Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 19 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.
Segue dalla parte 1
Il 4 marzo '96, Lotti viene sentito dalla polizia giudiziaria su Vicchio. Il 6 marzo, al PM, Lotti dice che ha ripensato a lungo ai fatti di cui è stato testimone e vuole precisare altri particolari sull'omicidio degli Scopeti. Le cose essenziali che dice in questo nuovo esame testimoniale: "Vidi il Vanni che con il coltello che aveva in mano tagliava la tenda verticalmente da una parte e subito dopo entrava dentro, vidi quindi il Pacciani che apriva la tenda dalla parte opposta e subito dopo il giovane che usciva verso il bosco e il Pacciani che gli andava dietro. Vidi quindi che dal dietro il Pacciani teneva con un braccio il giovane e con l'altra mano lo colpiva all'altezza del collo, mi sembra con un coltello, vidi anzi che lo colpiva più volte, la prima volta da dietro all'altezza del collo e la seconda volta più in basso all'altezza del petto, dopo questi colpi il giovane cadde e anche il Pacciani si abbassò, dopo questa scena vidi che il Pacciani tornava indietro verso la tenda, dove vidi che era già entrato il Vanni, ebbi modo di vedere che i due stettero nella tenda per diversi minuti forse una decina, vidi quindi che entrambi uscivano dalla tenda e il Pacciani aveva in mano come una specie di fagotto, forse era una busta, mi sembra scura, non so di che tipo esatto perchè dato il colore non riuscii a capire bene che cosa era. Vidi quindi che entrambi, Vanni e Pacciani, si dirigevano dentro il bosco. Vidi che Fernando era rimasto indietro rispetto a me e lo ritrovai vicino alla macchina. Tornando verso San Casciano Fernando mi disse che era meglio andare dai carabinieri ma io gli dissi di no". Gli chiede il PM: "ma hai sentito sparare?" e lui risponde di aver sentito solo un paio di colpi o pochi di più. Continua: "Voglio precisare che all'inizio cioè quando abbiamo visto i due, che ho poi riconosciuto in Pacciani e Vanni, nei modi che ho detto, c'è stato detto di andarcene mentre io e Fernando eravamo quasi vicini alla mia macchina uno ha detto all'altro: "stai zitti sennò ci riconoscono" e ho sentito l'altro che diceva: "Si, stiamo zitti sennò ci riconoscono". In quel momento non riconobbi le voci, i due, come ho già detto, li riconobbi quando alzai i fari. Qualche giorno dopo l'omicidio incontrai il Vanni, buttai il discorso sull'omicidio di cui tutti parlavano in quei giorni per vedere se mi avesse riconosciuto. Mario mi rispose: " no, ma tu parli troppo". Allora io gli dissi: "io mica dico che sei stato tu" e Mario mi rispose: "con te non ci parlo perchè tuvvuoi sapere troppe cose". Io quindi gli parlai ancora della cosa per vedere se lui, voleva parlare di quella notte ma lui non ne volle sapere e mi disse esplicitamente: "con te non si può parlare". Io allora ancora per vedere se mi diceva qualcosa gli dissi, vedendolo preoccupato: "perchè ti preoccupi se non hai fatto nulla?". Lui è rimasto ancora più preoccupato per questi miei discorsi e mi disse "me ne vado via". L'11 marzo rifà un nuovo racconto e questa volta le cose cambiano un pò: "Il giorno prima del delitto Mario, che incontrai nel piazzone di San Casciano, mi disse "sei pronto?" ed io gli risposi: "pronto per che cosa?" e Mario mi disse "si deve andare con Pietro a fare un lavoretto a quella coppia". Io domandai: "come quella là di Vicchio?" e Mario mi rispose: "te non ti preoccupare che a te non succede nulla". Io quindi gli domandai: "A che ora andate da quelle parti?" E lui mi rispose: "verso le 11 di sera e aggiunse: "tu passi di lì, fai finta di fare pipì e guardi verso la strada e stai attento che non venga nessuno, sennò Pietro se vede qualcheduno si incazza". Io gli diedi l'assicurazione che avrei fatto come mi aveva chiesto. Nell'andata a Firenze mi fermai nei pressi della tenda per spiegare a Fernando che là, quella sera, Mario e Pacciani, avrebbero ucciso quei due. Fernando non ci credette e mi disse: "tu dici così per farmi paura" allora gli parlai di Vicchio. Fernando non ci credeva allora gli dissi: "tu vedrai stasera, quando si passa e ci si ferma. Il rimprovero di Pacciani e Vanni fu per la presenza di Pucci, che non volevano un estraneo, entrambi mi dissero: "è meglio per te se non parla perchè ci rimetti te". Mentre ero in quel posto ho notato alcune macchine passare per la strada ma non si sono fermate e se lo avessero fatto le avrei mandate via. Ricordo che qualche macchina anche rallentò, passando sotto la piazzola, ma vedendo ferma la mia macchina ed il Pucci fermo nei pressi proseguirono per la strada". Cioè è il Pucci, inconsapevole che ha fatto da palo perchè lui aveva paura ed è rimasto. Il Pucci dice che c'è rimasto mezz'ora ad aspettarlo fuori dall'automobile, ad aspettare il Lotti. La Ford del Pacciani era posteggiata dietro il muro accanto al cancello, è una macchina notata poi da una testimone dal nome complicato... Sharon... e non ricordo il cognome. Mario gli aveva detto al Lotti che le parti della donna che lui aveva asportato li aveva portati nel garage, mettendoli in un involto. Nelle precedenti dichiarazioni nell'involto c'erano le armi, quindi qua Lotti, che però e ancora testimone, disse: "Mario mi disse che Pacciani voleva farli mangiare alle figliole, ma non so se effettivamente lo abbia fatto". E qui viene fuori il discorso del mangiare dei cani dato alle figlie, episodio sembrerebbe vero quello lì, qualcheduno che gli aveva affidato a Pacciani il cane e gli aveva dato le scatolette...
In un interrogatorio del 26 aprile si riparla di Scopeti e Lotti dice che vide una macchina grossa e scura parcheggiata sul lato della strada dove lui aveva parcheggiato la sua macchina, non sa chi vi fosse dentro, quindi piazzola a destra, macchina del Lotti più avanti della piazzola, sulla destra, sulla sinistra, nascosta, un'altra automobile. Si arriva così all'incidente probatorio, 19 febbraio 1997. Su Scopeti Lotti debutta: "A questo punto ero belle dentro, nei giorni precedenti avevo visto la tenda che si vedeva appena dalla strada e ne parlai con Vanni e Vanni e Pacciani parlarono tra di loro che dovevano andare in questo posto e mi dettero appuntamento per le 11,00 di sera". Il PM chiede: "come mai ci andò con il Pucci?", e Lotti: "Il Fernando non ci credeva", il PM:"Ma ce lo volle portare per forza o ce lo volle portare?", "Io glielo dissi per la strada, non glielo dissi proprio quando si partì, di giorno si passò di lì e ci si soffermò". "Allora vi fermaste lei e il Pucci di giorno?" chiede il PM, risposta: "nel parlare così, lui non credeva a questo fatto qui", "cioè lei gli disse: stasera ci veniamo? Quei due ammazzano qualcuno? Gli fece un discorso così?", "Si, un discorso fatto così".
Segue...
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Il 4 marzo '96, Lotti viene sentito dalla polizia giudiziaria su Vicchio. Il 6 marzo, al PM, Lotti dice che ha ripensato a lungo ai fatti di cui è stato testimone e vuole precisare altri particolari sull'omicidio degli Scopeti. Le cose essenziali che dice in questo nuovo esame testimoniale: "Vidi il Vanni che con il coltello che aveva in mano tagliava la tenda verticalmente da una parte e subito dopo entrava dentro, vidi quindi il Pacciani che apriva la tenda dalla parte opposta e subito dopo il giovane che usciva verso il bosco e il Pacciani che gli andava dietro. Vidi quindi che dal dietro il Pacciani teneva con un braccio il giovane e con l'altra mano lo colpiva all'altezza del collo, mi sembra con un coltello, vidi anzi che lo colpiva più volte, la prima volta da dietro all'altezza del collo e la seconda volta più in basso all'altezza del petto, dopo questi colpi il giovane cadde e anche il Pacciani si abbassò, dopo questa scena vidi che il Pacciani tornava indietro verso la tenda, dove vidi che era già entrato il Vanni, ebbi modo di vedere che i due stettero nella tenda per diversi minuti forse una decina, vidi quindi che entrambi uscivano dalla tenda e il Pacciani aveva in mano come una specie di fagotto, forse era una busta, mi sembra scura, non so di che tipo esatto perchè dato il colore non riuscii a capire bene che cosa era. Vidi quindi che entrambi, Vanni e Pacciani, si dirigevano dentro il bosco. Vidi che Fernando era rimasto indietro rispetto a me e lo ritrovai vicino alla macchina. Tornando verso San Casciano Fernando mi disse che era meglio andare dai carabinieri ma io gli dissi di no". Gli chiede il PM: "ma hai sentito sparare?" e lui risponde di aver sentito solo un paio di colpi o pochi di più. Continua: "Voglio precisare che all'inizio cioè quando abbiamo visto i due, che ho poi riconosciuto in Pacciani e Vanni, nei modi che ho detto, c'è stato detto di andarcene mentre io e Fernando eravamo quasi vicini alla mia macchina uno ha detto all'altro: "stai zitti sennò ci riconoscono" e ho sentito l'altro che diceva: "Si, stiamo zitti sennò ci riconoscono". In quel momento non riconobbi le voci, i due, come ho già detto, li riconobbi quando alzai i fari. Qualche giorno dopo l'omicidio incontrai il Vanni, buttai il discorso sull'omicidio di cui tutti parlavano in quei giorni per vedere se mi avesse riconosciuto. Mario mi rispose: " no, ma tu parli troppo". Allora io gli dissi: "io mica dico che sei stato tu" e Mario mi rispose: "con te non ci parlo perchè tuvvuoi sapere troppe cose". Io quindi gli parlai ancora della cosa per vedere se lui, voleva parlare di quella notte ma lui non ne volle sapere e mi disse esplicitamente: "con te non si può parlare". Io allora ancora per vedere se mi diceva qualcosa gli dissi, vedendolo preoccupato: "perchè ti preoccupi se non hai fatto nulla?". Lui è rimasto ancora più preoccupato per questi miei discorsi e mi disse "me ne vado via". L'11 marzo rifà un nuovo racconto e questa volta le cose cambiano un pò: "Il giorno prima del delitto Mario, che incontrai nel piazzone di San Casciano, mi disse "sei pronto?" ed io gli risposi: "pronto per che cosa?" e Mario mi disse "si deve andare con Pietro a fare un lavoretto a quella coppia". Io domandai: "come quella là di Vicchio?" e Mario mi rispose: "te non ti preoccupare che a te non succede nulla". Io quindi gli domandai: "A che ora andate da quelle parti?" E lui mi rispose: "verso le 11 di sera e aggiunse: "tu passi di lì, fai finta di fare pipì e guardi verso la strada e stai attento che non venga nessuno, sennò Pietro se vede qualcheduno si incazza". Io gli diedi l'assicurazione che avrei fatto come mi aveva chiesto. Nell'andata a Firenze mi fermai nei pressi della tenda per spiegare a Fernando che là, quella sera, Mario e Pacciani, avrebbero ucciso quei due. Fernando non ci credette e mi disse: "tu dici così per farmi paura" allora gli parlai di Vicchio. Fernando non ci credeva allora gli dissi: "tu vedrai stasera, quando si passa e ci si ferma. Il rimprovero di Pacciani e Vanni fu per la presenza di Pucci, che non volevano un estraneo, entrambi mi dissero: "è meglio per te se non parla perchè ci rimetti te". Mentre ero in quel posto ho notato alcune macchine passare per la strada ma non si sono fermate e se lo avessero fatto le avrei mandate via. Ricordo che qualche macchina anche rallentò, passando sotto la piazzola, ma vedendo ferma la mia macchina ed il Pucci fermo nei pressi proseguirono per la strada". Cioè è il Pucci, inconsapevole che ha fatto da palo perchè lui aveva paura ed è rimasto. Il Pucci dice che c'è rimasto mezz'ora ad aspettarlo fuori dall'automobile, ad aspettare il Lotti. La Ford del Pacciani era posteggiata dietro il muro accanto al cancello, è una macchina notata poi da una testimone dal nome complicato... Sharon... e non ricordo il cognome. Mario gli aveva detto al Lotti che le parti della donna che lui aveva asportato li aveva portati nel garage, mettendoli in un involto. Nelle precedenti dichiarazioni nell'involto c'erano le armi, quindi qua Lotti, che però e ancora testimone, disse: "Mario mi disse che Pacciani voleva farli mangiare alle figliole, ma non so se effettivamente lo abbia fatto". E qui viene fuori il discorso del mangiare dei cani dato alle figlie, episodio sembrerebbe vero quello lì, qualcheduno che gli aveva affidato a Pacciani il cane e gli aveva dato le scatolette...
In un interrogatorio del 26 aprile si riparla di Scopeti e Lotti dice che vide una macchina grossa e scura parcheggiata sul lato della strada dove lui aveva parcheggiato la sua macchina, non sa chi vi fosse dentro, quindi piazzola a destra, macchina del Lotti più avanti della piazzola, sulla destra, sulla sinistra, nascosta, un'altra automobile. Si arriva così all'incidente probatorio, 19 febbraio 1997. Su Scopeti Lotti debutta: "A questo punto ero belle dentro, nei giorni precedenti avevo visto la tenda che si vedeva appena dalla strada e ne parlai con Vanni e Vanni e Pacciani parlarono tra di loro che dovevano andare in questo posto e mi dettero appuntamento per le 11,00 di sera". Il PM chiede: "come mai ci andò con il Pucci?", e Lotti: "Il Fernando non ci credeva", il PM:"Ma ce lo volle portare per forza o ce lo volle portare?", "Io glielo dissi per la strada, non glielo dissi proprio quando si partì, di giorno si passò di lì e ci si soffermò". "Allora vi fermaste lei e il Pucci di giorno?" chiede il PM, risposta: "nel parlare così, lui non credeva a questo fatto qui", "cioè lei gli disse: stasera ci veniamo? Quei due ammazzano qualcuno? Gli fece un discorso così?", "Si, un discorso fatto così".
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