Originaria di Napoli, fu pretore a Carpi, in provincia di Modena e poi a Pontassieve, in provincia di Firenze. Nel 1981, in qualità di sostituto procuratore, con il collega Adolfo Izzo, si occupò della vicenda del "mostro di Firenze". Dopo il duplice delitto di Montespertoli, chiese ai giornalisti di scrivere che Paolo Mainardi, durante il trasporto in ospedale, aveva rivelato alcuni dettagli circa l'assalitore, così da indurre il maniaco a commettere un passo falso. Il tentativo del magistrato non sortì il risultato sperato e condusse il "mostro" ad una sfida aperta.
Il 10 settembre 1985 giunse, presso gli uffici della Procura, a Firenze, una lettera indirizzata alla "Dott. Della Monica Silvia Procura Della Republica Firenze" al cui interno era contenuto un lembo di pelle di cm 2,8 x 2 e mm 2/3 di spessore, della vittima femminile dell'omicidio di Scopeti. La parte escissa era stata avvolta dentro del cellophane e chiusa dentro un foglio di carta piegato ed incollato lungo i margini. La lettera risultò essere stata spedita da San Piero a Sieve con un francobollo da lire 450. L'indirizzo era stato composto da un collage di caratteri alfabetici ritagliati dalla rivista "Gente".
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