Giovanni Pierini è nato a Firenze nel 1950, è professore associato all'Università di Bologna dove insegna medicina legale, tossicologia forense e storia della medicina. E' autore di studi e pubblicazini in tema di veneficio nel mondo antico, di ricerche di farmacologia applicata alle tossicodipendenze e di criminalistica, tra le quali "Appunti di tossicologia forense"
Nella sua perizia, realizzata per l'equipe del professor Francesco De Fazio, che seguì le vicende del "mostro di Firenze", suppose che l'arma del "mostro" fosse "un coltello con doppio filo di lama, un filo monotagliente e liscio intorno e un filo zigrinato", spiegò che "quando nell'azione di taglio si passano i 180°, c'è un'adduzione di ulna sul radio che esita in un blocco fisiologico del polso e tende quindi a strisciare il filo opposto a quello di taglio".
Nello studio di questo caso era stato "possibile fare un pò di modellistica (ricreando tridimensionalmente le caratteristiche dall'arma bianca), perchè normalmente durante l'esame delle lesioni da taglio si hanno solo dei piani bidimensionali. (...) Il piano osseo (del giovane francese) permette di mantenere la forma proprio per la mancanza di elasticità, quindi certe misure sono precise: infatti è l'unico caso per il quale mi sono spinto a fare una misura angolare del filo di taglio, cioè 20°, ammettendo quindi che l'osso abbia funzionato da calco. Dalla parte opposta all'angolo di 20° c'è l'altro angolo acuto, che però è frammentato, scheggiato. Come si spiega questa differenza? Se noi immaginiamo una piramide in sezione, quindi un trangolo, con la base molto lunga e l'altezza abbastanza breve, rimangono due angoli di 20°."
Rif.1 - La leggenda del Vampa pag.178
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