Gabriella Ghiribelli, fu ritenuta un teste fondamentale dalla Pubblica Accusa durante il processo a Mario Vanni e Giancarlo Lotti, come del resto Filippa Nicoletti. Il 21 dicembre 1995 dichiarò: "Premetto che esercito l’attività di prostituta in Firenze, in via Fiume. Conosco Vanni perché abitava nella stessa via. (...)Conosco il Lotti. Ho avuto rapporti intimi con lui. (...) Per quanto riguarda Pacciani Pietro io l’ho visto a casa di Indovino Salvatore quando arrivava il camper del personaggio che faceva il medium e che parlava siciliano (mago Manuelito n.d.r.)". Quest’ultima dichiarazione, sarà smentita dalle successive sommarie informazioni testimoniali rese dalla Ghiribelli il 27 dicembre 1995. In una registrazione telefonica intercettata il 21 dicembre 1995, tra Ghiribelli e Nicoletti, su utenza in uso alla Ghiribelli, emerse quanto segue:
Ghiribelli: Sanno addirittura di quello dell’emporio! Quello che c’aveva il negozio di alimentari agli Scopeti.
Nicoletti: Sì.
Ghiribelli: C’hanno il nome mio, c’hanno il nome suo, c’hanno il nome tuo! Giancarlo ha fatto i nomi.
Nicoletti: Ma tu lo conoscevi?.
Ghiribelli: No.
Nicoletti: Io non l’ho mai visto.
Ghiribelli: No, il Pacciani poi non lo conoscevo.
Nicoletti: E allora a noi non ci importa niente!
Ghiribelli: Sì, ma allora perché Giancarlo ha messo il no me mio? 11 nome tuo?
Filippa: Perché è un coglione e basta!
Ghiribelli: Bisogna chiarirlo questo discorso! Ora io mi devo presentare domani mattina.
Nicoletti: Ma noi siamo pulite! Noi non c’entriamo pro prio nulla.
Ghiribelli: No, no, vogliono sapere chi è quello di Prato. Te lo ricordi?
Nicoletti: Io non lo conosco.
Ghiribelli: Ufficialmente no! E chiaro! Anche io non lo conosco. E poi vogliono sapere chi era questo mago che ve niva a fare le magie nere da Salvatore! Io non lo so! Veniva con un camper. Siciliano, gli ho detto io. Poi io non lo so! Io da Salvatore andavo tutte le sere a fare le punture quando tornavo da fare la mignotta. Gli facevo le punture e basta.
Nicoletti: Ma questo è successo dopo che io sono venuta via.
Ghiribelli: Ma questo sta succedendo perché quel cretino di Giancarlo ha fatto il nome mio e il nome tuo. Non ho capito per quale motivo! Lui è cretino.
Nicoletti: Lui si impiccia nei guai senza volere, perché lui non sa nulla. Soltanto che ora sta facendo il nome delle per. sone che conosce. Che cazzo c’entriamo noi con quelle persone?
Ghiribelli: Mi hanno chiesto: “Ma lei come lo conosce Giancarlo?”. “Perché ci vado a letto e mi paga!” Ho fatto male o ho fatto bene?... Poi: “Conosce Filippa?”.
Nicoletti: Io l’ho visto per televisione.
Ghiribelli: Anch’io l’ho visto per la prima volta in televisione.
Nicoletti: Io l’ho visto sui giornali.
Ghiribelli: Invece lui gli è andato a dire che io e te si conosceva il Pacciani.
Nicoletti: Ma guarda questo stronzo! Sai icché? Per conto mio l’è morto, guarda!
Ghiribelli: Nooo, tu sbagli te.
Nicoletti: Allora perché mi deve mettere di mezzo?
Ghiribelli: E perché mi deve mettere di mezzo a me? Io facevo la mignotta. Icché c’entra Pacciani, porco Dio!
Il 27 dicembre 1995, Ghiribelli, in presenza del dott. Giuttari: "Confermo le dichiarazioni rese il 21 dicembre '95, ad eccezione di due particolari: "La seconda circostanza che non confermo, in quanto non è stata da me riferita così come è stata verbalizzata, forse causata da me, che non mi sono saputa esprimere, è quella relativa alla presenza di Pacciani a casa Indovino Salvatore, in occasione dell’arrivo del personaggio da me indicato come medium, che giungeva con il camper. Devo infatti precisare che non ho mai visto il Pacciani Pietro né a casa dell’Indovino, nella circostanza riferita nel precedente verbale, né in altre circostanze. Ho visto Pacciani solamente in televisione o sui giornali". Ci sono, dunque, due contrastanti dichiarazioni rese dalla Ghiribelli su tale punto.
In un'altra telefonata tra Nicoletti e Ghiribelli quest'ultima riferisce: "Mi hanno chiesto se da Salvatore si facevano orge o sedute spiritiche, perché è stato fatto il nome di Luciano, della Grazia e di quello del camper, Manuelito. (...) Io non l’ho mai visto fare."
L'8 febbario 1996, dinanzi ai P.M. di Firenze, Gabriella Ghiribelli dichiarò: "Abbiamo abitato a San Casciano in Borgo Sarchiani... l’Indovino, nel periodo in cui abitavo a San Casciano, era molto malato. (...) Tornando alle persone che il sabato sera erano da Salvatore c’erano: Luciano, la Grazia, "il Sebastiano", Manuelito e Agnello Domenico".
Altre dichiarazioni sono state rese dal la Ghiribelli all’udienza dibattimentale del processo Vanni-Lotti del 3 luglio 1997. Ghiribelli parlando del mago Indovino e della casa di via di Faltignano riferiva: "L’unica cosa che a me faceva arrabbiare era perché facevano dei riti, una cosa e un’altra.(...) Vanni è venuto con me una volta sola, le altre due o tre volte andava con la Filippa Nicoletti e con l'Antonietta Sperduto. Era tutta una cricca, andavano tutti da Salvatore, lui, il Vanni, il Pacciani, il Giancarlo." Il 3 luglio 1997 si contraddiceva rispetto alle precedenti dichiarazioni rese il 27 dicembre '95: "Si trovavano sempre lì, soprattutto il sabato e la domenica, lo so perché le ho viste. C’era Giancarlo, c’era Mario, c’eraVanni, c’era l’Antonietta, c’era la Milva Malatesta". Poi parlava delle prostitute del Vanni, frequentate a Firenze: "Lui se la faceva con due ragazze di Prato. Lui andava anche con quelle due di Massa, una era bionda e una era mora. Tra l’altro erano due sorelle. Andava a Firenze al “Mia Cara”, dietro a via Faenza, con la Filippa". "Il “Mia Cara” era una pensione io c’ero, ho visto il Vanni, ho visto il Lotti, il Pacciani, tutti quanti." Su domanda dei Pubblico Ministero: "No, un momento, io non è che ho visto queste riunioni, specifichiamo. Ho trovato tante volte una stella a cinque punte, dei ceri, delle bottiglie vuote, dei preservativi; sul letto spesso c’era dei sangue, (...) Io ho visto anche un cartellone, c’era una lettera da una parte c’era un “sì” e da un’altra c’era un “no”. Poi c’erano tutte le lettere dell’alfabeto e nel mezzo c’era sempre una tazzina di caffè".
PM: Senta, ci può parlare di tutte le persone che lei a suo tempo ha memorizzato, che frequentavano questa casa? Finora ho capito Vanni, Pacciani, l’Indovino.
Ghiribelli: Cioè, il fratello di Salvatore, che era Sebastiano; poi c’era anche un altro che viaggiava con un camper poi c’erano delle persone che erano di Prato. Luciano che frequentava una ragazza piuttosto grassoccia, io Salvatore l’ho conosciuto a Prato tramite il fratello Sebastiano. In questa casa ce n’era tante di minorenni.
PM: E chi ce le portava?
Ghiribelli: O Sebastiano... o quello lì, o quello là... Giancarlo anche, parecchie; le raccattavano a Prato loro, perché frequentavano questo bar, parlando in Piazza Duomo, e loro venivano tutti in Piazza del Duomo.
PM: Tutti chi?
Ghiribelli: Giancarlo, Sebastiano, Salvatore, Lucianino e un certo Domenico Agnello. Faltignano era frequentato anche da un certo Ezio, che aveva un negozietto e che era più che altro amico di Salvatore, comunque frequentava sia la Filippa che me. Salvatore faceva filtri, faceva le carte.
PM: Sa se la casa di Indovino era frequentata anche dai sardi?
Ghiribelli: No, veniva Agnello, era siciliano, che però era amico di Vinci, quello che hanno ammazzato. Vinci Francesco e Domenico Agnello so che erano amici, perché venivano spesso a Prato, al Bar Rolando. C'era anche un certo Draculino, sardo, che frequentava la casa, però che si chiamava Sanna. Anche questo Sanna era amico dei Vinci, perché tutti frequentavano il Bar Rolando, che era un ritrovo proprio dei sardi.
Il 28 febbraio 2003 dichiarò: "Nel 1981 vi era un medico che cercava di fare esperimenti di mummificazione in una villa vicino a Faltignano, che da quello che sapevo sembra che l’avesse comprata sotto falso nome" In quell’occasione le fu mostrato l’album numero 1 del 2003, che conteneva trentacinque foto; lei dopo averle esaminate dichiarava: "vedo l’orafo... l’altro medico di Perugia". Le venivano fatte vedere le foto numero 15,22,23 e 25 e su queste lei diceva: "Mi dicono qualcosa, ma non riesco a focalizzare bene". La foto 23 è quella di Calamandrei Francesco. La Ghiribelli poi proseguiva: "...E di questo posto mi parlò anche Giancarlo Lotti in più occasioni e sempre negli anni '80, quando ci frequentavamo"; Parlava poi di una "Marisa" che veniva da Massa unitamente alla sorella e alle ragazzine che portava: "...venivano da Marina di Massa, da Massa, da Viareggio, da Perugia; ricordo che venivano in pullman ed io personalmente ebbi modo di vederle insieme a queste minorenni; era sempre di venerdì e venivano a mangiare a casa mia a San Casciano. Devo precisare che venivano solo le due sorelle a mangiare, mentre i bambini sparivano". Il 1° marzo 2003 riferì: "Circa il dottore svizzero di cui ho parlato, lo vidi a San Casciano al Bar Centrale, insieme all’orafo e al medico delle malattie tropicali. Lo vidi viaggiare con un’auto, di lusso, nera con le codine, che ho spiegato ieri. (...) Ricordo bene che in un’occasione lo svizzero si fermò con l’auto davanti al bar e fece salire l’orafo, come pure vidi bene la macchina; presero la direzione della villa. Ricordo che era di pomeriggio; all’epoca abitavo in Borgo Sarchiani". A questo punto l’ufficio mostrava alla Ghiribelli il fascicolo fotografico redatto dai Carabinieri, relativo ai rilievi eseguiti in via di Giogoli nella via Vingone di Scandicci, su richiesta del dottor Rotella dell’anno 1983. Ghiribelli lo sfogliava e dichiarava: "Fra le macchine parcheggiate quella grande scura che si vede di profilo è proprio il tipo di macchina di cui ho parlato e sulla quale vidi lo svizzero insieme all’orafo. (...) Da quello che ho saputo lo svizzero aveva comprato la villa sotto falso nome e viveva da solo, almeno come si diceva in paese".
Verbale ispezione Ghiribelli 1 marzo 2003 pag. 1:"Giancarlo mi fece vedere anche dove furono uccisi i due tedeschi e mi disse che il Pacciani l’aveva costretto, perché lui aveva visto la storia degli Scopeti (...) e allora gli disse che doveva sparare a questi qui “così tu sei dei nostri”. Il 5 marzo 2003 in merito ai festini che avevano luogo a Villa La Sfacciata dichiarò: ". . .posso dire che quando il venerdì notte avvenivano ed io ero presente, c’erano molte persone che partecipavano, tra cui c’era l’orafo, di cui vi ho già raccontato, il carabiniere di San Casciano, il medico delle malattie tropicali, la Filippa Nicoletti, la Milva Malatesta, Ezio, che è il droghiere, assieme alla moglie, il capo degli Hare Krishna, Sebastiano Indovino che si accompagnava con dei bambini minorenni di circa otto-undici anni".
Polizia Giudiziaria: Come mai quando ha riferito in passato dei festini a casa di Salvatore, non ha parlato anche della partecipazione dell’orafo e del medico delle malattie della pelle?
Ghiribelli: In verità io mi ricordo che durante il processo fatto a Lotti Giancarlo e Vanni Mario io parlai dell’orafo e del medico delle malattie della pelle, ma non venni presa in considerazione. Comunque, durante i verbali fatti in Questura non ne parlai perché le domande che mi venivano poste riguardavano il Lotti e il Vanni.
Polizia Giudiziaria: Sa dirmi dove avvenivano i reclutamenti dei bambini?
Ghiribelli: Non sono a conoscenza di cosa facessero fare a questi bambini, in quanto io dovevo venire a Firenze a lavorare; comunque, questi bambini erano sempre diversi. So che provenivano dalla zona di Prato, ma non sono a conoscenza di come facessero a convincerli.... Io ho anche parlato con loro, ma non ho avuto l’impressione che fossero stati costretti, i bambini di otto-undici anni. Le feste avvenivano sempre a casa di Indovino, tranne una volta che andarono in un cimitero assieme al capo degli Hare Krishna. Infatti il giorno dopo c’era un articolo sulla “Nazione” che diceva che sconosciuti avevano scoperchiato le tombe. Il cimitero era nei dintorni di San Casciano e il periodo erano i primi anni Ottanta.
Il 5 giugno 2003 dichiarò: "Riconosco l’uomo la cui foto è contrassegnata con il numero 4, cioè il medico svizzero di cui mi aveva parlato Lotti. E’ quello che l’ho visto andare a bordo della macchina scura in compagnia dell’orafo di San Casciano” . “Sono certa altresì che si tratta della stessa persona che si accompagnava spesso con il medico di Perugia. Ricordo che il Lotti in merito a questa persona mi aveva riferito che il medesimo era entrato in possesso di alcuni papiri riguardanti la mummificazione, ma lo stesso si lamentava che mancava una pagina." La persona rafficgurata nella foto n.4 non era Rolf Reinecke che non ha mai abitato a La Sfacciata. La Ghiribelli aggiungeva: "...e il periodo in cui ho visto queste persone, cioè il dottore svizzero e gli altri, che vi ho appena descritto, era l'82-'83; di questo periodo sono certa". Aggiungeva: "Ricordo che il Lotti mi raccontava che lui, con Pacciani e Vanni, quando trovavano un posto appartato frequentato da coppiette, lo dovevano riferire al medico svizzero, all’orafo e al dottore delle malattie tropicali”.
L'11 luglio 2003 riferì: "Ho visto questo individuo, (il Parker) dare soldi al Lotti. Queste somme erano costituite da svariate banconote da cento, credo che fossero qualche milione; credo che usava questi soldi per portare fa nipote del Vanni al mare, o per andare con la Nicoletti Filippa a mangiare e a farci l’amore. (...) La sua autovettura, (quella di Ulisse-Parker), era sportiva. Ora che ci penso ricordo che almeno in un’occasione ho visto il dottore svizzero, che ho già indicato e riconosciuto in una foto che mi avete mostrato in una precedente verbalizzazione, e l'Ulisse, insieme al Bar Centrale di San Casciano, nei primi anni Ottanta abitavo presso un albergo situato in via de’ Banchi; durante quegli anni all’interno dell’albergo ho conosciuto due ragazzine che ricordo chiamarsi una Marisa e una di cui non ricordo il nome, che giungevano a Firenze il venerdì mattina, o il giovedì sera, ripartendo la domenica sera; la medesima è la stessa Marisa che portava i bambini ai festini che avvenivano a Faltignano e alla Sfacciata".
Il 22 luglio 2003 fu nuovamente sentita: "Sia il Lotti che il Galli mi avevano riferito delle feste alla “Sfacciata”. A dire del Galli erano feste davvero belle, dove ci si divertiva molto".
In una breve intervista alla Ghiribelli, che risulta effettuata nel corso dell’anno 2001 e trasmessa, il 12 febbraio 2004, nella nota trasmissione “Un giorno in Pretura” dichiarò: "...ti sto parlando con il cuore in mano, ho già detto che non mi fido nemmeno della mia ombra." Chiestole se "di tutto questo gruppo di merende, a San Casciano, sapevano" la Ghiribelli rispondeva: "Sì, sì, lo sapevano, lo sa anche qualche altro, lo sa”; infine, chiestole se, secondo lei, "c’è qualcuno che sa e ancora non ha parlato", affermava, rivolta all’intervistatrice: "anche in farmacia dovresti andare, però li devi prendere di brutto, a cattiva devi andare, eh..."
Rif.1 - Sentenza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze contro Francesco Calamandrei del 21 maggio 2008
2 commenti:
Ciao! Grazie per gli interessanti interventi postati. Sarei curiosa di sapere se Credi nell'affidabilitá di questa teste...
ZERO.
:o)
Ciao!
Posta un commento