martedì 6 ottobre 2009

Udienza del 20 maggio 1999 - 2

Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 20 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 1

Procuratore Generale: Il possesso della 128, questo elemento considerato da tutti fondamentale gli va messo almeno, almeno, uno o due punti interrogativi. Riscontri oggettivi su Scopeti. Che a distanza di anni che uno abbia sentito un colpo, due colpi invece che cinque, invece che sette o nove è perfettamente normale ma qui non si tratta del numero di colpi ma di descrizioni, come per la 128, si adegua all'evolversi della situazione. I proiettili vengono visti sparati addosso al francese che corre e poi viceversa li ritroviamo lì dov'erano, davanti alla tenda; francese che viene sparato dopo che l'ha preso per il collo e poi si cambia idea e spunta la lucina. Quindi se mi ricordo oggi una cosa, domani me ne ricordo un'altra, mi sta benissimo, ma se i ricordi si contraddicono perchè si cambia versione dei fatti, allora sotto il profilo penale, se uno mi racconta un fatto, pace, ma se da certe dichiarazioni bisogna arrivare ad un giudizio di colpevolezza o non colpevolezza allora secondo me bisogna andarci con i piedi di piombo per il principio del favor rei. Anche a Vicchio le versioni sono parecchie, prima escono dalla macchina vanno a guardare, tornano indietro, pigliano la pistola e il coltello, poi lì c'è un fiume e questo coltello che non è mai stato lavato, viene lavato lì dove c'è la possibilità di farlo, ma per fare questa operazione devono attraversare la strada. Nel delitto di Vicchio, nemmeno le ore quadrano, intanto incroci di macchine, Lotti non ce ne dice; la Frigo colloca le due automobili in un orario incompatibile, all'una di notte. Un riscontro a questa dichiarazione della via di fuga secondo me non la troviamo nella Frigo e nemmeno nelle dichiarazioni Caini/Martelli . Indicare il casolare, se io ci sono stato in un casolare io vi porto da qualsiasi parte, perche se per caso sono stato nella campagna di Pavia e voglio dirvi qualcosa su Pavia mi ricorderò del casolare, ma se uno si muove per la campagna come si muoveva Lotti, aver indicato questo casolare, non è, secondo me, un elemento di riscontro perchè la descrizione di quel casolare è vaga. Riscontro che fa la sentenza, "quanto al Pacciani stessa arma", l'argomento mi pare debole perchè allora pigliate tutti gli altri omicidi metteteli nel mucchio e per questa strada abbiamo la prova su tutto. L'interessamento del Vanni sulla piazzola di Vicchio, devo trovare riscontri alle dichiarazioni di Lotti, interessamento del Vanni alla piazzola di Vicchio, mi finisce col riportare al Lotti e posso semplicemente attaccarmi alla risposta che Vanni da in argomento, che insomma di Vicchio ne hanno parlato ma a lui l'operazione "non interessava" ma qua il discorso si spiega; se uno non vuol parlare dice: "a me di vicchio non mi ha parlato", punto e basta, ma che questi al bar si vedessero tutti i giorni e si parlavano tutti i giorni è un fatto certo e siccome avevano certi interessi, il fatto che Lotti ha visto una coppietta amoreggiare dentro questa Panda e ne parla al bar non è ancora dimostrato, questo interessamento del Vanni alla piazzola di vicchio. Quanto agli altri duplici omicidi Baccaiano e Giogoli, dice la sentenza, si ricava dalla perizia De Fazio, da Scopeti e da Vicchio, anche se nulla si può dire sulle esciussioni che non vi sono state e mi sembra che così dicendo si riconosca un'assenza di riscontri esterni. Vi è poi la lettera Nesi, ricevuta da Vanni, il quale ha precisato la data, fine del '91, ci sono un sacco di lettere che escono dal carcere, Pacciani è in carcere condannato per fatti relativi alle figlie, però ad un certo punto, riceve un'informazione di garanzia per i reati di questo processo e quindi può esserci. E' stato in carcere dal 30 maggio '87 al 6 dicembre '91, il 29 ottobre riceve l'informazione di garanzia. Di questa lettera ne sappiamo ben poco, così come non si sa se la lettera strappata, della quale si è parlato con l'avvocato, ma della quale non conosciamo il contenuto, non possiamo dire, come si dice in sentenza, che la fretta di andare dalla Angiolina accompagnato sotto la pioggia dal Nesi Lorenzo, dimostra l'urgenza di recarsi a casa. E che doveva fare? Doveva far sparire qualche cosa? E che cosa doveva far sparire? La pistola. Ma se avessimo avuto questa lettera allora questo sarebbe stato un elemento forte, ma questa lettera non l'abbiamo e di questa lettera si dice parli di "gravi fatti di sangue", dall'altra parte si dice che il Pacciani avrebbe rimproverato Vanni "Tu parli troppo" io non ho trovato da nessuna parte qualche elemento di conforto a questa faccenda. Poi c'è la storia Calamosca, che sarebbe stato incaricato da Pacciani di ammazzare eccetera eccetera, perchè Pacciani è in carcere, "ammazza qualcheduno così mi fai uscire", com'è successo altre volte, ma è una storia che è rimasta affidata al racconto nebuloso del Calamosca. Per Calenzano i riscontri sono ancora di meno, il riscontro si limita al Pucci che dice "hanno morto anche quelli di Calenzano" e poi ci sono le dichiarazioni del Lotti. Tra dichiarazioni rese in istruttoria, in incidente probatorio, e in dibattimento ci sono anche contraddizioni, la più grave secondo me è quando dice che lui non sa nulla del perchè fossero andati a casa del Giovanni e soltanto dopo verrà fuori che sono andati a casa del Giovanni per lavarsi le mani. Son risposte che a mio avviso vengono date lì per lì, quindi pur considerando il Lotti un teste attendibile, questi riscontri esterni li posso andare a trovare sul Pucci. Secondo me il Pucci del dibattimento non può essere utilizzato a riscontro di dichiarazioni.
Segue...

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