Segue dall'udicesima parte.
Presidente: Avvocato Colao, prego.
A.C.: Dottore, scusi, riguardo al vocabolario, al vocabolarietto che è stato trovato in casa del Pacciani, dunque era un vocabolario dal tedesco all'italiano o dall'italiano al tedesco?
R.P.: Italiano-tedesco.
A.C.: Italiano-tedesco. Lei accertò se i familiari del Pacciani studiavano il tedesco?
R.P.: Non mi risulta.
A.C.: O il Pacciani?
R.P.: Se lo studiasse il Pacciani non lo so, non me l'ha mai detto, però sono piuttosto convinto che le figlie non abbiano mai studiato lingue straniere.
A.C.: Non l'hanno detto, quindi.
R.P.: Non lo hanno detto, no.
A.C.: Senta dottore, riguardo agli criteri di sorveglianza discreta che lei in qualità di dirigente l'indagine aveva disposto…
R.P.: Può parlare più vicino al microfono per cortesia avvocato?
A.C.: Sì, mi scusi, dicevo, riguardo alle indagini di sorveglianza personale discreta che aveva disposto nei confronti del Pacciani, questa sorveglianza come avveniva? Era a vista o era piuttosto elastica? Ecco.
R.P.: Noi avevamo disposto un servizio di intercettazione ambientale e telefonica, naturalmente, che era fisso. Il cui nucleo era rappresentato da tre agenti donne della polizia di Stato: Scirocchi Lidia, Nunziatina Mantini e Paola… lapsus della mente… Baghino.
P.M.: E’ negli atti.
R.P.: Paola Baghino. Ecco, loro, arrivano questo compito di intercettare 24 ore su 24 il Pacciani. Lo hanno fatto per mesi. La loro attività veniva integrata - perché anche loro dovevano dormire ogni tanto - da alcuni elementi aggregati per l'occasione alla SAM i cui nomi sono indicati. Venivano supportati da due agenti della direzione centrale della polizia scientifica di Roma - quelli che hanno prestato la loro testimonianza stamani – più due agenti, un meglio due sottufficiali della Criminalpol di Firenze che avevano anch'essi una funzione di supporto a questo tipo di attività. Inoltre c'era personale del ROS dei carabinieri, in particolare il maresciallo Frillici e l'assistente Antonello Scano. Insomma, c'era la stazione dei carabinieri di San Casciano, diciamo, il servizio si integrava, girava intorno a questa osservazione.
A.C.: Io mi riferisco…
R.P.: Per quanto riguarda i servizi di pedinamento, i servizi di pedinamento venivano svolti preferibilmente da queste persone che non erano mai state viste sul posto e che potevano… le cui facce fuori dall'abitato di Mercatale non destavano nessun sospetto ed erano questi due agenti della polizia scientifica. Ma spesso, anche perché la consuetudine porta a un calo del sospetto, spesso se ne occupavano anche le agenti che procedevano all'intercettazione ambientale e che erano sotto copertura, come studentesse, in quella zona. Io le avevo fatte andare lì prima della scarcerazione dell'imputato perché la gente del paese si familiarizzasse con le loro facce, perché in un paese piccolo come Mercatale, tre persone che compaiono all'improvviso, avrebbero potuto destare sospetto. Quindi loro iniziarono questa loro presenza ancora prima dell'attività di intercettazione, ancora prima che l'attività di intercettazione avesse inizio.
A.C.: Scusi, però lei ha detto che quando andò a Roma ci fu il ritrovamento dell'asta tiramolla…
R.P.: Non ci fu nessun ritrovamento, fu mandata…
A.C.: E lei non c'era, no… quanto meno, venne fuori l'asta tiramolla e lei però era a Roma in quel periodo, no?
R.P.: Adesso non ricordo.
A.C.: Ecco quindi, quali furono le disposizioni in quel periodo? Ci fu una smagliatura? Che ci fu? I pedinamenti furono conservati anche in quel periodo o no?
R.P.: No, un momento. Rilevammo… allora lei mi vuol far parlare, dovrei entrare nel discorso… Noi rilevammo che - e lo rilevammo perché era un fatto estremamente strano per noi, attirò la nostra attenzione - che il Pacciani era uscito insieme alla moglie, alla Manni Angiolina. Era strano perché l’Angiolina non usciva mai insomma quando c'era lui.
P.M.: Come lo rilevaste, scusi?
R.P.: Lo rilevammo da intercettazione anche, da intercettazione integrata da osservazione e pedinamento. Perché una delle agenti seguì il Pacciani e la Manni Angiolina mentre andavano, credo con delle buste di plastica, verso la località Crespello. Proprio per non destare sospetto non li seguì oltre, insomma tornò indietro, l'agente. Comunque c'è una relazione a questo proposito.
A.C.: Dottore, scusi, lei parlò che questo è un omicidio seriale, disse che in Italia… è una serie di omicidi - quindi sono i cosiddetti seriali, no? Anche il capo oggetto dell'imputazione - e lei disse che in Italia non si erano mai verificati omicidi del genere.
R.P.: No, individuati per tali no.
A.C.: Però lei aveva esperienza acquisita in America o sbaglio? Di questo tipo… Ci può definire il comportamento di questi omicidi seriali?
R.P.: Io faccio una distinzione estremamente precisa fra esperienza e studio. Io non ho esperienza tranne il caso dei duplici omicidi commessi in provincia di Firenze, perché per me l'esperto è quello che si trova col problema e lo investiga. Gli altri sono studiosi, sono ricercatori. Negli Stati Uniti c'è uno staff che appositamente ha studiato il fenomeno - non solo negli Stati Uniti, sono dislocati anche altrove, perché sono stati addestrati lì: in Olanda, per esempio, in altri paesi, in Australia - che studia il fenomeno e siccome hanno un gran numero di personaggi di questo genere che, evidentemente, sono riusciti ad arrestare, insomma, hanno studiato, hanno creato statistiche, ricorrenze e… Certamente si, l'ho studiato anch'io , nel senso che ho cercato di apprendere quello che non sapevo, ed era tanto, ed ancora tanto quello che non so.
A.C.: Ma il comportamento?
R.P.: Il comportamento di un assassino seriale è quello di uccidere ripetutamente persone.
A.B.: No mi oppongo Presidente, questo… comportamento, non è perito.
Presidente: Avvocato, signori sentite, io non vorrei che si tenga un'altra... La domanda è pertinente, io l'ammetto…
A.C.: Non ho altre domande, grazie dottore.
Presidente: … ma per favore non riparliamo… abbiamo già approfondito. Parliamo dei fatti che riguardano strettamente questo processo. La teoria lasciamolo fare agli altri, fuori di qui, se si vogliono divertire.
R.P.: Esatto.
Presidente: Il dottor perugini ci ha già chiarito, nell'ambito della sua deposizione non solo… questa fattispecie. Stiamo questo, non andiamo oltre. Prego. Avvocato Santoni Franchetti.
A.S.F.: Dottor Perugini, il Pacciani fu scarcerato nel dicembre 1991 e l'astamolla fu inviata al maresciallo di San Casciano il 22 maggio, se non erro, del ’92.
R.P.: Non me lo ricordo, ma insomma, sì grosso modo.
A.S.F.: Quattro o cinque mesi dopo… più o meno… non contano i giorni. Ora, oltre a quella circostanza prima rammentata, a me mi sembra anche dai testimoni, un giorno il Pacciani si era recato nei boschi. Poi, ecco, vorrei chiederle anche questo, Crespello Luiano è zona di boschi? Io non lo conosco. Cos'è collina? O macchia mediterranea, non lo so, se ce lo può spiegare sarebbe utile per noi.
R.P.: Si, io non so esattamente a quanta distanza si trovi questa località da Mercatale, credo un chilometro, un chilometro e mezzo, non ho idea. Ed è una zona, la zona di Crespello Luiano, la fattoria di Luiano e in basso, verso… vabbè comunque è una zona declive e boschiva dove c'è uno spiazzo dove vanno, si riuniscono i vecchi del paese chiacchierano, ci sono delle sedie in permanenza lì. È una zona in cui c'è qualche casa e che fronteggia la campagna antistante. La strada principale del paese divide la campagna da questa zona boschiva. Ci sono alberi, vegetazione d'alto fusto e macchia…
A.S.F.: Faccio riferimento a quel famoso schizzo unito al biglietto anonimo.
R.P.: Sì, me lo ricordo bene.
A.S.F.: Ecco quella zona voi l'avete controllata, ovviamente. Ecco, che zona è? È boscosa, con alberi ad alto fusto o no?
R.P.: L'abbiamo filmata, l'abbiamo fotografata e abbiamo percorso, rifacendoci allo schizzo fatto dall'anonimo, abbiamo percorso la strada nella speranza di trovare - siccome l'anonimo parla di un barattolo, mi pare, o un contenitore di vetro schiantato, stiantato, non so bene, quindi rotto - l'abbiamo ripercorsa nella speranza di trovare i resti di questo barattolo, nella speranza che ci potessero essere delle impronte digitali sopra. Non abbiamo trovato, io personalmente e degli operatori che mi accompagnarono in quella circostanza, non trovammo assolutamente nulla. Neanche frammenti di vetro. Il luogo indicato dall'anonimo mi sembra che si trovasse a un certo punto di questa strada dalla parte opposta. A Crespello c'è un'edicola, un'edicola sacra, c’è un tabernacolo e su quella direttrice si riparte un sentierino che passa nel bosco. Ecco, mi pare che il punto indicato dall'anonimo fosse quasi alla confluenza fra questo sentierino e lo stradone sterrato che porta alla fattoria di Luiano. Sono due strade in discesa, tanto il sentierino quanto lo stradone. E questo stradone è costeggiato da cipressi. Quindi sotto il cipresso cresce poco, insomma, non cresce nulla, è una zona abbastanza aperta, non molto sovraffollata.
A.S.F.: Questo volevo sapere, non è un bosco con alberi alti, fitti?
R.P.: No, non è un bosco nel senso vero e proprio, chiamiamolo così, una pineta, ecco.
A.S.F.: E’ una pineta.
R.P.: Ci sono dei cespugli, naturalmente, ci sono cioè, c'è macchia… cespugli ci sono; c'è vegetazione bassa, mediobassa, insomma. Però diciamo la caratteristica è che ci sono questi pini, questi pini alti. È in fondo, questo terreno, questo boschetto, è delimitato, è chiuso da questo filare di cipressi, che costeggiano da una parte e dall'altra lo stradone di Luiano.
A.S.F.: Ecco, in quei mesi - cioè si parla dal dicembre ’91 al maggio ’92, in un periodo in cui Pacciani è stato sicuramente e meticolosamente seguito - lo avete visto allontanarsi dalla propria abitazione, oltre che con la moglie, anche con altre persone?
R.P.: No.
A.S.F.: Quindi non è andato per boschi, oppure per queste strade?
R.P.: No, no, solo con la moglie.
A.S.F.: Soltanto con la moglie. Bene dottor Perugini, ora vengo delle domande che mi ero riservato, dopo aver analizzato, appunto - si era anche riservato il Pubblico Ministero nel precedente interrogatorio del 23 maggio. Voi avete, ovviamente, ricostruito la vita del Pacciani da quando è uscito, dal 1964, in maniera estremamente meticolosa, suppongo. Cioè avete ricostruito i suoi cambiamenti di abitazione, di lavoro e conoscenze.
R.P.: Si, nei limiti dell'umano, ecco.
A.S.F.: È logico, ci mancherebbe altro, senza ricorrere soprattutto, ai medium. Sto scherzando logicamente. È stata fatta questa osservazione, nei limiti dell'umano e senza medium.
R.P.: No, i medium no.
A.S.F.: Nel 1974 lui dove abitava?
R.P.: Un attimo, perché la mia memoria ha dei limiti...
A.S.F.: Umanamente…
R.P.: Allora, nel ’74 quando?
A.S.F.: Verso… nel ’74, intendo nell'estate.
R.P.: Comunque era già, se non Montefiridolfi era Mercatale, ecco.
A.S.F.: Ecco, quindi voi avete ubicato esattamente dov'era dislocato nel ’74 il Pacciani.
R.P.: Sì.
A.S.F.: Ora io le faccio una domanda.
A.B.: Metà ’74…
R.P.: Perché lui… ecco, per questo dicevo quando.
A.B.: Metà ’74.
Presidente: Nel ’74 lui era…
A.B.: Parte dalla Rufina e va a Montefiridolfi e va a…
P.M.: 17 aprile ’73 va a Montefiridolfi.
R.P.: Ecco, dal ’73 va…
Presidente: 17 aprile ’73 va a Montefiridolfi.
P.M.: 17 aprile ’73, anagraficamente.
R.P.: Anagraficamente, sì.
A.S.F.: La mia domanda è questa. Voi avete seguito perfettamente, ripeto, tutti gli spostamenti del Pacciani. Io le domando questo, però vorrei una risposta basata, visto che oggi, almeno, non si può parlare di tipo d'autore. E mi sembra più che giusta, questa osservazione. Forse non dovevamo parlarne nemmeno prima, rivolgendoci a lei.
R.P.: No, scusi, non si può parlare di…
A.S.F.: Di tipo d'autore, tipo d'autore. Quindi entrando in questo mondo misterioso psichiatrico…
Presidente: Lasciamo stare il tipo d'autore per carità!
A.S.F.: Appunto, ho detto: non se ne deve parlare. Ma prima se ne parlò tanto, presidente, rivolgendosi al dottor Perugini, certamente...
Presidente: Ma avvocato, non lo so chi ne ha parlato, fuori di qui…
A.S.F.: Qui c'è…
P.M.: Non in questo processo.
A.S.F.: Come no?
A.B.: Si è fatto vedere.
P.M.: In un'indagine, non in questo processo a carico di Pacciani Pietro, non si è mai parlato di tipo d'autore, gli atti sono...
A.S.F.: Di domande fatte…
Presidente: In aula non ne abbiamo parlato di certo perché…
P.M.: Nemmeno nell'indagine. Solo prima, quando era a carico di ignoti.
A.S.F.: Leggeremo i verbali.
P.M.: Era a carico di ignoti.
A.S.F.: Io volevo dire questo, lei ha notato… i verbali di udienza… Lei ha notato in questi anni, ma da fatti traendone spunto da fatti specifici - io le domando questo - ha notato fatti specifici ricostruendo la vita del Pacciani dal 1968 al momento dell'arresto, o almeno al 1981, ‘82 fatti specifici? E per fatti specifici intendo: cambiamento del modo di relazionare col prossimo, con le persone che gli stanno intorno, nel modo di esternarsi nella società, significativi? Cioè, che a un certo punto il comportamento, prima o dopo - è una domanda difficile, chiedo scusa a tutti - abbia, si possa vedere in lui un cambiamento in qualche modo di carattere non dico psicologico, in relazione…
Presidente: Avvocato, ma da quanto il dottor Perugini tiene sott'occhio il Pacciani?
A.S.F.: No, domandando, attraverso le testimonianze delle persone che hanno sentito...
Presidente: Ma poi, non lo so, un giudizio naturalmente va...
R.P.: Avvocato, questo esorbita da quella che sono le mie…
A.S.F.: No, no, io parlo di fatti specifici, di fatti specifici, se lui ha notato fatti specifici da cui si può dire: un diverso modo di vivere, di esternarsi, di colloquiare, di relazionare col prossimo, del Pacciani. questa è una domanda specifica, non una sua interpretazione: se lei ha notato fatti del genere, un cambiamento nel modo di vivere del Pacciani in questi anni. Per quanto umanamente, come le ho detto, è possibile ricostruire.
R.P.: Io posso soltanto dire questo e con ciò mi richiamo alle testimonianze.
Presidente: Aspetti un attimo, dottor Perugini, aspetti, aspetti, perché… Ma mi sembra una domanda molto generica, tanto più che il dottor Perugini non è che è stato in compagnia del Pacciani, ci è andato a mangiare, a bere e a dormire
A.S.F.: Ha ricostruito, ha interrogato le persone che lo hanno conosciuto…
Presidente: Lo ha indagato, per un tempo relativamente breve…
A.S.F.: Ha interrogato le persone che lo hanno conosciuto… Ha visto il modo di lavorare, insomma ho chiesto se ha fatti specifici… se non li ha visti…
Presidente: Avvocato è troppo vaga, guardi, questa è una domanda troppo vaga…
A.S.F.: E’ difficile Presidente…
Presidente: Può portare fuori strada, ci può portare lontano, può nuocere all'imputato quindi, senza un riscontro preciso,
A.S.F.: Nuocere non penso proprio.
Presidente: …quindi indurrebbe il teste a dare giudizi. Non la ammetto.
A.S.F.: Benissimo, presidente. A noi basta averla fatta.
Presidente: Bene.
A.S.F.: Andiamo avanti.
Presidente: Prego.
A.S.F.: E ora si conclude…
A.B.: Che si conclude?
A.S.F.: Le mie domande Bevacqua, le mie domande. Siamo partiti dall'astamolla per andare lontano e vediamo se si può andare lontano e sennò pazienza, non c'è problema, il processo è lungo. Vedo che sta consultando, il teste stava consultando…
R.P.: Io le presto molta attenzione, non dubiti.
Presidente: Prego, prego avvocato.
A.S.F.: Ah!
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