Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 19 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.
Espletate le formalità di rito il presidente, Arturo Cindolo, fa entrate il teste Roberto Longo che nel 1985 era titolare dell'agenzia assicurativa All Secures Preservatrice. Al teste viene mostrata una polizza intestata a Giancarlo Lotti relativa ad una Fiat 124. Questi riconosce la polizza come emessa dal suo ufficio benchè a San Casciano le pratiche fossero gestite da Meri Bellini, dell'autofficina Bellini. Il Presidente chiede al teste se prima di volturare una polizza venivano chiesti indietro il certificato ed il contrassegno di assicurazione. Il signor Longo risponde che la prassi prevedeva il ritiro del vecchio certificato e del vecchio tagliando onde evitare che la compagnia dovesse coprire eventuali sinistri relativi a due vetture benchè il premio incassato si riferisse ad un solo mezzo. Il teste non esclude però che con i clienti noti venisse emessa la nuova polizza senza disporre dei documenti del precedente veicolo. Il Presidente congeda il teste e passa la parola al Procuratore Generale per la requisitoria.
Procuratore Generale: - Vanni Mario risponde di 5 duplici omicidi, quelli dall'81 all'85. Lotti Giancarlo risponde di 4 duplici omicidi dall'82 all'85. Faggi Giovanni è stato assolto da 2 omicidi per i quali è stato tratto in giudizio, quello dell'81 a Calenzano e quello dell'85 degli Scopeti. Rispondono poi di associazione a delinquere e dei reati relativi alle armi, ma per le armi ormai sono rimaste soltanto la pistola ed il coltello. Come si è arrivati, dopo un processo indiziario, ai nuovi imputati? Per lungo tempo si è pensato sempre ad una sola persona come autore di questi reati, c'era la perizia De Fazio, c'erano teorie scientifiche che escludevano che questi omicidi potessero essere stati commessi da una persona con dei complici. Le indagini furono avviate su indicazione dei giudici. Il PM si attivò e delegò le indagini alla Polizia giudiziaria. Vi fu una rilettura degli atti ed un recupero di certi testimoni fino ad incastrare tutti i passaggi. Uno dei punti di partenza è ad esempio la dichiarazione di Lorenzo Nesi nel processo Pacciani. Questi incrociò (la sera del duplice delitto di Scopeti n.d.r.) una automobile e riconobbe Pacciani alla guida, non ha riconosciuto altri ma su quell'auto ha visto due persone. Quindi già si diceva ci potesse essere il sospetto che l'autore non fosse una sola persona ma che si giovasse della collaborazione anche di altri. Si sono fatte intercettazioni su Vanni per i suoi rapporti di amicizia, di frequentazione con Pacciani, è un dato pacifico, per alcune dichiarazioni dei genitori di Pia Rontini, per certe dichiarazioni di Santoni Paolo che aveva riferito di aver visto il Vanni a Vicchio. Lotti entra in scena il 19 luglio 1990, durante questo esame è tutto un "non ricordo" circa i suoi rapporti con Pacciani, viene risentito dalla Polizia, informalmente, il 21 luglio 1994 e con un verbale il 26 luglio del '94 e poi il 15 dicembre 1995. Da questi interrogatori salta fuori il nome di Filippa Nicoletti, che di tanto in tanto si accompagnava al Lotti e una volta anche col Vanni. Intercettazioni per Nicoletti Filippa, che il 27 novembre '95 al PM aveva negato di conoscere sia Vanni che Pacciani, aveva detto di conoscere e frequentare saltuariamente un amico di Vanni e Pacciani: Giancarlo Lotti. Il 15 dicembre '95 Giancarlo Lotti fa il nome di Gabriella Ghiribelli e parla di una lettera che aveva ricevuto il Vanni, mittente il Pacciani e di telefonate nella stessa direzione. In questo esame del 15 dicembre '95, Lotti riferisce che Vanni ha paura di Pacciani e fa riferimento ad un episodio specifico, Vanni che vede passare Pacciani, si alza e se ne va, "torniamo indietro che non lo voglio incontrare a Pacciani". E questo episodio trova registrazione scritta perchè quelli che formavano la SAM, in una annotazione di servizio, fanno riferimento proprio a questo episodio. Il 16 dicembre viene intercettata una conversazione tra Lotti e Nicoletti. Lotti dice di conoscere Pacciani tanto dall'essere stato anche a casa sua e che tanti anni fa aveva una 128 coupè di colore rosso. La Polizia acchiappa la Ghiribelli e la interroga il 21 dicembre del '95. Interroga la Ghiribelli, questa torna a casa, piglia il telefono e parla con la Nicoletti. Parlano dell'interrogatorio subito e dice all'amica: "io l'unica cosa che posso dire è che una macchina arancione l'ho vista sotto le luci piccole, piccole di strada, sai è una strada piccola, potrebbe essere stata anche arancione, rossa, scodata di dietro". Il 23 dicembre '95 la Gabriella ritelefona alla Filippa e ad un certo punto la Gabriella si dichiara meravigliata che Lotti non ha fatto ancora il nome di Fernando. Chi è questo Fernando si chiedono gli inquirenti? E allora richiamano la Ghiribelli. Fernando è un suo cliente e faceva coppia fissa col Lotti. Proprio in questo interrogatorio salta fuori che la donna ha visto, la notte dell'8 settembre, quando vengono ammazzati i due turisti francesi, questa cosa, transitando da quel posto aveva notato ferma al margine destro della strada che porta agli Scopeti questa macchina rossa, luci spente, tipo sportivo, coda tronca. Immediatamente convocato, mentre la Ghiribelli è ancora lì, Norberto Galli, amico della donna, conferma il racconto. La Polizia convoca Pucci e siamo al 2 gennaio ’96, questi dichiara: “rientrando da Firenze, una domenica sera, ci fermammo alla piazzola di Scopeti per un bisogno fisiologico, c’era una tenda, cerano due persone”. Il 9 febbraio il Pucci fa i nomi degli sconosciuti e fa i nomi di Vanni e Pacciani. L’11 febbraio viene risentito Lotti dal PM, Lotti parla della Filippa, della Gabriella Ghiribelli e riferisce qualche cosa anche delle telefonate, cioè che prima dell’ultimo Natale, quello del 1995, per telefono, la Ghiribelli lo aveva trattato male perché secondo la donna, dice: “perché hai fatto il mio nome alla Questura che m’ha convocato?” e poi le faranno una perquisizione, perquisizione della quale la donna si lamenta ancora con il Lotti in un’altra occasione. Per telefono la Ghiribelli chiede a Lotti di incontrarsi. Si incontrano verso Piazza S. Croce, perché tra le tante abitazioni di questa signora ce n’è una vicino alla Biblioteca. In questo incontro gli fa il rimprovero. Ritornando al Lotti che parla l’11 febbraio ’96, c’è la famosa questione “che auto hai avuto” e lui fa un elenco e se le ricorda, la 850 bianca, una mini gialla, una 124 gialla, una 124 celeste e per ultima una 131 rossiccio sbiadito. Gli chiedono: “ma hai posseduto una 128 sportiva sul rossiccio?”, “Si è vero, me ne ero dimenticato. L’ho avuta prima del 131 rossa” e questo non è vero perché dopo la 128 rossa ha avuto la 124 blu o celeste. Anche la Nicoletti si lamenta di essere stata chiamata in Questura, dice Lotti al PM ed è a questo punto che il PM contesta al Lotti che la sua Fiat 128 coupè, quella domenica era stata vista in Via degli Scopeti, dopo le 23,00. Prima dichiarazioni del Lotti: “la macchina non era la mia, se dico no è no”, “hai paura di qualcuno?”, “non ho paura”. Riparla del bisogno fisiologico che li ha portati a fermarsi per combinazione davanti all’imbocco della piazzola, rinnova il racconto dei due che li minacciano e non fa nessun nome. Vi risparmio tutta la storia dei vibratori che vengono agitati continuamente in queste carte processuali e però devo segnalare che proprio in questa data, febbraio ’96, al Lotti viene mostrato il fascicolo fotografico del duplice omicidio del 1985, Scopeti. Viene quindi sentito Pucci, e viene organizzato un confronto Lotti/Pucci. Poi viene risentito Lotti, e gli vengono lette le dichiarazioni rese dal Pucci. Il 13 febbraio ’96 Lotti viene portato sui luoghi per chiarire sugli spostamenti della domenica 8 settembre ’85 a Scopeti. Ancora una volta, Lotti racconta le cose in maniera tale da chiamarsi fuori da tutto e siamo al 13 febbraio ’96. Viene risentito il 17 febbraio sui rapporti con la Nicoletti e questa volta tira fuori la storia dell’aver fatto all’amore con la Nicoletti a Vicchio, dalle parti della casa del prosciutto. Da quelle parti c’è stato anche col Pucci nell’estate del 1984. Il 18 febbraio 1996 con la polizia giudiziaria, Lotti va a Vicchio, partendo dalla casa della Nicoletti, dai verbali si legge che è Lotti che conduce i poliziotti sul luogo dell’omicidio. C’è un altro esame il 21 febbraio ’96, Lotti non dice nulla di particolare, ma dice di non aver mai guardato coppiette a Bacchiano, non riconosce la foto di Faggi, non gli dice nulla il nome di Spalletti Enzo.
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Espletate le formalità di rito il presidente, Arturo Cindolo, fa entrate il teste Roberto Longo che nel 1985 era titolare dell'agenzia assicurativa All Secures Preservatrice. Al teste viene mostrata una polizza intestata a Giancarlo Lotti relativa ad una Fiat 124. Questi riconosce la polizza come emessa dal suo ufficio benchè a San Casciano le pratiche fossero gestite da Meri Bellini, dell'autofficina Bellini. Il Presidente chiede al teste se prima di volturare una polizza venivano chiesti indietro il certificato ed il contrassegno di assicurazione. Il signor Longo risponde che la prassi prevedeva il ritiro del vecchio certificato e del vecchio tagliando onde evitare che la compagnia dovesse coprire eventuali sinistri relativi a due vetture benchè il premio incassato si riferisse ad un solo mezzo. Il teste non esclude però che con i clienti noti venisse emessa la nuova polizza senza disporre dei documenti del precedente veicolo. Il Presidente congeda il teste e passa la parola al Procuratore Generale per la requisitoria.
Procuratore Generale: - Vanni Mario risponde di 5 duplici omicidi, quelli dall'81 all'85. Lotti Giancarlo risponde di 4 duplici omicidi dall'82 all'85. Faggi Giovanni è stato assolto da 2 omicidi per i quali è stato tratto in giudizio, quello dell'81 a Calenzano e quello dell'85 degli Scopeti. Rispondono poi di associazione a delinquere e dei reati relativi alle armi, ma per le armi ormai sono rimaste soltanto la pistola ed il coltello. Come si è arrivati, dopo un processo indiziario, ai nuovi imputati? Per lungo tempo si è pensato sempre ad una sola persona come autore di questi reati, c'era la perizia De Fazio, c'erano teorie scientifiche che escludevano che questi omicidi potessero essere stati commessi da una persona con dei complici. Le indagini furono avviate su indicazione dei giudici. Il PM si attivò e delegò le indagini alla Polizia giudiziaria. Vi fu una rilettura degli atti ed un recupero di certi testimoni fino ad incastrare tutti i passaggi. Uno dei punti di partenza è ad esempio la dichiarazione di Lorenzo Nesi nel processo Pacciani. Questi incrociò (la sera del duplice delitto di Scopeti n.d.r.) una automobile e riconobbe Pacciani alla guida, non ha riconosciuto altri ma su quell'auto ha visto due persone. Quindi già si diceva ci potesse essere il sospetto che l'autore non fosse una sola persona ma che si giovasse della collaborazione anche di altri. Si sono fatte intercettazioni su Vanni per i suoi rapporti di amicizia, di frequentazione con Pacciani, è un dato pacifico, per alcune dichiarazioni dei genitori di Pia Rontini, per certe dichiarazioni di Santoni Paolo che aveva riferito di aver visto il Vanni a Vicchio. Lotti entra in scena il 19 luglio 1990, durante questo esame è tutto un "non ricordo" circa i suoi rapporti con Pacciani, viene risentito dalla Polizia, informalmente, il 21 luglio 1994 e con un verbale il 26 luglio del '94 e poi il 15 dicembre 1995. Da questi interrogatori salta fuori il nome di Filippa Nicoletti, che di tanto in tanto si accompagnava al Lotti e una volta anche col Vanni. Intercettazioni per Nicoletti Filippa, che il 27 novembre '95 al PM aveva negato di conoscere sia Vanni che Pacciani, aveva detto di conoscere e frequentare saltuariamente un amico di Vanni e Pacciani: Giancarlo Lotti. Il 15 dicembre '95 Giancarlo Lotti fa il nome di Gabriella Ghiribelli e parla di una lettera che aveva ricevuto il Vanni, mittente il Pacciani e di telefonate nella stessa direzione. In questo esame del 15 dicembre '95, Lotti riferisce che Vanni ha paura di Pacciani e fa riferimento ad un episodio specifico, Vanni che vede passare Pacciani, si alza e se ne va, "torniamo indietro che non lo voglio incontrare a Pacciani". E questo episodio trova registrazione scritta perchè quelli che formavano la SAM, in una annotazione di servizio, fanno riferimento proprio a questo episodio. Il 16 dicembre viene intercettata una conversazione tra Lotti e Nicoletti. Lotti dice di conoscere Pacciani tanto dall'essere stato anche a casa sua e che tanti anni fa aveva una 128 coupè di colore rosso. La Polizia acchiappa la Ghiribelli e la interroga il 21 dicembre del '95. Interroga la Ghiribelli, questa torna a casa, piglia il telefono e parla con la Nicoletti. Parlano dell'interrogatorio subito e dice all'amica: "io l'unica cosa che posso dire è che una macchina arancione l'ho vista sotto le luci piccole, piccole di strada, sai è una strada piccola, potrebbe essere stata anche arancione, rossa, scodata di dietro". Il 23 dicembre '95 la Gabriella ritelefona alla Filippa e ad un certo punto la Gabriella si dichiara meravigliata che Lotti non ha fatto ancora il nome di Fernando. Chi è questo Fernando si chiedono gli inquirenti? E allora richiamano la Ghiribelli. Fernando è un suo cliente e faceva coppia fissa col Lotti. Proprio in questo interrogatorio salta fuori che la donna ha visto, la notte dell'8 settembre, quando vengono ammazzati i due turisti francesi, questa cosa, transitando da quel posto aveva notato ferma al margine destro della strada che porta agli Scopeti questa macchina rossa, luci spente, tipo sportivo, coda tronca. Immediatamente convocato, mentre la Ghiribelli è ancora lì, Norberto Galli, amico della donna, conferma il racconto. La Polizia convoca Pucci e siamo al 2 gennaio ’96, questi dichiara: “rientrando da Firenze, una domenica sera, ci fermammo alla piazzola di Scopeti per un bisogno fisiologico, c’era una tenda, cerano due persone”. Il 9 febbraio il Pucci fa i nomi degli sconosciuti e fa i nomi di Vanni e Pacciani. L’11 febbraio viene risentito Lotti dal PM, Lotti parla della Filippa, della Gabriella Ghiribelli e riferisce qualche cosa anche delle telefonate, cioè che prima dell’ultimo Natale, quello del 1995, per telefono, la Ghiribelli lo aveva trattato male perché secondo la donna, dice: “perché hai fatto il mio nome alla Questura che m’ha convocato?” e poi le faranno una perquisizione, perquisizione della quale la donna si lamenta ancora con il Lotti in un’altra occasione. Per telefono la Ghiribelli chiede a Lotti di incontrarsi. Si incontrano verso Piazza S. Croce, perché tra le tante abitazioni di questa signora ce n’è una vicino alla Biblioteca. In questo incontro gli fa il rimprovero. Ritornando al Lotti che parla l’11 febbraio ’96, c’è la famosa questione “che auto hai avuto” e lui fa un elenco e se le ricorda, la 850 bianca, una mini gialla, una 124 gialla, una 124 celeste e per ultima una 131 rossiccio sbiadito. Gli chiedono: “ma hai posseduto una 128 sportiva sul rossiccio?”, “Si è vero, me ne ero dimenticato. L’ho avuta prima del 131 rossa” e questo non è vero perché dopo la 128 rossa ha avuto la 124 blu o celeste. Anche la Nicoletti si lamenta di essere stata chiamata in Questura, dice Lotti al PM ed è a questo punto che il PM contesta al Lotti che la sua Fiat 128 coupè, quella domenica era stata vista in Via degli Scopeti, dopo le 23,00. Prima dichiarazioni del Lotti: “la macchina non era la mia, se dico no è no”, “hai paura di qualcuno?”, “non ho paura”. Riparla del bisogno fisiologico che li ha portati a fermarsi per combinazione davanti all’imbocco della piazzola, rinnova il racconto dei due che li minacciano e non fa nessun nome. Vi risparmio tutta la storia dei vibratori che vengono agitati continuamente in queste carte processuali e però devo segnalare che proprio in questa data, febbraio ’96, al Lotti viene mostrato il fascicolo fotografico del duplice omicidio del 1985, Scopeti. Viene quindi sentito Pucci, e viene organizzato un confronto Lotti/Pucci. Poi viene risentito Lotti, e gli vengono lette le dichiarazioni rese dal Pucci. Il 13 febbraio ’96 Lotti viene portato sui luoghi per chiarire sugli spostamenti della domenica 8 settembre ’85 a Scopeti. Ancora una volta, Lotti racconta le cose in maniera tale da chiamarsi fuori da tutto e siamo al 13 febbraio ’96. Viene risentito il 17 febbraio sui rapporti con la Nicoletti e questa volta tira fuori la storia dell’aver fatto all’amore con la Nicoletti a Vicchio, dalle parti della casa del prosciutto. Da quelle parti c’è stato anche col Pucci nell’estate del 1984. Il 18 febbraio 1996 con la polizia giudiziaria, Lotti va a Vicchio, partendo dalla casa della Nicoletti, dai verbali si legge che è Lotti che conduce i poliziotti sul luogo dell’omicidio. C’è un altro esame il 21 febbraio ’96, Lotti non dice nulla di particolare, ma dice di non aver mai guardato coppiette a Bacchiano, non riconosce la foto di Faggi, non gli dice nulla il nome di Spalletti Enzo.
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