martedì 30 dicembre 2014

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 22 dicembre 1997 - Terza parte

Segue dalla seconda parte

Avvocato Filastò: Sgangarella, Farsina, tutta questa gente qui, di carcere. Una casa, un sacco di soldi, perché lui andasse a ammazzare una coppietta in modo che a un certo punto. . . che poi è diventata una specie di classico, voglio dire, all'interno del carcere, evidentemente. Per esserci tre persone a cui vengon fatte queste promesse, insomma... Se ammazzava una coppietta. Non solo, perché lui poi arricchisce, Massimo Ricci. Cioè, ammazzare una coppietta, poi portargli via un pezzo di..., ben sappiamo di che cosa, col bisturi che gli avrebbe indicato lui dov'era, la pistola dov'era, un sacco di storie. Poi parla di una relazione di Pacciani con una donna di Borgo San Lorenzo, una ragazza di trent'anni... Insomma, delle cose completamente assurde, insopportabili. Voglio dire, in una situazione in cui, fra l'altro, queste persone, come risulta persino dal carcere, non si vedevan nemmeno. Perché Pacciani era sottoposto ad una sorveglianza rigidissima, non poteva vedere nessuno, divieto d'incontro con tutti. Ma come mai, invece, a questo Massimo Ricci direbbe tutte queste cose? Che il Pubblico Ministero, come dicevo prima, si guarda bene da portare al dibattimento, nonostante la loro, come dire, importanza, come direbbero i francesi "tranchant", no? Che, se le cose stanno così, se Pacciani davvero ha fatto queste valutazioni, ha fatto queste richieste, ha fatto queste profferte, queste offerte di danaro, ha chiesto che venisse ucciso qualcuno per scagionarlo, ma allora basta, che si sta a fare qui? Viene Ricci al processo, ci dice queste cose e siamo tutti a posto 1 Ma il perito, questo perito, questo perito del quale vi offre la perizia il Pubblico Ministero, non si occupa di questo; si occupa di un reato che ha a che fare con la prostituzione. E a lui che cosa serve? Valutare se questa persona che ha di fronte intende o meno il disvalore di carattere sociale e morale del suo comportamento. E dice: "Secondo me l'affezione di cui soffre non gli impedisce di fare questa valutazione del bene e del male. E, quindi, io lo considero non infermo di mente e quindi la sua capacità di intendere e di volere nemmeno diminuita." Però, mentre dice queste cose nelle sue conclusioni finali, nella valutazione anamnestica di questo personaggio si scontra con almeno due perizie fatte precedentemente che hanno dichiarato totalmente incapace di intendere e di volere questo soggetto, e provengono, queste perizie, da vari scienziati, clinici, dell'Ospedale Giudiziario Psichiatrico di Montelupo e di Aversa. Uno di questi periti, una di questi medici che fa questa valutazione è la dottoressa Carla Niccheri, perita del Tribunale di Firenze - una persona che io conosco per vari rapporti avuti, professionali - che mi risulta di grandissima serietà. Di grandissima serietà e per niente propensa ad affermare una malattia mentale quando non se la ritrova di fronte agli occhi. E tuttavia questo stesso perito che conclude in questo modo dice: "Comportamento teso al soddisfacimento immediato dei propri bisogni. Bisogni che sono" – attenzione - "di gratificazione e di autostima" - da parte di questa persona - "o all'allontanamento di situazioni frustranti e quindi sostanzialmente egoistico, infantile e manipolatorio."  Queto è il tipo di comportamento che individua in questa persona. Persona che questa manipolazione, anche nei suoi rapporti con il carcere, con 1'’Autorità costituita, con chi lo vuole in galera, esercita attraverso azioni compulsive, terribili: frantuma tutto, spacca ogni cosa. Lo dice anche lui. Lo racconta di se stesso anche lui, che va incontro a queste crisi compulsive, per cui spacca tutto nella celle, rompe le scatole in tutti i modi, danneggia. "La cui espressività può raggiungere una certa eclatanza anche in virtù del dispiegarsi...", dice questo perito, sto parlando del perito che lo ha periziato per iniziativa del Presidente; in quanto si trovò, il Presidente, si trovò di fronte una persona di un certo tipo, dice: ma questa sarà capace di stare al processo? Domanda. Prima di tutto. Era capace di intendere e di volere? E quindi al dibattimento venne proposta questa perizia. "La cui espressività può raggiungere una certa eclatanza anche in virtù del dispiegarsi delle valenze isteriche, soprattutto in situazioni di sollecitazione emotiva.” Le valutazioni dei precedenti periti che avevano visto questo personaggio indicavano un "disturbo di personalità"; disturbo di personalità secondo la catalogazione che appartiene al DSN4, come dire la Bibbia degli psichiatri contemporanei. Quel famoso testo che proviene dall'American Psychiatric Association, che viene pubblicato una volta l'anno o una volta ogni due anni e che contiene la indicazione, la descrizione di tutti i disturbi psichiatrici, senza più quelle valutazioni, come dire, più accademiche tipo etichettatore di schizofrenia, di paranoia e di altre cose che appartengono, da questo punto di vista, un po' al passato. Alcuni altri dicono, parlano di "disturbo antisociale". Ma soprattutto, quello che è interessante è che alcuni di questi periti hanno riscontrato un disturbo "narcisistico o istrionico". "Disturbo narcisistico o istrionico" che va a mettersi in rapporto con quel "comportamento di gratificazione e di soddisfacimento immediato, infantile, dei proprio bisogni" - bisogni di gratificazione e di autostima - che ha riscontrato anche il perito di questo elaborato che avete qui. Comportamento manipolatorio, da questo punto di vista qui. Quindi: narcisismo, autocompiacimento, autostima, istrionismo... Bah, insomma, ci vuol poco. la parola finale qual è? Mitomania, no? E poi qualcuno che parla del grave disturbo “border-line”. Sul disturbo istrionico questo perito dice qualche cosa di ancora più puntuale: "... per la necessità di essere comunque protagonista e di richiamare l'attenzione, ricorrendo a tutti i mezzi, dalla seduzione alla drammatizzazione, alla teatralità, alla espressione esagerata delle emozioni." Cioè, una persona che, pur di uscire dal grigiore, dallo squallore, dall'’anonimato del carcere dove si trova, farebbe di tutto. Istrionicamente, narcisisticamente: di tutto. Per poi concludere, il perito: "... per un disturbo border-line, un difetto di identità e di instabilità nelle relazioni interpersonali con punte di ideazione paranoide." Tutto questo, del resto, per dirla in termini un po' vecchi, ma in realtà ancora buoni, perché io, quando voglio informarmi su questi argomenti, sono oramai abituato a compulsare il Broyler, che è un testo di psichiatria che a me mi soddisfa a volte molto più del DSM3 o del DSM4, qui è un soggetto con manifestazioni di tipo paranoide. A questo punto, quando l'abbiamo inquadrato in questo modo, psichiatricamente, il signor Massimo Ricci, ma tutto quello che dice, a questo punto, non ci fa più nemmeno effetto. Mi segnalava il collega un verbale di interrogatorio in cui lui, a un certo punto, raccontando quello che è successo, fa come una specie di registrazione di un incontro, come se fossimo in presenza di una registrazione ambientale. Allora io dissi ... la parola precisa. Sarebbe un incontro fatto da lui con Pacciani, dopo la liberazione di Pacciani, alla casa di Pacciani, nel...
P.M.: C'è la registrazione, c'è la registrazione vera anche. È stata disposta negli atti.
Avvocato Filastò: Io non l'ho vista la registrazione.
P.M.: Come no? Se vuole prendo...
Avvocato Filastò: Lo so, però, allora peggio. Voglio dire, allora qui siamo veramente...
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Non mi faccia dir le cose che non voglio dire, Pubblico Ministero! Se c'è la registrazione vera e la registrazione vera corrisponde a quello che dice lui in questo verbale...
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: ... c'è, accidentaccio, la manipolazione della prova!
P.M.: Ma per carità.
Avvocato Filastò: O per Dio!
P.M.: Avvocato, ma si...
Avvocato Filastò: E come no, scusi.
P.M.: E allora... Io le dicevo...
Avvocato Filastò: Io le sto riportando...
P.M.: Ma è...
Avvocato Filastò: ... quello che ho letto qui e che è un verbale...
P.M.: Bene.
Avvocato Filastò: ... di dichiarazioni rese da questo signore il quale parla come se si trattasse di una registrazione, come ho detto. Se c'è la registrazione vera - lei la produca - e corrisponde, allora buttiamolo davvero a quel paese questo...
P.M.: No...
Avvocato Filastò: Non ne possiamo fare assolutamente nessun conto. Ma scherziamo? Tra l'altro, naturalmente, queste cose che vengon dette in quest'occasione, intendiamoci bene, son tutte assolutamente indifferenti. Questo che va li, dice: 'io son venuto qua perché voglio mangiar da te'. Dice: 'no, senti, vai in trattoria', dice Pacciani, 'si mangia bene e si spende poco'. Tutto. Eccola, eccola qua. Guardi, guardi. Ci fosse... c'è la registrazione, confrontatela, e, se corrisponde, questo signore deve essere mandato in cantina, nella pattumiera della bassa cucina poliziesca. Pacciani: 'che ci fai qui?'. Risposi: 'sono venuto qui a trovarti. Lo sai che abbiamo parlato a Sollicciano di alcune cose? Ti ricordi al Centro Clinico, alla cella numero 16?'. Tanto, più che dico che non mi devo arrabbiare più che c'è qualche cosa che mi porta fuori dai gangheri.
P.M.: È la mancanza di conoscenza degli atti.
Avvocato Filastò: In questo caso sì.
P.M.: Ma sono...
Avvocato Filastò: Io la ringrazio...
P.M.: Sono depositati...
Avvocato Filastò: Ma io la ringrazio di avermi indicato questo atto che non avevo.
P.M.: Sono tutti depositati.
Avvocato Filastò: Sì, e sono tutti depositati, tutte le volte lei mi dice così; qui nessuno è Pico della Mirandola, lo sa benissimo, Pubblico Ministero. "Sono venuto qua a trovarti. Sai, abbiamo parlato a Sollicciano di alcune cose. Ti ricordi al Centro Clinico la cella numero 16?". Pacciani: "Sì, sì, ora mi ricordo..." Ma queste cose qui le dice lui. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: "Sì, sì, mi ricordo". Pacciani dice: "Ah...", Pacciani: "Ah". Dobbiamo integrare il signor Massimo Ricci con i signori Ibrahim Ramadan, che poi si chiama come la festa durante la quale i Musulmani digiunano? Vogliamo digiunare anche noi dal punto di vista della Giustizia, del sentimento della Giustizia e del rispetto che si deve portare ad un'aula come questa? Dobbiamo metterci a digiuno anche noi rispetto a sentimenti di questo genere? Che parlano di queste lettere. Che poi, chi glielo avrebbe detto a Pacciani di mandare queste lettere all'Ibrahim? Attraverso quali canali? E guardino, eh, che queste lettere sarebbero consegnate tutte aperte, come avviene in tutti le carceri di questo mondo. Che i detenuti quando ricevono la posta c'è chi gliela apre, non sono lettere che arrivano di straforo. Lettere che arrivano consegnate dalla guardia, sarebbero. Ma dove siamo? Possiamo ammettere cose di questo genere? In una situazione in cui avete la prova, provata perché lì in quegli atti depositati al Pubblico Ministero, che questi tre signori, vale a dire i signori Ibrahim, quell'altro come si chiama? Mi pare che siano zingari...
(voce fuori microfono) Due albanesi e un...
Avvocato Filastò: Ma con tutto il rispetto per gli zingari, per carità di Dio ! Ibrahim Ramadam ( ? ), Jorka Petuit(?) e Periskaja Akim (?), Ricci Massimo, stanno sempre insieme. Fanno socialità insieme questi quattro signori. È proprio una di quelle situazioni in cui, come dicevo prima, la gabola carceraria, questo piccolo mostriciattolo che si annida spesso in tantissimi processi, facendo perdere del tempo ai magistrati, quando non fanno perdere di vista i problemi reali e gli aspetti reali e concreti e seri di un processo - che è molto peggio. Perdere un po' di tempo vuol dire poco, ma perdere dì vista il senso e il significato della prova, dell'importanza delle cose serie che si dibattono qui dentro è molto peggio. Ecco, questo mostriciattolo qui lo si vede proprio camminare, muoversi, agitare tentacoli da tutte le parti con una vivacità straordinaria, sembra un filmetto dell'orrore di serie B, da questo punto di vista. Ecco, perché io vi chiedo di fare sgombrare il campo da questa cosa. Ripeto, non faremo che perdere del tempo, costringereste questo difensore, il quale, ovviamente, immediatamente fa subito un'istanza collaterale, perché, se si deve consentire l'Ibrahim, il Periskaja, il ... entrano anche Vanella Paolo, Bartolini Roberto, Benigni Alessandro, in particolare, Baldocci Luca, Municchi Mario, Mastropietro Mario, Dovizioso Maurizio, Ramadan - c'è un altro Ramadan - che si chiama Jat, che sono le persone alcune delle quali stanno in cella insieme a questo... come ha detto che si chiama, Vanni, un me lo ricordo? Un certo Oliviero, mi pare.
Mario Vanni: Osvaldo.
Avvocato Filastò: Osvaldo, di cognome? L'Osvaldo m'è scappato di qui. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Massari, insieme all'Osvaldo Massari. Massari che sta in cella con il povero Vanni, e che potrà dire, l'Osvaldo Massari, se, per caso, il Vanni aveva delle lettere, ha maneggiato delle lettere, gli sono arrivate delle lettere, erano in cella insieme e chi meglio di lui, e chi meglio dell'altro compagno di cella o compagno di socialità, o compagni di socialità, che sono i nomi che ho fatto prima, in particolare Benigni, potrà dire una cosa di questo genere? Ma io spero proprio che non ce ne sarà bisogno, perché questo processo di cose di questo tipo ne ha viste anche troppe e questa ci può essere risparmiata e può essere a loro risparmiata, a noi risparmiata, a tutto il mondo risparmiata dalla applicazione del Diritto. Perché, come dicevo prima, l'articolo 493 è chiaro, senza Ricci questa prova non esiste, non ha significato, perché lui deve ... tutto si capisce più che bene, e siccome Ricci non lo potete sentire con espresso divieto del Codice, perché è implicitamente un divieto, perché mancano le condizioni. Il Pubblico Ministero lo sapeva, lo conosceva, aveva catturato queste informazioni dette da questa persona e l'aveva considerate, giustamente, correttamente, roba da pattumiera, dalla peggiore pattumiera di questo mondo, con riferimento alla fonte della prova, squalificata, indecente, non presentabile in un'aula dibattimentale e quindi fuori dalle scatole questi signori, andiamo avanti per conto nostro facendo le prove, sentendo i periti, esaminando i problemi seri, veri, autentici di questo processo.
Presidente: (voce fuori microfono) (al microfono) ... per decidere su questo punto. 

 « DOPO LA SOSPENSIONE » 

Presidente: Allora, ci siamo tutti. La Corte di Assise di Firenze, provvedendo sulla richiesta del P.M. di ammissione quali testimoni ex articolo 493, III Comma, Codice di procedura penale, dell'ispettore Vinci e all'esito dell'esame del medesimo, dei detenuti Ricci Massimo, Ibrahim Ramadan (?) e Perisnaka Altin (?), relativamente alla modalità di arrivo all'imputato Vanni presso la Casa Circondariale di Prato di alcune lettere asseritamente provenienti da Pacciani Pietro. ... che dall'esame degli atti messi a disposizione dal Pubblico Ministero che documentano le attività di indagine svolte sul punto predetto, si evince che Ricci Massimo, riferisce di determinate confidenze che avrebbe ricevuto dal Vanni presso il carcere di Prato. E peraltro sul punto specifico delle lettere inviate al Vanni afferma di avere una conoscenza solo indiretta, avendo avuto informazioni da altro detenuto a nome Ibrahim Ramadan ( ? ). Che dalle informazioni assunte dal predetto Ibrahim Ramadan (?) e dal Perisnaka Altin ( ? ), emerge che il Vanni avrebbe effettivamente ricevuto delle lettere dall'esterno del carcere per il tramite dello stesso Ibrahim, ma pare impossibile accertare in modo attendibile la provenienza della corrispondenza in questione. Che infatti, l'unica persona che ha letto una delle lettere in questione, pare essere tale Joka Petrit (?), che tuttavia risulta essere stato scarcerato il 24 novembre '97 e successivamente espulso. Mentre Ibrahim ha dichiarato di essere analfabeta, e quanto alle dichiarazioni del Perisnaka, queste non sembrano tali da far emergere elementi probanti, circa il mittente della corrispondenza di cui si tratta. Che in definitiva, allo stato attuale delle indagini sottoposte all'esame di questa Corte, difetta la rilevanza probatoria della richiesta del Pubblico Ministero di cui sopra. Che, per quanto attiene alle precedenti dichiarazioni del Ricci, rese nell'anno '96, non sussistono le condizioni per l'ammissione dell'esame ex articolo 493, III Comma, C.p.p., essendo questioni, queste, pertinenti a fatti pregressi e non essendo il Ricci stato indicato nella lista testimoniale a suo tempo depositata dal Pubblico Ministero. Per quanto all'istanza dell'avvocato Bertini di perizia su determinati aspetti della personalità dell'imputato Lotti, ovvero di ulteriore esame dei consulenti professor Fornari e Lagazzi, già sentiti, pare opportuno riservare la valutazione all'esito delle prove finora ammesse. Per questi motivi: primo, respinge la richiesta del Pubblico Ministero di cui sopra. Secondo, si riserva l'istanza dell'avvocato Bertini. Voglio sapere ora, per domani mattina, cosa c'è.
Avvocato Filastò: Presidente, ci sono dei testi che ho indicato io, che ho intimato io, sì.
Presidente: Ah, Benissimo, allora, vi ricordo che abbiamo fissato alle 10.00, perché l'avvocato Bertini...
Avvocato Filastò: Va bene.
Presidente: Ha sempre un impedimento o no?
Avvocato Bertini: Grazie, Presidente, sì.
Presidente: Allora, mi raccomando alle 10.00, perché se non viene dobbiamo... anzi, allertiamolo subito un attimo, perché domani abbiamo...
Avvocato Bertini: No, Presidente, sì, penso di farcela, 10.00, 10.10 al massimo sono qui, non si preoccupi.
Presidente: Ah, ecco, va bene. Allora, io conto sulla sua parola.
Avvocato Bertini: Grazie.
Presidente: Allora, l'udienza è aggiornata a domani mattina alle ore 10.00. Bene. L'udienza è tolta.
P.M.: Quanti testi abbiamo, scusa? Quanti?
Avvocato Filastò: Saranno quattro o cinque, perché diversi non possono... alcuni non possono venire, tipo Pacini non può venire, il Marchese...
P.M.: Il Pacini è quello che ti avevo detto io...
Avvocato Filastò: Sì.
P.M.: ... che aveva detto che non…
Avvocato Filastò: Il Marchese un viene perché un sa nulla, e così via.

0 commenti: