiamo, abbiamo già cercato di dimostrare la credibilità di questo signore. Senta una cosa, per caso lei ricorda se suo figlio, o lei, aveva, in anni remoti, quando era ragazzo, aveva una pistola giocattolo?
A.G.: Sì, sì, ce l'aveva. Ce l'aveva.
P.M.: Si ricorda che tipo di pistola era...
A.G.: Sì, era una pistola giocattolo, però in metallo, che i bambini giocavano, ne avevamo un'altra di plastica, e dopo era talmente rotta che girava sempre lì per il giardinetto.
P.M.: Era rotta, era rotta questa pistola?
A.G.: Sì, si vedeva, era molto usta, era slatata via un po' di vernice, era messa male, si.
P.M.: Si vedeva a occhio che era messa male.
A.G.: Sì, non era nuova, perché probabilmente l'avevamo da forse un anno e mezzo, e poi sa la buttavano per terra...
P.M.: Quindi era usata per giocare i ragazzi.
A.G.: Esatto. Esatto.
P.M.: Ricorda che tipo, dove l'aveva comprata, che pistola era, se l'aveva comprata lei, se ricorda la marca... 
A.G.: No, no, ma era una pistola a salve, eh?
P.M.: Sì, sì, certo, sto parlando di…
A.G.: No, la marca proprio non me la ricordo, e dove l'avevo comprata, presumo addirittura, presumo addirittura a Modena, dove abitavo.
P.M.: Ricorda per caso se lei o i suoi ragazzi l'avete data al Pacciani questa pistola? Cosi, nelle condizioni che ci ha descritto comunque?
A.G.: Non lo ricordo con precisione.
P.M.: Potrebbe essere?
A.G.: Potrebbe essere.
P.M.: Nel senso che lui gliel'ha chiesta.
A.G.: Io questo non lo ricordo con precisione, ma potrebbe essere.
P.M.: Bene, grazie.
A.B.: (voce fuori microfono)
A.G.: Non lo ricordo con precisione, ma potrebbe essere.
A.B.: Scusi, Presidente, qual’ era la domanda? Se ce la può dire.
P.M.: Certo, ho chiesto al teste se ha mai visto, ha presente la pistola che aveva il figlio. Il teste ce l'ha descritta come un oggetto rotto, di metallo, nel modo che ce l'ha già descritte, dice: 'potrebbe essere'. Io ho chiesto se può darsi che l'aveva data a Pacciani in una occasione simile, cioè che lui avesse chiesto: 'posso prender questa cosa qui?'.
A.G.: Sì, perché spesso chiedeva: 'posso prendere questo o quell'altro' e a volte erano cose inservibili; quasi sempre per fare un po' di pulizia...
P.M.: Era una cosa inservibile, può darsi che gliel'abbia chiesta e lei o sua moglie o il suo ragazzo... il suo ragazzo ci ha detto di no, però sa, aveva 11 anni, quindi... almeno ci ha detto lui. Può darsi gliel'abbia data lei. Un ricordo preciso non ce l'ha?
A.G.: Preciso no.
Presidente: Non lo esclude però.
P.M.: Non lo esclude.
A.G.: Non lo escludo.
P.M.: Bene, non ho altre domande, grazie.
Presidente: Avvocato Colao, prego. 
A.C.: Prego, lei ordinò al Pacciani di fare dei lavori di pulizia dove era avvenuto questo incendio, no?
A.G.: Sì. 
A.C.: Per cui erano sporchi di catrame, erano molto sporchi.
A.G.: Sì. 
A.C.: Ecco, e se non vado errato, il Pacciani fece questi lavori in due giorni, due o tre giorni.
A.G.: In pochi giorni, si. 
A.C.: In pochi giorni. Erano lavori pesanti o leggeri?
A.G.: Non erano eccessivamente pesanti, perché l'aiutavo anch'io. Erano lavori normali, spostare qualche tavolo, fare delle cose insomma. Non era il solo, eravamo quattro o cinque persone. 
A.C.:Ma la pulizia da fare a terra?
A.G.: E la pulizia da fare a terra, si. Era abbastanza faticoso. 
A.C.: Quindi comportava stare piegati, a terra?
A.G.: No, con uno spazzolone, comunque era un lavoro abbastanza noioso, sicuramente. 
A.C.: Equesti vennero eseguiti nell’82 o nell’83?
A.G.: Sì, forse doveva essere la fine dell'82. 
A.C.: Ecco, e comunque in ogni caso erano dei lavori che poteva fare un individuo che aveva, diciamo, una certa prestanza fisica, insomma, un individuo sano? 
A.G: Certo. 
A.C.: Grazie.
A.G.: Prego.
Presidente: Nessun altro? Avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta, signor Gaziero, lei quando è venuto dalla Romagna o dall'Emilia qui in Toscana?
A.G.: Nell'80, '80, '81. Ottanta mi pare.
A.B.: Ottanta, '81. E lei conosce... prego.
A.G.: Siamo arrivati nell'80 in Toscana, pero nell'81 entrammo nella fabbrica di Calenzano. Ecco la precisazione.
A.B.: Ecco, la fabbrica quando si brucia?
A.G.: Dovrebbe essere ottobre o novembre dell'81, oppure dell'82.
A.B.: Non sa se è '82 o...
A.G.: No, io ho rilasciato la testimonianza perché abbiamo guardato con l'assicurazione queste cose e mi pare che ci sia la data un tantino più precisa, però sa adesso...
A.B.: :.Subì un incendio, nell'82, ‘83 lei…
A.G.: Ecco, allora era nell'82.
A.B.: Ottantadue, '83.
A.G.: Però non posso dire... non mi sono documentato.
A.B.: Lei, quando subisce l'incendio, quando subisce l'incendio, da quanto tempo conosce Pacciani? Se se lo ricorda. Un mese, un anno, due anni, tre anni, cinque... 
A.G.:No, cinque... non lo conoscevo certo cinque anni prima. Io penso un anno.
A.B.: Un anno. Conosceva Pacciani...
A.G.: Penso, eh! Potrebbe essere otto mesi, come dodici.
A.B.: Pacciani per la prima volta lei lo porta a Calenzano dopo l'incendio.
A.G.: Sì.
A.B.: Ecco. Quindi Pacciani lei lo porta a Calenzano. Lo accompagna lei a Calenzano?
A.G.: Sì, lo accompagno io in macchina.
A.B.: Perché lui non conosceva praticamente il posto, dove stava lei.
A.G.: No.
A.B.: No. Grazie. Oh! E lo porta a Calenzano. Lo porta e lo riporta.
A.G.: Sì.
A.B.: Ecco, senta un'ultima cosa. Lei è stato prima a Bologna o a Modena?
A.G.: A Modena.
A.B.: A Modena. Ma andava qualche volta a Bologna?
A.G.: Quando abitavo qui o...
A.B.: No, prima, prima, quando, quando stava a Bologna...
A.G.: Io quando, quando abitavo a Modena e sia quando abitavo a Firenze, andavo spesso a Bologna, quasi una volta al mese.
A.B.: Una volta al mese.
A.G.: Nell'81, perché avevamo un negozio.
A.B.: Ecco, quindi a Bologna acquistava anche delle suppellettili, cosi, non so, delle stampe, a Bologna? Può darsi?
A.G.: No.
A.B.: Per mettere a posto, per mettere, per abbellire l'ufficio...
A.G.: No, no, no, assolutamente.
A.B.: Sua moglie?
A.G.: No, no, no, andavo quasi sempre io, ma non è che acquistavamo, no, assolutamente.
A.B.: Ma qualche cosa può darsi che avete acquistato?
A.G.: No, perché quel genere di cose non le abbiamo neanche in casa, capito?
A.B.: Sì, siamo d’accordo, ma quando voi avete acquistato il famoso, questa famosa fabbrica e avete, 1'avete abbe11ita...
A.G.: No, no, no.
A.B.: L'avete trovata cosi?
A.G.: No, perché eravamo in affitto e sapevamo che era una cosa temporanea.
A.B.: Quello che c'era, c'era.
A.G.: Quello che c'era, c'era.
A.B.: E allora io le volevo ricordare che a un certo punto lei ha detto che 'non ricordo bene i soggetti del quadro e delle stampe. Posso solo dire che nel quadro, che mi sembra avesse la cornice in legno dorato, vi erano raffigurate delle immagini astratte femminili, ma il ricordo è molto vago'. Lei se lo ricorda questo quadro...
A.G.: No, io mi ricordo che ho detto quelle cose lì perché avevo quella convinzione, una cosa vaga. Però poi...
A.B.: Quindi era astratto, comunque, questo quadro, era piuttosto astratto, non era ben delineato.
A.G.: Sì, no, mi ricordo che ho detto queste cose, però mi informai successivamente anche con una persona che lavorava a Calenzano, ed escluse che ci fosse.
A.B.: Quella persona?
A.G.: Quella persona.
A.B.: Però lei aveva visto un quadro...
A.G.: Perché era, lavorava nella fabbrica prima che arrivassi...
A.B.: ... un quadro con le immagini astratte. Lei, insomma, qualcosa aveva visto, lei. Ma non è che abbia gran peso questo quadro.
A.G.: No, no, ma io non ho nessuna difficoltà...
A.B.: No, siccome le spiego, il quadro è stato, pare che questo pittore gravitasse a Bologna...
A.G.: Sì, si, si...
A.B.: ... e quindi lei veniva da Bologna, la signora andava a Bologna, eccetera...
A.G.: Sì, no, quello lo escludo assolutamente perché andavamo saltuariamente, specialmente per il negozio.
A.B.: Benissimo, benissimo. Senta lei aveva, lei aveva, mi perdoni... dunque lei entra a Firenze, in Toscana nell'80.
A.G.: Nel 1980.
A.B.: Ottanta. Che lavoro fa lei?
A.G.: Industriale.
A.B.: Industriale di?
A.G.: Di divani e poltrone.
A.B.: Divani e poltrone.
A.G.: Di arredamento: divani e poltrone.
A.B.: Di arredamento. Quindi viene nell'80 in Toscana.
A.G.: Sì, però noi siamo stati un anno senza entrare nella fabbrica. Entrammo nel luglio dell'81.
A.B.: Ecco, e in questo periodo, scusi, cosa faceva? È una domanda, ha una sua...
A.G.: Sì, facevo il rappresentante di aziende d'arredamento.
A.B.: Ecco, le domando un'altra cosa. Lei faceva o vendeva questi suoi prodotti all'estero anche?
A.G.: Nell'attività dell'industria, della fabbrica?
A.B.: O attività come industriale, o attività...
A.G.: Sì, come industriale, sì, si vende all'estero, si vendeva allora molto in Germania anche.
A.B.: Molto in Germania.
A.G.: Sì.
A.B.: Grazie, nient'altro.
A.G.: Prego.
P.M.: Una domanda soltanto, se...
Presidente: Prego.
P.M.: ... mi consente, Presidente. Ho capito solo ora, forse l'avevo capito male prima, che lei quella fabbrica l'ha presa nel luglio '81.
P.M.: Poi lei ci ha detto che da un certo periodo in poi, per un incendio, ha avuto occasione, qualche volta, di portare il signor Pacciani. Lei ricorda se per caso ha avuto occasione di servirsi della collaborazione del Pacciani, magari portandolo a Calenzano anche prima di quell'incendio, cioè dal luglio '81 in poi? O lo esclude, o può escluderlo?
A.G.: Ma io credo di poterlo escludere.
P.M.: Grazie, grazie.
A.B.: Cioè il Pacciani lei l'ha portato soltanto dopo l'incendio.
A.G.: Sì.
A.B.: Grazie.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Nessuna, Presidente, grazie.
Presidente: Bene, possiamo licenziare il teste. Buongiorno. Un altro.
P.M.: Presidente se mi permette, vorrei far vedere alla Corte delle foto, perché riguardano la testimonianza della signora di Giogoli. Lei, Presidente, ci ha fatto presente, dice, 'ma i sopralluoghi di Giogoli, non si vede cancello, né nulla'. Io ricordavo, però sono stato zitto, che esiste un fascicolo fotografico ben nutrito fatto dai Carabinieri allora, non solo del luogo, ma tutti i dintorni, villa, cancelli, eccetera. Non solo quel fascicolo fatto allora è fatto molto bene, mi permetto di dirlo, perché sono una trentina di foto, non solo quel fascicolo fotografico…
Presidente: Ah, c'è un rilievo planimetrico della zona?
P.M.: Sì, si, scusi, volevo, volevo un attimino dire qualcosa di questo genere. Su una di queste foto i Carabinieri indicano con una freccia dove si trovava il motorino di cui parlano i testi. E è quella fotto che vediamo. Io vorrei mostrarle tutte e che fossero lette le didascalie. Dopodiché chiedo di risentire la teste che abbiamo sentito prima. Sono, ho detto che avrei procurato di fare nuove foto, ricordavo di questo, ma non ne ero certo. Poi facciamo fare anche la planimetria per le distanze, perché è molto importante, però i testi di allora, siccome sono passati esattamente dodici anni, dall' 83, undici quantomeno, già avevano indicato dov'era il motorino, allora vorrei che la Corte, quando lo ritiene opportuno, controllasse questo fascicolo fotografico dove, ripeto,in una delle foto si indica dov’era il motorino. Per dimostrare che già allora...
Presidente: Vediamo questa foto in campo lungo.
P.M.: Allora le leggiamo tutte cortesemente. Quella in campo lungo è ingresso, spiazzo, ove...
Presidente: La teste Di Giorgio Amelia c'è sempre per caso? È andata via?
P.M.: ... ove è stato rinvenuto il furgone. B, ingresso villa. Allora, la A è dov'è il furgone, lo spiazzo. I venti metri della signora sono grossomodo la lunghezza della freccia. Ecco, poi questo è il cancello. Nelle foto successive si dice del motorino. Vogliamo leggere le altre foto; ce ne sono altre nel mezzo. Ecco è il cancello un po' più... vediamo anche quella di sopra, cortesemente, leggiamole tutte. Leggiamo... 
Pietro Pacciani voce fuori microfono: ...
P.M.: Signor Pacciani, se lei stesse un attimo zitto io fo' il mio lavoro, eh?
Presidente: Pacciani, faccia silenzio, per favore.
P.M.: Glielo chiedo per favore, perché ha tutti... Voce fuori microfono
P.M.: ... si, ho capito
Presidente: Sì, lo so che sta parlando, ma...
P.M.: …la cosa a voi non interessa a me...
A.B. voce fuori microfono:...
P.M.: ... a me si.
Presidente: Il fatto è che lei ha un tono di voce abbastanza alto.
P.M.: Non solo, è a quattro metri da me, se lei cortesemente può dire ai signori di stare zitti, a me fanno una cortesia.
Presidente: Va bene. Pacciani, per cortesia, faccia silenzio. Proseguiamo.
P.M.: Allora, questa foto è una panoramica dell'imbocco in via di Giogoli con ingresso villa. La villa è la villa che ci è stata descritta dalla signora con nome e cognome. Quella è la strada, i venti metri li abbiamo già visti. Ora vediamo la foto sotto dove i Carabinieri già allora - è questo che preme al P.M. - fanno, loro possono vedere, no vediamo la freccia per cortesia, è troppo importante. Un Carabiniere che la indica, quindi è un dato già di allora. Leggiamo la didascalia: "punto in cui venne notato il ciclomotore dalla teste Sbraci A.".
A.B. voce fuori microfono: ...
Presidente: La Sbraci che non è poi quella...
P.M.: Ora vediamo chi è.
Presidente: È quella che abbiamo ammesso.
P.M.: Esatto. Grazie.
A.B. voce fuori microfono: ...
P.M.: Non lo sappiamo, chiediamolo alla teste, quello è il punto. Noi dobbiamo solo in questo momento...
A.B. voce fuori microfono: ...
Presidente: Dunque la signora D'Amelio, cioè, Di Giorgio è andata via?
P.M.: Possiamo controllare, io ho chiesto di verificare se c'è… la signora D'Amelio che ha...
Presidente: De Giorgio.
P.M.: De Giorgio, scusi.
Presidente: De Giorgio Amelia.
P.M.: De Giorgio Amelia. Credo sia andata via... sarà mia premura riconvocarla dopo che, dopo che abbiamo fatto fare alla Polizia Giudiziaria una planimetria con le distanze. Grazie, al premeva far vedere…
Presidente: Se non c'è, comunque, la chiameremo allora quando lei...
P.M.: Sento la signora Sbraci.
Presidente: Sbraci. Va bene?
P.M.: Perfetto. La quale non aveva, per chiarire, aveva detto queste cose, però erano nel rapporto evidentemente, quindi non era stata sentita come teste in questo processo.
Presidente: Va bene, proseguiamo allora. La Di Giorgio, mi pare, non c'è, proseguiamo con un altro teste.
P.M.: Allora sentirei Cevenini Paola.
A.B.: Mi scusi, Presidente, a questo punto, dato che il signor Pubblico Ministero annette grande importanza alla presenza di questo motorino, ancorché non si ha prova assoluta che possa il motorino...
Presidente: Naturale, naturale.
A.B.: ... del signor Pacciani, - e comunque è strano che uno lasci per diverso tempo questo motorino lì - io siccome sembrerebbe da quello che è l'idea accusatoria, da quello che appare dall'idea accusatoria, che questo motorino sarebbe stato poi ripitturato, ridipinto, e si vede o si intravede soltanto un colore, ma non si sa che tipo sia il colore, è chiaro che mi pare che serva per tutti noi, eventualmente questa specie di indizio, che tale non è, perché non è niente, è una sola congettura a mio avviso...
Presidente: Certo, certo.
A.B.: ... possa avere una certa rilevanza, mi scusi, Pubblico Ministero, eventualmente la Corte decida in conseguenza – per sapere quando, come, che colore e quando è stato pitturato, che colore era...
P.M.: E come facciamo a saperlo? Lo dica il signor Pacciani. Noi come facciano a sapere quando è stato pitturato?
A.B.: E no, io voglio saperlo!
P.M.: Da me? Lo chieda al suo imputato.
A.B.: E lei, è lei che introduce, suggestiona...
P.M.: Io introduco solo questo...
A.B.: ... in via di suggestione un dato da provare. Questo è un dato da provare, che è incerto.
P.M.: Io provo i due colori.
A.B.: È incerto, è assolutamente incerto.
P.M.: I due colori sono certi.
A.B.: I colori sono certi, vediamo quali sono i colori:
P.M.: Allora chiedo di mostrare tutte le foto del motorino che sono...
A.B.: A me non interessa le foto, voglio sapere com'era il colore sotto!
Presidente: Sono in atti, le foto del motorino sono in atti. Se è necessario, spero almeno quello sia ancora in sequestro.
A.B.: Bene, Presidente...
P.M.: Spero anch'io, Presidente.
A.B.: Io faccio eventualmente questa riserva…
Presidente: Va bene. Se è necessario lo vedremo di persona. Non credo sia necessario poi fare una perizia per vedere se un motorino è stato riverniciato.
P.M.: Non solo, la Polizia Giudiziaria può spiegare, la Polizia Scientifica può spiegare in che modo è stato grattato, in che modo... e io ho un teste, che il dottor Donato, perché è un perito in questo caso, il quale ha provveduto con i suoi uomini...
A.B.: Ma è un teste che sta sempre accanto al Pubblico Ministero! Che sente tutto!
P.M.: Non è un teste che io... no, è un perito, non è un teste che io indurrò sul punto, quindi cosi siamo a posto. La persona che si è messa a grattare, non per sminuire il dottor Donato, ma non l'ha fatto lui, ci sono delle persone adatte, e che sono dei suoi collaboratori. Quando sarà il momento...
A.B.: Mi deve dare, Presidente, mi scusi, la prova della data in cui è stato grattato e la prova della data in cui è stato pitturato, e il colore della pittura.
P.M.: Siccome grattare so chi l'ha grattato, la prova gliela do. Chi l'ha pitturato non lo so, la dia lei. A me non interessa darla.
A.B.: Io non devo dar nulla!
P.M.: Nemmen io! A me non mi interessa nulla dar la prova di quando è stato ripitturato.
Presidente: Vedremo, vedremo, signori. Per il momento andiamo avanti però.
A.B. voce fuori microfono: ...
P.M.: Io dico che è stato grattato e lo provo. Punto e basta. Non devo provare altro io. Poi lei faccia tutte le controprove che intende fare.
A.B. voce fuori microfono:...
Presidente: Andiamo avanti.
P.M.: La signora Cevenini Paola.
Presidente: Prego.
P.M.: La signora non c'è? Cevenini Paola. Bene. 
A.S.F.: Mi scusi, Presidente...
Presidente: Avvocato, cosa c'è? 
A.S.F.: Ma sul punto del motorino, seguendo un indirizzo che ha sempre caratterizzato questa parte civile, visto che vi è discussione su questi raschiamenti, non raschiamenti, colori sovrapposti...
Presidente: Avvocato, del motorino ne parliamo quando ritornano i testi. 
A.S.F.: Hanno parlato loro in questo momento perché sennò succede un gran bisticcio e non combiniamo nulla... Chiedevo che la Corte... va bene.
Presidente: Quando tornano le due testi, una quella ammessa e di nuovo quella che abbiamo già sentito, allora a quel punto lì affrontiamo, magari ci portiamo pure il motorino qui nel cortile... 
A.S.F.: E chiederemo una perizia: è quello che chiede...
Presidente: ... visto che almeno quello non è stato restituito. Allora, ritorniamo alla teste?
P.M.: Sì, Presidente, la teste non c'è, nonostante abbia convocato venti testi, sono al pomeriggio gli altri. Sono venti eh? Non sono oggi, uno.
Presidente: Va be', comunque è l'una e quindi tutto sommato...
P.M.: Ecco, appunto...
Presidente: No, c'è qualcuno?
P.M.: No, no, chiedo scusa, è un teste da sentire con quelli del pomeriggio.
Presidente: Con quelli del pomeriggio.
P.M.: Sì. Presidente, grazie.
Presidente: Alle ore 15.15.
P.M.: 15.15. Grazie. 
A.S.F.: Si può fare Presidente alle 15:30? È possibile le 15:30, Presidente? 
Presidente: Avvocato, 15.15 va bene.

giovedì 31 gennaio 2013

Nicoletta Fantappiè - Udienza del 01 giugno 1994

La signora Nicoletta Fantappiè fu ascoltata il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni. 

P.M.: Sentiamo Fantappiè Nicoletta.
Presidente: Fantappiè Nicoletta. Prego, signora, signorina, anzi. Si accomodi, prego. Consente la ripresa televisiva?
Presidente: No. Signori, mi dispiace oggi vi va male, ma la signorina non va né ripresa, né fotografata. Legga, per cortesia, quella formula.
N.F.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, ni impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza".
Presidente: Le sue generalità, signorina?
N.F.: Mi chiamo Nicoletta Fantappiè Lumachi, nata a Xxxxxx il XX/XX/XX.
Presidente: Residente? 
N.F.: San Casciano.
Presidente: Residente a San Casciano, San Casciano o frazione?
N.F.: Frazione Xxxxxxx.
Presidente: Xxxxxxxx. Vuol rispondere alle domande del Pubblico Ministero?
P.M.: Signora, lei da quanto abita a San Casciano? 
N.F.: Dalla nascita. Son nata a Firenze, ma poi ho sempre...
P.M.: È sempre stata lì. Conosce di vista o di persona il signor Pacciani Pietro?
N.F.: No, l'ho visto solo una volta.
P.M.: Allora ci dice dove l'ha visto?
N.F.: L’ho visto nel bosco di Mercatale, alla Biscondola.
P.M.: Ci vuole spiegare in quale occasione, in quale circostanza?
N.F.: Ero con un amica...
P.M.: La sua amica, mi scusi?
N.F.: Battoli Tiziana. Un pomeriggio sul presto verso le 15.30, 16.00 stavamo facendo footing…
P.M.: Si ricorda in che epoca siamo?
N.F.: Due anni fa, non mi ricordo...
P.M.: Era a primavera, era nel mese di aprile?
N.F.: Aprile.
P.M.: Bene.
N.F.: Mi ricordo che era quattro giorni prima che fosse fatta la perquisizione a casa del Pacciani.
P.M.: Oh, era molto importante per noi sapere questo.
A.B.: E lo sapevo.
Presidente: Avvocato!
P.M.: Mi ero messo d'accordo con la teste cinque minuti fa per farle dire il falso!
Presidente: Lei ricorda esattamente questo particolare?
N.F.: Sì, quattro, cinque giorni prima.
Presidente: Quattro cinque giorni prima. Vede, poteva essere anche cinque. Prego.
P.M.: Ricorda in quale circostanza vide Pacciani? Cosa stava facendo e perché, se non lo conosce, seppe che era Pacciani?
N.F.: Me lo disse la mia amica mentre stavamo correndo, era seduto.
P.M.: E cosa stava facendo, ricorda?
N.F.: No, era seduto sulla strada.
P.M.: Ricorda se ci parlò, se lui parlò con voi? 
N.F.: Ci salutò; noi non ci parlammo.
P.M.: Per caso avete, almeno lei, detto ai Carabinieri che - almeno le leggo il verbale - era piegate, stando seduto, era intento a far qualcosa con le mani? Non so, poteva fare cosi eh, le chiedo a lei…
N.F.: Teneva le mani in mezzo alle gambe, movendole.
P.M.: Non è che era piegato...
Presidente: La domanda, per cortesia.
P.M.: Cosa stava facendo con le mani.
N.F.: No.
P.M.: Benissimo, non ricorda altro. Non ho altre domande. Ah no, scusi, c'era la moglie, oppure una signora, era solo?
N.F.: Sì, questa amica mi indicò anche la moglie.
P.M.: Era nei pressi?
N.F.: Sì, dall'altra parte della strada.
P.M.: Bene, grazie, non ho domande, non ho altre domande.
Presidente: Signori Avvocati di parte civile? 
Avvocato: Solo una, ha notato la moglie cosa stava facendo?
N.F.: Io vidi una persona femminile piegata, probabilmente non so se coglieva dei fiori, non so, era distante era molto distante. 
Avvocato: Però è un'intuizione questa di dire se coglieva dei fiori..
A.B.: La domanda anche a lei, scusi, Avvocato. 
Avvocato: Torno a ripetere, lei può escludere che la signora...
A.B.: La domanda, Avvocato!
Presidente: Avvocato, gliela lasci fare!
A.B.: 'Può escudere' già è qualche cosa di diverso. 
Avvocato: Può escludere che la signora stesse facendo una cosa diversa dal cogliere i fiori?
N.F.: Non lo so io...
Presidente: Mi sembra che abbia detto veramente, 'era chinata, non so cosa facesse, forse coglieva i fiori ', ma è un ' idea sua poteva fare anche qualcos'altro.
N.F.: Sì, era primavera, sa...
Presidente: Quindi non lo sa la signora. 
Avvocato: Grazie.
Presidente: Era solo chinata. Signori Avvocati difensori?
A.B.: Signorina, lei che ricorda tanto bene le cose però non ricorda che tempo era, se era...?
N.F.: Era primavera, aprile.
A.B.: Aprile. Sicuro era aprile? poteva essere anche maggio. La primavera. No, questo lo dice lei.
Presidente: Facciamo, facciamo, facciamo...
A.B.: No, questo l'ha detto lei. Ora vediamo come arriva a quattro giorni!
Presidente: Facciamo parlare il difensore, Pubblico Ministero.
A.B.: Scusi, signora. Lei dice aprile. Ecco, si ricorda il giorno dell'aprile?
N.F.: No, non me lo ricordo, la data non me la ricordo. C'è al verbale dei Carabinieri.
A.B.: Ecco.
N.F.: Comunque quello che ricordo è che era alcuni giorni prima della perquisizione. Perché la cosa ci impressionò a me e alla mia amica. Cioè, aver visto cosi il Pacciani nel bosco e dopo quattro giorni venne fuori tutta questa storia.
A.B.: Dopo quattro giorni...
N.F.: Quattro, cinque giorni, mi pareva che fosse un giovedì e un mercoledì. E mi pare la perquisizione fu fatta o la domenica o il lunedì. Questo è quello che mi ricordo.
A.B.: Ecco signorina, senta, ma lei sapeva che erano state fatte altre perquisizioni al Pacciani?
N.F.: No.
A.B.: Non lo sapeva.
N.F.: No, no. Per questo...
A.B.: Ecco, scusi, lei dice che corre, no? L'abbiamo fatto tutti un pochino il footing, non facevate footing?
N.F.: Ah, sì, sì.
A.B.: Eh, corre, oppure...
N.F.: Stavo correndo si, stavamo correndo.
A.B.: Quindi correva lei e correva la sua amica.
N.F.: Sì.
A.B.: No? Mentre correte, chi era avanti? Lei o la sua amica?
N.F.: Stavamo correndo tutt'e due.
A.B.: Sì, ma chi era avanti voglio sapere, dato che lei si ricorda tutto...
N.F.: Io e la mia amica eravamo.
A.B.: Chi era avanti, chi era avanti, lei o...
N.F.: No, eravamo alla stessa altezza.
A.B.: Ecco, quindi questa strada...
Presidente: A fianco.
N.F.: A fianco.
A.B.: Affiancati. Senta, e questa strada che strada era?
N.F.: È una viottola che costeggia la strada principale che porta al paese di Mercatale.
A.B.: Al paese di Mercatale.
N.F.: Eravamo proprio fuori Mercatale, appena fuori.
A.B.: E voi eravate nella viottola o nella strada?
N.F.: No, no, nella viottola.
A.B.: Nella viottola. Che è sterrata?
N.F.: Si.
A.B.: È sterrata. Senta, quindi lei, eravate tutt'e due affiancate.
N.F.: Sì.
A.B.: E questa viottola quanto è larga? 
N.F.: Sarà un paio di metri.
A.B.: Un paio di metri. E il Pacciani era a sedere in questa viottola?
N.F.: Sì, sul ciglio.
A.B.: Sul ciglio della viottola. Quindi lei l'ha visto perché era di un paio di metri; cammina, lo vede e basta.
N.F.: Ma noi stavamo correndo con la faccia... cioè sentimmo solo la voce che ci chiamò, cioè…
A.B.: Quindi lei non ha visto nulla, neanche le mani del Pacciani, non ha visto né le mani del Pacciani, né le mani della signora.
N.F.: Cioè, io vidi che Pacciani stava piegato, perché quando la mia amica...
A.B.: Era a sedere Pacciani?
N.F.: Sì.
A.B.: Però lei lo vide cosi, lo intravide, cioè vide...
N.F.: Sì, mi girai un attimo, dopo.
A.B.: Si girò un attimo. Perché si girò un attimo? Cosa era? Se lei non lo conosceva.
N.F.: Perché la mia amica mi disse che era il Pacciani, era il signor Pacciani...
A.B.: E glielo disse mentre camminavate insieme, o glielo disse dopo che avete passato Pacciani?
N.F.: No, dopo che avevamo passato, mi pare dopo che lo avevamo passato, infatti mi girai.
A.B.: Oh! Se lei, se lei, se lei se la sua amica gliel'ha detto dopo che avevate passato Pacciani, lei del Pacciani, prima, non glien'importava nulla. O no?
N.F.: Io vidi questa... una figura, sa...
A.B.: Vide una figura. Oh!
Presidente: Ma, no ha detto che l'ha salutato? Che vi ha salutato? 
N.F.: Sì, ma ci salutò, disse: 'o bambine, che correte', ma noi non è che ci girammo a guardare, stavamo correndo, andammo in avanti.
A.B.: Quindi lei Pacciani praticamente che era Pacciani questa figura, perché lei ora parla di figura...
N.F.: Sì. 
A.B.: ... lo ha saputo dopo che è stato sorpassato da lei e dalla sua amica.
N.F.: Sì.
A.B.: Perché la sua amica le ha detto: 'sai, quello era Pacciani'.
N.F.: Sì.
A.B.: Però, qualche metro era già dietro Pacciani. Questa figura era già qualche metro dietro.
N.F.: Sì, sì.
A.B.: Quindi lei vide soltanto una figura e nient'altro. Dopo lei fece riferimento, perché gliel'ha detto la sua amica, a Pacciani. O no?
N.F.: Io vidi questa, quando mi girai, e vidi questa figura corpulenta, ma di profilo.
A.B.: Quindi vide soltanto il profilo e il corpo di questa...
N.F.: Il volto...
A.B.: Voltandosi mentre si cammina, mentre si corre e ci si allontana dalla figura, no?
N.F.: Sì, sì, sì. Eravamo quattro, cinque metri.
A.B.: Si vede il volto, si vede il volto e si vede la figura. Perché voglio capire, capito signorina, vorrei capire.
N.F.: Sì, sì, sì.
A.B.: Ecco, quindi è tutto qui quello che avete visto voi quel giorno.
N.F.: È tutto qui.
A.B.: È tutto qui. Ecco, così poco, scusi, signorina, cosi poco, secondo me. E come mai lei viene chiamata? Per così poco?
P.M.: Chiediamolo a chi l'ha chiamata.
A.B.: Mi scusi, faccio io la domanda! Come mai lei viene chiamata?
P.M.: Come può saperlo?
A.B.: Mi scusi... abbia pazienza! Faccio io la domanda:
P.M.: È inammissibile! Come può sapere perché è stata chiamata?
Presidente: Cosa vuole che sappia la teste perché è chiamata?
A.B.: Presidente.
Presidente: Dica: 'chi l'ha chiamata?' allora.
A.B.: Chi l'ha chiamata e come viene chiamata e perché? Chi l'ha chiamata?
N.F.: Noi fummo, noi ne parlammo...
A.B.: Con chi?
N.F.: Con degli amici, proprio perché la cosa ci…
A.B.: Vi impressionò, signorina?! 
N.F.: Cioè mi impressionò il fatto che noi avessimo visto il Pacciani, e dopo quattro giorni ci fu questa perquisizione, insomma una cosa...
A.B.: Perché è un'impressione secondo lei vedere un uomo con una donna...
Presidente: Avvocato, questo è un commento.
A.B.: Mi scusi, Presidente...
Presidente: Questo è un commento, questo è un commento...
A.B.: No, voglio capire perché è stata impressionata la signorina!
Presidente: E certo è ovvio! Gli fanno una perquisizione in relazione al "mostro", al cosiddetto "mostro"...
P.M.: E ce l'ha spiegato finora!
Presidente: Guarda un po', via!
P.M.: Facciamole dire ciò che non vuole dire...
Presidente: Ora signori questo tipo di domande comincio a non annetterle più state attenti, quindi...
P.M.: Grazie, Presidente, grazie, grazie.
Presidente: Lei può chiedere solo: 'chi l'ha chiamata?', certamente.
A.B.: Va be', siccome la teste esprime, mi scusi, Presidente, la teste ha espresso un moto dell'animo: 'Mi impressionai'. Voglio domandarle perché s’impressionò.
P.M.: Ce l'ha già risposto.
N.F.: No, noi ne parlammo con degli amici...
A.B.: Oh!
Presidente: L'ha già detto, Avvocato, via...
N.F.: ... così, dicendo che avevamo visto questo signore e la cosa fu riferita ai Carabinieri.
A.B.: Da chi fu riferita?
N.F.: Fu riferita da un amico, parlando con…
A.B.: Chi è questo amico?
N.F.: Si chiama Maurizio Falciani. E il Maresciallo dei Carabinieri ci chiese se era vero che l'avevamo visto questo signore nel bosco. E noi glielo abbiamo, andammo a deporre dal Maresciallo...
P.M.: Firmò il verbale, vero?
A.B.: Scusi, Presidente, abbia pazienza, me lo fa fare a me?
P.M.: No, io però intervengo come interviene...
Presidente: No, no, no...
P.M.: Eh, capito, a un certo punto...
Presidente: Andiamo avanti, via...
A.B.: Eh ho capito; io eccome ho capito!
Presidente: Signori, qui mi sembra una cosa talmente evidente che io non riesco a capire...
P.M.: Anche e me, anche e me, non riesco a capire...
Presidente: …ome mai stiamo perdendo ancora tempo. Lei l'ha raccontato, i Carabinieri l'hanno saputo e l'hanno chiamata.
P.M.: Più chiaro di cosi, eh?
A.B.: Presidente, io le chiedo scusa...
P.M.: Truppe da sbarco non ce n'era...
A.B.: ... io credo che non si debba...
Presidente: Ma poi, che cosa, non lo so... va be', io non formulo giudizi...
A.B.: ... no, ma siccome è un teste del Pubblico Ministero, che a mio avviso ha poca rilevanza, almeno...
P.M.: Scusi, per cortesia, questo lo faccia giudicare a me, eh?
Presidente: Va be', questo, in apparenza, Avvocato...
P.M.: In apparenza, meno male.
A.B.: Perché , perché è un aprile; un bel dì di maggio, no, ma è aprile...
P.M.: Via, Avvocato, per piacere...
Presidente: Può darsi che il Pubblico Ministero gliene annetta di...
P.M.: Gliene attribuisca altre. 
Presidente: Noi non lo sappiamo... potrebbe sembrare...
A.B.: Certamente. Ecco, quindi lei mi conferma di avere visto, intravisto questa sagoma, dopo il sorpasso di questa sagoma la sua amica le avrebbe detto - perché questo è un fatto che lei ha vissuto – la sua amica avrebbe detto: 'quello è Pacciani'. Lei si è rigirata e ha visto la faccia e la sagoma.
N.F.: Sì.
A.B.: Lei…
N.F.: Ho visto il profilo e...
A.B.: Il profilo e quest'uomo che era a sedere là.
N.F.: Sì.
A.B.: Era a sedere.
N.F.: Sì, era seduto.
A.B.: E la moglie, a qualche metro, due, dieci, venti, trenta, non so quanti metri, perché questo pare fosse un viottolo di due metri...
N.F.: Sì, un viottolo di due metri. Poi c'era la strada nel mezzo e dall'altra parte la moglie.
A.B.: Dall'altra parte la moglie
N.F.: Cioè, questa signora.
A.B.: ... che era china a prendere qualche cosa, non sa che cosa, perché anche questo lei l'ha vista, questa figura, di sfuggita, correndo.
N.F.: Sì.
A.B.: Grazie, niente altro.
N.F.: Correndo a una velocità insomma, non eccessiva.
A.B.: Lo so che lei non è una campionessa, perloneno pare che non lo sia, almeno non...
Presidente: Va bene, va bene.
A.B.: Comunque correva. Grazie. 
P.M.: Presidente, scusi, l'ultima domanda proprio per evitare che a noi rimangono dei dubbi. Signorina, ma quella figura che lei ha visto di profilo, che la sua amica le ha detto essere Pacciani, è quel signore lì?
N.F.: Sì.
P.M.: Allora era tanto semplice fare la domanda, invece che far tanti giri di parole!
A.B.: No, io faccio come mi...
Presidente: Va bene, va bene.
A.B.: ... come più mi aggrada...
Presidente: Va bene, va bene, possiamo licenziare la teste.
A.B.: ... secondo legge.
P.M.: Anch'io.
Presidente: Può andare, può andare. Passiamo al prossimo, o alla prossima.
P.M.: Grazie, Presidente.

Tiziana Battoli - Udienza del 01 giugno 1994

La signora Tiziana Battoli fu ascoltata il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Relativamente alla teste Sbraci Martelli, se non ricordo male la Corte, ritenuto che trattasi di teste di riferimento indicata dalla teste precedente, (i telefonini spegniamoli), che sarebbe a conoscenza dei fatti su cui la teste Di Giorgio ha deposto, ne ammette la testimonianza poi il Pubblico Ministero…
P.M.: Va identificata, quindi proviamo a identificarla noi.
Presidente: ... vaglierà compiutamente, e se crede la porterà. Vogliamo andare avanti nel frattempo?
P.M.: Sì, Presidente. Chiedo di sentire Fantappiè Nicoletta; ah no, Battoli Tiziana. È uguale, chiedo scusa.
Presidente: Si accomodi, signora, per cortesia. Battoli, vero? Sieda, prego, si accomodi. Signora, consente le riprese televisive?
T.B.: No, no.
Presidente: Allora anche la signora... Vuole leggere quella formula nel frattempo?
T.B.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza".
Presidente: Vuole darci le sue generalità, signora? Dove sta, dove abita?
T.B.: Battoli Tiziana, residente a Xxxxxxxxxxx
Presidente: Nata?
T.B.: Il XX/XX/XX.
Presidente: Ecco, risponda, prego, alle domande del Pubblico Ministero.
P.M.: Signorina, innanzi tutto lei dove abita?
T.B.: A Cerbaia Val di Pesa.
P.M.: Cerbaia. Senta, lei conosce o ha conosciuto il signor Pacciani, di vista, di...?
T.B.: Lo conosco di vista, cosi, ma...
P.M.: Non ci parla insomma. Sa chi è, ecco. Sapeva chi, è indipendentemente da averlo visto qui in aula.
T.B.: Esatto.
P.M.: Come compaesano a largo raggio.
T.B.: Sì, sì.
P.M.: Lei ricorda di averlo mai visto in località Crespello?
T.B.: No, io l'ho visto solamente una volta che s'era a far footing...
P.M.: Lo racconti per bene, anche se era un footing per noi è importante.
T.B.: Sì ero a fare footing nella zona, vicino Crespello, nel Pian di Melagrano, e nulla, passeggiando per la viottola, mentre si passeggiava, seduto sul ciglio della strada, mentre si passava, c'era il Pietro Pacciani.
P.M.: Si ricorda che ore erano e che giorni erano? Era di notte, era di giorno?
T.B.: Di giorno, verso le 3.00, 3.30, ora non mi ricordo né il giorno preciso, né l'ora precisa; però era verso le 3.30 del pomeriggio.
P.M.: Senta, ricorda in che anno eravamo?
T.B.: Senta, due anni fa...
P.M.: Ecco nel '92.
T.B.: Esatto.
P.M.: Ricorda se era primavera?
T.B.: Verso la fine di aprile.
P.M.: Perfetto. L'ha visto sul ciglio della strada, e cosa faceva? Si riposava, stava seduto?
T.B.: Si, era seduto, io non ho visto niente...
P.M.: Era solo?
T.B.: Solo, solo.
P.M.: Completamente solo, la moglie non c'era?
T.B.: La moglie era dall'altra parte della strada che stava raccogliendo fiori, erba, non so, qualcosa…
P.M.: Ci parlò, le disse qualcosa il signor Pacciani?
T.B.: Mentre si passava ci disse, 'bambine, che correte?'. 'Eh, si', gli si rispose noi, e basta.
P.M.: Normale?
T.B.: Normale.
P.M.: Ecco, questa località che io ho creduto di capire era a Crespello, invece me lo vuol, cioè Crespello, tenga presente che io non lo so con la precisione, Crespello cos'è? una località particolare, una frazione...
T.B.: Crespello si dice, cioè prima di arrivare in paese, a Mercatale, c'è una strada e vien chiamata Crespello.
P.M.: Ecco. E il posto dove dice lei, da questo punto che vien chiamato Crespello, quanto può essere distante?
T.B.: Ma poco, neanche un chilometro, pochissimo, è il bosco prima di arrivare in paese.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori Avvocati parte civile?
A.B.: Nessuna domanda la difesa. Credo che sia consentito mettersi a sedere, con la moglie di là; non ha toccato seni, non ha toccato nulla!
Presidente: Va bene. Non c'è altro, signora, può andare.
P.M.: Era solo il PM che voleva mettere in evidenza l'epoca, aprile del '92? Dico bene?
T.B.: Sì, a me sembra, ora io non ricordo di preciso perché non ci avevo pensato a questo fatto.
Presidente: Lei lo ricorda così, in aprile '92.
T.B.: Fine aprile.
Presidente: Fine aprile '92.
T.B.: Sì.
Presidente: E cosi abbiamo registrato, può andare signora, grazie.