Originario di Tavarnelle Val di Pesa, lavorava nel campo tessile ed era amico di Mario Vanni. Fu sentito il 18 marzo 1993 dal Pubblico Ministero ma si rifiutò di firmare il verbale adducendo la spiegazione che segue: "...io sono venuto fin dalla prima volta per dire la verità e la Verità l'ho detta, però voglio che questa rimanga riservata perché ho paura. Sono disposto a fare confronti con il Vanni, ma del Pacciani ho paura. Fin dalla prima volta in cui io mi presentai spontaneamente volevo dare il mio contributo per fare conoscere quello che sapevo perché lo ritenevo un dovere civile, però volli l'assicurazione che l'atto sarebbe rimasto segreto. Mia moglie mi aveva detto di contare fino a dieci prima di presentarmi a voi, ma io ho contato fino a sette. Voi fate i magistrati, ma io faccio l'artigiano.”
Il 23 maggio, durante il processo a Pietro Pacciani riferì che l'imputato gli aveva raccontato d'essere andato a caccia di fagiani di notte - "cascavano giu' dagli alberi come sassi"- gli aveva detto.
Nell'udienza dell'8 giugno 1994 dichiarò: "Mi riorganizzo un attimo le idee. Allora, la sera del delitto io tornavo dalla montagna con degli amici e passai da via degli Scopeti perchè dannatamente la superstrada era chiusa. Che fosse quella sera è certo perchè il giorno dopo sentii il racconto del ragazzo che aveva trovato i corpi e mi dissi: «Porca miseria, son passato di lì ieri sera». Passano gli anni, vien fuori che Pacciani è sospettato. E io mi ricordo che quella sera, al bivio di Chiesanuova, avevo incrociato una Ford Fiesta su cui c'era il Pacciani con un'altra persona. Erano in due, son sicuro. Mi ricordo che pensai: «Pietro gli è andato dalla Trittrilla (Maria Antonietta Sperduto ndr)»." Alla domanda del PM se fosse certo d'aver riconosciuto il Pacciani rispose: "Attenzione, io sono convinto come Nesi Lorenzo che era Pacciani, non l'ho detto prima perchè per me sono sicuro, per il tribunale forse c'era un venti-trenta per cento di dubbio. Ma quando Pacciani, quel giorno che ho salito quei tre scalini per venir qui a testimoniare, ha fatto finta di non conoscermi, allora mi son detto: «Lo ha fatto perchè temeva che raccontassi che quella sera lo avevo visto». Ecco, questo mi ha fatto perdere quel venti per cento di dubbio."
Quando il primo novembre 1994, Pietro Pacciani fu condannato alla pena di sette ergastoli poichè riconosciuto colpevole di sette degli otto duplici omici compiuti dal "mostro di Firenze", Lorenzo Nesi rilasciò un'intervista in cui riferì: "Credo che non sia finita qui, molte cose debbono ancora venire fuori, elementi che gli inquirenti sanno ma non hanno potuto produrre in aula. Ci sono tre, quattro persone che sanno, che non hanno parlato e sono in grado di agire, colpire..."
Nella foto il bivio per Chiesanuova.
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