Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 21 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.
Segue dalla parte 11 del 21 maggio 1999
Andiamo ad esaminare il duplice omicidio di Giogoli, anche qui il Lotti non sa, proprio non lo sa come sono stati uccisi i due poveri tedeschi. Nel furgone c'era la radio accesa, questi sono dati oggettivi eh signori, qui non vi si richiede quel lavoro intellettuale che comporta appunto l'uso del buon senso, è meno faticosa la cosa qui, non c'è bisogno di fare uno sforzo di buon senso, come s'è visto è un lavoro, mentre l'istinto naturale dell'uomo è quello della pigrizia quindi di adeguarsi alle immagini senza coglierne il senso e la realtà. Qui i dati sono oggettivi, sono dati oggettivi che si scontrano incompatibilmente con i racconti del Lotti. Nel furgone c'era la radio accesa questi sono dati oggettivi eh signori, qui non vi si richiede quel lavoro intellettuale che comporta appunto l'uso del buon senso, è meno faticosa la cosa qui, non c'è bisogno di fare uno sforzo di buon senso, come s'è visto è un lavoro, mentre l'istinto naturale dell'uomo è quello della pigrizia quindi di adeguarsi alle immagini senza coglierne il senso e la realtà. Qui i dati sono oggettivi, sono dati oggettivi che si scontrano incompatibilmente con i racconti del Lotti. Nel furgone c'era la radio accesa non c'è niente da fare perchè quando sono arrivati, dopo 24 ore, non so quanto, circa, gli inquirenti, la radio era accesa e su questa cosa che dice Lotti non se ne accorge: "Più volte interrogato sul punto ha fornito le seguenti risposte: Io non ho visto musica dentro", Incidente probatorio, "Io non ho sentito nulla", Incidente probatorio, "Io non ho sentito niente", udienza dibattimentale del 28 novembre... qui è stato coerente però eh, bisogna dargli atto, è stato coerente incompatibilmente con un dato oggettivo acquisito, diamogli atto, qui aggiustamenti provocati non ce ne sono. Proprio non ha sentito nulla. Eppure la cosa curiosa qui è che non si può neanche immaginare che non abbia sentito nulla perchè magari s'era allontanato dalla piazzola in quanto che doveva fare il palo, e no, se c'è un episodio in cui il palo non lo fa per nientee in cui si trova proprio lì davanti al furgone è proprio quello di Giogoli. Perchè noi sappiamo, perchè ce lo dice lui, ha sparato e sappiamo che lui è ben presente quando Pacciani apre il portellone e quindi la radio a questo punto, nel silenzio della morte, si doveva ben sentire. "Richiesto di indicare dove si trovavano i due ragazzi tedeschi quando fu aperto lo sportello del furgone Lotti fornisce le seguenti risposte" e qui ancora una volta per quanto riguarda Giogoli, signori, lo sforzo è minimo, lo sforzo di chi valuta queste cose, perchè non si tratta di valutare verosimiglianze, cioè è probabile, non è probabile eccetera, no, no, si tratta di scontrarsi, sbattere contro un muro di dati oggettivi contrari, rispetto a quelli dei racconti che ci fornisce il Lotti. Quindi è un pò un calcolo aritmetico, due più due fa quattro, non c'è versi. La radio è accesa, lui doveva sentirla, non l'ha mai sentita, niente da fare. Non era laggiù a fare il palo era lì davanti. Quindi questo è un dato oggettivo non c'è bisogno di argomentare per induzione. Altro dato oggettivo: cosa dice Lotti a proposito della posizione dei poveri ragazzi trovati all'interno del furgone? E lo dice mica una volta sola sapete, ma lo dice credo 6 volte ne ho contate, dice così al Pubblico ministero che domanda: "Dove si trovavano? Verso il dietro del furgone?", anche qui mi sembra una domanda che forse non è proprio nel modo come si dovrebbe fare perchè se io, che non ti sto facendo un controesame, perchè è il Pubblico Ministero che lo sta interrogando, e che quindi mi son vietate le domande suggestive, cioè a dire, che cosa sono le domande suggestive? Quelle che suggeriscono la risposta. Se il Pubblico Ministero a il suo principale cardine, va bene, per l'accusa, gli va a dire, invece di dirgli: dove si trovavano i ragazzI? Questa era la domanda corretta, gli dice, dice: "Dove si trovavano?" e poi aggiunge: "Verso il dietro del furgone?" e non si fa così, non si fa così, non è giusto, non è questione di correttezza, di sottigliezza giuridica, non è giusto! In termini di ricerca della verità non è giusto! Qui ci troviamo di fronte ad uno che dice di aver assistito al delitto dei delitti. Tu non puoi fare domande in questi termini, voglio dire, non devi suggerire le risposte, lui deve rispondere come ritiene, crede di dover rispondere, poi gli si faranno le contestazioni. Per esame testimoniale l'articolo 499 e questo vale comunque anche per il Lotti, pone una regola generale che vieta le domande che possono nuocere alla sincerità delle risposte, comma 2, è una regola particolare che vieta le domande cosiddette suggestive, la quale vale solo per l'esame ma non anche per il controesame, è evidente l'intento del legislatore di evitare che chi induce un teste a prova possa anche suggerirgli le risposte. Cosa hanno fatto quando lo interrogavano a proposito di come fu uccisa Pia Rontini? Gliel'hanno messa in bocca la risposta, no? No, dice, con la pistola no, fu per caso colpita? Ma 1,2,3,5, 10 intollerabilmente, 10 volte. Durante l'esame diretto quindi possa anche suggerirgli le risposte, durante l'esame diretto, "in modo da manipolare a suo piacimento la genuinità della prova", Cassazione. Ma su questo lui è stato tetragono, tetragono. Sulla questione della posizione dei corpi dei due poveri tedeschi all'interno del furgone... Come? Era poco suggestiva Presidente, la ringrazio per il suggerimento, no, per la verità poi ha cambiato opinione ma in un giorno successivo. Però le prime sei risposte sono cristalline perchè dice, siamo all'udienza del 27 novembre del '97 quindi al dibattimento eh, Pubblico Ministero che domanda: "verso il retro del furgone?", "No dalla parte del volano"; seconda risposta pagina 44, udienza dibattimentale 27 novembre: "No, dalla parte della guida" specifica, volano, guida, non ci può essere equivoco signori; terza risposta, pagina 44: "Nel davanti", volano, guida, davanti, ci possono essere dubbi? Pubblico Ministero: "Ma li vide bene?", "Porca miseria, si". Poi andiamo all'udienza del giorno dopo. Dopo ventiquattr'ore che succede? Questo pulcino tenuto nella stoppia dopo ventiquattr'ore fa una dichiarazione spontanea, cioè non aspetta neanche ci si torni sopra con le domande, cambia totalmente versione, dice: guardi ieri mi son confuso, non me lo ricordo. Proprio appena si sedette - mi sono un pò confuso, dovrei fare una dichiarazione- dice: e che dice? Virgolette "Li ho visti da una parte, no davanti dove c'è la guida, dalla parte dietro, mi ero espresso male, eran di dietro" pagina 48 dell'udienza del giorno dopo, 28 novembre '97. La notte porta il consiglio, come dice il collega, non so, consiglio... Comunque, senza, senza... Non è accettabile, va bene, che uno si esprima male, perchè qui non è un particolare, o è bianco o è nero, o è davanti o è dietro, quindi tu non puoi dire mi sono espresso male, non ha senso dire che ti sei espresso male, devi dire: Ieri non ho detto la verità, la verità la dico oggi e a questo difensore pare processualmente corretto una cosa del genere perchè? Perchè poi sta al giudice, al magistrato dire: benissimo, e allora, lei che è un chiamante in correità, lei, va bene, che è portatore di una prova gravata di sospetto, lei che con tanta disinvoltura, ieri, mi dice che non ha detto la verità, eh bhe, io ci devo pensare una? Ma cento volte prima di crederle, non su particolari insignificanti ma su dati centrali perchè hanno a che fare con l'episodio omicidiario, la posizione dei cadaveri, dove gli spari, perchè lui non ammette mai di dire le bugie, attenzione signori, non lo ammette mai neanche di fronte all'evidenza della 128, dice: ma io ne avevo due di macchine, poi gli si dice ma era vera l'anno scorso quando per dieci volte hai detto che la macchina s'era rotta e per questo ne hai comprata una nuova o è vero stamattina che mi dici che non è vero che si era rotta, hai comprato quella nuova, senza avere una lira in tasca come sempre, ma così, perchè ti piaceva. Dice no, finalmente l'ha detto è vera stamattina che significa che l'anno scorso hai detto una bugia, non c'è niente da fare, no? E qui la stessa cosa, la parola... Dice mi sono sbagliato, non ho detto è vera oggi, era vera ieri, mi sono sbagliato, ma noi dobbiamo trarne le conclusioni, le conseguenze da questo. Se è vero che tu li hai visti nella parte posteriore del furgone i tedeschi, vuol dire che quando per sei volte ieri hai detto che stavano nella parte anteriore hai detto una bugia e poi valuterà il magistrato come si può sbagliarsi, come ci si può sbagliare su una cosa del genere, si può sbagliare soltanto uno che non ha visto niente e gli fanno notare: guarda che ci son le foto, i ragazzi son dietro, eh, ci penso io, domani... "Li ho visti da una parte, non davanti dove c'è la guida, dalla parte dietro, mi ero espresso male, erano di dietro" e quindi sull'aggiustamento che comunque in questo caso non è un aggiustamento ma è una virata di 360 gradi, altro che aggiustamento, su un dato non marginale, ma su un dato decisivo che riguarda la posizione dei cadaveri subito dopo gli spari, spari anche suoi, perchè ce lo dice lui. Tu non ti puoi sbagliare e se ti sbagli vuol dire che non c'eri. Ecco, altra questione riferita a Giogoli che non comporta, da parte dei giudicanti, un particolare sforzo nell'uso del buon senso comune ma una semplice constatazione residuale, vorrei dire notarile, se mi è consentito, se mi è permesso, notarile, dovete soltanto certificare, come dei notai, questo fatto, le dichiarazioni di Lotti che tutti i colpi furono sparati prima dell'apertura del furgone e dell'ingresso del Pacciani all'interno del furgone che contrastano insanabilmente con l'evidenza rappresentata dalla prova provata che dentro il furgone fu sparato invece. Voi questa cosa la dovete registrare come dei notai, secondo il modesto parere di questo difensore perchè non c'è da fare dei ragionamenti sopra, è così, non ha detto la verità, non c'è da cercare di capire il perchè può non averla detta, la versione di comodo, poi qui la versione di comodo poi... Qui si autoaccusa, invece di aver fatto solo il palo, si autoaccusa di aver sparato addirittura. Guardate che pertinacia autoaccusatoria, che poi ritroveremo a proposito dell'assicurazione, lui non solo dice il falso a proposito dell'epoca a partire dalla quale avrebbe assicurato la macchina nuova, la 128, lui l'ha detto per venti volte nel primo giudizio dal 20 settembre, quando messo di fronte all'evidenza delle carte non può più sostenere questa cosa, va bene, non può più sostenere questa cosa, allora porta i certificati dell'assicurazione per mantenere nell'errore i giudici, questo è gravissimo e lo riportano in sentenza in tutte quelle pagine che conoscete. Lui addirittura, poi abbiamo capito dopo con le ricerche che si sono fatte, che in realtà la polizza l'aveva fatta sulla nuova macchina, quindi aveva cominciato a circolare e ci aveva fatto pure due incidenti dal 25 di maggio, ma lui pertinacemente, pervicacemente ha sempre detto: no io l'ho assicurata dal 20 settembre, ho comciato a circolare col 124 dal 20 settembre, quindi dopo il delitto di Scopeti perchè lì c'era la 128 e addirittura abbiamo la situazione di un personaggio che si preoccupa di portare dei pezzi di carta, dopo aver indotto in errore il magistrato, per mantenerlo nell'errore, per mantenerlo nell'errore, tenercelo fermo e quando si scardina anche questa cosa, perchè si trova la polizza, si ritrova la storia delle due macchine in contemporanea di Paperon de Paperoni.
Presidente (fuori microfono): -Incomprensibile-
Avvocato Mazzeo: Grazie Presidente. La ringrazio.
Presidente (fuori microfono): -Incomprensibile-
Avvocato Mazzeo: Grazie Presidente. La ringrazio.
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