Filippa Nicoletti, fu ritenuta un teste fondamentale dalla Pubblica Accusa, come del resto Gabriella Ghiribelli. Il 27 novembre 1995 dichiarò: "Ho abitato in via di Faltignano fino al marzo del 1984. io, quando stavamo insieme, non l’ho mai visto fare il mago (riferentosi a Salvatore Indovino). Non ho mai visto in vita mia il Pacciani. L’ho visto in televisione e sui giornali. Ho conosciuto Lotti Giancarlo nel mese di agosto del 1981, mentre il mio convivente, Salvatore Indovino, era in carcere. L’ho conosciuto in piazza a San Casciano. Io vivevo da sola e da quel giorno il Lotti, mentre Salvatore era in carcere, ha cominciato a frequentare casa mia e abbiamo avuto rapporto uomo-donna. Il Lotti non mi ha presentato mai nessun uomo. Ho visto in televisione, al processo Pacciani, il postino Vanni. Escludo di averlo mai conosciuto e tanto meno che il Lotti me l’abbia presentato".
Nell'intercettazione telefonica del 16 dicembre 1995 Filippa Nicoletti diceva a Giancarlo Lotti:
Lotti: Ma a te cosa t'hanno chiesto?
Nell'intercettazione telefonica del 16 dicembre 1995 Filippa Nicoletti diceva a Giancarlo Lotti:
Lotti: Ma a te cosa t'hanno chiesto?
Nicoletti: Più o meno quando ti ho conosciuto. Come ho fatto a conoscerti. Se io conoscevo le foto di persone che erano in un album. Se conoscevo la tua macchina. Se avevi una macchina rossa!
Lotti: La macchina rossa?... ah, sì! Ah! Io le ho avute! Ah, quel coupé, il 128! Ti hanno chiesto di quello? A me mi hanno tenuto troppo questa volta.
Nicoletti: Tu devi stare calmo! Devi dire!....
Lotti: Io non sono calmo, sono nervoso! Te lo sai! Tu mi conosci!
Nicoletti: Tu devi dire come stanno le cose se tu sai qual cosa.
Lotti: Lui mi ha detto: “Stai calmo, rilassati, non essere nervoso”. Ma come fo a non essere nervoso gli dissi.
Nicoletti: Io invece ero calmissima! Io ho detto come stavano le cose! Ti ho conosciuto nel mese di agosto del 1981, il mio uomo era in galera, mi accompagnavi al colloquio dal mio uomo, mi aspettavi fuori, poi mi riportavi a casa, è nata una simpatia e si è avuto anche rapporti... praticamente... ma le cose quando stanno...
Lotti: Io dico: che uno ha avuto rapporti o no, ma che gliene frega a loro?
Nicoletti: Oh, ma tu ci devi dire la verità! E inutile che non gli dici la verità!
Lotti: Io gli ho detto che sono andato a letto con te.
Nicoletti: Quello che succede tra un uomo e una donna, no?
Lotti: Sì! Io non lo so.
Nicoletti: Io non ci avevo nulla da nascondere! Non c’ho niente da nascondere.
Lotti: Te non l’hai conosciuto che persona è! Tu non sai nemmeno come è fatto! Se è grosso, se è basso, se è alto que sta persona qui».
Nicoletti: Chi lo sa! Io non li ho mai visti. Io li ho visti per televisione e sui giornali, ma erano amici di lui! Ma amici di lui? Che ne so io!.
Lotti: Non sapevi che faceva lui?
Nicoletti: Che ne so io! Era amico di Antonietta.
Lotti: Antonietta?
Nicoletti: Ma io sì e no! Se c’era, buongiorno e buonasera, perché non c’ero quasi mai a casa! Perciò come facevo a sapere se c’andavano? Che ne so?
Lotti: Ti ho telefonato per dirti queste cose, però che rimanga tra noi.
Il 6 febbraio 1996 riferì: "Ho conosciuto Indovino Salvatore ad Alessandria, dove io all’epoca abitavo con mio marito e due miei figli, nell’anno 1976". Nel 1976 la Nicoletti era ad Alessandria insieme al suo convivente Indovino. Alla fine degli anni Sessanta, dunque, il mago Indovino non era a San Casciano. "Nel 1997 insieme ad Indovino andai via da Alessandria; poi siamo stati a Ramacca, paese di origine di Indovino, prima a Firenze a prostituirmi, poi a Prato a casa di parenti dell’Indovi no; poi, nel 78, avevamo trovato un’abitazione in via di Faltignano di San Casciano e lì ci siamo trasferiti. Abitai in questa casa fino al 1984, allorché, a seguito di un litigio con l’Indovino, lo abbandonai ed andai ad Arezzo, con un giovane nuovo amante. La casa di Faltignano era piuttosto piccola, si componeva di un vano cucina, che era all’ingresso, una camera ed un ripostiglio; per entrare in casa si doveva salire alcuni scalini, cinque-sei, per cui era un piano rialzato". Questa descrizione, che sarà ripetuta anche dal Galli e da altre persone che avevano frequentato l’abitazione di via Faltignano, esclude la casa descritta da Marzia Pellecchia.
Il 10 febbraio 1996, dinanzi ai Pubblici Ministeri Vigna e Canessa: "Ho conosciuto proprio in quel periodo, ‘84-’85, a casa di Indovino, Ghiribelli Gabriella". Secondo la Nicoletti, dunque, la Ghiribelli nell’82-’83 non aveva ancora messo piede nella casa di via di Faltignano, ove lei dimorava in pianta stabile, avendola conosciuta nell '84-'85, quando era andata ad Arezzo e da quel momento la Ghiribelli l’aveva in pratica quantomeno parzialmente, sostituita, come amica di Salvatore Indovino, a cui andava a fare le iniezioni essendo gravemente malato a causa di un tumore. Da queste ultime dichiarazioni emerge un dato assolutamente certo circa la non contestualità di frequentazione fra la lei e la Ghiribelli nella stamberga di via di Faltignano di Indovino. Proseguiva: "Circa le persone che venivano a casa dell’Indovino negli anni '84-'85, quando io, come ho detto, ci capitavo, ho visto Luciano, la Grazia, Domenico Agnello, che ha portato una ragazza più giovane di lui, Margherita, e ci sono stati quindici giorni, era il 1978. Io sono andata ad abitare con Indovino in via di Faltignano nel marzo 78 e ci sono stata fino al 30 aprile ‘84. Loro mi leggono le dichiarazioni di una persona sentita dal Pubblico Ministero che descrive di aver visto la casa di domenica mattina in completo disordine, con preservativi usati, tracce di sangue sul letto, bottiglie di liquori, segni di riti, lo escludo di avere mai visto queste cose, io dico che tali cose non le ho mai viste, io escludo di aver parlato con chicchessia di questo sangue e che qualcuno me l’abbia chiesto. A proposito di Manuelito, l’ho conosciuto, era uno che stava dalle parti di piazza San Marco;, faceva il mago; sono stata a casa sua una volta, mi ci ha portato Salvatore; dall’84 non l’ho più ri visto. Salvatore l’aveva conosciuto in carcere a Firenze nell’81. Ricordo inoltre che quando era in carcere il Salvatore mi scriveva che si era messo a studiare la psico logia e che era in grado di fare una scheda con le iniziali dei nomi delle persone. Non ho mai visto nè Pacciani nè Vanni, che ho conosciuto in TV neppure a casa di Malatesta, che stava accanto a me".
Nell'intercettazione telefonica del 10 febbraio 1996 Filippa Nicoletti diceva a Giancarlo Lotti:
"Ma tutto quello che sta dicendo la Gabriella, questa l’è matta". La Filippa parlava del Lotti e anche della condizione in cui si trovava costui. A proposito del Pacciani si diceva: "Lui è furbo, si vede che è una persona furba, anche per televisione”, “Eh, vedo che questo, da come parla, è furbo, perché io di faccia non l’ho mai visto, né lui, né Vanni; io non li ho mai visti tutti e due, e poi la Gabriella ha fatto scrivere sui giornali, dice che soltanto la Nicoletti poteva soddisfare le voglie di Vanni, lo non l’ho mai vista questa persona. Una volta voleva venire, ma poi non è venuto"
Il 23 aprile 1996, davanti al P.M.: "All’Indovino non dicevo che andavo con il Lotti, perché Indovino non lo poteva vedere. Ho conosciuto il Lotti nell’agosto ‘81 al mercato di San Casciano, quando Indovino era in carcere. Per quello che so io, nel 1980 la Gabriella abitava a Prato. L’Indovino ha conosciuto la Gabriella a Prato, era nel dicembre ‘81. Erano insieme in ospedale, lei era alcolizzata, io sono andata via di casa perché non ne potevo più di questa situazione, il 30.3.84. Quando tornavo in via di Faltignano spesso c’era la Gabriella, che diceva gli faceva le punture. Era con il suo uomo Galli. Spesso c’era Luciano Paradiso con la Grazia, che non sapevano dove andare per stare insieme. Lì mangiavano e si divertivano e giocavano a carte anche quando Salvatore stava male".
Nell'udienza del 3 luglio 1997 riferì quanto già detto dinanzi al Pubblico Ministero, dottor Canessa ed in particolare: "Che io sappia, quando abitavo insieme all’indovino non faceva il mago. (...)Indovino è morto in Sicilia il 15 agosto dell’86". Ricordava poi i frequentatori della casa di Indovino elencandoli tutti. A domanda rispondeva: "Ho saputo che ospitava anche ragazze giovani erano, diciamo così, quelle che trovava a Firenze, sbandate, però di venti, ventidue, ventitré anni, che gli facevano pena e le faceva dormire lì, magari straniere, e poi il giorno dopo le mandava via". Poi ancora: "Ghiribelli e Vanni li ho visti a Faltignano da Indovino dopo l'84, fino all'84 no, però sapevo che la Ghiribelli aveva conosciuto l’Indovino in ospedale nell’81". E ancora "Io non ho mai visto in casa di Indovino segni di attività di magie, candele, roba, cose del genere. (...) Può essere che abbia visto un cartello con numeri e lettere con le scritte “sì” e “no”, perché poi lui voleva fare le carte a quelli che erano in crisi di matrimonio per vedere di rimetterli in pace. Ho conosciuto Manuelito, (...) Pucci Fernando”. Nel marzo 2003, nel corso delle indagini preliminari relative al procedimento contro Francesco Calamandrei dichiarava:"Ho vissuto nella casa di Faltignano di Salvatore Indovino fino al 30 aprile '84, giorno questo del suo compleanno; in questa data, a seguito di un litigio, andai via, trasferendomi a Castiglion Fiorentino. Fino a quando ho vissuto stabilmente con Salvatore questi faceva una vita abbastanza regolare. Fino a quando ho coabitato con lui non vidi fare nulla di magico, nè vidi a casa persone che lo trovavano per motivi di magia. So che era un amico del mago Manuelito, che Salvatore conobbe in carcere nel 1981". Le fu mostrato un album fotografico, riconobbe nella foto numero 15 Francesco Narducci, riferì d'averlo visto nel 1981, "forse nel periodo in cui Salvatore si trovava in galera. Mi viene detto che la persona raffigurata nella foto 15 è la stessa delle foto 13 e 14 e allora io rispondo che in effetti riscontro un rassomiglio, ma quando lo conobbi io questa persona era proprio com’è raffigurata nella foto numero 15, un fisico molto ben curato, alto, atletico. Ho un ricordo come se mi abbia detto di abitare a Prato. Non lo rividi più". La Nicoletti aggiunse che aveva visto Narducci una sola volta, a Firenze, in via Nazionale, dove insieme avevano mangiato alla Pizzeria “La Lampara: "Ricordo bene che in qualche occasione Giancarlo mi parlò di un amico americano con cui andava a pranzo e che l’aveva invitato anche in America, ma lui non ci era andato. Poi mi parlò di un amico tedesco, che aveva trovato a San Casciano e poi aveva visitato in Germania" (in realtà dagli atti emerse che Giancarlo Lotti si era recato in Germania per far visita ad altro cittadino tedesco di nome Heinz). "La Polizia Giudiziaria dava atto che le persone raffigurate nelle foto 19 e 27 erano Verdino Francesco e Candido Veronica ma la Nicoletti aggiungeva che di queste persone non sapeva nulla di più."
Rif.1 - Sentenza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze contro Francesco Calamandrei del 21 maggio 2008
Nicoletti: Tu devi stare calmo! Devi dire!....
Lotti: Io non sono calmo, sono nervoso! Te lo sai! Tu mi conosci!
Nicoletti: Tu devi dire come stanno le cose se tu sai qual cosa.
Lotti: Lui mi ha detto: “Stai calmo, rilassati, non essere nervoso”. Ma come fo a non essere nervoso gli dissi.
Nicoletti: Io invece ero calmissima! Io ho detto come stavano le cose! Ti ho conosciuto nel mese di agosto del 1981, il mio uomo era in galera, mi accompagnavi al colloquio dal mio uomo, mi aspettavi fuori, poi mi riportavi a casa, è nata una simpatia e si è avuto anche rapporti... praticamente... ma le cose quando stanno...
Lotti: Io dico: che uno ha avuto rapporti o no, ma che gliene frega a loro?
Nicoletti: Oh, ma tu ci devi dire la verità! E inutile che non gli dici la verità!
Lotti: Io gli ho detto che sono andato a letto con te.
Nicoletti: Quello che succede tra un uomo e una donna, no?
Lotti: Sì! Io non lo so.
Nicoletti: Io non ci avevo nulla da nascondere! Non c’ho niente da nascondere.
Lotti: Te non l’hai conosciuto che persona è! Tu non sai nemmeno come è fatto! Se è grosso, se è basso, se è alto que sta persona qui».
Nicoletti: Chi lo sa! Io non li ho mai visti. Io li ho visti per televisione e sui giornali, ma erano amici di lui! Ma amici di lui? Che ne so io!.
Lotti: Non sapevi che faceva lui?
Nicoletti: Che ne so io! Era amico di Antonietta.
Lotti: Antonietta?
Nicoletti: Ma io sì e no! Se c’era, buongiorno e buonasera, perché non c’ero quasi mai a casa! Perciò come facevo a sapere se c’andavano? Che ne so?
Lotti: Ti ho telefonato per dirti queste cose, però che rimanga tra noi.
Il 6 febbraio 1996 riferì: "Ho conosciuto Indovino Salvatore ad Alessandria, dove io all’epoca abitavo con mio marito e due miei figli, nell’anno 1976". Nel 1976 la Nicoletti era ad Alessandria insieme al suo convivente Indovino. Alla fine degli anni Sessanta, dunque, il mago Indovino non era a San Casciano. "Nel 1997 insieme ad Indovino andai via da Alessandria; poi siamo stati a Ramacca, paese di origine di Indovino, prima a Firenze a prostituirmi, poi a Prato a casa di parenti dell’Indovi no; poi, nel 78, avevamo trovato un’abitazione in via di Faltignano di San Casciano e lì ci siamo trasferiti. Abitai in questa casa fino al 1984, allorché, a seguito di un litigio con l’Indovino, lo abbandonai ed andai ad Arezzo, con un giovane nuovo amante. La casa di Faltignano era piuttosto piccola, si componeva di un vano cucina, che era all’ingresso, una camera ed un ripostiglio; per entrare in casa si doveva salire alcuni scalini, cinque-sei, per cui era un piano rialzato". Questa descrizione, che sarà ripetuta anche dal Galli e da altre persone che avevano frequentato l’abitazione di via Faltignano, esclude la casa descritta da Marzia Pellecchia.
Il 10 febbraio 1996, dinanzi ai Pubblici Ministeri Vigna e Canessa: "Ho conosciuto proprio in quel periodo, ‘84-’85, a casa di Indovino, Ghiribelli Gabriella". Secondo la Nicoletti, dunque, la Ghiribelli nell’82-’83 non aveva ancora messo piede nella casa di via di Faltignano, ove lei dimorava in pianta stabile, avendola conosciuta nell '84-'85, quando era andata ad Arezzo e da quel momento la Ghiribelli l’aveva in pratica quantomeno parzialmente, sostituita, come amica di Salvatore Indovino, a cui andava a fare le iniezioni essendo gravemente malato a causa di un tumore. Da queste ultime dichiarazioni emerge un dato assolutamente certo circa la non contestualità di frequentazione fra la lei e la Ghiribelli nella stamberga di via di Faltignano di Indovino. Proseguiva: "Circa le persone che venivano a casa dell’Indovino negli anni '84-'85, quando io, come ho detto, ci capitavo, ho visto Luciano, la Grazia, Domenico Agnello, che ha portato una ragazza più giovane di lui, Margherita, e ci sono stati quindici giorni, era il 1978. Io sono andata ad abitare con Indovino in via di Faltignano nel marzo 78 e ci sono stata fino al 30 aprile ‘84. Loro mi leggono le dichiarazioni di una persona sentita dal Pubblico Ministero che descrive di aver visto la casa di domenica mattina in completo disordine, con preservativi usati, tracce di sangue sul letto, bottiglie di liquori, segni di riti, lo escludo di avere mai visto queste cose, io dico che tali cose non le ho mai viste, io escludo di aver parlato con chicchessia di questo sangue e che qualcuno me l’abbia chiesto. A proposito di Manuelito, l’ho conosciuto, era uno che stava dalle parti di piazza San Marco;, faceva il mago; sono stata a casa sua una volta, mi ci ha portato Salvatore; dall’84 non l’ho più ri visto. Salvatore l’aveva conosciuto in carcere a Firenze nell’81. Ricordo inoltre che quando era in carcere il Salvatore mi scriveva che si era messo a studiare la psico logia e che era in grado di fare una scheda con le iniziali dei nomi delle persone. Non ho mai visto nè Pacciani nè Vanni, che ho conosciuto in TV neppure a casa di Malatesta, che stava accanto a me".
Nell'intercettazione telefonica del 10 febbraio 1996 Filippa Nicoletti diceva a Giancarlo Lotti:
"Ma tutto quello che sta dicendo la Gabriella, questa l’è matta". La Filippa parlava del Lotti e anche della condizione in cui si trovava costui. A proposito del Pacciani si diceva: "Lui è furbo, si vede che è una persona furba, anche per televisione”, “Eh, vedo che questo, da come parla, è furbo, perché io di faccia non l’ho mai visto, né lui, né Vanni; io non li ho mai visti tutti e due, e poi la Gabriella ha fatto scrivere sui giornali, dice che soltanto la Nicoletti poteva soddisfare le voglie di Vanni, lo non l’ho mai vista questa persona. Una volta voleva venire, ma poi non è venuto"
Il 23 aprile 1996, davanti al P.M.: "All’Indovino non dicevo che andavo con il Lotti, perché Indovino non lo poteva vedere. Ho conosciuto il Lotti nell’agosto ‘81 al mercato di San Casciano, quando Indovino era in carcere. Per quello che so io, nel 1980 la Gabriella abitava a Prato. L’Indovino ha conosciuto la Gabriella a Prato, era nel dicembre ‘81. Erano insieme in ospedale, lei era alcolizzata, io sono andata via di casa perché non ne potevo più di questa situazione, il 30.3.84. Quando tornavo in via di Faltignano spesso c’era la Gabriella, che diceva gli faceva le punture. Era con il suo uomo Galli. Spesso c’era Luciano Paradiso con la Grazia, che non sapevano dove andare per stare insieme. Lì mangiavano e si divertivano e giocavano a carte anche quando Salvatore stava male".
Nell'udienza del 3 luglio 1997 riferì quanto già detto dinanzi al Pubblico Ministero, dottor Canessa ed in particolare: "Che io sappia, quando abitavo insieme all’indovino non faceva il mago. (...)Indovino è morto in Sicilia il 15 agosto dell’86". Ricordava poi i frequentatori della casa di Indovino elencandoli tutti. A domanda rispondeva: "Ho saputo che ospitava anche ragazze giovani erano, diciamo così, quelle che trovava a Firenze, sbandate, però di venti, ventidue, ventitré anni, che gli facevano pena e le faceva dormire lì, magari straniere, e poi il giorno dopo le mandava via". Poi ancora: "Ghiribelli e Vanni li ho visti a Faltignano da Indovino dopo l'84, fino all'84 no, però sapevo che la Ghiribelli aveva conosciuto l’Indovino in ospedale nell’81". E ancora "Io non ho mai visto in casa di Indovino segni di attività di magie, candele, roba, cose del genere. (...) Può essere che abbia visto un cartello con numeri e lettere con le scritte “sì” e “no”, perché poi lui voleva fare le carte a quelli che erano in crisi di matrimonio per vedere di rimetterli in pace. Ho conosciuto Manuelito, (...) Pucci Fernando”. Nel marzo 2003, nel corso delle indagini preliminari relative al procedimento contro Francesco Calamandrei dichiarava:"Ho vissuto nella casa di Faltignano di Salvatore Indovino fino al 30 aprile '84, giorno questo del suo compleanno; in questa data, a seguito di un litigio, andai via, trasferendomi a Castiglion Fiorentino. Fino a quando ho vissuto stabilmente con Salvatore questi faceva una vita abbastanza regolare. Fino a quando ho coabitato con lui non vidi fare nulla di magico, nè vidi a casa persone che lo trovavano per motivi di magia. So che era un amico del mago Manuelito, che Salvatore conobbe in carcere nel 1981". Le fu mostrato un album fotografico, riconobbe nella foto numero 15 Francesco Narducci, riferì d'averlo visto nel 1981, "forse nel periodo in cui Salvatore si trovava in galera. Mi viene detto che la persona raffigurata nella foto 15 è la stessa delle foto 13 e 14 e allora io rispondo che in effetti riscontro un rassomiglio, ma quando lo conobbi io questa persona era proprio com’è raffigurata nella foto numero 15, un fisico molto ben curato, alto, atletico. Ho un ricordo come se mi abbia detto di abitare a Prato. Non lo rividi più". La Nicoletti aggiunse che aveva visto Narducci una sola volta, a Firenze, in via Nazionale, dove insieme avevano mangiato alla Pizzeria “La Lampara: "Ricordo bene che in qualche occasione Giancarlo mi parlò di un amico americano con cui andava a pranzo e che l’aveva invitato anche in America, ma lui non ci era andato. Poi mi parlò di un amico tedesco, che aveva trovato a San Casciano e poi aveva visitato in Germania" (in realtà dagli atti emerse che Giancarlo Lotti si era recato in Germania per far visita ad altro cittadino tedesco di nome Heinz). "La Polizia Giudiziaria dava atto che le persone raffigurate nelle foto 19 e 27 erano Verdino Francesco e Candido Veronica ma la Nicoletti aggiungeva che di queste persone non sapeva nulla di più."
Rif.1 - Sentenza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze contro Francesco Calamandrei del 21 maggio 2008
Nella foto l'abitazione di Salvatore Indovino
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