lunedì 29 dicembre 2014

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 22 dicembre 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte

Presidente: Prego, Pubblico Ministero?
P.M.: Ma, Presidente, mi sembra anche, almeno allo stato, non so, una perizia ulteriore mi sembra sicuramente, a parere del P.M. ovviamente, superflua. Non ho nessun'opposizione a che, su domande specifiche, siano sentiti nuovamente il professor Fornari e il professor Lagazzi. E, al limite, decidere su un'eventuale perizia a seguito di tale ulteriore audizione e chiarimento da parte dei consulenti tecnici.
Presidente: Le parti civili. 
(voce fuori microfono) Remissivi.
Presidente: Gli altri difensori. 
Avvocato: Remissivo.
Presidente: L'avvocato Bagattini? Lei?
Avvocato Bagattini: (voce fuori microfono)
Presidente: Bene. Avvocato Filastò?
Avvocato Filastò: Io mi associo alla richiesta dell'avvocato Bagattini.
Presidente: Bertini.
Avvocato Filastò: Bertini.
Avvocato Bagattini: Io sono Bagattini.
Avvocato Filastò: Scusi.
Avvocato Bagattini: Lui è Bertini.
Avvocato Filastò: Mi confondo.
P.M.: Va be', c'è assonanza...
Avvocato Filastò: È stato un lapsus. Ora, perché? Perché l'ho già chiesto io. La Corte ricorderà certamente che una delle istanze formulate proprio, come si dice, in limine ritis, da parte di questo difensore, era una perizia psichiatrica sul Lotti. Come si richiedeva da parte del difensore del Vanni una perizia psichiatrica anche su Vanni. E il punto di riferimento, l'aspetto da indagare, che non è il solo evidentemente, sulla personalità del Lotti esposto poco fa dal collega Bertini è, per l'appunto, molto indicativo anche dal punto di vista della difesa. Perché il livello di assoggettamento di una persona rispetto ad un ambiente esterno o a delle situazioni o persone esterne, beh, può riguardare mica soltanto il signor Vanni o il signor Pacciani. Può riguardare anche qualcun altro. Quindi, questo aspetto di una persona che è, io rammento da questo punto di vista una perizia psichiatrica svolta in una situazione, direi, che fa parte, anche se espulsa da questo processo, perché riguardava il delitto del '68 nei confronti di Stefano Mele, questa perizia psichiatrica concluse per un notevole livello di oligofrenia di quel tipo di soggetto. Associato, per l'appunto, ad una estrema suggestionabilità e ad un'estrema dipendenza rispetto anche a eventuali inquirenti o persone che volevano da lui delle informazioni. Quindi, da questo punto di vista qui, io mi associo a questa richiesta. Però, riservandomi di formularla meglio al termine del dibattimento, quando si esprimeranno - e mi esprimerò io - su tutta una serie di richieste di approfondimento; che, secondo me, la Corte dovrà svolgere avvalendosi dei suoi poteri di ufficio previsti dal Codice in quella fase. Quindi, finora non solo nessuna opposizione, ma associazione. Con riserva di, però, esprimermi meglio sulla base anche delle carte, sulla base delle dichiarazioni del Lotti, sulla base delle considerazioni già svolte dai professori Fornari e l'altro professore, di cui non ricordo il nome. Per poter dire in maniera più.. . meno estemporanea, in questo momento io non sono preparato ad esprimere su un argomento così importante, per quali motivi, secondo me, questa perizia è indispensabile, necessaria. Al di là dì quello che è stato esposto finora, dal professor Fornari e dall'altro perito. Con opposizione, però, alla nuova audizione di quei pur illustri e non ho ragione di ritenere che non siano seri, cattedratici e scienziati. Perché? Perché sono già stati sentiti; perché la loro osservazione del soggetto è stata svolta in rapporto a che cosa? In rapporto a dei colloqui che hanno avuto in epoca precedente. Ora, il materiale che dovrebbe fornire, secondo me, diventare oggetto di questa perizia richiesta dal difensore alla quale, ripeto, io mi associo, è molto più vasto. E comprende, per esempio... Ecco, anticipo in questo modo dei temi che esporrò nel momento in cui farò questa richiesta in maniera più approfondita; ripeto, questa mattina mi ero preparato a tutt'altre cose, non sapevo nulla né di Ricci, né di questa richiesta, e questo non è un processo che si improvvisa, mai, per nessuna cosa. In ogni caso, avremo a disposizione, avrebbero a disposizione quei periti tutto il contesto delle dichiarazioni dibattimentali di Lotti. Che sono di estrema importanza; non foss'altro perché sono vaste, hanno impegnato molte udienze e quindi è possibile per loro un'analisi proprio di carattere approfondito su quel che dice, su quel che non dice, su come si esprime. Faccio un esempio. Il tipo di lessico usato dal Lotti, il suo modo di esprimersi, le espressioni. Faccian conto che del testo, un testo di psichiatria giudiziaria forense, che è Gullotta, in cui si espone, no?, il mentitore tipo, il mentitore, come dire?, di carattere, per tante ragioni che non sto qui ora a descrivere, si indica un sintomo: l'uso reiterato della parola "cosa" e "cosare". Per, come dire, mantenersi sul vago, no? 
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Eh? Neutro. Basta, voglio dire, basta scorrere i verbali del dibattimento per accorgersi quante mai volte usa quest'espressione, questo signore. Come, per esempio, l'uso di espressioni idiomatiche di altro genere. Tipo, per esempio: io non so esprimermi bene; io non so dire. Quante volte! Voglio dire, sono cose che, dette cosi, possono sembrare marginali o d'effetto. Nelle mani e sull'analisi, sottoposte all'analisi di periti che ne facciano le osservazioni e le valutazioni del caso, diventeranno qualche cosa di serio, sulla base del quale la Corte potrà fare, fornire le sue valutazioni. Quindi, con riserva di precisare meglio e di insistere su quest'istanza svolta dal difensore, avvocato Bertini, io mi associo fin da ora a questa sua richiesta. Tra l'altro, direi tutto sommato un po' poco tempestiva, perché in realtà è una discussione, questa, che doveva affrontare in un momento successivo: una volta terminato il dibattimento. Il dibattimento non è terminato, perché ci sono ancora da svolgere molte prove richieste dalla difesa di Vanni. E, comunque, con questa riserva, per ora associazione. Assoluta opposizione rispetto alla nuova audizione dei testi Fornari e l'altro.
Presidente: Avvocato Filastò, poi volevo sapere, i consulenti di parte oqgi non venivano, i periti di...?
Avvocato Filastò: Presidente, io ho qui tutte le citazioni.
Presidente: Non sono venuti. Mi diceva il P.M. che non sono venuti oggi.
P.M.: Dunque io ho ricevuto una versione di questo tipo, io se non ho capito male, eh?
Presidente: Eh.
P.M.: Che entrambi o due o tre stamani e domani hanno una commissione di concorso da qualche parte, che riguarda le loro cattedre. Però, se, sempre se non ho capito male, perché è un messaggio del professor De Fazio, che lui aveva ricevuto solo un fax e non la citazione. Comunque, avevano...
Presidente: Allora facciamo una cosa, su questo punto. Questi periti vengono convocati per il 7 gennaio.
P.M.: Benissimo.
Presidente: Alle 09.00. Se non vengono, saranno usati poteri coercitivi.
P.M.: Bene, Presidente. Io, se non ho capito male...
Presidente: Non possiamo stare, perché mi dispiace che ci sono queste festività, perché sennò si andava a due giorni dopo.
P.M.: Io ho comunque dato al professor De Fazio il numero di fax della Corte, perché, se aveva da comunicare qualcosa, mandasse alla Corte.
Presidente: Bene.
Avvocato Filastò: Comunque, Presidente, io deposito queste cose.
Presidente: Sì, sì, benissimo.
Avvocato Filastò: Il fax, fra l'altro, a cui ha fatto riferimento il professore, non c'è le cartoline di ritorno perché non sono tornate: sono state spedite tutte il 17 dicembre.
P.M.: Ma sabato lui diceva di non aver ricevuto.
Presidente: Va bene. Ora, per il 7 gennaio c'è tempo.
P.M.: Bene.
Presidente: Volevo dire una cosa.
Avvocato Filastò: Il fax a cui faceva riferimento era una fax esplicativo, ma non...
Presidente: Bene. Avvocato Filastò, noi diamo un'ora, però, se lei fa prima, ci avverte. 
(voce fuori microfono)
Presidente: Diamo un'ora di tempo per guardare questi atti.
Avvocato Filastò: Va be', vi avverto, Presidente.
Presidente: Se ci avverte, così anticipiamo un po'.
Avvocato Filastò: Bene.
P.M.: I testi eventualmente da sentire sono già citati, quindi... No no, nel caso la Corte dovesse valutarlo, c'è la possibilità di farlo oggi. 

« DOPO LA SOSPENSIONE »

Presidente: Al microfono, Vanni, al microfono. 
Mario Vanni: Eh?
Presidente: Al microfono. 
Mario Vanni: Ora...
Presidente: Aspetti un secondo, aspetti un secondo. Ci siamo tutti, vero?
P.M.: Si, Presidente.
Presidente: Sì. Va bene. Mi dica. 
Mario Vanni: Senta, io sono amico solamente di Arvaro, di quello che sono in cella, e basta; e qualche volta vo a pigliare il mangiare, quando un c'è: 'buongiorno' o 'buonasera', secondo... Se gli è mezzogiorno, buongiorno; se gli è di sera, gli è di sera. Poi un conosco più nessuno.
Presidente: Va bene. Ho capito. 
Mario Vanni: Scusi, eh.
Presidente: No, no. È suo diritto. Avvocato Filastò, prego.
Avvocato Filastò: Presidente e signori, io non posso non esprimere, prima di tutto, un disagio, direi meglio un profondo sentimento di umiliazione rispetto a questa... (voce fuori microfono) Voce.
Avvocato Filastò: Sì, rispetto a questa produzione del Pubblico Ministero; produzione e richiesta di integrazione della prova ex articolo 493, III comma.
Presidente: III comma.
Avvocato Filastò: E dico subito perché, molto sinceramente, senza infingimenti. La vostra ordinanza del 28 novembre del '97, in cui si dice: "si deve precisare con diverso presupposto normativo che potrà esser dato dal verificarsi della condizione di cui all'ultimo comma dell'articolo 275 Codice di procedura penale in relazione al prossimo superamento dell'età di 70 anni da parte dell'imputato", in cui si dice che "la Corte deve per altro osservare l'istanza di libertà, che non è oggi valutabile sotto tale profilo se non facendo luogo ad un'anticipazione non prevista dall'ordinamento" - il che è esattissimo - "con la riserva espressa, infine la Corte ... si riserva di valutare nel prosieguo l'istanza formulata in relazione a tale condizione di fatto, non ancora attuale, ha aperto ovviamente, come semplicemente alla lettura appare, delle speranze a questo difensore e al signor Mario Vanni rispetto al prossimo... -questa scadenza ci sarà domani - riguardo a questo non solo raggiungimento di questa età, che muta una condizione, prevista dal Codice in punto di custodia cautelare, quindi, come un'attesa, in un certo senso. Che questa richiesta di approfondimento con riferimento a delle lettere che sarebbero arrivate a Vanni da Pietro Pacciani, si deve immaginare, introdotta questa prova dal personaggio che è questo Massimo Ricci, insomma, che farebbe intravedere esigenze cautelari che intervengono ora, alla vigilia di una modificazione di fatto di una situazione che potrebbe modificare la situazione di custodia cautelare di Mario Vanni. Ripeto, è una cosa che da una parte mi umilia, dall'altra... mi umilia, più che altro ... che mi mette in angoscia, in tensione. Io vi scongiuro, spero davvero che voi facciate giustizia di questo tentativo di inserire nel processo del materiale scadente, signori -definiamolo cosi: scadente – facendo un'operazione, fra l'altro, di applicazione del Diritto, non d'altro. Perché l'articolo 493 III comma è chiaro e non si presta ad interpretazioni difformi. Questa norma di Legge dice: "E' ammessa l'acquisizione di prove non indicate nella lista prevista dall'articolo 468, quando la parte che le richiede dimostra di non averle potute indicare tempestivamente." Ora, qui, in questo caso, non solo manca questa dimostrazione con riferimento alla posizione del signor Massimo Ricci - il quale è la fonte originaria di questo complesso di prove che vi si chiede di acquisire, a tamburo battente, eventualmente oggi stesso - ma addirittura, con la esibizione di questi atti, il Pubblico Ministero vi fornisce la prova provata che, della esistenza del signor Massimo Ricci e delle dichiarazioni, più o meno rilevanti ai fini di questo processo, lui ne era perfettamente a conoscenza, perché eran qui, eran verbalizzate. E avevano, all'epoca, un significato certamente molto più vasto, più ampio che non quelle che poi sono intervenute successivamente con questo verbaletto di qualche giorno fa. In cui Massimo Ricci, dopo aver dato degli ordini... perché per valutare la personalità di questa persona può bastare anche il tipo di linguaggio che usa, quando dice: "sì avverte in via esecutiva di presentarsi"... - ma questo non lo scrive nemmeno un Pubblico Ministero, nemmeno un Magistrato. Assieme al Capo della Questura Dottor Giuttari - vuole, ordina, comanda e vuole, questo signore. E poi scrive un po' più in là: "dovranno effettuarsi delle perquisizioni". Insomma, questo è un poveraccio, intendiamoci bene, io non voglio gravare più di quanto non sia gravato di già da una condanna a 4 anni di reclusione, già riportata in seguito a reati particolarmente gravi di induzione alla prostituzione, mi pare, vero, costrizione alla prostituzione, di violenze nei confronti di una donna, di estorsione, di violenze nei confronti, se non sbaglio, di una bambina. Questo personaggio si esprime... Quindi, a suo tempo aveva detto altro che queste cose che dice qui a proposito di queste lettere. Io poi ci ho parlato con Vanni, nei limiti in cui si può parlare. Lui ha tirato fuori la cosa che va a mangiare con qualcuno, eccetera: insomma, Vanni, ma ha avuto delle lettere da Pacciani? 
Mario Vanni: Quella quando...
Avvocato Filastò: Quello che gli mandò dal carcere guella volta. 
Mario Vanni: Uhm.
Avvocato Filastò: E basta. Qui in carcere ne ha avute altre? 
Mario Vanni: Niente.
Avvocato Filastò: La foto della ragazza in cella, il Vanni, Vanni gli avrebbe confidato... Che poi, fra parentesi, io voglio dire questo: insomma, si sa che questo signore dal 1996 fa certe dichiarazioni su questo processo; io vorrei sapere con quale criterio di opportunità lo si mette in carcere nello stesso carcere di Vanni, con tante carceri che c'è in Italia, no? Per caso, Vanni, gli ha detto questo signore che ha incontrato due o tre giorni fa e gli ha detto di lui che Pacciani la minacciava? Il Ricci. Gliel'ha detto? Si, vero? 
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Filastò: Tutto questo supportato da dei personaggi tipo Ibrahim Ramadam, un certo Giorca, un certo , Perisnaka in una situazione in cui al veleno, però, corrisponde il controveleno. Perché, per quello che ho visto qui, dalle attestazioni formali, documentali del carcere non risulta che questi tre signori abbian mai fatto socialità insieme a Vanni. Facevano socialità con Ricci, guarda caso. Erano i sodali di Ricci, questi tre signori extracomunitari, non con Vanni. E allora Vanni, su espressa domanda del Ricci, conferma di essere minacciato da Pacciani, si dice in un rapporto. 
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: E che lo disse lui. 
Mario Vanni: Un lo conosco nemmeno io.
Avvocato Filastò: Una provocazione chiara, no, dentro al carcere. 
Mario Vanni: Un lo conosco nemmeno.
Avvocato Filastò: "Un lo conosco nemmeno". 
Mario Vanni: Nemmeno.
Avvocato Filastò: Lo dica al microfono che non lo conosce nemmeno. Lo dica al microfono che non lo conosce nemmeno, Vanni. 
Mario Vanni: Conosco quello che sto in cella e basta, gliel'ho detto, Presidente. Il Ricci non lo conosco.
Avvocato Filastò: Come se, insomma, 30 anni, 35 anni di professione, a certi giochi carcerari non fossimo oramai più che abituati. "Canale riservato del Vanni" - si dice in uno di questi rapporti - "tant'è che nello scegliere il soggetto da utilizzare per la corrispondenza presta attenzione a che questi non sappia leggere." Con il che, insomma, si ipotizza questa contaminazione, la prova, questo rapporto Vanni-Pacciani epistolare, da cui dovrebbe derivare chissà quali cose. Perché che cosa si posson dire questi due disgraziati! Quali messaggi si possono mandare l'un l'altro, eventualmente, volendo, anche... Ibrahim che dice gli vengon promesse, dovrebbe passare a Vanni 5 o 6 lettere con la promessa di 200.000 lire a lettera. Quando gli ho detto... Figuriamoci se il Vanni tira fuori 200.000 lire a lettera... 
Mario Vanni: Unn'è vero nulla.
Avvocato Filastò: Non è vero nulla no. 
Mario Vanni: E ci credo.
Avvocato Filastò: È la classica gabola carceraria, nata per impulso di questo Massimo Ricci, del quale voi avete qui -e vi prego di esaminarla attentamente - una perizia fatta in un processo diverso, in cui si tratta di reati che hanno a che fare col turpe mercato della prostituzione. Questo signore è accusato di avere indotto e portato sul marciapiede una signora, non so chi sia, ha ricevuto una condanna a 4 anni per questo motivo. E quindi questo è il reato. E, naturalmente, anche il perito, nel momento in cui esamina una persona, la esamina da un punto di vista anche proprio di psichiatria forense, del tipo di indagine che deve svolgere, della funzionalità della sua indagine. Certo, avesse dovuto indagare, per esempio, su un reato di falsa testimonianza si sarebbe atteggiato diversamente, con riferimento a quello che lui, il perito, indica. Chi è questo personaggio Massimo Ricci? Prima di tutto, e non temo smentite, è una fonte di prova che il Pubblico Ministero non si è sentito di portare. E devo dare atto al responsabile atteggiamento di questo Pubblico Ministero; il quale, di fronte ad una prova, ad una fonte che si intravede immediatamente squalificata, indecente, per dirla in termini chiari, eh, la espelle, la elimina. E perché era tale questa fonte? Intanto per le cose che diceva. Che cosa diceva questo signore, cosa dice in questi verbali che io, sommariamente, ho esaminato e che in parte conoscevo? Che il Pacciani gli ha confidato di essere lui il "mostro di Firenze”. A lui, per fare che? Pacciani è un tipo che si presenta al dibattimento con l'immagine di Gesù Cristo e dice ' per carità, io...', e poi trova un Massimo Ricci qualsiasi, dice: 'sai, sono io'. Non solo, ma poi Pacciani avrebbe promesso a questo Massimo Ricci una casa. Un po' la stessa storia di quell'altro, Cassina, come si chiamava...
P.M.: Sgangarella. 

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