L'8 settembre 1984, il quotidiano La Città, pubblicò l'intervista al giudice istruttore Mario Rotella che segue.
Mario Rotella: Dopo il delitto di Vicchio, come dopo quello di Giogoli, il problema è identico: bisogna capire che cosa è accaduto nel '68, capire chi ha la pistola e da qui si può arrivare a identificare l'assassino dei fidanzati. Pensate a che cosa ripete dal carcere Giovanni Mele, insiste che il fratello Stefano conosce il mostro, che lo copre. Come fa a dirlo? Che cosa sa per esserne così sicuro? Vedete com'è complesso questo processo? Vedete perchè devo tener dentro lui e Mucciarini? Non sono Sacco e Vanzetti, ve l'assicuro.
Ma perchè insistere su quel processo, se si è dimostrato più inestricabile di una giungla tropicale, più insidioso di una palude di sabbie mobili?
Perchè il '68 è un omicidio motivato. Barbara Locci e Antonio Lo Bianco furono ammazzati per un motivo molto preciso. Le altre coppie no: negli omicidi successivi commessi con la stessa pistola non ci sono relazioni fra le coppie uccise e l'omicida. Viceversa il primo fu un omicidio motivato. Lo dimostra il fatto che il bambino fu accompagnato fino alla casa colonica. Ce lo vedete il mostro che dopo aver ucciso l'uomo e la donna porta il bambino fino a un luogo abitato? E se nel delitto del '68 ci fu un movente è possibile trovarne i responsabili. Poi, che senso ha dire il '68 lo mettiamo da parte? Gli omicidi non devono rimanere impuniti. Nessuno. Conta meno Barbara Locci di Susanna Cambi? E Antonio Lo Bianco, padre di tre figli, conta meno di Claudio Stefanacci? Quello che stiamo cercando è un assassino. Un assassino feroce, ma anche un imbecille. Dite pure che le mie sono dichiarazioni sconcertanti, io continuerò a ripeterlo. L'idea che sia un Fantomas inafferabile l'hanno creata i giornalisti.
Non sarà inafferrabile ma certo finora nessuno è riuscito ad afferrarlo.
Perchè indagare sul delitto del '68 è terribilmente difficile, a 16 anni di distanza e con il processo che è stato inquinato fin dall'inizio e che continua ad esserlo. E perchè, come dimostra l'esperienza di Inghilterra e Stati Uniti, dove questi tipi di delitti sono molto più diffusi, è estremamente difficile catturare gli autori dei cosiddetti omicidi reiterati, degli omicidi senza movente. Ma questo non significa che l'assassino sia un mostro d'intelligenza, nè che sia inafferrabile.
Rif.1 - La Città 8 settembre 1984 pag.5
Mario Rotella: Dopo il delitto di Vicchio, come dopo quello di Giogoli, il problema è identico: bisogna capire che cosa è accaduto nel '68, capire chi ha la pistola e da qui si può arrivare a identificare l'assassino dei fidanzati. Pensate a che cosa ripete dal carcere Giovanni Mele, insiste che il fratello Stefano conosce il mostro, che lo copre. Come fa a dirlo? Che cosa sa per esserne così sicuro? Vedete com'è complesso questo processo? Vedete perchè devo tener dentro lui e Mucciarini? Non sono Sacco e Vanzetti, ve l'assicuro.
Ma perchè insistere su quel processo, se si è dimostrato più inestricabile di una giungla tropicale, più insidioso di una palude di sabbie mobili?
Perchè il '68 è un omicidio motivato. Barbara Locci e Antonio Lo Bianco furono ammazzati per un motivo molto preciso. Le altre coppie no: negli omicidi successivi commessi con la stessa pistola non ci sono relazioni fra le coppie uccise e l'omicida. Viceversa il primo fu un omicidio motivato. Lo dimostra il fatto che il bambino fu accompagnato fino alla casa colonica. Ce lo vedete il mostro che dopo aver ucciso l'uomo e la donna porta il bambino fino a un luogo abitato? E se nel delitto del '68 ci fu un movente è possibile trovarne i responsabili. Poi, che senso ha dire il '68 lo mettiamo da parte? Gli omicidi non devono rimanere impuniti. Nessuno. Conta meno Barbara Locci di Susanna Cambi? E Antonio Lo Bianco, padre di tre figli, conta meno di Claudio Stefanacci? Quello che stiamo cercando è un assassino. Un assassino feroce, ma anche un imbecille. Dite pure che le mie sono dichiarazioni sconcertanti, io continuerò a ripeterlo. L'idea che sia un Fantomas inafferabile l'hanno creata i giornalisti.
Non sarà inafferrabile ma certo finora nessuno è riuscito ad afferrarlo.
Perchè indagare sul delitto del '68 è terribilmente difficile, a 16 anni di distanza e con il processo che è stato inquinato fin dall'inizio e che continua ad esserlo. E perchè, come dimostra l'esperienza di Inghilterra e Stati Uniti, dove questi tipi di delitti sono molto più diffusi, è estremamente difficile catturare gli autori dei cosiddetti omicidi reiterati, degli omicidi senza movente. Ma questo non significa che l'assassino sia un mostro d'intelligenza, nè che sia inafferrabile.
Rif.1 - La Città 8 settembre 1984 pag.5
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