sabato 10 luglio 2010

Udienza del 20 maggio 1999 - 25

Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 20 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 24.
Avvocato Curandai: Io sono d'accordo con il procuratore genrale di non dare troppa importanza alle prime reticenze di Lotti, quando nasconde la 128 rossa; vorrei precisare che Lotti non parla della 128 rossa quando ancora non aveva confessato, quando si difendeva, ecco che questo silenzio appare sicuramente strumentale. Ritengo che anche le dichiarazioni di Lotti in sede di rinnovazione dibattimentale siano stae coerenti con quello che aveva già dichiarato sulla disponibilità, non sul premio assicurativo.
In primo grado io dedicai un capitolo importante a spiegare anche il perchè di certe imprecisioni di Lotti e rinvio a quello, che è stato deregistrato a pag. 1/89 del fascicolo n.93 in atti, quindi non voglio tornare su questo punto. Vorrei invece porre a questo punto una considerazione molto semplice che appartiene un pò all'uomo della strada, scusate ma in questi processi ci vuole anche molta prudenza e anche molto buon senso. Ma se il Lotti fosse stato preciso, coerente su tutto ma che impressione avremmo avuto noi? Io, personalmente, che il teste era governato dalla polizia, dagli inquirenti, io ho sempre detto e lo sostengo anche davanti alle signorie vostre illustrissime che l'attendibilità di Lotti viene soprattutto dalle sue imprecisioni e da certe imprecisioni e da certi apparenti incoerenze, perchè il Lotti è quello che è, ha difficoltà espressive, perchè sono cose lontane nel tempo, addirittura noi in udienza non ricordavamo certe verbalizzazioni e abbiamo dovuto chiedere le registrazioni, eppure eravamo lì sul momento. Oggi, o meglio ieri, il signor procuratore generale mi diceva - le consulenze psichiatriche non possono essere utilizzate - ma scusate signori, io credo che non vi è assolutamente niente di più infondato e bene ha fatto l'illustrissimo giudice relatore a leggere quelle consulenze psichiatriche perchè non sarebbero utilizzabili se i consulenti non fossero venuti qui al dibattimento di primo grado a deporre ma il professor Fornari e il professor Lagazzi si sono presentati davanti alla corte di assise, si sono sotttoposti all'esame e controesame e al termine hanno prodotto le consulenze, quindi queste sono utilizzabili. Facciamo una cosa se non sono utilizzabili le consulenze sono utilizzabili i verbali del dibattimento, su questo punto non c'è altra soluzione. A proposito di queste consulenze io vorrei informare la corte, se ve ne fosse bisogno, che a un certo momento il Lotti viene sottoposto a dei test psichiatrici da parte del professor Fornari e c'è l'esito di un test che è veramente sorprendente. A pag. 29 della consulenza: "egli nella tavola 15 che cosa vede?" perchè ci sono dei disegni e il paziente deve interpretarli, "tavola 15 identificazione di una figura che guarda", "tavola 17 identificazione di un uomo nudo che fugge" a me è venuto subito in mente il ragazzo francese, "tavola 13 negazione della componente violenta" e infatti in tutti questi delitti non vi è stupro, violenza carnale, questo io lo riferisco come dato di contorno che può tuttavia assumere un certo rilievo nell'esame della personalità di Lotti Giancarlo. Qual'è stato il lavoro importante che ha fatto il professor Fornari? Innanzitutto ha descritto la figura astratta del mostro di firenze e poi da ultimo ha detto che la personalità di Lotti è compatibile con la figura astratta del mostro di Firenze. Per il professor Fornari infatti il mostro di Firenze è una persona connotata da iposessualità o da difficoltà nel rapporto con il sesso femminile, da gravi problematiche personologiche eppoi da ultimo dice sostanzialmente che la personalità di Lotti è compatibile con la dinamica di questi delitti. E Vanni? Io ho sostenuto e sostengo tuttora che queste caratteristiche di iposessualità avversione e difficoltà verso il sesso feminile, anomalie personologiche, sono sovrapponibili anche a Vanni perchè dalle testimonianze di Ghiribelli e Nesi, risulta che anche Vanni ha una componente di perversione, risulta chiaramente. La Ghiribelli e il Nesi ci parlano di quel famoso vibratore, eccetera, eccetera, non ne voglio parlare è fatto notorio ma il Nesi parla anche di un episodio per cui egli un giorno chiese a Vanni -Ma tu che cos'hai in quella busta? C'ho dei peli di ... di pube - per usare un eufemismo - Quindi il Vanni andava in giro con un vibratore e con una busta con dei peli di pube. Il Vanni ha una iposessualità, il Vanni ha una avversione verso il sesso femminile. Io mi sono sgolato, spolmonato per dimostrare in primo grado l'episodio di quando Vanni prende e getta la moglie in cinta giù per le scale, la moglie in cinta! Questo è un episodio che io ho dimostrato per tabulas, mi riporto alla replica pag.62 eccetera, fascicolazione n.110. Non dico altro su questo punto. Quindi quando si parla di angioletti: pacciani col santino, il buon padre di famiglia, lo zio, eccetera questa è l'apparenza ma dietro c'è qualcosa di diverso, di molto diverso e qui sta la mostruosità della loro personalità. Avversione verso la coppia felice, che in quel momento sta godendo ciò che essi non possono raggiungere, iposessualità, ecco a cosa può portare l'eccesso di iposessualità. Per quanto riguarda le personalità di questi personaggi io ho terminato mi resta soltanto il capitolo relativo agli altri elementi di prova, l'articolo 192 non parla di indizi, parla di elementi di prova, tra questi elementi non solo ci sono le perizie medico legali, le consulenze, eccetera, eccetera ma ci sono anche le testimonianze, l'esame e le testimonianze, è un mezzo di prova e allora mi sembra che finora non siano stati citati e io li citerò molto brevemente. Alcuni testi che a mio avviso hanno un loro rilievo servono a completare il quadro probatorio. dunque non è stata sufficientemente citata la Bartalesi Alessandra, fascicolo 24 pagine 45/58, la Bartalesi Alessandra, il procuratore generale vi ha parlato della relazione fra la stessa e il Vanni (il Lotti ndr), è il Vanni che la presenta a Lotti e la Bartalesi Alessandra ci dice - Mha io quando stavo con Lotti lui mi portava sempre a visitare Baccaiano, gli Scopeti - a parte le sue considerazioni sulle prestazioni sessuali che erano purtroppo zero, poi dice che un giorno gli avrebbe detto - quando sei con me stai tranquilla che non c'è pericolo del mostro di Firenze - queste sono dichiarazioni non dell'avvocato Curandai ma dichiarazioni rese sotto giuramento da un teste, da un mezzo di prova di questo processo. Poi la Bartalesi parla di quella famosa lettera minatoria che ha coinvolto l'avvocato Corsi, dal Pacciani al Vanni, io non ne parlo, ve ne faccio venia eccetera eccetera. Butini. fasc. 25 pag.65/89. Il Butini ci racconta un episodio importante sotto certi aspetti. Dice che ci fu una famosa litigata davanti al bar dello sport di San Casciano fra Lotti e Vanni e a un certo momento il Lotti disse a Vanni - Se mi metto a parlare tu stai più fermo - parole testuali. E sono le stesse parole che ha messo in bocca al Lotti anche la Bartalesi. Quando il Lotti dice - Te un tu mi vuoi dare i soldi? Ci penso io - Se in questo processo non ci fossero le confessioni le chiamate in correità, queste sarebbero testimonianze aventi valore zero però vanno valutate alla luce di tutti gli altri elementi. La Cencin dice che il Vanni, quando andava da lei, gli portava tutte le riviste pornografiche, sorvoliamo su questo punto. Nesi aldo è un venditore di armi di San Casciano, foglio 14 pag.36/43 vogliamo ignorare anche un teste come questo? Il quale dice che il Vanni impaurito, visibilmente impaurito andò lì per comprare una pistola? Vogliamo negare anche questa testimonianza? Di che cosa aveva paura il Vanni? Ecco che allora qui si innesta la lettera di Pacciani al Vanni di cui parla il Nesi, perchè il Nesi una volta accompagnò il Vanni dalla moglie di Pacciani e il Vanni lì ci aveva questa lettera ed era tutto impaurito. Lo vedremo.
Segue...

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