Nel 1996 quando entrò da accusato nel processo ai "compagni di merende" aveva 76 anni, era nato a Calenzano (FI) il 17 agosto 1920. Ex rappresentante di ceramiche, negli anni '50 era stato anche assessore comunista a Calenzano, il comune alle porte di Firenze in cui viveva con la moglie. Il 30 giugno 1990 fu sfiorato dalle indagini che riguardavano Pietro Pacciani, quando venne effettuata una perquisizione presso la sua abitazione. Gli investigatori scrissero nel verbale: "Nel corso della perquisizione veniva rilevato materiale cartaceo e altro (falli di gomma e di legno non chè riviste pornografiche) che il Faggi spontaneamente consegnava agli uffici di P.S. procedenti per gli accertamenti di rito. Ad ogni buon conto si evidenzia che su un foglio di calendario, relativo al 1977, e precisamente nella pagina del mese di ottobre, al giorno 3 - lunedì - è scritto e sottolineato il nome di Pacciani Pietro San Casciano. Si da atto che il materiale di cui sopra sarà trattenuto in questo ufficio il tempo strettamente necessario al suo esame e successivamente sarà riconsegnato al sopracitato Faggi." A confermare l'amicizia di vecchia data tra i due, una cartolina con timbro postale 19.3.1979 trovata presso l'abitazione di Mercatale di Pacciani che recava scritto: "Caro Pietro, sono stato fuori da Toscana a lavorare. Ti ricordo sempre con tanto piacere. Fammi sapere se posso venire a trovarti per quel tuo amico che aveva bisogno di (pavimenti e rivestimenti). Sentimi, dimmi quando devo venire, il giorno e l'ora pressappoco e dove. Nuovamente ti saluto tanto dal tuo amico Faggi Giovanni. Inoltre un biglietto giunto a Pacciani tramite posta con timbro 16.3.1979 in cui si leggeva: "dimmi se ti è andata bene la tuta che ti portai. Ti saluto tanto. Faggi Giovanni".
Fu accusato, da Fernando Pucci e Giancarlo Lotti, di aver assistito agli omicidi avvenuti a Travalle e Scopeti ed il 15 maggio 1996 fu emesso un avviso di garanzia per vilipendio di cadavere, porto illegale di arma e concorso in omicidio per i delitti del "mostro di Firenze" ed un nuovo decreto di perquisizione in quanto c'era "il fondato motivo di ritenere che presso l'abitazione di Giovanni Faggi, comprese pertinenze e autovetture e in ogni altro luogo che nel contesto risulti in disponibilità del medesimo e sulla sua persona possono rinvenirsi cose o documenti o quanto altro pertinente ai reati in ordine ai quali sono in corso le indagini". Gli uomini della squadra mobile sequestrarono soldi, libretti bancari ed agende telefoniche degli anni Settanta e Ottanta. Su di un'agenda del 1981 fu trovato scritto: "bella gita a Travalle".
Il primo luglio 1996 fu arrestato e condotto presso il carcere di Firenze, poichè secondo la richiesta del provvedimento restrittivo del Pubblico Ministero "I principali sviluppi sono dovuti, non tanto alle modestissime ma non trascurabili ammissioni del Vanni nel corso degli interrogatori resi dopo la adozione nei suoi confronti della misura cautelare in carcere, ma, soprattutto, dalle sempre più ampie e circostanziate dichiarazioni rese da Lotti Giancarlo e da Pucci Ferdinando nonchè da persone informate sui fatti recentemente individuate e ancora dalla intensa e incisiva attività di riscontro della Squadra Mobile della questura di Firenze". Durante gli interrogatori minimizzò circa la sua frequentazione di Pietro Pacciani: "io il Pacciani l'ho incontrato quando s'ando a pescare, quella volta a pesca nel 1977, mi pare che fosse verso l'80, quando si andò a pescare, i tempi sono stati lunghi, però io ho la certezza massima che io per caso, senza che lo conoscessi, dandolo il tavolino, il gomito, ci si trovò per caso a mangiare." Riguardo quanto riferito da Lotti e Pucci dichiarò: "...questa è una storia che a me non mi riguarda affatto, per niente perchè io a San Casciano mai stato nè a merende nè (...) poi di notte io non uscivo mai". Relativamente all'annotazione riguardo Travalle disse: "si vede m'è venuto l'espressione in base al tempo e via di seguito, che cosa le devo dire, dottore? Era un'espressione così che si può fare in tante occasioni di dire bella girata a Travalle o bella mangiata eccetera eccetera". Il 7 agosto 1996 il tribunale del riesame, data l'età dell'imputato, fissò la durata della detenzione in 90 giorni. I primi di novembre uscì di carcere ed il 24 marzo 1998 la Corte d'Assise lo assolse per non aver commesso il fatto. L'assoluzione fu confermata dal processo d'appello.
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