Segue dalla terza parte.
Presidente: Avvocato Colao di parte civile
Avvocato Colao: Signorina si ricorda un episodio in cui lei si tagliò i peli e suo padre si arrabbiò molto per questo?
R.P.: No, un ricordo.
A.C.: Si ricorda se con suo padre andava in sagre di paese e vi lasciava, a volte anche a lungo, in macchina e lui andava in giro?
R.P.: …
A.C.: Feste di paese…
R.P.: Si, no, durante le feste e lui ci, ci diceva di stare… proprio in macchina no ma ci diceva di stare lì vicino, nelle vicinanze e lui gli andava a giocare, non so dove gli andava.
A.C.: Ma anche paesi, diciamo, di una certa distanza dalla vostra casa?
R.P.: Si.
A.C.: Andavate in macchina?
R.P.: Si in macchina.
A.C.: E guidava bene il babbo la macchina?
R.P.: Si.
A.C.: Conosceva bene i posti? Si muoveva bene per le vie?
R.P.: Si, si.
A.C.: Bene. Grazie. Un’altra cosa, dunque, quando voi eravate picole, lei stessa ha detto che avete subito delle violenze, ora, questo particolare in cui lui, diciamo, immetteva nella vostra vagina piccolina delle zucchine…
Avvocato Bevacqua: Ma la domanda qual è?
A.C.: O dei cetriolini.
Avvocato Bevacqua: La domanda!
A.C.: Si ricorda?
R.P.: Si, ricordo.
A.C.: Ecco e che giustificazione dava quando compiva questi atti? Che vi diceva quando vi metteva queste zucchine o i cetriolini nelle piccole vagine?
R.P.: Che… No… Che con lui non c’era nessun pericolo mentre se andavo insieme con quegli’altri c’era il pericolo di rimanere in cinta, insomma.
A.C.: Va bene, grazie signorina. Ho finito.
Presidente: Gli avvocati di parte civile hanno altre domande? Nessuna. Prego la difesa. Avvocato Fioravanti.
Avvocato Fioravanti: Senta signorina Rosanna nel febbraio 1992 lei si ricorda che il babbo era a casa’ Era uscito dal carcere… Si ricorda?
R.P.: Si. Poi se gli era di febbraio non ricordo.
A.F.: Ecco, quando è uscito dal carcere il babbo lei ha chiesto a lui di fare pace? Di ritornare insieme?
R.P.: Proprio pace no.
A.F.: Si, cioè gli ha telefonato se poteva andare a mangiare a casa sua?
R.P.: Si. Ci sono stata una volta.
A.F.: Senta una cosa, lei da giovane, quando era più giovane cioè, è stata innamorata di un ragazzo di nome Isola Luca.
R.P.: Si.
A.F.: E lei due o tre anni prima già lavorava e il babbo gli aveva aperto un libretto al portatore…
P.M.: La domanda!
A.F.: La sto facendo.
P.M.: No sta raccontando lei i fatti.
A.F.: No non sto raccontando i fatti.
P.M.: Come no?
A.F.: Il babbo gli aveva aperto un libretto al portatore con i risparmi del lavoro?
R.P.: Quando stavo insieme con Luca no.
A.F.: Quando?
R.P.: No non lavoravo ancora.
A.F.: Ecco ma questo Luca ebbe a prelevare dal libretto di lavoro tutto il contenuto?
R.P.: No.
A.F.: Dal libretto di risparmio cioè.
R.P.: No questo no. Li prendeva qualcheduno così ma non dal libretto.
A.F.: Lei ha dato in mano a Luca…
R.P.: Si ho dato in mano dei soldi dei quali non sono mai riuscita a riaverli.
A.F.: Senta una cosa quando era ancora… Ecco, quanti soldi aveva in quel libretto?
R.P.: Non lo so, non me lo ricordo.
A.F.: Può darsi che ci fu un ammanco di oltre quattro milioni dal libretto?
Presidente: Cioè che furono presi quattro milioni
R.P.: No, no.
A.F.: Tre milioni?
R.P.: No, si, dieci, ventimila lire mi prese.
A.F.: No, dunque, senta una cosa, quando era più piccola lei è stata messa in un collegio di suore insieme alla Graziella?
R.P.: Si.
A.F.: Ecco, è stata sempre in questo collegio oppure è fuggita qualche volta?
R.P.: Dal collegio?
A.F.: Si.
R.P.: No.
A.F.: Non è fuggita mai?
R.P.: No.
A.F.: Ecco e quando è andata in quella casa di contadini, in quella casupola in mezzo ai campi insieme a due ragazzi?
R.P.: Ci sono andata…
P.M.: Questo lo sta dicendo lei?
A.F.: No, no è andata con due ragazzi, la domanda è all’inverso e allora?
R.P.: Ci sono andata ma insieme a una mia amica.
A.F.: Mentre era in collegio col giovane Pecci.
R.P.: Si.
A.F.: Ecco. Si e un altro che si chiamava Mazzoni. Senta una cosa, lei oggi sta bene?
R.P.: Mah, insomma. Benino sto.
A.F.: Quante volte è stata ricoverata in ospedale in questi ultimi, in questo ultimo anno?
R.P.: Mai.
A.F.: Mai?
R.P.: E’ un anno che non sono ricoverata.
A.F.: Ecco, prima?
R.P.: Ci sono stata due o tre volte.
A.F.: In quale reparto?
R.P.: Pissichiatria.
A.F.: Ospedale di Ponte a Niccheri?
R.P.: Si.
A.F.: Lei ha detto prima che il babbo vi portò a casa della Miranda Bugli…
R.P.: Della?
A.F.: Miranda Bugli.
R.P.: Ah, si, si.
A.F.: Della ex donna del babbo.
R.P.: Si, si.
A.F.: Ecco, dove si trovava la casa?
R.P.: Eh, non ricordo.
A.F.: Ma si trovava vicino a Mercatale?
R.P.: No, no lontano.
A.F.: Lontano quanto?
R.P.: Eh, ora… Diversi chilometri.
A.F.: Senta, un’altra cosa, lei andava insieme alla Graziella e al babbo alle feste paesane.
R.P.: Si.
A.F.: E’ andata alla Festa de l’Unità nel settembre ’85 insieme al babbo a Cerbaia?
R.P.: Si.
A.F.: Fino a che ora siete stati alla sera dell’8 settembre? Perché la Festa de l’Unità era l’8 settembre. Domenica.
R.P.: Eh, si rimase a cena dopo, fino, non lo so, le 9:00, le 10:00.
A.F.: Ecco, quando siete usciti dalla cena, non si accendeva la macchina? La Ford faceva le bizze?
R.P.: Si.
A.F.: E chi è che vi ha dato la spinta per far ripartire la macchina? Vi ha aiutato?
R.P.: Credo uno.
A.F.: Era un meccanico di Mercatale?
R.P.: Penso di no.
A.F.: Lei conosce Marcello Fantoni?
R.P.: Si sta accanto a me.
A.F.: Poteva essere Marcello Fantoni?
R.P.: Nn… Penso di no.
A.F.: Ecco, vicino al tavolo, alla cena c’era una signora che era la moglie di Marcello Fantoni. L’ha vista lei?
R.P.: Non ricordo ora.
A.F.: Comunque la macchina s’era fermata e un meccanico vi ha aiutato a farla ripartire?
R.P.: Si.
A.F.: Nessun’altra domanda.
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
Avvocato Bevacqua: Senta signorina voglio fare due domande ma molto banali. Senta lei a questo ragazzo col quale stava ha dato il libretto?
R.P.: No.
A.B.: E come glieli ha presi questi dieci mila lire o venti?
R.P.: Ce li avevo così.
A.B.: Dove ce li aveva?
R.P.: Ce li avevo io a portata di mano.
A.B.: E lei non gliel’ha contestato perché gli ha preso soldi?
R.P.: E’, mi disse che me li rendeva ma poi non me li ha più riresi.
A.B.: Senta il babbo si è arrabbiato perché lui non gli ha reso soldi?
R.P.: Si.
A.B.: Si è arrabbiato parecchio?
R.P.: …
A.B.: Si o no?
R.P.: No.
A.B.: E come si è arrabbiato? Mi dica quando il babbo è arrabbiato un po’ o quando è arrabbiato parecchio.
R.P.: Mhmm
A.B.: No in che senso?
R.P.: …
A.B.: Cosa le fece? La sgridò? Le disse non devi stare più con questo signore?
R.P.: Non…
A.B.: Non se lo ricorda eh?
R.P.: No.
A.B.: Non se lo ricorda. Senta signorina a proposito di quella imbalsamazione di quell’animale da bosco, del bosco, lei ricorda se questo animale rimase in casa qualche giorno? E poi fu buttato via?
R.P.: … No lo imbalsamò e poi rimase lì.
A.B.: Non si ricorda se il babbo lo portò, questo animale, presso di una persona a San Casciano la quale persona voleva parecchi soldi, tant’è che poi lui lo tenne a casa, tentò di imbalsamarlo, non gli riuscì? Non se lo ricorda questo?
R.P.: Ahh, si. Si lo portò a imbalsamare, voleva un monte di soldi e allora lui lo imbalsamò da solo con la carta…
A.B.: Ecco, dica un po’ la verità.
P.M.: Lo imbalsamò da solo.
A.B.: Lo imbalsamò da solo e dov’è ora?
R.P.: A casa.
A.B.: E qual è?
R.P.: Casa sua.
A.B.: A casa sua?
R.P.: Dove sta la mamma.
A.B.: Ma quale è? Perché lo hanno cercato tutti non lo hanno trovato, non lo hanno visto.
R.P.: Eppure c’è.
A.B.: Ma quella è un’altra cosa che fu trovata in una discarica, se lo ricorda?
R.P.: No.
A.B.: Quella donnola, quella specie di donnola lunga, spelacchiata, se la ricorda quella?
R.P.: Come?
A.B.: Si ricorda un animale piuttosto lungo, sempre quadrupede ma piccolino e lungo con una coda, spelacchiato… Se lo ricorda questo?
R.P.: …
A.B.: Che c’era a casa sua? Con una tavoletta di sotto? Quindi imbalsamato regolarmente?
R.P.: E’ quello che ha imbalsamato lui!
A.B.: Quello che ha imbalsamato lui?
R.P.: Si.
A.B.: Non è quello che ha trovato nella discarica? Se lo ricorda preciso?
R.P.: No, non ricordo.
A.B.: Non se la ricorda questa.
R.P.: No.
A.B.: Comunque, scusi, a proposito di questa imbalsamazione il babbo va a San Casciano, porta questo animale da imbalsamare, dopo quanti giorni lo riporta indietro?
R.P.: Subito.
A.B.: Subito. E poi che fa? Lei era presente quando lui poi fa questa operazione di tassificazione, qualcosa del genere…
R.P.: Si lo imbalsamò coi pezzi di carta.
A.B.: E come ha fatto?
R.P.: …
A.B.: Lei era presente?
R.P.: Si.
A.B.: Senta, volevo domandare un’altra cosa, lei è stata ricoverata recentemente o no?
R.P.: Un anno fa
A.B.: Il 18 maggio ’91? Se lo ricorda?
R.P.: Ora non…
A.B.: 17 giugno ’91, 18 gennaio ’92… Se lo ricorda?
R.P.: Può darsi.
A.B.: Può darsi? E prima di questa data è stata ricoverata altre volte?
R.P.: No.
A.B.: E quando si è manifestata questa sua malattia?
R.P.: Per via d’essermi innamorata di una persona.
A.B.: Ohooo era un prete questa persona?
R.P.: Si.
A.B.: S’è innamorata di questo prete?
R.P.: Si.
A.B.: Era il prete della parrocchia?
R.P.: …
A.B.: Si o no?
R.P.: Si.
A.B.: Si chiamava Don Marco?
R.P.: Si.
A.B.: Nessun’altra domanda.
Presidente: Altre domande signori ne avete? Possiamo per il momento allora licenziare la teste.
P.M.: Si sen’altro Presidente.
Presidente: Può andare signorina, buonasera. Romano la accompagna per favore? Non scattiamo fotografie.
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