Nella notte del 19 giugno 1982 in località Baccaiano, vicino a Montespertoli, furono uccisi Antonella Migliorini e Paolo Mainardi, di 19 e 22 anni. I due ragazzi furono trovati, in una Fiat 127 celeste targata FI A90112, in via Virginio Nuova. L'auto fu trovata con le ruote posteriori in un fosso che costeggia la provinciale. Lo sportello anteriore destro fu trovato spalancato, il freno a mano tirato, il cambio con innestata la retromarcia, dal cruscotto erano state tolte le chiavi. All'interno dell'auto furono rinvenuti un preservativo annodato, dei fazzolettini di carta usati, il portafogli di Paolo Mainardi con lire 49.000 all'interno; l'orologio della Migliorini fu trovato sul sedile posteriore dell'auto. Il finestrino anteriore sinistro ed i vetri dei fari anteriori erano infranti. La luce dell'abitacolo dell'auto fu trovata accesa. Un foro di proiettile aveva trapassato il parabrezza. Sul sedile anteriore sinistro in parte reclinato, e sul sedile posteriore furono trovate larghe chiazze ematiche. Furono repertati 9 bossoli calibro 22 marca Winchester serie H, di cui tre sulla piazzola posta a destra della carreggiata, due sulla strada, tre davanti all'autovettura ed uno all'interno di essa. Il cadavere di Antonella Migliorini, completamente vestito, era adagiato sul sedile posteriore con le gambe allungate in avanti, era stata raggiunta da due proiettili a piombo nudo alla fronte, 1 aveva sfiorato il naso, dalla necroscopia si scoprì una echimosi alla caviglia destra. Paolo Mainardi, secondo le testimonianze sposate dagli inquirenti, era seduto in fin di vita sul sedile del guidatore, spirò all'ospedale di Empoli alle ore 8,00 della mattina successiva, senza aver mai ripreso conoscenza. Era stato attinto da un proiettile alla spalla sinistra, e da altri tre colpi alla testa, uno frontalmente, uno sulla guancia sinistra, uno dietro l'orecchio sinistro. Entrambi i ragazzi furono trovati vestiti, su nessuno dei due erano state effettuate escissioni o deturpazioni di sorta. Tra i capelli di Paolo Mainardi fu trovata una maglia dell'orologio da polso di Antonella Migliorini. La dinamica ricostruita dagli inquirenti vede i due giovani con l'auto parcheggiata su di uno slargo della provinciale, l'assassino si avvicina all'auto, spara al ragazzo dal finestrino sinistro, colpendolo alla spalla, quindi spara mortalmente alla ragazza. Mainardi reagisce all'aggressione, riesce a mettere in moto l'auto e a marcia indietro esce dallo slargo, attraversa trasversalmente la carreggiata ma a causa della manovra brusca, finisce con le ruote posteriori nel fossetto che costeggia la strada. Il "mostro" raggiunge l'auto, spara ad entrambi i fari, quindi verso il parabrezza colpendo alla testa il ragazzo. L'assassino si avvicina quindi all'auto e spara altri due colpi sul Mainardi ed uno sulla Migliorini. Toglie quindi le chiavi dal cruscotto ed allontanandosi le lancia nel campo poco distante.
Alcuni ragazzi passarono dalla provinciale, videro l'auto e i due ragazzi all'interno, chiamarono l'ambulanza ed i carabinieri. Da Montespertoli giunse un'ambulanza guidata da Lorenzo Allegranti che certo non si aspettava che quella sera l'avrebbe ricordata per tutta la vita. Giunto sul luogo del duplice omicidio insieme agli altri volontari forzò lo sportello destro dell'auto, rimasto bloccato, riuscì quindi ad estrarre Mainardi. Raccontò agli inquirenti d'aver trovato il giovane sul sedile posteriore; questa collocazione, consentirà al difensore di Mario Vanni , Nino Filastò, una diversa ricostruzione della dinamica dell'omicidio. Secondo Filastò infatti a condurre l'auto, dove fu trovata, non fu Mainardi ma lo stesso mostro, "con l'intenzione di trasferire le vittime in un luogo abbastanza prossimo, ma meno esposto, dove poter completare, in tutta tranquillità, la sua atroce operazione." Nella ricostruzione alternativa "il mostro mette in moto, innesta la marcia indietro. Comincia la manovra. Ma la razazza, Antonella (...) è ancora viva e vitale, si agita, tenta una reazione, fa gesti violenti e inconsulti, scalcia contro il sedile della guida, (...) il mostro, infastidito nella manovra dalla reazione della ragazza, si volta impugnando la sua calibro 22, e le spara un colpo mortale, uccidendola all'istante. Ma nel compiere quest'azione perde per un attimo il controllo dell'auto, che finisce nel canale."
Non furono rilevate impronte digitali; le chiavi dell'auto furono ritrovate a circa 20 metri dal mezzo, nel campo sovrastante il fossetto dove era finita l'auto; nello stesso campo il 20 giugno 1982, intorno alle ore 11,00, fu trovata una bustina vuota di Norzetam , un medicinale indicato "in tutti i quadri clinici con compromissione del rendimento cerebrale (psicosindromi cerebroorganiche)."
Alcuni ragazzi in moto dichiararono d'aver visto un uomo con una maglietta a strisce colorate camminare sul ciglio della strada, ma la sua identità rimase ignota.
Nella notte del duplice omicidio di Montespertoli, furono organizzati dai carabinieri numerosi posti di blocco e su ordine della magistratura vennero eseguite diverse perquisizioni presso le abitazioni di sospettati. Le indagini non portarono ad alcun esito significativo.
Dalla prima pagina de "La Nazione" di martedì 22 giugno: "Un'indiscrezione che non ha trovato conferme, ma neanche smentite tra gli inquirenti particolarmente abbottonati indicherebbe che il ragazzo benchè ferito in modo così grave sia riuscito, prima di cessare di vivere alle 8 della mattina, a dire qualcosa di molto importante. La notizia, ripetiamo, non ha trovato esplicite conferme". Si trattava di un espediente organizzato dal magistrato Silvia della Monica nel tentativo di far commettere al mostro un passo falso.
Rif.1 - La leggenda del Vampa pag.177
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