Originario di Messina, dopo la laurea in giurisprudenza il 15 gennaio 1978 si arruolò presso la Polizia di Stato dove collaborò con la squadra mobile di Reggio Calabria per poi passare a dirigere la Squadra mobile di Cosenza. Prestò quindi servizio presso la Direzione Investigativa Antimafia di Napoli e Firenze. Dal 1995 al 2003 è stato il Capo della Squadra Mobile di Firenze per cui ha seguito la vicenda del "mostro di Firenze". Durante il processo a Vanni e Lotti depose nelle udienze del 23,25,26 e 27 giugno 1997. Nel 1998 con Carlo Lucarelli scrisse Compagni di Sangue, pubblicato da Le lettere e Bur. Nell'agosto del 1998 gli fu proposta la promozione a vicequestore vicario e lo spostamento in altra sede, Michele Giuttari rifiutò è continuò ad indagare sul "mostro di Firenze". Una nuova proposta dal ministero dell'Interno, anche questa respinta, gli giunse nell'agosto del 1998, in questo caso avrebbe dovuto rivestire il ruolo di vicequestore vicario presso la Questura di Pesaro. Il 5 agosto del 1999 un decreto ministeriale del 14 luglio lo trasferiva da capo della squadra mobile a dirigente dell'ufficio stranieri per "emergenti esigenze di servizio della Questura di Firenze". Michele Giuttari non svolse mai questa funzione, si mise in aspettativa ed il 2 dicembre 1999 il tribunale di Firenze accolse il suo ricorso sospendendo il provvedimento di trasferimento. Il 28 febbraio 2000 è nuovamente capo della squadra mobile di Firenze ma il 25 marzo il ministero dell'interno emette un nuovo provvedimento di trasferimento immediato presso l'Ufficio stranieri. Venne nuovamente fatto ricorso ma il Tar respinse la richiesta. In appello, il ricorso venne accolto ed il 27 luglio il provvedimento fu sospeso.
Nel dicembre del 2001 pubblicò con Panorama "Assassini a Firenze". Dal 2003 al 2007 gestì il Gides, Gruppo Investigativo Delitti Seriali, volto ad individuare i possibili mandanti del Mostro di Firenze e per indagare sulla morte del medico perugino Francesco Narducci. Nel 2005 ha pubblicato il romanzo "Scarabeo" per Bur, per lo stesso editore nel 2006 ha pubblicato "La loggia degli innocenti" e "Il mostro" che aggiorna e rivede i contenuti del libro "Compagni di sangue". Nel settembre del 2006 con il PM, Giuliano Mignini segnalò alla procura di Genova una serie di episodi che, a suo giudizio, provavano la volontà del capo della procura di Firenze, Ubaldo Nannucci, di ostacolare le indagini sui mandanti dei delitti del mostro. L' inchiesta della procura di Genova si concluse con una richiesta di archiviazione per infondatezza di tutte le ipotesi di reato. Il giudice per le indagini preliminari condivise le conclusioni della procura ed il caso fu archiviato. Scrissero i magistrati genovesi: "Addebitare al procuratore della Repubblica di avere reiteratamente abusato del proprio ruolo e dei poteri connessi alla funzione per ostacolare l' attività della polizia giudiziaria e dei propri sostituti in un' indagine per omicidio, e ciò al fine di favorire amici personali, non è accusa da prospettarsi a cuor leggero (...) Accuse di tale gravità dovrebbero fondarsi su elementi di prova particolarmente solidi e incontrovertibili".
Nel dicembre del 2001 pubblicò con Panorama "Assassini a Firenze". Dal 2003 al 2007 gestì il Gides, Gruppo Investigativo Delitti Seriali, volto ad individuare i possibili mandanti del Mostro di Firenze e per indagare sulla morte del medico perugino Francesco Narducci. Nel 2005 ha pubblicato il romanzo "Scarabeo" per Bur, per lo stesso editore nel 2006 ha pubblicato "La loggia degli innocenti" e "Il mostro" che aggiorna e rivede i contenuti del libro "Compagni di sangue". Nel settembre del 2006 con il PM, Giuliano Mignini segnalò alla procura di Genova una serie di episodi che, a suo giudizio, provavano la volontà del capo della procura di Firenze, Ubaldo Nannucci, di ostacolare le indagini sui mandanti dei delitti del mostro. L' inchiesta della procura di Genova si concluse con una richiesta di archiviazione per infondatezza di tutte le ipotesi di reato. Il giudice per le indagini preliminari condivise le conclusioni della procura ed il caso fu archiviato. Scrissero i magistrati genovesi: "Addebitare al procuratore della Repubblica di avere reiteratamente abusato del proprio ruolo e dei poteri connessi alla funzione per ostacolare l' attività della polizia giudiziaria e dei propri sostituti in un' indagine per omicidio, e ciò al fine di favorire amici personali, non è accusa da prospettarsi a cuor leggero (...) Accuse di tale gravità dovrebbero fondarsi su elementi di prova particolarmente solidi e incontrovertibili".
Dal 2007 presta servizio all’Ufficio Centrale Ispettivo del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Nello stesso anno per Biblioteca Universale Rizzoli esce il romanzo "Il basilisco".
Nel 2009 pubblica con Rizzoli "La donna della 'ndrangheta", The Times lo definisce “il principale scrittore italiano di polizieschi”.
Il 22 gennaio 2010 è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione dal tribunale di Firenze per abuso d’ufficio in relazione a un’inchiesta collegata proprio al mostro di Firenze. Insieme al pm di Perugia Giuliano Mignini, Michele Giuttari avrebbe "svolto indagini illecite su alcuni funzionari di polizia (l'ex questore di Firenze Giuseppe De Donno e l’ex direttore dell’ufficio relazione esterne Roberto Sgalla n.d.r.) e giornalisti (Vincenzo Tessandori, Gennaro De Stefano e Roberto Fiasconaro) con intento punitivo o per condizionarli nel loro lavoro, perché avrebbero tenuto atteggiamenti critici riguardo il comportamento di Giuttari con la stampa o riguardo l’inchiesta sulla morte del medico perugino Francesco Narducci".
Nel maggio 2010 ha pubblicato, per il piccolo editore Plus, il libro "L'investigazione". Il 27 ottobre 2010 ha pubblicato con Rizzoli il "Le rose nere di Firenze".
Il 22 novembre 2011 la Corte d'Appello di Firenze ha annullato la sentenza di primo grado dichiarando la procura fiorentina territorialmente non competente.
Rif.1 - La Repubblica - 21 maggio 2006 - pag. 6Nel 2009 pubblica con Rizzoli "La donna della 'ndrangheta", The Times lo definisce “il principale scrittore italiano di polizieschi”.
Il 22 gennaio 2010 è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione dal tribunale di Firenze per abuso d’ufficio in relazione a un’inchiesta collegata proprio al mostro di Firenze. Insieme al pm di Perugia Giuliano Mignini, Michele Giuttari avrebbe "svolto indagini illecite su alcuni funzionari di polizia (l'ex questore di Firenze Giuseppe De Donno e l’ex direttore dell’ufficio relazione esterne Roberto Sgalla n.d.r.) e giornalisti (Vincenzo Tessandori, Gennaro De Stefano e Roberto Fiasconaro) con intento punitivo o per condizionarli nel loro lavoro, perché avrebbero tenuto atteggiamenti critici riguardo il comportamento di Giuttari con la stampa o riguardo l’inchiesta sulla morte del medico perugino Francesco Narducci".
Nel maggio 2010 ha pubblicato, per il piccolo editore Plus, il libro "L'investigazione". Il 27 ottobre 2010 ha pubblicato con Rizzoli il "Le rose nere di Firenze".
Il 22 novembre 2011 la Corte d'Appello di Firenze ha annullato la sentenza di primo grado dichiarando la procura fiorentina territorialmente non competente.
Rif.2 - Il mostro pag.275
Vedi anche:
-Michele Giuttari - Intervista su L'Unità - 23 ottobre 2006
-Michele Giuttari - Intervista su L'Unità - 12 febbraio 2004
-Speaker's corner
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