venerdì 18 settembre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 3 marzo 1998 - Diciassettesima parte

Segue dalla sedicesima parte.

Avvocato Mazzeo: Io vado avanti quanto vuole, Presidente.
Presidente: ... vada avanti.
Avvocato Mazzeo: Benissimo, la ringrazio. Capitolo contraddizioni: Vicchio, sopralluoghi. Domanda quante volte e con chi Lotti è stato nella piazzola di Vicchio prima dell'omicidio. E questo, Signori della Corte, non può passare come una contraddizione secondaria, perché è correlata alla versione del Lotti in ordine, con riferimento alla via di fuga dopo l'omicidio, di cui diffusamente parlerà il collega dopo di me. Io mi limito a riferire alcune osservazioni del Lotti. Anche qui si possono apprezzare i successivi aggiustamenti, diciamo così, propedeutici alla sua versione, che in sé e per sé — e lo dico forse per l'ennesima volta e chiedo scusa della ripetizione - non può significare proprio un bel niente. Né sotto un profilo di riscontro oggettivo, perché come dirò quando si arriverà alla disamina dei riscontri oggettivi, il riscontro oggettivo deve essere un elemento di fatto esterno - esterno - al dichiarante, che ne corrobora la credibilità. Quindi il Lotti che, sul posto, dopo che ha cominciato a fare le sue dichiarazioni, va lì e dice: 'si, allora, dunque, questa è la piazzola' -lo sappiamo tutti - 'siamo andati via per questa strada', è una cosa che è priva di qualunque significato e priva di qualunque rilevanza. Che doveva dire? Che sono andati via volando con l'elicottero? Non ho capito. E' chiaro che sono andati via, no, percorrendo una strada. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Mazzeo: Quello che è. È ovvio, no? Non poteva mica dire: 'siamo andati via perché siamo stati rapiti dagli angeli, o dai demoni', non so. Quindi, voglio dire, queste cosiddette ricostruzioni di luoghi, non hanno nessun significato sotto il profilo dei riscontri oggettivi. Tant'è vero che lo dice anche, guarda un po', la Corte Suprema di Cassazione. E questa è una parentesi che apro. Da un lato Cassazione 19 febbraio 1990, Pesce. In Cassazione penale '91, 2, numero 14: "Se da un lato, il riscontro non deve necessariamente concernere il tema decidendum" - l'oggetto della decisione - "in guanto esso deve valere solo a confermare da fuori 'ab estrinseco'" - da fuori, quindi da fuori del Lotti -"l'attendibilità del chiamante, dall'altro però il riscontro deve centrare fatti che riguardino direttamente la persona dell'accusato." Vi ho detto prima: nessuno ha detto 'ho visto in quella macchina Vanni'. Se poi lo hanno visto cinque giorni prima o 10 giorni dopo al bar, va be', allora tutti quelli che sono andati al bar cinque giorni prima o 10 giorni dopo sono possibili sospetti. Vi ricordate l'indizio riscontrato della sentenza Bozano? Non hanno detto i testimoni: 'io ho visto Bozano cinque giorni prima vicino alla scuola svizzera'. Intanto hanno detto: 'io ho visto Bozano', e qui nessuno dice 'io ho visto Vanni. E poi hanno detto: 'io ho visto Bozano alle cinque del pomeriggio, davanti alla scuola svizzera', ora del rapimento. Quindi, il riscontro oggettivo - guelli che vi gabellano per riscontri oggettivi - deve centrare fatti che riguardino direttamente la persona dell'accusato, in relazione allo specifico fatto che gli viene addebitato. E poi dice: "L'oggetto della conferma dell'attendibilità” - il riscontro - "deve essere individuato in quei dati storici..." non chiacchiere o caroselli di macchine, in un paese che c'ha 20 milioni di macchine e in una zona geografica che è fra le più frequentate del mondo. Avesse detto 'nel deserto di Gobi ho visto due macchine'. "L'oggetto della conferma dell'attendibilità deve essere individuato in quei dati storici che attengono alla responsabilità del chiamato in correità e non già a quelli che risultino di mero contorno, descrittivo di luoghi o di persone". Quindi, i riferimenti del... E questa è, dunque, Cassazione Sezione II. II, non è la I, II. 7 febbraio '91, Vannini. In Cassazione Penale '92, numero 998, ripresa anche da stesso Massima e anche del Tribunale di Roma, 7 novembre '89, Canzulli. Allora, i riferimenti che risultino di mero contorno descrittivo di luoghi o di persone, sono acqua fresca. Cioè, vanno giù senza lasciare traccia. Non sono riscontri oggettivi, Signori della Corte, capito? Cioè, se voi continuate a ritenere, semmai riterreste - uso un'ipotetica di terzo grado -riscontri oggettivi cose di questo genere, voi fareste una sentenza errata. E non perché ve lo dice il sottoscritto che non conta nulla. Perché il riscontro oggettivo è una cosa seria. Il riscontro oggettivo non è il Lotti che dice: 'la fontana... e c'era più o meno acqua nel torrente 11 anni fa'. Quella semmai è la prova del fatto. Quella è la prova provata del fatto che lui non c'era, se proprio vogliamo dirla tutta. Esattamente l'opposto. Quella è il riscontro oggettivo della non presenza del Lotti 11 anni prima, per le ragioni che sappiamo, che vi ho spiegato prima. Uno che va in un posto alle 11 di sera, che ora era non lo so, buio di sicuro, con la sua macchina segue un'altra macchina davanti che, per sua stessa ammissione, solleva un tale polverone su queste strade secondarie che appena appena lui vedeva le luci di posizione della macchina che lo precedeva. Ma come fa a dire che c'era più o meno acqua, ovvia! Questa è un'offesa alla vostra intelligenza. Qui ci si prende gioco di voi. E poi i contorni descrittivi: la casa, che non è una colonica, ma è una casa in costruzione. Stessa cosa, non valgono niente. Sono moneta falsa. E noi siamo persone adulte, invece e, a Dio piacendo, non siamo oligofrenici e abbiamo molto spiccato il senso, anche, del ridicolo e dell'assurdo ridicolo e abbiamo un cervello che lavora e non ci facciamo gabellare. Allora, sopralluoghi di Vicchio. È stato chiesto al Lotti: "Quante volte e con chi lei è stato nella piazzola di Vicchio prima dell'omicidio?" E lui dice. Allora, incidente probatorio, volume I, pagina 52. "Con la Filippa Nicoletti, che conosceva guella piazzola", la Filippa. Poi, incidente probatorio, volume I, pagina 55. "Con il Pucci", vide per la prima volta la Panda celeste. Incidente probatorio, volume I, pagina 55, idem: "Con il Vanni". Inseguimento della coppia fino al bar di Vicchio. Nell'incidente probatorio, volume I, a pagina 65, a domanda dice: "No, no, da solo proprio no." Ecco, io a Vicchio, sopralluoghi da solo, o comunque visite a Vicchio da solo proprio no. "Da solo proprio no, non ne ho mai fatte." Poi comincia a dire, all'udienza dibattimentale. Anche qui, guardate gli aggiustamenti, eh. Guardate la progressione della teoria dell'accusa. Fascicolo 54, udienza 28/11, pagina 38. Dice: "Sì" - invece, da solo - "sì, sì, una volta sono andato da solo." Guarda, eh. Dice: "Questa era un'iniziativa mia", eh, lo spiega. "Un c'era altri con me." "L'ha già detto." "Sì, da solo. Era un'iniziativa mia. Non c'era..." "Abbiamo capito, Lotti, che c'è andato da solo." Quante volte... “Ero da me solo" - continua - "ero da me solo." "Sì, questa era un'iniziativa mia, un c'era altri con me, ero da me solo." Pagina 38, udienza 28/11, fascicolo 54. Domanda, all'udienza del 27/11, fascicolo 53, pagina 62: "E Vanni e Pacciani sono andati a fare un sopralluogo lì, prima dell 'omicidio, che lei sappia?" Allora, il 27/11, fascicolo 53, pagina 62, risponde : "Un lo so. Un m'hanno detto niente, un son sicuro." Invece il giorno dopo, guarda un po', il giorno, il 28/11, fascicolo 54, il giorno dopo, eh. Perché poi, voglio dire, uno dice va be', sei mesi dopo. 
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Avvocato Mazzeo: Si capisce sì. Dice... Ora ci arrivo. Il giorno dopo dice, per divinazione, per intuizione, forse non è tanto oligofrenico poverino, non lo so io. Però dice: "Sì, sì, Vanni col Pacciani c'è andato." E secondo voi, Signori della Corte, perché il giorno dopo vi dice questo, forza? Il mio è sempre un dialogo muto, quello del difensore, con la Corte, no? Un dialogo muto. Lui doveva dire così, perché sennò come faceva a spiegare che Pacciani conosceva la strada e la via di fuga - davanti c'era la macchina del Pacciani e dietro c'era lui - se prima ha sempre detto che sopralluoghi Pacciani e Vanni non ne hanno mai fatti? Ha capito lo sfondone, ha capito per divinazione lo sfondone e subito la pezza. Ma come dice quel proverbio e come dice la Cassazione... 
Avvocato Filastò: "Peso el taccon del buso."
Avvocato Mazzeo: "Peso el taccon del buso". È peggio è la toppa del buco, oh bellissimo. L'avvocato Filastò ha ascendenze venete, forse. 
Avvocato Filastò: No
Avvocato Mazzeo: È peggio la toppa del buco. Dice: 'no, ma guardi ieri mi sono sbagliato. Quelli, io poveri cada...', non dice neanche i poveri cadaveri, i ragazzi erano dietro. Ci ha detto davanti. Sui proiettili non se l'è sentita. Non l'ha notato. Qui dice la stessa cosa, no. Dice: "No, guardate, ieri mi sono sbagliato. No, no, l'hanno fatto il sopralluogo." "Come sarebbe a dire?" "Eh, certo che l'hanno fatto il sopralluogo, sennò come facevano a scappare dopo.” 'Io dovevo essere davanti a loro e io dovevo fargli da guida per andare e per scappare, perché l'ho cinque volte prima, cinque, che io ci sono andato: con la Filippa Nicoletti, con il Pucci, con il Vanni', poi dice da solo no e poi dice 'no, no, anche da solo, ci sono andato anche da solo'. Chi è che conosceva il posto? Lui lo conosceva. Allora lui non doveva seguire il Pacciani e lui doveva essere la guida del Pacciani. Allora, siccome questa cosa non sta né in cielo, né in terra, il giorno dopo... ma neanche alla prima elementare, ma che abbiamo fatto di male, signori, per berci questa roba. La mattina dopo... neanche la prima elementare, neanche nella prima si sentono queste fandonie. E dice: E no, no, fermi tutti, c'era stati. Sì, perché sennò come facevano a scappare e io a seguire loro?' Falsità obiettiva: bugia, bugiardo. Bugiardo! Siamo sempre a Vicchio, signor Presidente. E la voce dell’avvocato comincia ad affievolirsi, le gambe cominciano ad anchilosarsi, comincio ad avere un leggero calo di zuccheri e chiedo pietà alla Corte. Comunque... Questa è una contraddizione, che può essere spiegata umanamente con una, come dire, con una difficoltà spazio-temporale dovuta alle limitate capacità intellettive del dichiarante. Ma che però è sintomatica, perché lo rende comunque poco attendibile e quindi in quel giudizio di attendibilità, che si riferisce alla personalità del dichiarante, devono entrarci le contraddizioni di questo genere che sto per dire. Perché dice: uno che commette contraddizioni, che incorre in contraddizioni di questo genere, è una persona che bisogna prendere con le molle, è una persona che bisogna studiare a fondo. 

0 commenti: