Originario di Asti, accompagnava spesso Renzo Rontini, padre di Pia, una delle vittime, ai processi. Il 4 settembre 1997, consegnò al personale della squadra mobile, un cilindro di metallo aperto su entrambi i lati, al cui interno era contenuto un biglietto di carta, con su scritto il numero di targa dell'auto su cui era stata uccisa una coppia dal "mostro di Firenze". Disse di averlo trovato la mattina stessa presso il podere di Schignano di Vicchio. Interrogato dal capo della squadra mobile, Michele Giuttari, rivelò d'aver realizzato il reperto lui stesso, si rifiutò poi di sottoscrivere le sue affermazioni per poi chiedere quali pene fossero previste per chi sottraesse un corpo di reato. Dichiarò quindi l'autenticità del foglietto e dello scritto contenuto per poi ritrattare il giorno successivo in presenza del suo legale. Il PM nominò allora un perito calligraficò che in una relazione ammise che il biglietto fosse stato scritto da Pietro Pacciani. Fu indagato per frode processuale, favoreggiamento e autocalunnia ma fu poi prosciolto.
Rif.1 - La Repubblica - 05 marzo 2004 pag. 4
Rif.2 - Compagni di sangue pag.202
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