
Il 21 dicembre 1995 fu sentita dalla squadra mobile di Firenze. Dichiarò d'aver abitato a San Casciano fin dal 1982 e d'aver conosciuto Mario Vanni, poichè suo vicino di casa. Lo definì "un personaggio di cui si parlava in giro anche per un fatto curioso e cioè che una volta, sulla Sita, gli era caduto di tasca un vibratore con l'interruttore acceso e tale episodio esilarante, alla presenza di altri suoi compaesani ed altri viaggiatori, lo aveva reso ridicolo". Vanni le aveva più volte chiesto certe prestazioni ma lei lo aveva sempre respinto poichè infastidita dalla sua volgarità. Aveva riferito della sua amicizia con Giancarlo Lotti poichè amico della convivente di Salvatore Indovino e del fatto che quest'ultimo fosse un "malato di sesso" tanto dall'aver appreso che assieme ad un amico di Prato andavano a spiare le coppie nei boschi.
Il 27 dicembre fu nuovamente ascoltata dal capo della squadra mobile, Michele Giuttari. Riferì quanto segue. "Ritornando da Firenze, la sera prima del giorno in cui fu diffusa la notizia del duplice omicidio degli scopeti intorno alle 23,30, insieme al mio protettore dell'epoca (Norberto Galli), proprio in corrispondenza della tenda - da me notata anche nei giorni precedenti - ebbi modo di constatare la presenza di un'auto in sosta di colore rosso o arancione con la portiera, lato guida, di altro colore sempre sul rossiccio, ma più chiaro dell'intero colore del mezzo. Devo precisare che il colore dell'auto mi sembrò un pò alterato in quanto su di essa si rifletteva la luce dei fari dell'auto su cui stavo viaggiando. Quando seppi la notizia in San Casciano del duplice omicidio, Norberto mi disse di tacere per non trovarci entrambi nei guai e fu per questo che non dissi nulla, anche perchè ero terrorizzata e nessuno mi aveva fatto domande."
Le furono mostrate alcune foto e riconobbe l'auto vista quella sera nella vettura di Giancarlo Lotti, una Fiat 128 coupè.
L'8 febbraio 1996 fu nuovamente ascoltata dal capo della squadra mobile, e dal PM Paolo Canessa. Confermò quanto riferito precedentemente ad aggiunse alcuni particolari in merito alle strane pratiche che avvenivano presso l'abitazione di Salvatore Indovino e Filippa Nicoletti: "Ogni domenica mattina, nell' appartamento dei due c' erano i resti di messe nere, vedevo cose strane, c'erano inequivocabili tracce di cosa era successo il sabato sera e la notte. Nella stanza appena si entrava, c' erano ceri spenti, una stella a cinque punte disegnata in terra con il carbone, una indicibile sporcizia e confusione dappertutto, preservativi, bottiglie di liquori vari vuote, nonchè un cartellone appoggiato sul tavolo contenente tutte le lettere dell'alfabeto e numeri con all'estremità di questo cartellone, che era di forma ovale, due cerchi con scritte in uno SI e nell'altro NO. Nel mezzo di questo cartellone c'era un piattino da caffè sporco di nero"(Un cartellone simile era stato rinvenuto presso l'abitazione di Pietro Pacciani). Sulle lenzuola del letto grande c' erano tracce di sangue. Erano macchie larghe quanto un foglio di carta da lettera".
Segue...
Rif.1 - La Repubblica - 18 febbraio 1996 pag.9
Rif.2 - Il mostro pag.116
Rif.3 - Compagni di sangue pag.52
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