martedì 30 settembre 2014

Alberto Corsi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 11 dicembre 1997 - Sedicesima parte

Segue dalla quindicesima parte

P.M.: Senta, oltre che a quelle famose cene, le è capitato di vedere Lotti e Vanni nei bar? E nel caso positivo, in quali bar? Ovviamente dove lei...
Alberto Corsi: In tutti i bar di San Casciano.
P.M.: In tutti i bar di San Casciano...
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: ... le è capitato di vedere sia il Lotti che il Vanni?
Alberto Corsi: Che il Vanni, sì.
P.M.: E ce li può dire quali sono questi bar?
Alberto Corsi: Bar Turismo, Bar Centrale, Bar Sport... Io li ho visti in questi posti.
P.M.: Alla Cantinetta, li ha mai visti?
Alberto Corsi: Alla Cantinetta non li ho mai visti. Non la frequento io La Cantinetta.
P.M.: Le è mai capitato...
Alberto Corsi: Ho frequentato la Cantinetta, ma ci fa anche il ristorante, per mangiarci. Ma non per andare a bere.
P.M.: Le è mai capitato di averci visto il Vanni?
Alberto Corsi: Di averlo intravisto, non lo escludo, ma insomma, un ricordo particolare non ce l'ho.
P.M.: Ho capito. Senta ancora una cosa...
Alberto Corsi: Insomma, non ce l'ho, penso che ci sia anche un ricordo particolare, che la frequentava. Quindi, passando di lì, si vede.
P.M.: Lei ha accennato al fatto che, ad una determinata cena di cui ha portato le foto. Che, se non ho capito male, avvenuta, secondo il suo ricordo, fra il 10 e il 20 luglio del '90...
Alberto Corsi: Sì, no... Sì, scusi.
P.M.: Lei ha detto fra il 10 e il 20, no?
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: L'ho sentito da lei, io non lo so. Il Vanni non c'era perché era stato portato in Questura. Le chiedo: si ricorda dove fu fatta questa cena? Quale ristorante?
Alberto Corsi: A Valigondoli.
P.M.: È una località?
Alberto Corsi: Aspetti, eh, riguardo le fotografie, glielo dico. No, una località, una piccola frazione di San Casciano.
P.M.: Mi scusi, a casa di qualcuno in una casa, o in un ristorante?
Alberto Corsi: No, no, sempre in ristoranti. Non siamo mai andati in nessun casa.
P.M.: Le chiedo...
Alberto Corsi: Sempre nei ristoranti.
P.M.: ricorda il nome del ristorante?
Alberto Corsi: Credo che si chiami Valigondoli.
P.M.: E' l'unico ristorante...
Alberto Corsi: È l'unico che c'è, ma... son dieci case, eh.
P.M.: Bene. La mia domanda è...
Alberto Corsi: Sì, sì, è Valigondoli.
P.M.: ... ancora un'altra. Lei dice, quell'interrogatorio: "La cena dovrebbe essere avvenuta fra il 10 e il 20. Cioè, suppongo che sia avvenuta il 20 o il 19, addirittura, perché ho poi visto degli atti che era stata effettivamente portato in Questura il 19 luglio del '90. E ricordo che, alla cena, qualcuno disse che lo avevano portato in Questura.” È così?
Alberto Corsi: Sissignore.
P.M.: Lei ci può dire chi glielo disse...
Alberto Corsi: Lo disse...
P.M.: Che lo avevano portato in Questura?
Alberto Corsi: ... Fusi Dante e il Mazzei Mario, di sicuro. Mazzei, il suo cugino... Anzi, sono più preciso: il Mazzei Mario telefonò anche a casa. Il Vanni era tornato, gli disse: 'vieni alla cena, vengo a prenderti io.' E lui, testualmente disse: 'no, perché c'ho tutto lo stomaco scombussolato...', aggiunse anche qualche parola in più e...
P.M.: Le ricorda verso che ora può essere avvenuta questa telefonata in cui il Mazzei telefonava a Vanni e gli diceva: 'dai, vieni'?
Alberto Corsi: A queste cene si fa, comincian sempre verso le nove. Successivamente.
P.M.: Cioè
Alberto Corsi: Alle dieci, un lo so. Ma io, poi, della telefonata un lo so. Fu riferiva, questa telefonata.
P.M.: Se c'è stata veramente o no, non lo sa.
Alberto Corsi: Non lo so, no. Penso di sì, però.
P.M.: Perché, almeno da queste carte, risulta che fu portato in Questura alle 17... Portato, poi, non lo so. andò, fu sentito in Questura alle 17.20. quanto sia durato, non lo sappiamo. Io le chiedo nuovamente, lei dice di aver saputo...
Alberto Corsi: Si saprà, no? Perché quando si chiude l'interrogatorio, si sa, insomma... Quindi, si sa.
P.M.: Sì, mi scusi... Vediamo, se non c'è scritto, non ci si può far nulla né io, né lei. E continuo nel chiederle questo: lei che era stato portato in Questura e addirittura che poi era tornato e no voleva venire alla cena, da chi l'ha saputo?
Alberto Corsi: Lo sapemmo lì, a questa cena. Verso le dieci, l'undici, non lo so.
P.M.: Sì, da chi, scusi?
Avvocato Zanobini: Lo ha detto.
P.M.: Lo chiedo se...
Alberto Corsi: Ho fatto anche il nome e cogno...
Avvocato Zanobini: Allora, richiederglielo la seconda volta, come mi diceva a me... Ma l'ha già bell'e detto.
Alberto Corsi: Ho detto: Mazzei Mario e... Fusi Dante. In particolare che è uno dei testi che vien qui e che avrà modo anche di chiederglielo direttamente. È uno dei miei testi.
P.M.: Be', sono i testi della...
Avvocato Zanobini: Si, sì, va bene...
P.M.: E...
Alberto Corsi: :Come, 'sono testi' ?...
Avvocato Zanobini: No, non ti preoccupare.
P.M.: No, era il concetto "I miei testi".
Presidente: Sì, sono testi che adduce lei. Va bene?
P.M.: Allora...
Alberto Corsi: Sì.
Presidente: E può farlo benissimo. Come noi
Alberto Corsi: Son di tutti, ora, sì. Però...
P.M.: E' un suo diritto, è un suo diritto. E io volevo di cercare di capire se l'elemento che le fa dire 19 luglio sono queste conversazioni con questi due signori: Mazzei e quest'altro.
Alberto Corsi: No, no. Io ancora non avevo parlato con quei signori, quando io risalii a Giuttari. Io dico: secondo me queste... il Vanni venne da me nel '90, inizi '90, inizi anni '90. Io me lo ricordavo e l'ho ricostruito.
P.M.: Sì, però lei non ha mai detto che, prima di oggi, che era, questa cena, cui lei parlò di questi fatti, in occasione di una convocazione del Vanni in questura. Lo dice oggi.
Alberto Corsi: Perché non mi era stato chiesto, prima di oggi.
P.M.: Eh, ma nemmeno noi oggi glielo abbiamo chiesto. Lo dice di sua spontanea...
Alberto Corsi: L'ho detto di mia spontanea volontà. Anche l'altra volta, probabilmente non lo dissi, appunto. Ma un vedo...
P.M.: E' una domanda, avvocato Corsi. Se io le chiedo come mai. Se l'è ricordato dopo___
Alberto Corsi: Perché ho cercato di ricostruire questo. – E cercherò di dimostrare che, quando arrivò questa lettera, l'avvocato Corsi, il Vanni aveva un suo avvocato con un nome e cognome.
P.M.: Mi scusi, avvocato Corsi, ma. . .
Alberto Corsi: Capito? Questo...
P.M.: ... ma lei come fa a dire: 'quando arrivò questa lettera, aveva un suo avvocato', se ci ha detto lei di questa lettera non ne sa nulla?
Alberto Corsi: Ho ricostruito da quel... Come non ne so nulla? Lo sanno tutti di questa lettera. Non ne so nulla io personalmente, ma dal processo, lo sanno tutti.
P.M.: Lei, lo ha detto anche prima: 'la lettera è arrivata' - o, a questo punto glielo contesto -'dopo quel '90, lì. quando venne da me nel '90, la lettera non l'aveva ancora ricevuta.' Lei come fa a sapere che la lettera l'ha portata ad un altro avvocato e che la lettera nel '90 non 1'aveva...
Alberto Corsi: Io non ho detto che l'ha portata a un altro avvocato; ho detto c'era un altro avocato. Se la lettera è arrivata nel '91...
P.M.: Ah, lo dice ora se la lettera è arrivata... Finora ha detto che la lettera l'ha ricevuta dopo.
Alberto Corsi: Sì.
Avvocato Zanobini: E ce lo ha ricostruito, lo ha detto.
Alberto Corsi: L'h ricostruito ora, io.
P.M.: Bene, grazie. Non ho altre domande.
Alberto Corsi: Grazie.
Presidente: Altre domande?
Avvocato Filastò: Sì, Presidente. Avvocato Filastò. Avvocato Corsi, lei ha mai saputo direttamente, oppure sentito dire - in questo caso ci potrebbe dire da chi - che Vanni avesse delle abitudini un po' strane? Vanni, ambigue, tipo spiare coppie, o importunare ragazze giovani?
Alberto Corsi: No, Vanni non l'ho mai senti... Vanni so che era uno che si recava a prostitute spessissimo, ma che fosse un guardone, o che fosse... questo, non l'ho mai sentito dire.
Avvocato Filastò: Grazie. E di Lotti, ha sentito dire cose di questo genere?
Alberto Corsi: Nemmeno del Lotti.
Avvocato Filastò: Ha mai saputo, o sentito dire di messe nere in un posto a Faltignano?
Alberto Corsi: Mai sentito dire.
Avvocato Filastò: Oppure di una frequentazione da parte di Vanni di un personaggio, una persona strana che gli dava molti soldi?
Alberto Corsi: Mai sentito dire. Dai giornali, dopo che è venuto.
Avvocato Filastò: Sì sì, ma no, dico, nel paese.
Presidente: Il giornale è un'altra cosa.
Avvocato Filastò: No, sto parlando...
Alberto Corsi: No, no, in paese, mai.
Avvocato Filastò: Grazie.
Presidente: Prego, avvocato Zanobini.
Avvocato Zanobini: Nessun'altra domanda, Presidente.
Presidente: Nessun'altra domanda?
Avvocato Zanobini: Nessun'altra domanda.
Presidente: Ecco, l'ultima che faccio io. Così, per... Si dice che il Vanni, a un certo momento, un certo periodo, voleva acquistare una pistola. Ha mai parlato a lei di questa pistola che voleva acquistare, o no?
Alberto Corsi: No...
Presidente: Sempre... Se è vero, se...
Alberto Corsi: ... però, son di San Casciano. Si è sentito dire che il Vanni voleva comprare una pistola dall'armaiolo Nesi. Questo, si è sentito dire. Ma io non so se l'ho saputo...
Presidente: Vanni ne ha parlato a lei di questa pistola?
Alberto Corsi: No, io ripeto un'altra volta: che Vanni, con me, non ha mai fatto nessun colloquio. Vanni non credo sia in grado di dialogare con me. Ma non perché son bravo io, eh, perché mi avete sentito, sono di San Casciano... Ma insomma...
Presidente: No, no, siccome lei invece... Capisce, quando c'era qualche problema mi domandavano anche dove si fa il passaporto, come si fa il passaporto... Quindi, volevo dire, siccome un teste dice, no, bisogna farsi lasciare il permesso alla Questura prima di vendergli l'arma, allora se lui ha fatto una domanda di questo genere a lei.
Alberto Corsi: No... No, no, assolutamente no, dottore.
Presidente: Sul discorso di questo genere.
Alberto Corsi: Sennò gli avrei dato di stupido e gli avrei detto: 'i' che tu fai?'...
Presidente: Io non ho altro, nessun'altra domanda. allora, può andare, avvocato Corsi.
Alberto Corsi: Grazie, Presidente. E mi scuso se sono stato un po'...
Presidente: No, no, lei ha fatto il suo dovere. Per carità! Eh, è nel suo diritto, anzi, fare tutte le rimostranze. Allora, non c'è altro per questa mattina?
Avvocato Filastò: No, Presidente, c'è il dottor Nocentini. Se si deve sentire stamani, visto che è stato qui ad aspettare fino ad ora...
Presidente: Allora, Nocentini. Se si vuol sentire... Allora, sospendiamo cinque minuti, vai.
Segue...

lunedì 29 settembre 2014

Alberto Corsi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 11 dicembre 1997 - Quindicesima parte

Segue dalla quattordicesima parte.

Presidente: Allora, una domanda io, avvocato Corsi.
Alberto Corsi: Sì, signor Presidente.
Presidente: Allora, io tento di raccogliere un po' le voci di tante persone. Lei conosce Vanni Paolo?
Alberto Corsi: Vanni Paolo è nato a San Casciano, classe 1943, più o meno siamo cresciuti insieme, perché io sono del '41.
Presidente: Ecco, dove sta questo signore?
Alberto Corsi: Il Vanni Paolo sta a Firenze. C'ha il "Tranvai”, che è uno pseudo ristorantino, una tavola calda, non lo so, in piazza Torquato Tasso.
Presidente: Bravo, sì. È un nipote del...
Alberto Corsi: Un nipote di Mario Vanni.
Presidente: Lei ha mai parlato con questo signore, del Vanni? E se sì, in che termini?
Alberto Corsi: Non ho mai parlato specificatamente del Vanni, perché... sì, me lo ha chiesto: 'ma mio zio è messo, è messo bene...' Ma insomma, io non son mai... specificatamente non ho mai parlato.
Presidente: Perché lui dice di avere avuto un incontro con lei e gli ha domandato dello zio.
Alberto Corsi: Per telefono, mi sembra, Presidente.
Presidente: No, no. No, no. "Dissi all'avvocato Corsi, come va la faccenda di mio zio?"
Alberto Corsi: Cioè...
Presidente: E lei avrebbe risposto: "È messo un po' malino."
Alberto Corsi: No...
Presidente: Ecco, se vuol chiarire...
Alberto Corsi: Se... non va bene...
Presidente: No, no. Aspetti, aspetti. Se c'è stato un discorso di questo tipo, in questi termini, oppure diversamente, e cosa riguardava. Tutto qui.
Alberto Corsi: Io, questo non lo rico... Mi sembra di ricordare che mi chiese: 'come anderà mio zio?'
Presidente: Come?
Alberto Corsi: 'Come anderà mio zio?', in questo modo. Ma, Vanni, quando c'è questo colloquio era già in carcere, era, eh.
Presidente: Non lo so...
Alberto Corsi: Sì, sì. No, lo so io, appunto... Può prendere atto, era già in carcere. E, trovandomi a San Casciano, 'cosa ne pensi di mio zio', ma il solito discorso che poteva fare anche all'avvocato Zanobini di Firenze e anche a un altro. Ecco, fu un discorso in questo modo.
Presidente: No, ma lei dice: "È messo un po' malino", si riferisce a qualche situazione particolare?
Alberto Corsi: Più che in galera, dottore, 'l'è messo malino', io lo dissi in questo modo. Ma non...
Presidente: In questo senso.
Alberto Corsi: ...rientrando negli atti. Ma poi, "è messo un po' malino", un credo sia stato l'italiano, insomma.
Presidente: Va bene. Poi c'è un altro teste, il... Ricci Walter, lo conosce lei?
Alberto Corsi: II...?
Presidente: Ricci Walter.
Alberto Corsi: Ricci Walter lo conosco, sì.
Presidente: E chi è?
Alberto Corsi: Ricci Walter è un ex fiorentino che ha sposato una sancascianese, certa Mazzei Laura. E... credo sia, la Mazzei, parente del Vanni.
Presidente: Sì, sì, infatti.
Alberto Corsi: È venuto a Firenze e io... lavora attualmente alla Cassa Rurale di San Casciano, come faticante, come portiere, non lo so. E io lo conosco, sì.
Presidente: Allora, il Vanni... questo signore, dice che lo zio... cioè, lo zio, insomma, il cognato, forse. Aspetta... "È cugino di mia suocera."
Alberto Corsi: E un cugino acquistato, non è niente.
Presidente: Insomma, sì. Va bene. Che questo parente, riferendosi al Vanni, gli aveva parlato della lettera che il Pacciani gli aveva scritto dal carcere. E il Vanni gli avrebbe detto che voleva andare da un avvocato. Alberto Corsi: Sì...
Presidente: Non fece il nome dell'avvocato Corsi. Chiariamo questo. Almeno lui ha detto questo qui.
Alberto Corsi: Che era una supposizione sua.
Presidente: Era una sua supposizione... dice che voleva andare da un avvocato. Poi dice che il giorno dopo, o due o tre giorni dopo, ha visto parlare lei, avvocato Corsi, e il Vanni, a San Casciano.
Alberto Corsi: Lo dice Ricci.
Presidente: Lo dice lui.
Alberto Corsi: Ecco. Cioè, il Ricci direbbe oggi che si ricorda che sei anni prima lo ha visto parlare...
Presidente: Aspetti. Io non so... aspetti, io riferisco quello che ha detto il testimone.
Alberto Corsi: Sì, sì, sì.
Presidente: Poi si vedrà se ha detto il falso, o...
Alberto Corsi: Io, dottore, non ero...
Presidente: No, no. Aspetti, lasci spiegare. Si vedrà se ha detto il falso, o ha detto il vero, eccetera. Io riferisco solamente la circostanza, perché lei possa discolparsi. Una cosa che riguarda lei e io gliela contesto.
Alberto Corsi: Giusto. Grazie, grazie.
Presidente: In questo senso.
Alberto Corsi: Sì, sì.
Presidente: E così metterla in condizioni di difendersi. Ecco, dobbiamo sapere anche la sua versione.
Alberto Corsi: Sì.
Presidente: Lui dice, lui dice che, appunto, sentì il Vanni, seppe dal Vanni di questa lettera, di questa lettera del Pacciani e che voleva, lui Vanni, andare da un avvocato. Bene. Poi, due o tre giorni dopo che gli ha fatto questo ... discorso, ha visto lei, avvocato Corsi, e il Vanni parlare insieme. Domanda che faccio io: avete ma, gli ha parlato per caso di questa lettera, o no?
Alberto Corsi: Non mi ha mai parlato di questa lettera.
Presidente: Non le ha mai parlato...
Alberto Corsi: Logicamente no. Però vorrei sapere come fa il Ricci...
Presidente: La risposta era scontata per me.
Alberto Corsi: Appunto.
Presidente: Però io gliela devo fare.
Alberto Corsi: Appunto, io...
Presidente: Io gliela devo fare.
Alberto Corsi: Come fa il Ricci a ricordarsi che nel 1991...
Presidente: Io non lo so questo.
Alberto Corsi: ... che il Vanni parlava con me in piazza? Io non lo escludo che ci posso avere anche parlato, eh. Per l'amor di Dio! Ma comunque, questo, c'ha la memoria da Pico della Mirandola, per ricordarsi queste cose, eh. Proprio, io credo che Pico della Mirandola, era niente, rispetto a questo.
Presidente: Va bene.
Alberto Corsi: Fra l'altro, se non mi sbaglio... ma tanto lei mi chiede un parere, credo che nel novanta...
Presidente: No, io non credo pareri, io chiedo risposte.
Alberto Corsi: Eh. Credo che nel '93, Ricci abbia detto che della lettera non le sembrava nulla. Nel '96, si ricorda che nel '91 parlò con me. Questo, l'è un po' troppo, credo. Se lei trova l'interrogatorio del Ricci nel '93, credo nel '93, lui dichiara che, della lettera, non ha mai saputo niente.
Presidente: No, io del Ricci so quello che ha dichiarato qui. Cosa ha dichiarato poi nel precedente verbale, non 10 so.
Alberto Corsi: Sì, ma c'è agli atti anche l'altro...
Presidente: Va be', poi vedremo.
Avvocato Zanobini: Sono verbali allegati, perché sono serviti per la contestazione. E l'avvocato Corsi si riferisce...
Presidente: Va be', dopo riferiremo...
Avvocato Zanobini: ... a quel verbale che io ho usato per la contestazione, in cui...
Presidente: Bene. Io non ho altre domande, all'avvocato Corsi.
Alberto Corsi: Grazie, signor Presidente.
Presidente: Bene.
P.M.: Sì, Presidente, un paio, se mi è consentito.
Presidente: Sì.
P.M.: A seguito... E vorrei sapere questo: lei sa, o sapeva, prima che fosse noto in questo processo, che auto aveva il Lotti?
Alberto Corsi: Il tipo di auto non lo so. Come vi ripeto, gli ho chiuso un incidente. Io, nel 1990, a Lotti, che aveva urtato uno straniero, insomma, non che sia difficile, ma quando si picchia con uno straniero, c'è una procedura da fare particolare. E la macchina, il tipo di macchina che aveva, non lo so. Lui, mi sembra gli abbia avuto sempre delle Ritmo, o qualcosa di simile.
P.M.: Ecco, io le...
Alberto Corsi: Vecchie e stravecchie.
Presidente: ... contesto che, in un interrogatorio, esattamente quello del 26 gennaio '96, al P.M. lei, per quel che si ricorda, dice le macchine. E ora glielo leggo.
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: Io le dico, non se le ricorda ora. Io, quello che voglio capire...
Alberto Corsi: No, no, ma io lo riconfermo, se...
P.M.: Ecco. Quello che voglio capire, dico, la sua conoscenza, visiva o meno, del Lotti, era tale che lei ricordasse, quando ci ha risposto, in data 26 gennaio, anche le macchine? Cioè, conosceva il Lotti, sia pure nei modi che ci ha detto, e lo aveva visto anche con qualche macchina? Perché io le contesto che lei dice: "Il Lotti possiede attualmente una vecchia macchina rossa..."
Alberto Corsi: Attualmente, eh, '95, eh, dottore.
P.M.: Nel '96, per l'esattezza.
Alberto Corsi: Ecco, appunto, attualmente dissi.
P.M.: Se me lo lascia leggere, vediamo cosa intendo contestare.
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: "Il Lotti possiede attualmente una vecchia macchina rossa. Forse una Ritmo, od una 124. Ricordo che in passato ha avuto una Ritmo di un colore che non ricordo. Non ricordo, invece, che egli abbia avuto una macchina 128 coupé ma non lo escludo." Cioè, io le chiedo: allora lei sapeva che macchine aveva. Tant'è che ce le ha elencate, quelle che si ricordava, nel colore. Nel caso, quello che abbia detto in questo interrogatorio sia la verità, come faceva lei a sapere che macchine e che colore avevano queste macchine? Perché lo vedeva passare, perché...
Alberto Corsi: È logico, lo vedevo passare. Le macchine vengono posteggiate sempre in questa famigerata piazza di San Casciano sotto l'orologio. Quindi, uno si vede.
P.M.: Senta...
Alberto Corsi: Ma poi se avesse una Ritmo... Insomma...
P.M.: Lo ha detto lei.
Alberto Corsi: Sì, va bene. Me lo avete fatto... Insomma, me lo avete chiesto, vi ho risposto. Ma...
Presidente: Avvocato, avvocato Corsi, quella famosa piazza che dice lei, è quella dell'incrocio sulla Cassia?
Alberto Corsi: No, quella... È in paese, proprio.
Presidente: Ah, è in paese.
Alberto Corsi: Si sale su... Noi si chiama piazza, ma sarebbe un incrocio.
Presidente: Va bene, va bene.
Alberto Corsi: Ci ha l'orologio... 

venerdì 26 settembre 2014

Alberto Corsi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 11 dicembre 1997 - Quattordicesima parte

Segue dalla tredicesima parte.

Avvocato Zanobini: Lei ha mai chiesto, a qualcuno che era nella piazza, che poteva essere nella piazza - ha già risposto, ma vorrei che mi rispondesse anche a me - quando vede uno che legge una lettera, lei ha mai chiesto a questo signore di fargli leggere una lettera? A chiunque dico.
Alberto Corsi: Io ho detto che a San Casciano conosco tutti. Amici credo di averne pochi, anche simpatie sì, ma amicizia con nessuno. Ma come ripeto, io se vedo leggere una lettera, non vo mai a chiedere: 'che t'hanno scritto'. Questo è un assurdo. Ribadisco che non lo chiederei nemmeno a mia moglie io, se riceve una lettera: 'chi t'ha scritto?' Figuriamoci se lo chiedo a Vanni.
Avvocato Zanobini: E quando venne in studio da lei, il Vanni, secondo lei, la lettera ce l'aveva o no?
Alberto Corsi: Seco... Cioè, secondo me non l'aveva ricevuta.
Avvocato Zanobini: Ecco.
Alberto Corsi: No che non ce l'avesse. Non l'aveva nemmeno ricevuta, secondo me.
Avvocato Zanobini: Presidente, io farei vedere le foto, a cui ha fatto prima riferimento e che poi chiedo di produrre, e che sono foto di questa cena. C'è anche la data stampigliata, luglio '90. Perché lui le possa riconoscere e possa dire magari anche qualcuno di quelli a cui ha fatto riferimento e che partecipavano a questa cena. (voce fuori microfono)
Presidente: Lì al microfono, avvocato, sennò non viene la registrazione.
Avvocato Zanobini: Il motivo per cui ho chiesto che l'avvocato Corsi vedesse queste foto è perché, a queste cene e quindi in queste foto, appaiono anche dei testimoni che noi abbiamo citato a difesa. E quindi se può dire, guardando le foto, chi sono, se riconosce queste persone.
Alberto Corsi: Questa è la cena alla quale il Vanni non partecipò.
Avvocato Zanobini: Bene.
Alberto Corsi: E dovrebbe essere dal 10 al 20 luglio.
Avvocato Zanobini: Bene.
Alberto Corsi: Una sera...
Avvocato Zanobini: Basta così...
Presidente: Se lei può indicare le persone che, così, nominativamente...
Alberto Corsi: Quelli che ho messo io come testi?
Avvocato Zanobini: Sì.
Presidente: Non lo so io se sono testi. Così, se ci sono delle persone...
Avvocato Zanobini: E poi anche altre.
Alberto Corsi: Come persone ... vedo... Qui vedo tutti strumenti della banda, Mazzei Mario, un certo Ciria che suona la fisarmonica, un ballerino, poi vedo Paolo Bacci, Dori, Oliviero, un altro musicante che ora è morto, non mi ricordo come si chiama. Questo uguale. Qui vedo il ballerino. Poi vedo un muratore che si chiama Mingione, sempre il Dori. Poi vedo Fusi Dante, che suona la batteria e che ho citato come teste a conferma di queste cose.
Avvocato Zanobini: Ecco, bene. Poi?
Alberto Corsi: Poi vedo lo Zanieri, che voi già conoscete. Il dottor Mancini, il don Garrà e il Leoncini, che è un altro teste che verrà qui a riconfermare il resto.
Avvocato Zanobini: Va bene.
Alberto Corsi: Poi vedo un macellaro che si chiama Cori. Poi vedo ancora il Leoncini. Vedo Torricelli, ma insomma questo...
Avvocato Zanobini: Basta così.
Presidente: Senta, per curiosità, chi è quel signore che sta sempre dietro la porta, con un occhio sì e un occhio no, che dà noia, fuma, non fuma, o entra, o fuori.
P.M.: È un semicurioso.
Presidente: Non so. Oltretutto distrae.
Avvocato Filastò: Presidente, credo che sia il dottor Nocentini, citato da me stamattina.
Presidente: Lo so. Però distrae, perché capito, sta sempre così.
Avvocato Filastò: E probabilmente sta aspettando di vedere quando tocca a lui, ecco.
Presidente: Va bene, va bene, non è un problema. Allora.
P.M.: I testi dovrebbero stare in una saletta...
Presidente: Appunto, se è un testimone è inutile che sta a sentire. Io non lo so chi è...
(voci sovrapposte)
P.M.: Nemmeno io. Però 1'Ufficiale Giudiziario dovrebbe...
Presidente: Non c'è problema.
Avvocato Filastò: Presidente, è un consulente tecnico che si è occupato di tre delitti: '74...
Presidente: Sì, sì, non c'è problema. Ora sappiamo. Prego, avvocato Zanobini.
Avvocato Zanobini: Sì. Ricorda se nel dicembre del '96 gli sono state fatte altre domande su queste vicende?
Alberto Corsi: Più o meno mi sono state fatte le stesse domande degli argomenti che mi ha chiesto il dottor Canessa.
Avvocato Zanobini: Ecco.
Alberto Corsi: Cioè, quella pistola...
Avvocato Zanobini: Alle quali lei ha risposto...
Alberto Corsi: Ho risposto, risposi subito che l'avvocato... che andò subito da un altro avvocato. Siccome io non facevo penale, credo che il Vanni si sia rivolto subito a un altro avvocato.
Avvocato Zanobini: Ha fatto anche il nome di questa persona che forse, a suo avviso, potrebbe averglielo consigliato, vero?
Alberto Corsi: Sicuramente, glielo ha consigliato lui. Perché il segretario del Movimento Sociale Italiano di San Casciano. Che risulta anche dagli atti, comunque eh.
Avvocato Zanobini: Poi ricorda di essere stato interrogato anche nel gennaio del '96, no?
Alberto Corsi: Sì, dal dottor Fleury e dal dottor Canessa.
Avvocato Zanobini: Dal dottor Canessa. Ecco, e quindi...
Alberto Corsi: 26 gennaio.
Avvocato Zanobini: Eh. E quindi, anche qui, le sono state fatte domande sulle frequentazioni dei bar, se aveva sentito dire nulla nell'immediatezza dell'omicidio degli Scopeti...
Alberto Corsi: Sì, il 26 gennaio il dottor Fleury mi rilesse il vecchio verbale che aveva sottoscritto il dottor Canessa e il dottor Vigna. Riconfermai, anche se non se ne parla, riconfermai. Ma ribadii ancora una volta che io, la lettera, non l'avevo mai vista, né nessuno me ne aveva mai parlato.
Avvocato Zanobini: Ecco, poi?
Alberto Corsi: E che questo lo avevo appreso dai giornali successivamente, con le deposizioni di Nesi, eccetera.
Avvocato Zanobini: Bene. E poi ricorda anche che gli fecero altre domande a cui lei ha risposto?
Alberto Corsi: Altre domande mi sembra... sì, mi chiesero...
Avvocato Zanobini: Con chi frequentavano...
Alberto Corsi: Mi chiesero se io frequentavo il bar, lì... Io dissi, mi sembra, che io non sono frequentatore di bar, perché rendo il caffè, sa, quando stacco dall'ufficio, i bar li frequento tutti. E mi chiesero se potevo aver sentito il Lotti o il Pucci dire che erano passati dagli Scopeti la sera del delitto degli Scopeti.
Avvocato Zanobini: Ecco.
Alberto Corsi: Questo, me lo chiesero. E io non l'ho sentito. Gli dissi logicamente no.
Avvocato Zanobini: Ecco. Poi gli chiesero anche quali erano le persone che frequentavano il Vanni, oltre al Lotti, vero?
Alberto Corsi: Sì. Mi chiesero le persone che frequentava il Vanni. Insomma, io dissi quelli con cui stava di più.
Avvocato Zanobini: Ecco.
Alberto Corsi: Un certo Dori Oliviero che è morto, anche lui portalettere; e forse il Lotti, anche con il Lotti l'ho visto tante volte. Sì.
Avvocato Zanobini: Poi, ricorda'se...
Presidente: Avvocato, non facciamo domande su tutte le domande che gli hanno fatto a lui...
Avvocato Zanobini: No, no. Sì, sì...
Presidente: ... la Polizia, eccetera. Veniamo alla lettera famosa.
Avvocato Zanobini: ... questa è l'ultima... Le spiego subito il motivo, ha capito?
Presidente: Sì, bene.
Avvocato Zanobini: Cioè, che cosa ha detto lui. E che quindi, nonostante che non ci sia bisogno di fare nessuna contestazione, perché non ha detto stamani niente di diverso, per ammissione anche del Pubblico Ministero, quello lo ha già detto... La difesa vuol far risultare che, in realtà, lui ha sempre detto queste cose. E che, della lettera, della quale gli è stato chiesto fino dal dicembre del '95, lui ha sempre dato la stessa risposta.
Presidente: Va bene.
Avvocato Zanobini: E siccome lei vedrà che il capo di imputazione... Faccio per spiegare il motivo, perché sennò potrebbe benissimo dire: 'ma non conosce la procedura? Non si possono che fare domande se non c'è la contestazione.' E siccome, e siccome appunto il capo di imputazione suo specifico è quello di avere taciuto il 15/06/96 di questa lettera, ecco, è diciamo esigenza della difesa di far capire che, in realtà, lui, il 15 dicembre...
Presidente: Va bene, va bene, abbiamo capito.
Avvocato Zanobini: ... '96 non ha taciuto di questa lettera. Perché di questa lettera gli è già stato domandato fino dal dicembre; e, di questa lettera, lui ha sempre dato la stessa risposta.
Presidente: Bene.
Avvocato Zanobini: E che, a contorno, per far vedere che non c'è stata mai nessuna reticenza, eccetera, di tutte le altre domande che gli sono state fatte, lui ha sempre dato una risposta. Compreso anche la domanda che gli è stata fatta...
Presidente: La sappiamo la linea che ha detto l'avvocato...
Avvocato Zanobini: . . . circa la pistola.
Presidente: Bene.
Avvocato Zanobini: Gli è stato chiesto... E' vero avvocato Corsi? Gli è stato chiesto anche se... una domanda sulla pistola?
Alberto Corsi: Sì, sì, mi è stato chiesto...
Presidente: Quale, quella del Pacciani?
Avvocato Zanobini: Eh...
Presidente: Quella del Pacciani? ,
Avvocato Zanobini: No. Sì, sì, che se il Vanni...
Alberto Corsi: Cioè, mi è stato chiesto i motivi per cui il Vanni si rammaricava, si rammaricava... Io credo che, in quel momento, credo si rammaricasse unicamente perché, per le perquisizioni di questa Polizia che voleva, in tutti i modi sapere... Cioè, giustamente, faceva il suo dovere, voleva sapere se il Vanni conosceva o no l'esistenza di questa pistola.
Avvocato Zanobini: Ecco, e questo...
Alberto Corsi: Questo, credo sia stata la prima inchiestina sul Vanni, credo.
Avvocato Zanobini: Va be'. E di questo quando gliene ha parlato il Vanni?
Alberto Corsi: Il Vanni me ne ha parlato di questo nel luglio del '90.
Avvocato Zanobini: Ecco. E lei... .
Alberto Corsi: L'unica volta, eh, che siamo entrati in questi argomenti.
Avvocato Zanobini: Sì, sì.
Alberto Corsi: Perché le altre volte, le altre 10, 20, 50 volte, che ci siamo salutati con il Vanni, non è che si entrasse in argomento di nulla. Lui si rammaricava un'altra volta. Si rammarica solo del trattamento che lui credeva, riteneva di subire. Ma invece...
Avvocato Zanobini: E lei... Quindi lei lo tranquillizzava per questo.
Alberto Corsi: Ma io l'unico... Sempre, 'stai tranquillo, Vanni, tanto sei un testimone. Stai tranquillo, Vanni.' Ecco, l'unico... se colloquio si può parlare, è questo.
Avvocato Zanobini: Ricorda se una volta i Vanni le ha detto in piazza, le ha parlato in piazza, di una lettera di minacce, se c'era anche il Lotti? E' vero, o non è vero? Lo ha già detto. Me lo ridica anche a me.
Alberto Corsi: Assolutamente non è vero.
Avvocato Zanobini: E quindi, il Vanni, su questo che cosa... dice la verità, o non dice la verità?
Presidente: E va be'... allora...
Alberto Corsi: Chi, il Vanni?
Avvocato Zanobini: Sì. Siccome lo ha detto il Vanni…
Presidente: Andiamo, andiamo...
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Zanobini: Glielo ha chiesto il Pubblico Ministero...
Alberto Corsi: Sì. Dice una bugia, il Vanni.
Avvocato Zanobini: Ecco. Glielo ha chiesto il Pubblico Ministero, glielo posso chiedere anch'io.
Alberto Corsi: Quando mi dice, mi ha fatto vedere la lettera, il Vanni dice una bugia.
Avvocato Zanobini: Ecco.
Alberto Corsi: Posso capire, come ho detto, perché la dice. Ma comunque dice una bugia.
Presidente: Bene. Ha fatto anche due bozze, lui, a questo punto.
Avvocato Zanobini: Sì.
Presidente: Va bene?
Avvocato Zanobini: Presidente, io non ho altre domande. Grazie.
Segue...

giovedì 25 settembre 2014

Alberto Corsi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 11 dicembre 1997 - Tredicesima parte

Segue dalla dodicesima parte

Presidente: Allora, altre domande?
Avvocato Zanobini: Io, Presidente.
Presidente: Prego. Prego, prego, avvocato Zanobini.
Avvocato Zanobini: Sì. C'è l'avvocato Filastò che intende fare qualche domanda. È bene che la faccia prima lui.
Presidente: Ah, sì, sì.
Avvocato Filastò: Avvocato, lei ha detto che gli argomenti di Vanni erano pochi. Questo vuol dire che... Insomma, Vanni non è che brillasse molto per intelligenza, oppure...
Alberto Corsi: No. Ah, scusi, l'ho interrotta.
Avvocato Filastò: No. Oppure le è capitato di vederlo spesso un po' fuori fase per eccesso di libagioni?
Alberto Corsi: Sì, mi è capitato molte volte di vederlo ubriaco. Una grande intelligenza non ce l'ha, credo. Insomma, secondo il mio giudizio, ma non sono un dottore io.
Avvocato Filastò: E l'ha visto molto spesso ubriaco.
Alberto Corsi: L'ho visto spessissimo ubriaco.
Avvocato Filastò: Ecco. Senta, lei ha detto che è venuto da lei nel '90, lamentando questi interrogatori, o lei non sa bene interrogatori o perquisizioni. A parte...
Alberto Corsi: Perquisizioni non lo so. Onestamente non lo so.
Avvocato Filastò: Non lo sa. Non sa dire esattamente.
Alberto Corsi: Interrogatori di sicuro. Sì.
Avvocato Filastò: Le chiedevo se, dopo il '90, le è capitato di quantomeno sapere - non che gl' abbia detto lui -ma sapere, anche indirettamente, da terze persone, che il Vanni era ancora, come lei ha detto, ‘noiato' da queste cose, da...
Alberto Corsi: Noiato, riportato le parole sue. Comunque sì. Sì, sì. Vanni credo sia stato un po' sotto pressione per tutto il processo Pacciani, insomma, in periodi alterni. Perché quando il dottor Canessa voleva sapere che dialoghi; il dialogo era questo avvocato, ‘m'hanno ancora rinterrogato,’ ‘avvocato m'hanno riportato giù’.
Avvocato Filastò: Ah, ecco.
Alberto Corsi: Questi erano i dialoghi, però finiva lì. Io gli dicevo sempre: 'stai tranquillo Vanni, tu sei testimone, non ti succede niente' e tiravo di lungo.
Avvocato Filastò: E questo è avvenuto anche dopo il '90 e durante il processo Pacciani.
Alberto Corsi: Questo anche dopo il '90 e durante il processo Pacciani.
Avvocato Filastò: Grazie, avvocato. Non ho altre domande io.
Presidente: Prego, avvocato. Avvocato Zanobini.
Avvocato Zanobini: Sì. Stia calmo, avvocato Corsi.
Alberto Corsi: Sto calmo.
Avvocato Zanobini: Si capisce, io le devo dare del "lei" in questa situazione ufficiale. Però lei si ricorda anche di aver visto che altri più importanti di lei, quando siedono su codesta seggiola, fanno un po' di figure. Se lo ricorda, no? Il dottor Di Pietro a Brescia. Quindi non è che si deve sentire...
P.M.: Mi sembra ci sia anche il Presidente del Consiglio.
Avvocato Zanobini: Ecco.
Alberto Corsi: Forlani. Forlani ha fatto peggio di me.
Avvocato Zanobini: Ecco, quindi stia calmo. L'importante appunto è che segua...
P.M.: (voce fuori microfono)
Alberto Corsi: Invece Craxi no.
Avvocato Zanobini: ... segua... Non importa, via, lasci fare, così si concentra di più su quello che deve rispondere e sta tranquillo. Dunque, intanto cominciamo: lei si è mai ritenuto amico del Vanni?
Alberto Corsi: No, amico assolutamente no.
Avvocato Zanobini: In questi colloqui, così come lei li ha definiti, cioè praticamente questi pour parler, mi sembra molto brevi, sincopati, nella piazza, eccetera. Com'è che Vanni si rivolgeva a lei? Dandogli...
Alberto Corsi: Il Vanni a me m'ha sempre dato del "lei”. Io, forse ignorantemente, gli ho sempre dato del tu. Ma comunque il Vanni mi chiamava addirittura "signor avvocato". Con me, forse il maleducato ero io dandogli del "tu".
Avvocato Zanobini: Ma forse lo faceva anche con altri paesani?
Alberto Corsi: Io cerco di dare del "tu" a tutti a San Casciano.
Avvocato Zanobini: Bene, bene.
Alberto Corsi: Sbagliando, ma...
Avvocato Zanobini: Quindi col Vanni lei ha partecipato soltanto a queste cene di paese. Ha detto che avvenivano una volta l'anno, giusto?
Alberto Corsi: Cioè, a queste cene. A queste manifestazioni che non avevano un'etichetta di nessun partito. Avevano l'etichetta solo di San Casciano, dove, come ripeto, venivano anche dieci strumenti della locale banda musicale.
Avvocato Zanobini: Sì.
Alberto Corsi: Veniva chi ballava, chi cantava, chi suonava la fisarmonica. Insomma, era...
Avvocato Zanobini: Si ricorda...
Alberto Corsi: Seratine piacevoli di luglio.
Avvocato Zanobini: Sì. Si ricordano se c'erano anche altri professionisti, oltre a lei?
Alberto Corsi: Sì, c'era... In pratica a queste cene ha partecipato tutta San Casciano. A quelle...
Avvocato Zanobini: Dica qualche nome di altri professioni che partecipavano a queste cene?
Alberto Corsi: Professionisti c'era, non so, il dottor Mancini, il dottor Bigiotti, Don Garrà, un assicuratore.
Avvocato Zanobini: C'era anche un vicesindaco?
Alberto Corsi: Il vicesindaco di San Casciano.
Avvocato Zanobini: Come si chiamava, se lo ricorda?
Alberto Corsi: Magozzi.
Avvocato Zanobini: Eh. Quindi queste erano le cene. Sono le uniche cene, o ci sono state altre cene?
Alberto Corsi: Sono le uniche cene che io ho partecipato.
Avvocato Zanobini: Lei è mai stato a cena a casa di Vanni?
Alberto Corsi: E non a tutte.
Avvocato Zanobini: Ascolti le domande. Sì. È mai stato a cena a casa del Vanni lei?
Alberto Corsi: Mai.
Avvocato Zanobini: Mai. Conosce la casa del Vanni?
Alberto Corsi: Più o meno conosco dov'è, ma non...
Avvocato Zanobini: C'è mai entrato nella casa del Vanni?
Alberto Corsi: Mai entrato in casa del Vanni.
Avvocato Zanobini: Il Vanni è mai venuto a mangiare, a pranzo o a cena, a casa sua?
Alberto Corsi: Mai.
Avvocato Zanobini: Ecco.
Alberto Corsi: Ho detto, anche in ufficio è venuto solo quella volta lì. Poi in vita sua non c'era mai stato.
Avvocato Zanobini: Ecco, ecco, bene. E, ritornando proprio a questa volta in cui è venuto in ufficio, che lei ha detto che colloca nel '90, giusto?
Alberto Corsi: Sì.
Avvocato Zanobini: Che poi sarà agosto, sarà settembre.
Alberto Corsi: Quello non lo so.
Avvocato Zanobini: Comunque nel '90.
Alberto Corsi: Può essere settembre, ottobre.
Avvocato Zanobini: Si ricorda se questo incontro che il Vanni ha avuto con lei in studio era successivo ad una di quelle cene di cui si è parlato finora?
Alberto Corsi: Sì, appunto. Io ho ricostruito la data proprio grazie a questa cena. Era successivo.
Avvocato Zanobini: Che era, quindi, una cena di che anno e di che mese?
Alberto Corsi: La cena dovrebbe essere del 10... 20 luglio '90.
Avvocato Zanobini: '90.
Alberto Corsi: E il Vanni venne da me o prima delle vacanze subito, oppure subito dopo. Venne o nei primi di agosto, o settembre-ottobre.
Avvocato Zanobini: Bene. E venne a rappresentarle questi suoi guai diciamo, che aveva con la Polizia, giusto?
Alberto Corsi: Venne a rappresentarmi questi guai che aveva con la Polizia, chiedendo a un avvocato - dopo tutto, anche se non fo penale, insomma, sono avvocato - se potevo far qualcosa. Io troncai subito la discussione perché dissi che io non fo penale, quindi: 'eventualmente rivolgiti a un penalista'.
Avvocato Zanobini: Ecco. E che cosa faceva il Vanni a queste cene?
Alberto Corsi: Il Vanni a queste cene cantava, simpaticamente, alcune canzoni inventate da lui, scritte da lui anche.
Avvocato Zanobini: E c'erano anche i musicanti, vero, ha detto?
Alberto Corsi: C'erano 10-15 strumenti musicali della banda locale. Alle volte sei, insomma.
Avvocato Zanobini: E avvenivano con quale cadenza?
Alberto Corsi: Avvenivano in genere nel mese di luglio tutti gli anni.
Avvocato Zanobini: Eh.
Alberto Corsi: Ma io non ho mica partecipato a tutte.
Avvocato Zanobini: Sì, sì. E si ricorda se a questa cena del luglio '90 lei ha partecipato?
Alberto Corsi: Alla cena del luglio '90 ho partecipato.
Avvocato Zanobini: E si...
Alberto Corsi: E il Vanni non ha partecipato.
Avvocato Zanobini: E si ricorda, ecco, come mai il Vanni non ha partecipato?
Alberto Corsi: Non ha partecipato perché quel pomeriggio fu portato o in Procura, o in Questura, questo non lo so, e non potè venire a cena.
Avvocato Zanobini: Ecco. E ne parlavano anche altri lì, che erano a questa cena?
Alberto Corsi: Sì, sì, ne parlavano anche altri.
Avvocato Zanobini: Era un argomento di quella sera?
Alberto Corsi: Un argomento, dice: 'come mai non c'è il Vanni? Perché l'hanno portato in Questura'. Ecco perché io ho potuto ricostruire anche la data precisa.
Avvocato Zanobini: Senta, e quindi poi ha detto che il Vanni stazionava lì nella piazza, vero, sotto l'orologio, no?
Alberto Corsi: C'era fisso. O in qualche bar, o sotto l'orologio.
Avvocato Zanobini: E di questi suoi guai che lui aveva, perché lo pressava la Polizia, gli facevano le perquisizioni, lo interrogavano, eccetera, ne parlava solo con lei, o ne parlava anche con altri?
Alberto Corsi: Ne parlava con tutto il paese.
Avvocato Zanobini: Con tutto il paese.
Alberto Corsi: Sì. Bastava passasse uno, naturalmente che c'avesse un po' più di confidenza, lo diceva a tutti.
Avvocato Zanobini: Aveva un soprannome il Vanni, no?
Alberto Corsi: "Torsolo".
Avvocato Zanobini: E tutti lo conoscevano con questo soprannome?
Alberto Corsi: Tutto lo conoscevano come "Torsolo".
Avvocato Zanobini: Allora, ricorda che, lei ha detto che è stato interrogato la prima volta in Procura a dicembre del '95, vero?
Alberto Corsi: Dicembre '95. Sono stato interrogato dal dottor...
Avvocato Zanobini: Aspetti...
Alberto Corsi: …Vigna e dal dottor Canessa.
Avvocato Zanobini: ... la domanda. Ecco, si ricorda se in quella occasione gli è stato chiesto anche della lettera?
Alberto Corsi: M'è stato chiesta della lettera nell'occasione.
Avvocato Zanobini: Ecco. E si ricorda che risposta lei ha dato?
Alberto Corsi: Che lo escludevo nella maniera più categorica di aver visto una lettera del Vanni.
Avvocato Zanobini: Ecco. E in questo interrogatorio invece poi ha parlato di tutte quelle cose, di tutte quelle lamentele generiche che il Vanni le faceva e di cui ha fatto riferimento anche oggi, giusto?
Alberto Corsi: Sì.
Avvocato Zanobini: Si ricorda che è stato interrogato poi anche dal dottor Giuttari nel...
Alberto Corsi: Prima dal dottor Fleury e dal dottor Canessa...
Avvocato Zanobini: Sì, ma a me interessa quella del giugno del ' 96.
Alberto Corsi: Sono stato interrogato dal dottor Giuttari nel giugno del '96.
Avvocato Zanobini: Sì. E si ricorda se anche il dottor Giuttari gli fece la domanda, fra le tante altre a cui lei ha dato sempre risposta, gli fece anche la domanda su questa lettera?
Alberto Corsi: Anche al dottor Giuttari ribadii che non avevo mai visto la lettera, né sapevo delle minacce che riceveva il Vanni.
Avvocato Zanobini: Lei ha avuto modo già di dire che il Vanni la fermava in piazza, o soltanto così, gli diceva ancora una volta, a San Casciano, no?
Alberto Corsi: Sì.
Avvocato Zanobini: Ma era soltanto il Vanni, o anche altre persone, altri paesani? Era un'abitudine, o una cosa eccezionale che lei venisse fermato a San Casciano?
Alberto Corsi: No, io purtroppo fo più lavoro in strada che in ufficio, perché mi fermano tutti. Mi conoscono tutti e... Perché anch'io sono stato un piazzaiolo anch'io e poi sono stato presidente della società sportiva di San Casciano, sono stato consigliere comunale di San Casciano, sono stato fondatore del gruppo Fratres, ho fatto servizio alla Misericordia. Sicché in un modo o in un altro io conosco tutti. E quindi se qualcuno ha bisogno, anche dire: 'come si fa il passaporto?' Me lo chiede in piazza a me e io gli rispondo. Capito? 

mercoledì 24 settembre 2014

Alberto Corsi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 11 dicembre 1997 - Dodicesima parte

Segue dall'undicesima parte.

P.M.: Senta ancora una cosa, e sia Lotti che Vanni – nel corso dell'interrogatorio durante le indagini - hanno riferito che hanno parlato a lei, in condizioni diverse, con dovizie particolari di cui si è parlato anche in questo dibattimento, di una lettera che ha ricevuto. Avrebbe ricevuto il Vanni dal Pacciani, nel quale, abbiamo saputo in questo dibattimento, da alcune dichiarazioni di diversi testi, un certo contenuto minaccioso. Di questa lettera, sia Lotti che Vanni, dicono hanno dato notizia a lei e lei si sarebbe prodigato in consigli. Lei di questa lettera...
Alberto Corsi: Non è vero quello che dice il Lotti, perché l'ho seguito anch'io il processo. Non è vero quello che dice il Lotti, questo è falso. Comunque di questa lettera riconfermo che nella maniera più categorica, Vanni non me ne ha mai parlato, né di lettera, né di minacce.
P.M.: Però io le volevo far presente che lo stesso Vanni ha ammesso di avergliene parlato.
Alberto Corsi: Eh, bontà sua poveretto. Poi si vedrà perché.
P.M.: Eh?
Alberto Corsi: Si vedrà perché, forse gli conviene dire così.
P.M.: Sì, ho capito...
Alberto Corsi: Come, no? Me lo chiede a me, io non lo so. Questo lo chieda al Vanni, questo io non lo so.
P.M.: Non mi hanno concesso... va be', non ha importanza.
Alberto Corsi: Appunto.
P.M.: Io le chiedo soltanto, facendole presente questo, lei dice bontà sua... eccetera. Lei, le richiedo, lei dice: 'il Vanni... il Lotti dice il falso', quindi anche il Vanni dice il falso. Lei di...
Alberto Corsi: No, no, un momento dottore. Io ho seguito il processo...
P.M.: Io le chiedo...
Alberto Corsi: La giuria ha seguito il processo. Il Lotti non ha detto che m'ha fatto vedere la lettera, lo dice lei ora questo. Il Lotti presume, pensa, intuisce che m'abbia fatto vedere la lettera.
Presidente: La domanda è se lei ha visto la lettera.
P.M.: Capito? È diversa la domanda.
Presidente: ... di cui parla il Lotti.
Alberto Corsi: Non l'ho mai vista.
Presidente: Lotti parla di una lettera, glielo dico io. Parla di una lettera che il Vanni avrebbe ricevuto dal Pacciani. Lui non ha letto la lettera.
Alberto Corsi: Sì, io...
Presidente: Lui avrebbe detto: 'va' da chi se ne intende, valla a far vedere a chi se ne intende', riferisce lui, il Lotti. Ora il Pubblico Ministero vuol sapere da lei se lei ha visto una lettera che il Vanni...
Alberto Corsi: Signor Presidente, escludo nella maniera più categorica di aver visto una lettera e che il Vanni mi abbia parlato di questa lettera. Questo nella maniera più categorica, una volta per sempre, come ho già ribadito ottobre '95...
Presidente: Stia tranquillo, non si agiti.
Alberto Corsi: Dottore, l'è due anni che sono sotto pressione.
Presidente: Lo so.
Alberto Corsi: Un pochino mi faccia sfogare anche. 
(voci sovrapposte)
Alberto Corsi: Non nei vostri confronti, né nei confronti del dottor Canessa. E con me il dottor Canessa è stata una persone squisita, perché venne a farmi la perquisizione, c'avevo tre bambini in casa, insomma, si mise a parlare con loro. Questo io voglio...
Presidente: Il dovere è dovere.
Alberto Corsi: Appunto.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì. Dal momento che lei dice: 'conosco gli atti e mi sono documentato ', lei ha visto che con limature diverse, io non voglio mettere le parole, il Vanni riferisce lo stesso argomento. Io le chiedo, alle dichiarazioni che fa Vanni, lei cosa risponde: non è vero nemmeno ciò che dice Vanni?
Alberto Corsi: Alle dichiarazioni che fa il Vanni credo che ci sia stato qualche cattivo consigliere - non mi riferisco alla Procura - che gliele ha fatte fare. Qualche cattivo consigliere gli ha fatto fare queste dichiarazioni. Il cattivo consigliere può essere un detenuto, compagno di cella del Vanni...
P.M.: Ma lei lo sa questo qui, o è una sua supposizione?
Alberto Corsi: È una mia supposizione.
P.M.: Ah, bene, bene. Siccome lei dice...
Presidente: Va be'.
P.M.: ... cattivo consigliere, detenuto... è una sua...
Alberto Corsi: Poi ve lo spiegherà l'avvocato Zanobini.
Presidente: Scusi, avvocato Corsi, è arrivata l'acqua. Per cortesia, portategli un po' d'acqua.
Alberto Corsi: Grazie, grazie.
Presidente: Stiamo calmi, non c'è bisogno di adirarsi.
Alberto Corsi: Domando scusa. Sono io che...
P.M.: Prego, prego.
Presidente: Insomma, io capisco perché... sa.
P.M.: Non è mica semplice dover stare due anni a aspettare di poter chiarire questo, ce ne rendiamo tutti conto.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Io vorrei, così allentiamo un attimo l'argomento.
Alberto Corsi: No, no, vi domando scusa. Ma però non ho mica detto tanto, ho avuto un tono bruttino, da sancascianese. 
(voci sovrapposte)
Presidente: No, ma nulla di preoccupante. Stia tranquillo, non è stato nulla di preoccupante. Più che altro è stato per prevenire, anche per la sua… diventa rosso, la sua pressione che sale.
P.M.: Ad esempio...
Presidente: Non so se ha problemi di pressione, però.
P.M.: Ad esempio - come contestazione ovviamente - vorrei leggere il passo che il Vanni nelle sue dichiarazioni, queste sono verbalizzate, dice: "È vero che l'avvocato Co...". Prima spiega la lettera. Vanni a domanda dice: “È vero che l'avvocato Corsi lesse la lettera. Io la stavo leggendo lì in paese, o al Bar Italia in piazza. È capitato il Corsi che, visto che avevo ricevuto la lettera, mi chiese di leggerla. La lesse e poi mi consigliò di strapparla e io dopo la strappai e la buttai via”.
Presidente: Questa è la versione del Vanni. Lei dice che non è vero nulla.
P.M.: Questa è la versione...
Alberto Corsi: Dottore, io se vedo uno leggere una lettera, anche se vedo mia moglie, non le chiedo di farmi vedere la lettere come dice il Vanni. Insomma, codesto l'ha detto il Vanni, va bene, ma io non lo chiederei nemmeno a mia moglie di farmi vedere una lettera che riceve.
P.M.: Sì, però il contesto è che gliela fanno, secondo il contesto ricostruito...
Alberto Corsi: Contesto, però gl'è ricostruito codesto, non è proprio... codesto l'è la trascrizione.
P.M.: Me la lasci...
Alberto Corsi: Lo so, dovrebbe leggere la trascrizione. Codesta è la trascrizione, dovrebbe leggere... Perché sono preparatissimo anch'io in questo processo, come lei.
P.M.: Ma io guardi...
Presidente: Avremo la trascrizione, non si preoccupi.
P.M.: Non si preoccupi.
Alberto Corsi: Sta parlando riassunto, codesto è riassunto. Bisognerebbe leggere l'altro.
P.M.: Sì, mi scusi.
Alberto Corsi: Io c'ho il mio avvocato che mi brontola sempre, comunque chiedo scusa anche a lui.
P.M.: Il concetto è che, al di là del pezzetto che io le ho letto, il contesto generale è che nei colloqui, così come ricostruiti in quest'aula, e la forma di ricostruzione sono i testi che abbiamo sentito, perché sono più d'uno che ne hanno parlato: ne ha parlato il Nesi; ne ha parlato la Bartalesi; ne ha parlato il Lotti; indirettamente, perché solo attraverso i verbali, ne ha parlato il Vanni. Capisce che il contesto in cui sarebbe stata a lei mostrata è un contesto ben specifico. Allora, al di là di...
Alberto Corsi: Scusi, dottore, non ho capitò. Il Nesi ha detto che mi è stato mostrato una lettera?
P.M.: No, mi scusi.
Alberto Corsi: Ah, no...
P.M.: La ricostruzione del contenuto di questa lettera è una ricostruzione che è stata fatta attraverso più testi. Allora, quando io le ho detto, guardi Vanni parla della lettera, le volevo dire, non è una lettera generica, ma è questa lettera qua. Lei dice: 'non mi ha fatto vedere nessun tipo di lettera'.
Alberto Corsi: Nessuna lettera, dottore, le dico nella maniera più categorica. Il Vanni non mi ha mai fatto vedere una lettera. Non solo non me l'ha fatta vedere, non me ne ha mai parlato perché non doveva venire a parlarmene a me, c'aveva già un suo avvocato quando ricevè la lettera. Perché la lettera voi avete accertato che è del novembre '91, questa lettera.
P.M.: Benissimo.
Alberto Corsi: Più o meno.
P.M.: Non glielo so dire...
Alberto Corsi: Prima che il Vanni uscisse. Sì, dagli atti risulta.
P.M.: No, mi scusi. Nessuno l'ha vista, quindi questa lettera agli atti non c'è.
Alberto Corsi: No, lasciai a un certo Ricci, che ha una memoria da Pico della Mirandola, il quale dice che era settembre del '91. La ce l'ha, no, nessuno l'ha vista.
P.M.: No, mi scusi, mi scusi, avvocato Corsi. Un attimino. Lei fa il suo mestiere, è giusto.
Alberto Corsi: No, io fo il mestiere qui. Il mio mestiere lo prendo in un altro modo.
P.M.: Tenga presente che se io le faccio delle contestazioni non può dire il Ricci dice il giusto, con la data e tutti...
Alberto Corsi: Dottore, l'è lei che mi nomina codeste persone. Io le rispondo su queste persone.
P.M.: Io il Ricci non gliel'ho nominato, quindi...
Presidente: Senta avvocato Corsi, lei faccia una cortesia, risponda alle domande e…
Alberto Corsi: Faccia le domande.
Presidente: No, non polemizzi, non polemizzi.
P.M.: Comunque è molto chiaro il discorso...
Presidente: Se vuole può anche non rispondere, può fare quello che crede.
P.M.: ... il discorso dell'avvocato Corsi. 'Non ne so niente'. Quindi io non ho motivo di insistere. Era solo per chiarimento e perché un aspetto di questo genere l'ha tirato fuori lo stesso Corsi. Lei ci può spiegare qualcosa di più, indipendentemente da quello che dirà, sicuramente in modo diverso e meglio, o non so come, il suo difensore, rispetto a questo sospetto che lei dice è stato mal consigliato il Vanni, o è una sua...
Alberto Corsi: È una mia supposizione.
P.M.: Supposizione. Sulla base di qualche elemento?
Alberto Corsi: Mah, sulla base di elementi che sono già agli atti, forse.
P.M.: Sì, allora ce li dice…
Alberto Corsi: Perché quando... Un elemento è questo. Mi faccia riprendere il filo. Cioè, io direi... Mi rifà la domanda, per favore?
P.M.: La domanda è quella...
Alberto Corsi: Sì, me la rifaccia.
P.M.: Lei come fa a pensare che è stato qualcuno che ha mal consigliato il Vanni?
Alberto Corsi: Bisogna rispondere uno a uno. Per esempio, c'è il signor Lotti Giancarlo che dice che io sarei stato a delle cene di partito - mi sbaglio, l'ha detto? - del Movimento Sociale Italiano. Io purtroppo, oggi non si fa una bella figura, io sono sempre stato socialista. Oggi aver questo insomma, c'è un altro punto in meno. Sono sempre stato socialista, sono stato anche consigliere comunale socialista. Quindi non credo di aver mai partecipato a nessuna cena.
P.M.: Scusi. Scusi, avvocato Corsi. Allora, forse, ora si sta prendendo un'altra strada. Lei, cortesemente, può rispondere alla domanda che le ho fatto io, indipendentemente dalle cene?
Alberto Corsi: Se me la fa precisa.
P.M.: Sì, ma... La domanda è questa.
Alberto Corsi: Mi faccia la domanda precisa.
P.M.: Allora gliela rifaccio. Lei ha detto poco fa, dice: 'il Vanni ha fatto quelle dichiarazioni perché, penso io, è stato male imbeccato'.
Alberto Corsi: Oppure gli conviene, oppure s'è imbeccato da sé.
P.M.: Ah, ecco, vede...
Alberto Corsi: S'è accorto che gli conviene.
P.M.: Se si è imbeccato da sé è diversa.
Alberto Corsi: Quando dico imbeccato, non dico la Procura.
P.M.: No, no.
Alberto Corsi: Volevo chiarire questo, eh. Né alla Polizia, eh.
P.M.: Io guardi, per fortuna la legge ci chiede di registrare tutto, sicché.
Alberto Corsi: Ecco, appunto.
P.M.: In quest'aula stiamo registrando, forse anche filmando. Si figuri come siamo contenti di farlo pubblicamente.
Alberto Corsi: E nemmeno all'avvocato Filastò, perché lui non c'era.
P.M.: Sì, ma... Scusi, eh. Io le dico, lei ci sta dicendo: 'l'hanno imbeccato, sarà stato un altro detenuto, o s'è imbeccato da solo perché vede che gli conviene'...
Alberto Corsi: Questo lo penso. Oppure ha capito che gli conveniva far così.
Presidente: Va be'.
P.M.: Allora la domanda è: ha elementi specifici? No.
Alberto Corsi: Non ho elementi specifici.
P.M.: Bene. L'ultima domanda, perché è solamente per chiarimento della raccomandata, così la Corte non ha problemi nel capire. È una raccomandata, che io le mostro, che lei ha inviato e che è relativa a ricerche che lei ha fatto sul rapporto professionale fra lei e il Lotti, dico bene?
Alberto Corsi: Sì, sì.
P.M.: La vuole guardare?
Alberto Corsi: No, no, va bene, la conosco a memoria.
P.M.: Sì, ho capito. Siccome io la produco.
Alberto Corsi: Sì, sì, no. Va bene, l'ha già prodotto poi fra l'altro, c'è già.
P.M.: Bene. Presidente, io non ho altre domande.
Presidente: Prego. Altre parti? Parti civili? 
Avvocato: Nessuna domanda. 

martedì 23 settembre 2014

Alberto Corsi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 11 dicembre 1997 - Undicesima parte

Segue dalla decima parte

P.M.: Ho capito. Lei ricorda come da una, diciamo, sostanziale disinteresse totale, non parlavate quasi di nulla, arriva a parlarle un'altra volta, avvocato? Cioè, quando e come, in che termini gli focalizzò i suoi problemi. Perché, se dice un'altra volta, vuol dire che, una prima volta, le ha spiegati quali erano i suoi guai.
Alberto Corsi: Allora…
P.M.: Io le chiedo: se una prima volta glielo ha spiegato, lei cortesemente mi dice cosa le ha spiegato. E se ci riesce, me lo focalizza nel tempo.
Alberto Corsi: Se ci riesco. Dunque, Vanni è venuto una volta nel mio ufficio personalmente, una sola volta in vita sua, quando...
P.M.: Nel suo ufficio dove, mi scusi?
Alberto Corsi: A San Casciano.
P.M.: Ce lo può localizzare, rispetto al famoso piazzone? Noi conosciamo la piazza...
Alberto Corsi: No, lei la conosce anche la...
P.M.: No, mi scusi. Io personalmente sì, ma questa Corte è stata resa edotta man mano...
Alberto Corsi: Dunque il mio ufficio è in via Roma 44, esattamente a 100 metri da questa piazza di cui si è parlato tanto, e...
P.M.: Bene.
Alberto Corsi: ... 30 metri dal semaforo. E basta. Insomma...
P.M.: Benissimo. Era quello che volevo capire. Si presenta da lei una volta. Ricorda la circostanza, se la può collocare nel tempo, meglio ancora.
Alberto Corsi: Sì, la colloco, e posso collocarla anche esattamente nel tempo. Vanni è venuto da me nel 1990. Esattamente non so se prima di Ferragosto o settembre. Posso sbagliarmi solo di due-tre mesi, dicendo che era...
P.M.: Scusi, scusi, se lei è in grado di spiegarci perché riesce a focalizzarlo così bene?
Alberto Corsi: Riesco a focalizzarlo così bene perché, dopo tutto questo fatto, mi sono studiato anche gli atti, ho cercato di ricostruire tutto e ho trovato delle fotografie che esibirà l'avvocato Zanobini. Di una di queste famose cene che, nella quale il Vanni, alla quale il Vanni non partecipò.
P.M.: Non parte...
Alberto Corsi: Motivo, perché fu portato in Questura, o in Procura. Questo, non lo so.
P.M.: Procura, si tratta del '90.
Alberto Corsi: Dovrebbe essere... io ho studiato un poi' gli atti anch'io. Purtroppo mi è toccato a studiare anche questo processo, dovrebbe essere o 10 o 18 luglio. Se dai suoi atti le risulta che il Vanni è stato fermato e portato in Questura.
P.M.: 10 o 18 luglio?
Alberto Corsi: Sì. E dovrebbe essere...
P.M.: Del 1990?
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: Ho capito. Risulta un 19 luglio.
Alberto Corsi: Ah, 19 luglio. Insomma in codesto...
P.M.: Ecco, lei…
Alberto Corsi: Le son più preciso...
P.M.: No, scusi, eh. Perché se lei risale dall'atto, ci…
Alberto Corsi: No risalgo dalle fotografie stampate luglio '90, con data stampigliata nel margine.
P.M.: Oh. Ma ecco, come mai dalla fotografia lei riesce a dire che era venuto da lei?
Alberto Corsi: Come mai dalla fotografia...
P.M.: Come mai lei dice...
Alberto Corsi: Perché un po' me lo ricordo anche, che il periodo era quello, eh. Ci ho una memoria discretina. Non come quella di altri tempi...
P.M.: Ce l'ha oggi, perché le altre volte non ce l'ha mai detta...
Alberto Corsi: No, ve l'ho sempre detto. Il '90... secondo me risale al '90.
P.M.: Al '90, benissimo.
Alberto Corsi: L'ho detto al dottor Giuttari nella...
P.M.: È qui il verbale, io glielo avrei letto. Io le chiedo, se lei oggi è in grado di spiegarci se... Lei mi dice, intorno al Ferragosto.
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: 'Lo so perché ho visto il verbale, perché...'
Alberto Corsi: Con questo, può essere anche settembre, eh, o ottobre.
P.M.: Sì. Ma questo è un suo ricordo generico e lo colloca...
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: Ecco. Allora, fermo restando che lo abbiamo collocato nel tempo, nei modi che lei ci ha detto, lei ricorda...
Alberto Corsi: Un po' d'acqua, se per favore... un pochina d'acqua, è possibile?
P.M.: occorrerebbe Antonio per un po' d'acqua.
Alberto Corsi: No, no, sto senza.
P.M.: No, no. C'è, c'è... Chiedeva un po' d'acqua...
Alberto Corsi: Perché mi si è seccata un po' la bocca.
Presidente: Ah, un po' d'acqua?
Alberto Corsi: Sì.
Presidente: Vuole un po' d'acqua?
Alberto Corsi: Sì, sì.
Presidente: Antonio dov'è?
Alberto Corsi: Sto senza, sto senza.
P.M.: No, arriva.
Presidente: No, arriva, arriva. Per cortesia... ecco, bravo. Sì.
P.M.: Ci pensa...
Presidente: Lo abbiamo fatto per gli altri, perché non dovremmo farlo per lei?
P.M.: Vuole aspettare 5 minuti, o andiamo avanti?
Alberto Corsi: No, no, ma io son tranquillo. Mi si è solo seccata un po' la saliva.
Presidente: No, se poi vuole... sospendiamo, sospendiamo.
Alberto Corsi: No, no, per l'amor di Dio! Sennò... c'è altri che sospendan sempre, se mi metto anch'io a far questo...
P.M.: Allora io le chiedevo...
Presidente: Ora arriva presto l'acqua, eh.
P.M.: Lei ha focalizzato...
Alberto Corsi: Dunque, Vanni venne da me, nel mio ufficio. Non...
P.M.: Scusi se la interrompo. Lei ci ha detto prima: non era mai venuto. Quindi si presenta da sé...
Alberto Corsi: Non era mai venuto. Vanni non è mai venuto né in casa mia, né nel mio ufficio, né a San Casciano, né a Firenze. Il Vanni...
P.M.: Si presenta... Scusi, per appuntamento, o viene, bussa...
Alberto Corsi: No, a San Casciano un do appuntamenti.
P.M.: Ah.
Alberto Corsi: Vengono... Venne una mattina, mi ricordo. Appunto, o di luglio o di settembre del '90.
P.M.: Bene.
Alberto Corsi: Fine luglio o settembre del '90.
P.M.: Ricorda lei l'argomento? Il motivo che...
Alberto Corsi: Sì, venne da me dicendo che... come l'ho già detto anche, del resto io.
P.M.: Sì.
Alberto Corsi: Ci sono gli atti, l'ho già detto io al dottor Vigna.
P.M.: Io, sempre li deposito...
Alberto Corsi: Ecco.
P.M.: ... però...
Alberto Corsi: L'ho già detto al dottor Fleury e l'ho ripetuto a Giuttari. Sempre le stesse cose.
P.M.: Se non sbaglio…
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: Forse a me no, perché si...
Alberto Corsi: No, c'era sempre... nelle prime due c'era sempre anche lei, dottor Canessa.
P.M.: Bene. Benissimo. Comunque i verbali sono lì.
Alberto Corsi: E mi disse che era continuamente - testuali parole sue, più o meno - annoiato dalla Polizia che facevan perquisizioni, che lo interrogavano, lo sentivano. E voleva vedere, se era possibile, mettere...
P.M.: Era preoccupato, mi scusi? Le sembrò preoccupato?
Alberto Corsi: Era preoccupato. E, insomma, normalmente, perché portato sempre in Questura, andare... aver perquisizioni, credo, o qualcosa di simile...
P.M.: Le sembrò...
Alberto Corsi: Insomma, l'ho avuta anch'io una perquisizione. Sono stato preoccupato anch'io, dottore. Lei lo sa.
P.M.: Eh, lo so, lo so. Non sono cose piacevoli né per chi le subisce, ma nemmeno per chi le dispone.
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: E volevo dire questo: nel momento in cui si mostra preoccupato e le racconta queste sue continue, come dice lei, o come le ha riferito, ebbe modo di crederlo, o magari era uno che ingigantiva la sua preoccupazione? Magari era stato chiamato una volta.
Alberto Corsi: Ebbi modo di crederlo, perché...
P.M.: Era preoccupato.
Alberto Corsi: No, preoccupato, era...
P.M.: Scocciato.
Alberto Corsi: ... impaurito. Scocciato, ma... San Casciano, l'è un paese, quande io cominciai a fare la professione, i Carabinieri venivano a portarmi le prime notifiche, mia nonna diceva sempre: 'non ce li voglio i Carabinieri in casa', l'aveva paura. Quindi, ricevere una perquisizione, essere portato in Questura... Ma questo, non solo a San Casciano, credo anche a Firenze, uno si preoccupa un pochino. Io credo, eh.
P.M.: A me anche se mi arriva una raccomandata con ricevuta di ritorno, mi fanno...
Alberto Corsi: Gliel'ho mandata io, una, anche.
P.M.: Non lo so se me l'ha mandata, non l'ho ricevuta. Comunque la vado a prendere, se...
Alberto Corsi: No, quella delle macchine...
P.M.: Ah... sì, sì, sì. Eh, ora la depositiamo, stia tranquillo. C'è, c'è, è qui. Volevo continuare a vedere, dato che lei mi sembra è molto disposto a spiegare le cose...
Alberto Corsi: Tutto, dottor Canessa. Come ho sempre spiegato. Ripeto, le stesse domande me le ha fatte il dottor Vigna e lei, luglio '95.
P.M.: Sono tutte qua.
Alberto Corsi: Sì.
P.M.: Se lei...
Alberto Corsi: Sì. No, ma me le faccia riferire, perché è bene che lo sappiano anche loro.
P.M.: Certo.
Alberto Corsi: E me lo faccia riferire. Le stesse domande me l'ha fatte il Fleury, mi sembra febbraio '96. Quasi una fotocopia, poi, me la fece il dottor Giuttari. Se voi prendete le tre mie dichiarazioni, troverete tutta una fotocopia compreso anche il collocamento del Vanni nel '90.
P.M.: Presidente, anticipo subito che, per quello che possa servire - perché non sono forma di contestazione, perché sta dicendo l'esatte, identiche cose...
Presidente: Va bene, va bene.
P.M.: I verbali ci sono e sono...
Alberto Corsi: Sì, ma bisogna spiegarli un pochino, anche i verbali.
P.M.: E se è arrivata l'acqua?
Alberto Corsi: No, unn'importa, no no...
P.M.: Allora andiamo un attimo avanti. Io, avvocato Corsi, le chiedo questo: le spiegava il motivo per cui...
Presidente: Il bambino no, eh. Per cortesia. Il bambino non in aula.
P.M.: Le spiegava qual era il motivo di queste convocazioni e di queste perquisizioni? Almeno lei glielo ha chiesto?
Alberto Corsi: Sì, questo credo...
P.M.: Scusi ancora un attimo. Per caso, le portava qualche foglio, decreto di perquisizione, qualche notifica, da cui lei poteva capire indipendentemente dal racconto di Vanni, qual era l'oggetto dell'attenzione degli investigatori su di lui, o lei si è limitato a percepire solo il racconto di Vanni?
Alberto Corsi: No, un m'ha portato nessun foglio...
P.M.: Scusi, eh...
Alberto Corsi: Ho percepito...
P.M.: Intendo...
Alberto Corsi: Ho percepito.
P.M.: ... decreti di perquisizioni, o fogli...
Alberto Corsi: No, perquisizioni non lo so. Se erano interrogatori o perquisizioni non lo so.
P.M.: Non lo sa.
Alberto Corsi: Non lo so.
P.M.: Fogli degli inquirenti lei non ne ha mai visti?
Alberto Corsi: Mai visti.
P.M.: Bene. Allora era solo il racconto di Vanni.
Alberto Corsi: Era solo il racconto di Vanni.
P.M.: Ricorda il racconto cosa diceva, cosa gli chiedeva...
Alberto Corsi: No, mi diceva: 'vengan sempre da me, voglion sapere...' In quel particolare periodo, lei lo sa, volevate sapere se aveva visto la pistola del Pacciani. Questo me lo ricordo.
P.M.: Le chiedeva, cioè le riferiva questo argomento.
Alberto Corsi: Mi riferì questo argomento, ma io troncai subito corto, dottor Canessa, perché io dissi: 'guarda Vanni, io non fo penale e quindi rivolgiti a un penalista'. So che il Vanni, sempre nel '90, massimo '91, andò subito dall'avvocato Pepi. Quello era il suo penalista fin da allora. Segnalato l'avvocato Pepi dal Movimento Sociale Italiano, nella persona di Montecchi.
P.M.: Questo, che era andato dall'avvocato Pepi, l'ha saputo da questo Montecchi, dall'avvocato Pepi, o dallo stesso Vanni?
Alberto Corsi: L'ho saputo in piazza, in quei colloqui che dice lei, perché si rammaricò e disse: 'gl'ho dato 800 mila e seguitava a interrogarmi ', per i soldi spesi male si rammaricò. 800 mila lire mi sembra dicesse.