All'assassinio della giovane coppia francese a Scopeti, seguì l'invio al Sostituto Procuratore della Repubblica, dott.ssa Silvia della Monica, di una lettera anonima pervenuta il 10 settembre 1985 alla Procura della Repubblica di Firenze. Questa busta fu imbucata da San Piero a Sieve tra le ore 12,00 del 7 settembre 1985 e le ore 12,00 del 9 settembre 1985.
"Nella busta, il cui indirizzo era stato composto mediante accoppiamento di lettere dell'alfabeto ritagliate da riviste, e dove la parola "Repubblica" era scritta con una "b" sola, vi era un foglio di carta ripiegato in due ed incollato lungo i margini: all'interno di questo vi era un sacchetto di polietilene contenente un frammento di tessuto mammario umano".
L'agente del Centro di Polizia Scientifica di Roma, Giorgio Trinca, tecnico incaricato dal Procuratore della Repubblica di Firenze di eseguire analisi chimico merceologiche, in dibattimento "ha ribadito che sia la busta da lettera, sia i collanti (destrina e UHU) usati per incollare busta, francobollo e caratteri dell'indirizzo, erano materiali comuni di uso assolutamente corrente, commercializzati dovunque, come tali pertanto privi di possibili caratteristiche individualizzanti. Le lettere erano state ritagliate, poi, non da quotidiani ma da riviste periodiche meno quotate, come dimostravano il minor grado di lucentezza e il minor spessore della carta rispetto a quelle più quotate, dunque presumibilmente un periodico o dei periodici di bassa qualità ma di larga diffusione che, comunque, non era stato possibile individuare. La perizia medico-legale esperita su incarico del PM dai periti dott. Franco Marini, prof. Riccardo Cagliesi Cingolani, prof. Francesco Bartoloni di Saint Omer, affermava che il frammento di tessuto contenuto nella busta apparteneva a tessuto ghiandolare e tessuto adiposo che l'indagine ematologica indicava come facente parte di tessuto mammario umano, di un soggetto avente il gruppo sanguigno dei tipo A del tutto analogo, per caratteristiche morfologiche e strutturali, a quello prelevato dai periti dal cadavere della Mauriot, per cui i periti stessi concludevano concordemente nel ritenere ammissibile l'appartenenza del reperto al corpo della ragazza uccisa. Su tale preliminare punto concorda anche la Corte, rilevando poi che, essendo stato consegnato il frammento di seno in questione nel tardo pomeriggio del giorno di martedì 10 settembre 1985 all'istituto di Medicina Legale, i periti hanno affermato che lo stato di conservazione del reperto indicava una datazione della morte biologica del tessuto che poteva andare da pochissime ore ad uno-due giorni prima del suo recapito in Istituto, o anche oltre nell'ipotesi di una sua conservazione a bassa temperatura. Tutto ciò conferma, anche per questo aspetto, la attendibile coincidenza con la morte dei giovani francesi, collocabile come si è visto nella tarda serata di domenica 8 settembre 1985, e l'appartenenza del lembo di tessuto al seno sinistro della Nadine Mauriot escisso dall'autore del crimine".
"Nella busta, il cui indirizzo era stato composto mediante accoppiamento di lettere dell'alfabeto ritagliate da riviste, e dove la parola "Repubblica" era scritta con una "b" sola, vi era un foglio di carta ripiegato in due ed incollato lungo i margini: all'interno di questo vi era un sacchetto di polietilene contenente un frammento di tessuto mammario umano".
L'agente del Centro di Polizia Scientifica di Roma, Giorgio Trinca, tecnico incaricato dal Procuratore della Repubblica di Firenze di eseguire analisi chimico merceologiche, in dibattimento "ha ribadito che sia la busta da lettera, sia i collanti (destrina e UHU) usati per incollare busta, francobollo e caratteri dell'indirizzo, erano materiali comuni di uso assolutamente corrente, commercializzati dovunque, come tali pertanto privi di possibili caratteristiche individualizzanti. Le lettere erano state ritagliate, poi, non da quotidiani ma da riviste periodiche meno quotate, come dimostravano il minor grado di lucentezza e il minor spessore della carta rispetto a quelle più quotate, dunque presumibilmente un periodico o dei periodici di bassa qualità ma di larga diffusione che, comunque, non era stato possibile individuare. La perizia medico-legale esperita su incarico del PM dai periti dott. Franco Marini, prof. Riccardo Cagliesi Cingolani, prof. Francesco Bartoloni di Saint Omer, affermava che il frammento di tessuto contenuto nella busta apparteneva a tessuto ghiandolare e tessuto adiposo che l'indagine ematologica indicava come facente parte di tessuto mammario umano, di un soggetto avente il gruppo sanguigno dei tipo A del tutto analogo, per caratteristiche morfologiche e strutturali, a quello prelevato dai periti dal cadavere della Mauriot, per cui i periti stessi concludevano concordemente nel ritenere ammissibile l'appartenenza del reperto al corpo della ragazza uccisa. Su tale preliminare punto concorda anche la Corte, rilevando poi che, essendo stato consegnato il frammento di seno in questione nel tardo pomeriggio del giorno di martedì 10 settembre 1985 all'istituto di Medicina Legale, i periti hanno affermato che lo stato di conservazione del reperto indicava una datazione della morte biologica del tessuto che poteva andare da pochissime ore ad uno-due giorni prima del suo recapito in Istituto, o anche oltre nell'ipotesi di una sua conservazione a bassa temperatura. Tutto ciò conferma, anche per questo aspetto, la attendibile coincidenza con la morte dei giovani francesi, collocabile come si è visto nella tarda serata di domenica 8 settembre 1985, e l'appartenenza del lembo di tessuto al seno sinistro della Nadine Mauriot escisso dall'autore del crimine".
Rif.1 - Sentenza della Corte di Assise dell'1 novembre 1994 contro Pietro Pacciani (testo in corsivo)
1 commenti:
Il francobollo : la Torre
Il timbro : San Piero a Sieve
L' indirizzo : la Torre di San Piero a Sieve
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