Nel gennaio del 1963 si sposò con Mario Vanni, nello stesso anno lo denunciò per maltrattamenti. Nel 1964 la sentenza emessa dal tribunale di Firenze lo assolse per il reato di maltrattamenti in famiglia. Del clima burrascoso tra i due il testo "Compagni di sangue" riporta: "il 9 settembre 1963 Mario Vanni l'aveva fatta ruzzolare dalle scale quando era incinta di pochi mesi, l'aveva rincorsa per casa minacciandola". Ne "Il mostro" la vicenda è narrata con una leggera sfumatura: "Frugando negli archivi della Questura trovo un vecchio ar ticolo di giornale del 21 marzo 1964, sbiadito e fragile perché non era stato conservato con cura, dal titolo Il procaccia postale di San Casciano arrestato per maltrattamenti alla moglie. In buona sostanza, Vanni era solito litigare violentemente con la moglie e l’ultima volta in cui erano intervenuti i carabinieri per sedare il litigio era accaduto qualcosa di molto grave: rimasti soli, l’uomo aveva costretto la moglie, incinta al nono mese, a dormire su un piccolo divano. La poveretta non riusciva però a chiudere occhio e verso le 4 mattina si era fatta coraggio e aveva cercato di andare nel letto coniugale. Il marito si era svegliato e si era scagliato contro di lei percuotendola. Quando poi a giorno fatto era uscito senza lasciarle alcun soldo, lei era andata dai carabinieri per denunciare l’ennesimo atto di violenza. Il magistrato, appena ricevuta la denuncia, aveva subito spiccato l’ordine di cattura, che venne eseguito nella stessa giornata." Tutt'altra versione è invece riportata dal testo "Storia delle merende infami", secondo cui Vanni non fu mai imputato di lesioni nei confronti della moglie. Dagli atti generici del procedimento presso il Tribunale di Firenze contro Vanni Mario anno 1964 e da un colloquio con l'avvocato Filastò, emerse che i "Carabinieri della locale stazione, allertati dai vicini, che ascoltavano le liti frequenti fra i novelli sposi, avevano denunciato Vanni. Interrogato, il prevenuto aveva ammesso che si, le litigate c'erano state e qualche ceffone alla moglie gliel'aveva dato" ma che mai si sarebbe sognato di scaraventare dalle scale la moglie Luisa.
Nel 1964 nacque Annunziata, affetta da una grave malattia morì il 5 gennaio 1970.
Il 12 febbraio 1996 Mario Vanni fu arrestato poichè ritenuto coinvolto nei duplici omicidi commessi dal "mostro di Firenze". Il giorno successivo alla giornalista Paola Catani, Luisa Landozzi dichiarò: "Aspetti, chiudo le finestre, la gente ha sentito gia' abbastanza... Chissà quando me lo riporteranno. Mio marito non ha fatto nulla di male. E una fissazione questa di mettergli addosso le calunnie. Di Pacciani non ne voglio sapere. Tanto gliene ha fatte poche a Mario. Se era morto, questa storia era bell' e finita. Invece ci hanno cacciato dentro anche mio marito."
L'indomani la condanna di Mario Vanni alla pena dell'ergastolo per i reati relativi ai duplici omicidi commessi dal "mostro di Firenze" riferì ad un giornalista del Corriere della sera: "Me l'aspettavo che sarebbe stato condannato, non perchè c'erano delle prove per mandarlo in galera, ma perchè questa storia non poteva finire con la morte di Pacciani. E' una maledizione. Mio marito non c'entra nulla con quei delitti, con il Vampa andava solo a bere qualche bicchiere di vino alla Cantinetta e basta. Macchè pistole e coltelli. Danno ascolto a uno come Lotti, eppure qui a San Casciano lo conoscono tutti, andate un po' a chiedere in giro cosa pensano di Katanga".
Luisa Landozzi è deceduta in ospedale il 18 ottobre 2004.
Rif.1 - Corriere della sera - 25 marzo 1998Nel 1964 nacque Annunziata, affetta da una grave malattia morì il 5 gennaio 1970.
Il 12 febbraio 1996 Mario Vanni fu arrestato poichè ritenuto coinvolto nei duplici omicidi commessi dal "mostro di Firenze". Il giorno successivo alla giornalista Paola Catani, Luisa Landozzi dichiarò: "Aspetti, chiudo le finestre, la gente ha sentito gia' abbastanza... Chissà quando me lo riporteranno. Mio marito non ha fatto nulla di male. E una fissazione questa di mettergli addosso le calunnie. Di Pacciani non ne voglio sapere. Tanto gliene ha fatte poche a Mario. Se era morto, questa storia era bell' e finita. Invece ci hanno cacciato dentro anche mio marito."
L'indomani la condanna di Mario Vanni alla pena dell'ergastolo per i reati relativi ai duplici omicidi commessi dal "mostro di Firenze" riferì ad un giornalista del Corriere della sera: "Me l'aspettavo che sarebbe stato condannato, non perchè c'erano delle prove per mandarlo in galera, ma perchè questa storia non poteva finire con la morte di Pacciani. E' una maledizione. Mio marito non c'entra nulla con quei delitti, con il Vampa andava solo a bere qualche bicchiere di vino alla Cantinetta e basta. Macchè pistole e coltelli. Danno ascolto a uno come Lotti, eppure qui a San Casciano lo conoscono tutti, andate un po' a chiedere in giro cosa pensano di Katanga".
Luisa Landozzi è deceduta in ospedale il 18 ottobre 2004.
Rif.2 - Corriere della sera - 14 febbraio 1996
Rif.2 - Storia delle merende infami p.30
Rif.3 - Il mostro p.101
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