venerdì 29 novembre 2013

Fausto Vinci - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 30 settembre 1997 - Quinta parte

Segue dalla quarta parte

Avvocato Curandai: Io, Presidente.
Presidente: Avvocato Curandai.
Avvocato Curandai: Avvocato Curandai. Dovrei fare una domanda sul Vanni che deriva da una domanda dell'avvocato Filastò. Un chiarimento. Dunque, per quanto riguarda i prelevamenti effettuati dal signor Vanni fra l'aprile del '95 e l'ottobre del '95, le risulta che successivamente a questi prelevamenti, il signor Vanni, abbia acceso un conto corrente?
F.V.: No. Cioè, a noi non risulta assolutamente. 
Avvocato Curandai: Benissimo. Le risulta, oppure no che, per potere acquistare i BOT al portatore, occorra, in ogni caso, accendere un conto corrente in banca?
F.V.: Sì, se l'operazione viene effettuata tramite banca, sì. 
Avvocato Curandai: Grazie.
Presidente: Altre domande? Allora, il Pubblico Ministero può continuare.
Avvocato Filastò: Una domanda...
Presidente: Ah, scusi, eh.
Avvocato Filastò: Un attimino.
Presidente: Non mi aveva detto nulla.
Avvocato Filastò: Lei ha riferito alla Corte che, al momento della uscita dal carcere il 4 luglio del '64, la prima carcerazione del Pacciani, Pacciani aveva la disponibilità di 350mila lire. 
F.V.: Sì.
Avvocato Filastò: Giusto?
F.V.: Sì.
Avvocato Filastò: Ricavate come?
F.V.: No, proprio... Cioè, quando esce dal carcere.
Avvocato Filastò: Sì, lo so. Nel libretto, il famoso librettino che ha ogni detenuto, c'erano 350...
F.V.: C'è la pratica di liberazione del Pacciani...
Avvocato Filastò: Sì, no, dico: ma come se l'era...
F.V.: Come se l'era?
Avvocato Filastò: Come le aveva ottenute queste 350mila lire.
F.V.: Noi abbiamo solo... Dal fascicolo, cioè la carta della Casa Circondariale di Padova, in cui ci dice che esce con quella somma lì.
Avvocato Filastò: Con quella somma.
F.V.: Non sappiamo...
Avvocato Filastò: Ricavata come? 
F.V.: Non... sinceramente non lo. abbiamo accertato.
Avvocato Filastò: Non avete accertato se per caso lui... 
Presidente: È peculio, sarà il peculio...
Avvocato Filastò: Sì, peculio raccolto come, lavorando in carcere, facendo lo scopino...
F.V.: Sulla documentazione non c'era scritto.
Avvocato Filastò: Non c'era scritto. E quando è uscito dal carcere nel '91, quanto aveva lui, come peculio?
F.V.: In carcere?
Presidente: Nel '91.
Avvocato Filastò: Nel '91.
F.V.: Nel '91 abbiamo solo quelle due date che ci sono state fornite dalla, di quanto ha ricevuto...
Avvocato Filastò: Che lui...
F.V.: ... nell'89, nell'88 e nell'89.
Avvocato Filastò: Dall'amministrazione, diciamo così, regolare del carcere.
F.V.: Quello lo abbiamo accertato tramite Anagrafe Tributaria, penso, quelle due date lì, eh.
Avvocato Filastò: Cosa?
F.V.: Queste del, quanto ha ricevuto nell'88 e nell'89.
Avvocato Filastò: Dal carcere.
F.V.: Sì. Sì, sì, ma risulta. È nell'archivio dell'Anagrafe Tributaria, risulta che lui ha percepito, dalla Casa Circondariale, nell'88, 593mila lire e nell'89, 386mila lire.
Avvocato Filastò: Ecco, ma quando è uscito, quanto aveva lui?
F.V.: Come, quanto aveva? Cioè, non... È uscito, aveva questa somma, la somma di questi due, di quanto aveva percepito. Poi non so di preciso... Noi non lo sappiamo quanto precisamente...
Avvocato Filastò: Ma avete fatto questo accertamento, lo dica, scusi. Perché l'accertamento precedente che riguarda il 1964 lo avete fatto.
F.V.: Certo.
Avvocato Filastò: Questo secondo che riguarda il '91, non lo avete fatto. È così?
F.V.: Sì, non è stato visto. Ma...
Avvocato Filastò: Non è stato, visto.
Presidente: Non c'è, non c'è.
Avvocato Filastò: Ecco. Rispetto a queste 500mila lire, avete accertato se per caso, in quel periodo di tempo, o nel periodo di tempo precedente, Pacciani in carcere svolgeva altre attività? Come dire, non ufficializzate e non formalmente presenti nelle registrazioni del carcere?
F.V.: Tutte le altre attività che svolge in carcere, è tutta documentata, Quindi, qualora svolgesse, avesse svolto...
Avvocato Filastò: No, abbia pazienza...
F.V.: Se non c'era...
Avvocato Filastò: Quelli che fabbricano, per esempio, le barchette con gli stuzzicadenti e i fiammiferi spenti, non vengono registrati da nessuna parte. Quelli che dipingono, che fanno i quadri, che poi li smerciano. Anche loro non vengono registrati da nessuna parte.
P.M.: Quindi, è difficile che il dottor Vinci abbia potuto trovare...
Presidente: Insomma, non lo ha fatto questo accertamento.
F.V.: Ma sulle barchette è difficile che ce lo dicano, Comunque...
P.M.: Presidente, come faceva a fare gli accertamenti sulle barchette fatte con gli stuzzicadenti? Se la domanda...
Presidente: No, non si tratta... Si tratta se avete fatto gli accertamenti...
Avvocato Filastò: Io non sto chiedendo al dottor Vinci se ha fatto accertamenti sulle barchette. Ho fatto un esempio.
Presidente: Un esempio.
F.V.: Sì, le spiego...
Avvocato Filastò: Ho esemplificato casi in cui introiti di detenuti non compaiono nelle registrazioni ufficiali del carcere. E mi è venuto in mente le barchette.
Presidente: Scusi, avvocato. Non hanno fatto un accertamento specifico.
Avvocato Filastò: Benissimo.
Presidente: Se le interessa.
P.M.: Non lo potevano fare. 
F.V.: Anche perché non potevamo farlo.
Avvocato Filastò: Comunque resta obiettivamente il fatto - mi corregga se sbaglio - che, non avendo accertato nessun tipo di attività svolta dal Pacciani nel periodo di tempo della prima carcerazione, quando è uscito, aveva in tasca 350mila lire.
F.V.: Esatto.
Avvocato Filastò: Grazie.
Presidente: Altre domande al teste?
Avvocato Filastò: Un'altra domanda...
Presidente: Ah.
Avvocato Filastò: ... sempre con riferimento all'attività poi successiva, da libero di Pacciani. Avete accertato, se per caso, a parte quei lavori ufficiali che risultano presso la sede Del Turco e altrove, svolgeva altre attività? Per esempio, non so, rivendendo cose, andando ad aggiustare cose altrove, coltivando orti da varie parti, o vendendo prodotti dell'orto, per esempio, , vi risulta qualche cosa?
F.V.: Come le dicevo prima, i due... per esempio, il podere di Casino Particchi e Casini di Rufina, abbiamo sentito i proprietari dei fondi. Ci hanno detto che il raccolto era appena sufficiente per il fabbisogno di una famiglia. Quindi, gli stessi proprietari, ci hanno detto che era difficile che lui potesse ottenere un raccolto che gli permettesse di venderlo.
Avvocato Filastò: Ma che dava da mangiare alle figlie la carne per i cani, vi risulta a voi?
F.V.: Guardi, io le parlo degli accertamenti che ho svolto, quelli, i miei colleghi...
Avvocato Filastò: Questo, a lei non risulta.
Presidente: A lui non risulta, via. Allora, altre domande?
P.M.: Nessuna, il P.M.
Avvocato Pellegrini: Mi sono dimenticato, se lei consente, di fare un'altra domanda al dottor Vinci E cioè se, nell'arco, fra la fine dell'84 e gli inizi dell'85, risulta, sempre relativamente a Pacciani, che abbia avviato una pratica per... una pratica edilizia al Comune di San Casciano per la ristrutturazione della casa, che si sia servito di un professionista e che abbia svolto...
F.V.: Sì.
Avvocato Pellegrini: Ecco, ci vuole dire quello che le risulta, a questo proposito?
F.V.: Si, in pratica abbiamo accertato che il Pacciani, nel 18 settembre dell'84, ha fatto una richiesta a... ha effettuato una domanda al Comune per effettuare dei lavori di ristrutturazione di modifiche interne al fabbricato di via Sonnino. E il Comune risponde in data 15 marzo '85, in cui appunto gli concede la possibilità di fare questi lavori. Per quanto riguarda la documentazione, quindi tutta la planimetria per le modifiche al fabbricato, sono state svolte dall'architetto Piazzini di Mercatale. Che, appunto, ci ha riferito che l'intenzione di Pacciani era di costruire un bagno, un altro bagno. E lo stesso Piazzini ci ha detto che ebbe una discussione col Pacciani, perché non voleva pagare la sua prestazione e che i lavori vennero svolti dal Pacciani stesso e da un suo amico, un certo Pucci Giuliano. Questo, è...
Avvocato Pellegrini: Quanto risulta.
Presidente: Bene. Ci sono domande?
P.M.: Sì. Direi, sulla scorta delle domande fatte or ora dalla parte civile.Dunque, dalla documentazione che avete acquisito, sembra di capire che le abitazioni del Pacciani sono state ristrutturate, o quantomeno una è stata ristrutturata.
F.V.: Una è stata ristrutturata.
P.M.: Addirittura mi sembra che, nella documentazione, avevate fornito - non so chi ve l'ha data, forse il Comune o l'architetto - le foto di com'era una delle abitazioni quando era da ristrutturare.
F.V.: Sì.
P.M.: Io le chiedo: per questi lavori di ristrutturazione che indubbiamente, come materiale, o come attività, mi sembra di capire che l'ha fatta da solo, o qualche altra persona...
F.V.: Sì, esatto.
P.M.: Per questa attività di ristrutturazione, o costi relativi a queste ristrutturazioni che documentalmente esistono, avevate potuto accertare il valore delle ristrutturazioni, o no? Se, rispetto a quello che era il costo, avete potuto stabilire cosa c'è stato speso sopra.
F.V.: Ma non precisamente.
P.M.: Non ci siete riusciti. Avete solo verificato che ci sono state delle ristrutturazioni, sia perché c'è stata la pratica...
F.V.: Sì. Chiaramente era... Se lei vede anche le foto,vede che c'è stato fatto un lavoro di una certa, insomma, entità. Questo, è.
P.M.: Negli stessi accertamenti quando è stata presa la pratica presso il Comune, ci sono anche le foto da cui...
F.V.: Cioè, si sono fatti parecchi... Per esempio, questo del lavoro, è stato fatto un lavoro abbastanza grosso. Quindi, chiaramente...
P.M.: È stato fatto anche un bagno, ha detto.
F.V.: E' stato fatto un bagno. Quindi, per cui il lavoro è stato abbastanza...
P.M.: Notevole come...
F.V.: ... notevole come costi, diciamo.
P.M.: Ecco. Però non abbiamo ovviamente...
F.V.: No, chiaramente, no.
P.M.: ... non è stato possibile acquisire alcuna documentazione relativa...
F.V.: Riguardo alle spese sostenute. No.
P.M.: Bene. Grazie, non ho altre domande.
Presidente: Altre domande? Finito col teste?
P.M.: Sì.
Presidente: Voglio sapere una cosa io, allora. Lei ha fatto gli accertamenti bancari e patrimoniali sul Vanni e sul Pacciani.
F.V.: Sì.
Presidente: Li ha fatti anche sul Lotti?
F.V.: Sì, li stiamo... Però non li abbiamo ancora ultimati. Infatti eravamo con...
Presidente: Va bene. Allora, niente. 
P.M.: C'è un accertamento. Manca ancora qualcosa. Ma solo perché è intervenuto un... 
Presidente: Per dovere rigoroso, dobbiamo sentirla anche su questo.
P.M.: Sì, esatto, esatto.
Presidente: E quindi si riserva...
P.M.: Io mi riservo di sentire... Già anche gli accertamenti, il conto...
Presidente: Ecco, appunto, appunto. Anticipo quelli che erano gli orientamenti della Corte. Bene.
P.M.: Esatto. Il P.M. richiamerà il teste.
Presidente: Allora, lei può andare, per questo momento poi salvo a risentirci prossimamente.
P.M.: Comunque quelli fatti sono depositati.
Presidente: Bene, bene. Intanto acquisiamo la documentazione di oggi. Bene.

giovedì 28 novembre 2013

Fausto Vinci - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 30 settembre 1997 - Quarta parte

Segue dalla terza parte

F.V.: Poi abbiamo accertato che, dal '65 al '68, il Pacciani lavorava in qualità di mezzadro al podere Casino Particchi di Badia a Bovino di proprietà di Ceseri Castantino. Abbiamo sentito la moglie, perché lui era defunto, e ci ha riferito che il Pacciani non recepiva uno stipendio, ma divideva il raccolto, l'eventuale vendita di bestiame, con il Pacciani. E la signora ci ha detto che, effettivamente, la rendita del podere era appena sufficiente per il fabbisogno di una famiglia. Poi, dalla fine degli anni '60, fino agli anni, ai primi degli anni '70, per circa tre anni, ha lavorato sempre in qualità di mezzadro in un altro podere: Casini di Rufina in via Forlivese. Il podere era di proprietà di Lotti Cesare. Anche in questo caso sono state sentite le figlie del proprietario che è defunto. E, anche in questo caso, ci hanno detto che lui non percepiva uno stipendio mensile, ma divideva il reddito del fondo con il proprietario. Quindi, il raccolto, la vendita del bestiame. Poi c'è un periodo più lungo lavorativo...
Presidente: Questo secondo periodo da quando va?
F.V.: Questo va da fine degli anni '60 a inizi anni '70, per circa tre anni. Però, le date precise, non...
P.M.: A cavallo dei...
F.V.: Anche perché lì non c'era un contratto scritto, quindi era in qualità di mezzadro. Fino al '68 lavora a quell'altro podere...
Presidente: Quindi, dal '69 in poi.
F.V.: Esatto. Fino ai primi anni '70. Poi abbiamo accertato un periodo più lungo, lavorativo, del Pacciani, che va dal 15 aprile del '73 al 31 dicembre dell'81, nell'azienda agricola di Rosselli Del Turco. In cui il Pacciani lavora in qualità di operaio agricolo specializzato. Abbiamo acquisito la documentazione riguardo, diciamo, i suoi contributi, il suo denaro ricevuto, dal '77 all'82. Perché la prima parte, il signor Rosselli, non l'aveva...
P.M.: Non era un rapporto documentato.
F.V.: Esatto. In questi anni, cioè dal '77 all'82, lui ricevè una somma di circa 26 milioni, con una media di 5 milioni l'anno. Per esempio, nel '78 prende 5 milioni 900mila lire; nel '79, 4 milioni 200mila; nell'80, 5 milioni...
P.M.: 4 milioni, in un anno.
F.V.: In un anno, eh. Sempre annuali, sono le cifre. E quindi lui finisce il rapporto lavorativo nel dicembre dell'81. E sommando tutti questi anni che vanno dal '77 ai primi dell'82, riceve 26 milioni. In questo...
P.M.: Con una media di 5 milioni scarsi l'anno.
F.V.: 5 milioni scarsi l'anno. In questo periodo bisogna dire che lui, proprio il 30 settembre del '79, come le dicevo prima, acquista per 26 milioni la casa di piazza del Popolo, proprio in questo periodo di tempo. Poi...
P.M.: Cioè, per una cifra maggiore - così tanto per capire io - di quello che ha preso in quegli anni lì.
F.V.: Sì, in pratica sì.
P.M.: Uguale, praticamente uguale.
F.V.: Sì. Lui...
P.M.: Come se avesse messo da parte tutto, insomma.
F.V.: Sì, sì.
P.M.: Se si dovesse fare una valutazione... La faccio io, eh, non lei.
F.V.: Poi lavora, dalla fine dell'82 alla metà dell'84, lavora presso la famiglia Gazziero, sempre in qualità di operaio avventizio agricolo. E noi abbiamo sentito la signora Gazziero che era la sua datrice di lavoro, in cui ci ha detto che l'attività del Pacciani era saltuaria. E lui riceveva di media 5-6mila lire all'ora. E...
P.M.: Sappiamo il totale, in questo periodo?
F.V.: Di questo periodo non sappiamo precisamente il totale, perché diceva che erano prestazioni saltuarie. Quindi non è che sapeva, non aveva documentazione scritta. In questo periodo, cioè, fine '82, dicembre '82, acquista la Ford Fiesta targata Firenze D26185 per la cifra di sei milioni, pagata in contanti. Ce lo dice l'autofficina Giani di Mercatale, da cui lui l'aveva acquistata. E poi, inoltre, sempre in questo periodo - cioè metà '84, cioè il 30 giugno '84 - acquista, come dicevo prima, l'altra abitazione, quella di via Sonnino per i 35 milioni.
P.M.: Quindi, scusi, fra il '79 e l'84, ci sono i due acquisti di immobili e l'autovettura.
F.V.: Esatto. Ora...
P.M.: Per un totale? Scusi, la può far la somma dei...
F.V.: Allora, sei milioni, sono 41, più 26... 67.
P.M.: 67 milioni in quei quattro-cinque anni.
F.V.: Sì.
P.M.: In quello stesso periodo ci sono, comunque - e ha detto se n'è occupato l'ispettore Nativi - accumuli...
F.V.: In quel periodo là, ci sono, oltre a queste spese per beni immobili...
P.M.: 60 milioni
F.V.: ... ci sono anche altri accumuli su buoni postali. In quel periodo...
P.M.: Quelli che poi sono i 150 milioni...
F.V.: Esatto. La cui somma dà 159 milioni.
P.M.: Ho capito.
F.V.: Poi, dopo, altri successivi lavori del Pacciani, c'è un periodo lavorativo che va dal 24/10 dell'85 al 6 aprile dell'87, lavora in tre periodi di pensione minima erogata dall'INPS che è dal febbraio del '79. Mentre la moglie, la Manni Angiolina, dal gennaio del '73.
P.M.: Lei ricorda all'inizio gli importi, o ha potuto accertare...
F.V.: Sì. La pensione minima era, del '73, era di 122mila lire.
P.M.: 122mila lire.
F.V.: 122mila lire. Mentre, attualmente, la pensione minima, sono 659mila lire.
P.M.: È andata, dal...
F.V.: Da...
P.M.: In circa 20 anni, insomma, è aumentata cinque volte.
F.V.: Da 122mila, a 659mila lire.
P.M.: Bene, grazie.
F.V.: E poi dopo abbiamo stabilito anche altri, i parenti. Per esempio, c'è solo il padre della Manni che aveva la pensione dall'INPS.
P.M.: Cioè, lei ha... Scusi, eh. Avete voluto verificare se aveva avuto delle eredità.
F.V.: Esatto.
P.M.: Ecco.
F.V.: Per guanto riguarda le successioni, non risulta nessuna successione, da parte dei genitori di Pacciani e da parte dei genitori della Manni. Quindi non ci sono alcun tipo di successione a loro favore da parte dei loro genitori.
P.M.: Di unità immobiliari, sta dicendo.
F.V.: Di... esatto. Di unità immobiliari. Non ci sono, non risultano successioni. E poi abbiamo fatto l'ultimo accertamento. Abbiamo anche fatto sul reddito delle figlie, reddito delle figlie che...
P.M.: Quando erano conviventi?
F.V.: Sì. Anzi, un'altra cosa volevo dire: che, per quanto riguarda la pensione della moglie, la riscossio... era delegata a riscuotere la figlia del... su un altro conto corrente, su un conto corrente della Cassa di Risparmio.
P.M.: Diverso da quello che abbiamo parlato.
F.V.: Diverso... Esatto. Per quanto riguarda le figlie c'è la Pacciani, la Graziella...
P.M.: Scusi, eh, se non ho capito male, la pensione della mamma la riscuoteva la figlia ed è su un altro conto. Cioè...
F.V.: Intestato alla mamma.
P.M.: Sono diverse dalle cifre di cui ci ha parlato finora.
F.V.: Esatto.
P.M.: Bene.
F.V.: Cioè, per quanto riguarda la pensione che viene riscossa ogni due mesi, è stata delegata per la riscossione la figlia del... la Graziella, che versa su un conto corrente alla Cassa di Risparmio di Firenze, intestato alla Manni Angiolina. Quindi, la cosa...
P.M.: Quindi, denaro diverso da quello di cui abbiamo par1ato sinora.
F.V.: Esatto, sì.
P.M.: Bene.
F.V.: Poi, le dicevo: per quanto riguarda le ; successioni, non ci sono successioni. E per quanto riguarda il reddito delle figlie, abbiamo accertato che la Pacciani Graziella lavora dall'87-'88, fino a...
P.M.: Ha lavorato, quindi.
F.V.: Sì, ha lavorato. Presso la famiglia Cappelli, in qualità di domestica, ricevendo 800mila lire mensili.
P.M.: Quindi, comunque, in epoca successiva a quegli acquisti di cui ha parlato e alla accensione di quei conti.
F.V.: Certo, perché... Esatto. Perché tutti diciamo gli acquisti, risalgono a un periodo precedente; mentre la figlia inizia a lavorare fine '87.
P.M.: Bene.
F.V.: Per quanto riguarda invece l'altra figlia, la figlia minore, adesso non... è ricoverata, però ha lavorato...
P.M.: Va be', a noi interessa precedentemente...
F.V.: ... in quegli anni lì...
P.M.: Come lei ben sa, a me interessa gli anni '80-’85.
F.V.: Esatto. Ha lavorato dall'85, dal 30 ottobre dell'85, al 16 marzo del '91, in un'altra famiglia, la famiglia Giachetti, sempre in qualità di domestica, percependo una somma mensile che andava dalle 500 mila lire dei primi anni, fin o alle 750mila mensili, gli ultimi anni.
P.M.: Comunque, sempre dopo l'85.
F.V.: Dopo l'85, esattamente.
P.M.: Bene. Dottore, diceva che, per quanto riguarda invece gli acquisti in contati, cioè, i versamenti, mi scusi, su conti postali, buoni postai, se n'è occupato l'ispettore Nativi.
F.V.: Sì, se n'è occupato in prima persona l'ispettore Nativi.
P.M.: Lei...
F.V.: La somma dei conti, erano quella cifra lì che le ho detto, 159 milioni.
P.M.: E sono stati acquisiti i prospetti.
F.V.: Sono stati acquisiti tutti i prospetti... Al di là che è stato, abbiamo sequestrato i buoni, e poi abbiamo acquisito tutti i prospetti dai vari uffici postali delle date di acquisto, delle date... Lui, anche, ci sono stati dei passaggi su di alcuni libretti; li ha spostati su altri... Noi abbiamo acquisito tutta la documentazione...
P.M.: Cioè, tutto il prospetto. Il totale ad oggi è quella cifra che ha detto.
F.V.: Il totale di tutto, attuale, è 159 milioni. 158.890.000 lire.
P.M.: Io non ho altre domande, sul punto, da fare al dottor Vinci. Chiedo ugualmente di produrre la documentazione acquisita nelle forme che ho detto relativa a queste possidenze mobiliari e immobiliari.
Presidente: Allora, se non ci sono opposizioni alla documentazione, viene acquisita. Altre domande su questo punto?
Avvocato Pellegrini: Sì. Avvocato Pellegrini. Soltanto un chiarimento: per quanto riguarda... Parlo di Pacciani.
F.V.: Sì.
Avvocato Pellegrini: Per quanto riguarda gli acquisti degli immobili, '79-'84, lei ha indicato delle somme diverse da quelle che risultano dai rogiti notarili, che sono inferiori, leggermente inferiori a quelle da lei indicate.
F.V.: Sì.
Avvocato Pellegrini: Ha potuto accertare che le somme effettivamente pagate sono quelle...
F.V.: Erano quelle... certo.
Avvocato Pellegrini: Quindi, diciamo, se solo la differenza, come spesso succede, fra quello che è dichiarato al notaio e quello che è il prezzo reale.
F.V.: Certo. Esattamente.
Avvocato Pellegrini: È da qui che si spiega...
F.V.: Sì, effettivamente...
Avvocato Pellegrini: Perfetto. Era solo questo chiarimento. Grazie.
Presidente: Come aveva detto poc'anzi, per precisione, che aveva fatto riscontri con i...
F.V.: Sì, abbiamo fatto riscontri con...
Presidente: ... venditori...
F.V.: Certo, certo.
Presidente: ... che risultavano, i versamenti... Bene. Altre domande?

mercoledì 27 novembre 2013

Fausto Vinci - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 30 settembre 1997 - Terza parte

Segue dalla seconda parte

Presidente: Altre domande? Avvocato Colao. 
Avvocato Colao: Dottore, scusi, il conto più cospicuo, quello che lei ha detto avere un saldo di circa 72 milioni attuale...
F.V.: Sì. 
Avvocato Colao: ... fu accertato quando è stato acceso?
F.V.: Sì. Allora, il conto, quello a cui lei si riferisce, è il 5787, sempre della Banca del Chianti, con un saldo di 70.389.440; ed è stato acceso il 19 dicembre 1984. 
Avvocato Colao: E con che versamento iniziale? Se lo ha accertato, eh.
F.V.: Sì, nell'annotazione c'è, adesso non lo ricordo precisamente. Comunque nella documentazione bancaria acquisita c'è sicuramente, perché sarebbe la prima operazione sul conto, che sarebbe il versamento che si fa inizialmente per aprire il conto; quindi basta vedere bene sulla documentazione, che dovremmo avere. Non gliela so dire la cifra precisa. 
Avvocato Colao: Senta, analogamente, per l'altro conto di 22 milioni circa - se non ho capito male - quando è stato acceso questo conto corrente?
F.V.: Sì. Quell'altro conto, il 6428, è stato acceso il 17 giugno 1986. 
Avvocato Colao: Ottanta...?
F.V.: Sei.
Avvocato Colao: '86. La ringrazio. Non ho altre domande, Presidente.
Presidente: Bene. Altre domande?
P.M.: Sul punto no, Presidente. Poi...
Presidente: Bene. I difensori?
P.M.: Su altri argomenti.
Presidente: Sì, sì. I difensori? Avvocato Filastò. 
Avvocato Filastò: Allora, sa lei quando il signor Vanni ha ricevuto la liquidazione di fine rapporto?
F.V.: So che è andato in pensione nell'87, nel maggio dell'87: il 31 maggio. 
Avvocato Filastò: Quanto ha ricevuto di liquidazione?
F.V.: Questo non glielo so dire. 
Avvocato Filastò: Senta, con riferimento a quei prelievi...
F.V.: Sì. 
Avvocato Filastò: ... che in un caso, lei ha detto, sono preceduti da un versamento...
F.V.: Sono...? 
Avvocato Filastò: Preceduti da un versamento.
F.V.: Quali? I prelievi di quel periodo lì del '95? 
Avvocato Filastò: Sì, quel periodo cospicuo, che lei ha...
F.V.: No, il periodo sono tutti prelievi uno di seguito all'altro, non ci sono... 
Avvocato Filastò: No, io voglio sapere se voi avete fatto una valutazione di tipo comparativo fra libretto di risparmio...
F.V.: Sì. 
Avvocato Filastò: ... eventuali versamenti, diciamo così, osmotici dal libretto di risparmio al conto corrente e dal conto corrente relativamente all'eventuale acquisto di BOT, vale a dire se avete fatto una valutazione di tipo, anche, cronologico, no, rispetto ad operazioni di questo genere, per valutare se vi è una corrispondenza cronologica fra queste tre operazioni che le ho elencato.
F.V.: Sì.
Avvocato Filastò: Perché, se non sbaglio, quello di 70 milioni, che è stato finora impropriamente definito "conto" in realtà è un libretto di deposito.
F.V.: Un libretto di deposito a risparmio; son due libretti.
Avvocato Filastò: Sono stati fatti anche, evidentemente, dei prelievi, non solo dei versamenti.
F.V.: Sì. Però, volevo dire che in questi dieci prelievi che ha effettuato il signor Vanni...
Avvocato Filastò: Quando?
F.V.: Quelli dall'11 aprile del '95 fino al 16/10/95, come operazioni bancarie non ci sono tra di loro dei versamenti: sono tutti prelievi uno di seguito all’altro. Questo è.
Avvocato Filastò: Tutto in questo periodo breve che lei diceva.
F.V.: Sì.
Avvocato Filastò: Di sei mesi. Ma dico, rispetto alle altre situazioni che ci ha sommariamente descritto, volevo sapere se avevate fatto questa indagine comparativa, comparativa e di riferimento cronologico.
F.V.: Alla data di questi versamenti, cioè ripeto, sempre aprile '95, lui aveva...
Avvocato Filastò: No ma non sto parlando di quello.
F.V.: Sì.
Avvocato Filastò: A parte quello. Gli altri, le altre situazioni. Quello, l'ho capito che...
F.V.: Sì, ma noi possiamo fare un tipo di confronto con altri tipi di... Cioè, avesse altri conti su altre, banche, ma a noi non risultano. Quindi, come facciamo a verificare... Capisce?
Avvocato Filastò: Per esempio, come le dicevo prima, verificare un prelievo dal libretto di risparmio, un versamento sul conto corrente, un successivo acquisto di un BOT. Per esempio, facendo una valutazione di questo genere qui.
F.V.: Sì. Le ho fatto questo tipo...
Presidente: Ce lo dirà il Vanni che cosa ha fatto di questi soldi. E poi noi accerteremo.
F.V.: Però, se è una operazione che il signor Vanni ha fatto tramite banca, Banca del Chianti, non risulta. Questo... O con altro tipo di cose, non c'è... C'è, ripeto, se il signor Vanni faceva come diceva lei, un tipo di... tramite la banca con prelievi acquistasse BOT, nel prospetto riepilogativo della banca risulta "versamento per acquisto BOT". quindi, in questo senso, se fosse stato come lei dice, risulterebbe dal prospetto riepilogativo della banca.
P.M.: E, invece, non risulta.
F.V.: E, invece, non risulta. Però, questo è quello che abbiamo accertato.
Avvocato Filastò: Va be', vedremo i prospetti riepilogativi della banca.
Presidente: Bene. Altre domande?
P.M.: Su questo punto, no. Io...
Presidente: Bene. Allora faccia delle altre domande che vuole lei. Il Pubblico Ministero può riprendere l'esame.
P.M.: Sì, grazie. Vorrei, a questo punto, fare la stessa operazione: se avete fatto delle valutazioni su quello, per vedere ovviamente se ci sono trasferimenti di somme, su quelle che sono le consistenze patrimoniali del Pietro Pacciani.
F.V.: Sì. Noi abbiamo fatto degli accertamenti patrimoniali di Pietro Pacciani, innanzitutto su, diciamo, sulle sue entrate dal, diciamo, dall'inizio fino al periodo...
P.M.: Ci può dire la consistenza patrimoniale...
F.V.: Sì, allora...
P.M.: ... come ci ha detto per Vanni, di questo signore.
F.V.: Sì.
P.M.: Che risulta in che conti. Ci interessa più che altro innanzitutto i totali.
F.V.: Sì, allora...
P.M.: E se li ha fatti qualche suo collaboratore, sentiremo lui.
F.V.: Sì. Per quanto riguarda proprietà mobiliari, i beni, diciamo, buoni postali e libretti postali, io le posso dare la somma che è di circa... di 157.890.000 lire. Tutti in libretti postali e buoni postali. Di questi accertamenti se n'è occupato in prima persona l'ispettore Nativi. Poi, di proprietà immobiliari, è proprietario di due abitazioni; una, di piazza del Popolo numero 7 che ha acquistato il 30 settembre del '79 da Bartalesi Nello per la somma di 26 milioni...
P.M.: Ha detto nel '79.
F.V.: '79. Per la somma di 26 milioni. E, un'altra abitazione, quella di via Sonnino numero 32, acquistata il 30 giugno dell'84 da Matteuzzi Gianfranco per la somma di 35 milioni. Poi...
P.M.: Scusi, mi scusi, eh. Su queste cifre, sa, avete potuto accertare, se sono state pagate in contanti, o per assegni?
F.V.: Sì, sono state pagate... Per quanto riguarda la casa di piazza del Popolo, ci sono stati tre versamenti. In data 24 gennaio '79 c'è stato il pagamento di 2 milioni in contanti per il compromesso; poi c'è 8 milioni, un versamento, cioè, una consegna di 8 milioni. E poi, 16 milioni alla data della stipulazione del contratto, cioè il 30 settembre del '79.
P.M.: Lei sa se questo denaro è stato pagato in contanti, o con assegni?
F.V.: Sì, questo in contanti, sì.
P.M.: I 16 milioni in contanti.
F.V.: Sì.
P.M.: Così risulta.
F.V.: Così risulta.
P.M.: Mi scusi, sempre...
F.V.: Poi abbiamo fatto un accertamento nel senso incrociato. Siamo, abbiamo accertato questo da degli accertamenti bancari sui due proprietari, gli ex proprietari dei due immobili, che risulta...
P.M.: I venditori.
F.V.: Quindi, torna. Cioè, nel senso che abbiamo accertato sulla documentazione bancaria dei versamenti sul proprio conto, di queste cifre. E poi abbiamo sentito anche i parenti dei proprietari che ci hanno confermato questo.
P.M.: Di questi accertamenti per quanto riguarda gli immobili, avete acquisito documentazione?
F.V.: Sì, di questo, abbiamo tutta...
P.M.: Ecco, benissimo. Io chiedo poi anche che questa documentazione...
Presidente: Il contratto di acquisto?
F.V.: Sì, la...
P.M.: Ci sono i contratti, c'è tutto, Presidente.
F.V.: Il compromesso...
P.M.: Io chiedo di produrli, trattandosi di documenti.
Presidente: Va bene.
P.M.: Ecco, vorrei ancora sapere qualcosa. Lei ci ha parlato di una consistenza, invece, di denaro su conti postali, se non ho capito, di cui si è occupato l'ispettore Nativi.
F.V.: Sì, sono dei libretti...
P.M.: Poi lo sentiremo.
F.V.: ... postali e dei buoni postali. Sono vari Uffici Postali di San Casciano, di Mercatale, di Cerbaia, Montefiridolfi, Scandicci...
P.M.: Sono accesi più conti correnti in posti diversi?
F.V.: Più... Esatto, esatto.
P.M.: Tuttora accesi...
F.V.: Tuttora accesi.
P.M.: ... al momento dell'accertamento.
F.V.: Tuttora accesi.
P.M.: Senta ancora una cosa: lei ha potuto...
Presidente: Sono quei documenti che sono stati sequestrati alla suora?
F.V.: Sì.
P.M.: Esatto, sì. È tutto in sequestro, Presidente.
Presidente: Sì, sì. Tanto, abbiamo la documentazione noi, di questo... 
P.M.: Sì. Qui abbiamo la Polizia, la Polizia Giudiziaria ha acquisito proprio lo scalare di movimento per movimento. Soprattutto i versamenti che sono stati fatti su ciascun conto. Mentre sono stati poi acquisiti, sequestrati alla persona che aveva la materiale detenzione, la suora, soltanto i titoli.
Presidente: Sì, sì.
P.M.: Qui, noi stiamo cercando di provare come questi titoli si sono formati con quali operazioni.
Presidente: Va bene.
P.M.: E quindi chiediamo di poter produrre poi quella documentazione. Volevo sapere se, a fronte di questo patrimonio diciamo, sia mobiliare che immobiliare che lei ci ha descritto, avete potuto verificare quali erano le fonti di sostentamento del Pacciani per vedere se c'è corrispondenza.
F.V.: Sì.
P.M.: O indipendentemente da valutazione sulla corrispondenza, quali sono stati, dato che noi sappiamo che ha avuto dei periodi di detenzione, vogliamo vedere questi elementi.
F.V.: Sì. Noi siamo, abbiamo, per appunto partendo da queste somme di denaro, siamo risaliti a ritroso per stabilire, appunto, le fonti di reddito del Pacciani. E abbiamo accertato che lui inizia, appunto, siamo partiti dal suo stato di detenzione per l'omicidio di Bonini Severino, lui è stato detenuto dal 16 aprile '51 al 4 luglio del '64. In questo periodo, dall'analisi del fascicolo personale relativo al suo stato detentivo, abbiamo accertato che ci sono parecchie sue domande al competente Ministero di Grazia e Giustizia per aiuti e sussidi riguardo, appunto, i suoi familiari, per le spese sostenute dai familiari, per andarlo a trovare. Inoltre ha fatto parecchie richieste all'Ente Comunale di Vicchio, al Patronato, sempre per sussidi e aiuti finanziari per...
P.M.: Ci sono documenti, lei ha...
F.V.: Di questa... c'è tutta, è stato acquisito tutto il fascicolo...
P.M.: Bene, grazie.
F.V.: ... personale. Inoltre c'è, sempre nel fascicolo, abbiamo trovato un certificato rilasciato dal Comune di Vicchio, datato 14/11/63 a firma del sindaco, in cui viene attestato il certificato di nullatenenza e povertà, che, appunto, all'epoca, venne rilasciato al Pacciani. Alla data della sua scarcerazione, cioè il 4 luglio del '64, il Pacciani aveva una disponibilità di 350mila lire, come risulta dalla pratica di liberazione.
P.M.: Che avete acquisito.
F.V.: Che abbiamo anche acquisito. E poi abbiamo cercato di risalire ai vari datori di lavoro, nel tempo. Allora, dal...
P.M.: Fino ad arrivare...
F.V.: Fino ad arrivare all'ultimo periodo.
Presidente: Quando ha detto che aveva, quando è uscito dal carcere, nel '64?
F.V.: Come?
Presidente: Quanto aveva all'uscita...
F.V.: 350mila lire.
P.M.: Presidente, io chiedo poi - lo chiedo fin da ora - di fornire i relativi documenti che si...
Presidente: Sì, ma tanto per documentare un po'....
P.M.: Eh, sì. Per comodità della Corte, i documenti ci sono, sono tutti fascicolati. E sono in atti da tempo. Non sono atti nuovi. 

martedì 26 novembre 2013

Fausto Vinci - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 30 settembre 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.
P.M.: Dottor Vinci, tornando invece ai conti di cui abbiamo detto, vogliamo verificare se ci sono particolari elementi interessanti, per quanto riguarda invece i versamenti, negli anni?
F.V.: Sì. Allora, sempre per quanto riguarda il conto 6428, quello intestato solo a Vanni Mario, ci sono dei versamenti di quantità più cospicue rispetto al normale. C'è uno del 17 agosto dell'87 : c'è un versamento di 12 milioni. Poi, andando cronologicamente, c'è anche un altro prelievo (versamento n.d.t.) abbastanza ingente, il 2 marzo ' 89, di 25 milioni. Poi, dal 13 luglio '89 all'11 agosto '89 ci sono prelievi (versamenti n.d.t.) per 8 milioni, che è un pochino... E un altro periodo, che va dall'aprile del '92 all'ottobre '93, ci sono due versamenti di 4 milioni ciascuno. Questi sono quelli un po' più cospicui rispetto alla normalità della movimentazione del conto.
P.M.: Dottore, di questi movimenti lei ha un prospetto che è stato acquisito...
F.V.: Sì, io...
P.M.: ... come documento?
F.V.: ... ho il prospetto riepilogativo che ci ha fornito la Banca del Chianti.
P.M.: La banca.
F.V.: Con tutti...
P.M.: Va bene. Poi vediamo se... chiederemo alla Corte di acquisirlo. Sull'altro conto?
F.V.: Sull'altro conto...
P.M.: Per quanto riguarda soprattutto i versamenti o prelievi.
F.V.: Sì. L'altro conto è sempre sulla Banca del Chianti Fiorentino, Filiale di San Casciano, intestato a Vanni e alla moglie, la Landozzi. Ha un attivo di 70.389.440 lire. Di versamenti un po' più cospicui abbiamo uno il 25 novembre dell '85 c'è un versamento di...
P.M.: 25 novembre...?
F.V.: 1985.
P.M.: Grazie.
F.V.: Un versamento di 7 milioni 625mila lire. Poi abbiamo un versamento il 27 febbraio del '91 di 5 milioni. E uno del 30 aprile del '96, sempre di 5 milioni. Questo, sempre cifre più alte del solito, perché c'erano generalmente versamenti di 1 milione, 2 milioni, che erano generalmente all'inizio del mese.
P.M.: Cioè sembravano le pensioni o...
F.V.: Sì.
P.M.: Invece questi sono...
F.V.: Quelli erano con una cadenza fissa, mensile; mentre questi sono un pochino diversi, perché sono di somme superiori.
P.M.: E in momenti diversi dalla cadenza.
F.V.: Sì, in momenti diversi rispetto...
P.M.: Anche di questo lei ha un prospetto fornito dalla Banca.
F.V.: Dalla Banca del Chianti, sì.
P.M.: Perfetto.
F.V.: Di entrambi i conti abbiamo la documentazione acquisita.
P.M.: Bene. Vorrei sapere ancora una cosa: ci ha parlato anche di altri conti che sono risultati estinti.
F.V.: Sì. Allora, il Vanni era titolare di un conto alla Cassa di Risparmio di Firenze...
Presidente: Aspetti, un secondo solo. Lui era titolare di una pensione.
F.V.: Sì.
Presidente: Questa pensione la versava in banca, oppure la riscuoteva?
P.M.: Non c'è versamento automatico, Presidente.
Presidente: Non c'è versamento...
P.M.: No.
F.V.: Non c'è l'accredito...
Presidente: Va bene!
P.M.: Non c'è il...
Presidente: Avete fatto accertamenti su questo punto?
P.M.: Sì, non c'è direttamente dall'Ente.
Presidente: Bene.
P.M.: Almeno per quello che risulta a noi. Il signor Vanni ci spiegherà. Dall'esame del conto, questo risulta.
Presidente: Bene.
F.V.: Dicevo, allora, era titolare di un conto presso la Cassa di Risparmio di Firenze, Filiale di San Casciano, che ha estinto nel gennaio del '90. Anche in questo caso abbiamo analizzato un po' i versamenti un po' più cospicui e abbiamo: il 14 marzo dell'89 c'è un versamento di 7 milioni Poi il 5 giugno dell'89 c'è un assegno di 3 milioni; mentre dal 20 aprile dell'89 al 22 maggio sempre dell'89 ci sono l'emissione di numero 10 assegni per un totale di 5.559.000 lire. Che questi sono la movimentazione un po' più, diciamo...
P.M.: Che a occhio sembra diversa dal normale.
F.V.: Ecco. Un altro conto corrente, sempre intestato al Vanni, era alla Banca Toscana, sempre Filiale di San Casciano, che ha estinto nell'86. In questo conto c'è l'emissione, nel novembre dell'84, il Vanni emette un assegno o contanti - perché non si capisce bene dalla movimentazione, perché...
P.M.: Versa o emette?
F.V.: Versa, 10 milioni: un assegno o un contante di 10 milioni, non si capisce.
P.M.: Viene versato sul conto.
F.V.: Sì, sì.
P.M.: Non emette, quindi.
F.V.: No, no. Un versamento in conto.
P.M.: È un accredito.
F.V.: Sì.
P.M.: Bene.
F.V.: Di 10 milioni. Questo è... Poi, successivamente, acquista titoli sulla stessa...
P.M.: Ho capito. Senta, avete fatto, o le banche hanno comunicato se il signor Vanni aveva anche una gestione titoli, BOT o cose di questo genere...
F.V.: Sì.
P.M.: ... al di fuori di questi conti?
F.V.: No, no. Cioè aveva... generalmente aveva acquisto dei BOT in base ai conti, cioè sul conto...
P.M.: Sugli stessi conti.
F.V.: Sugli stessi conti c'erano delle spese di acquisto BOT, però, sempre su questi conti.
P.M.: E sono operazioni diverse da quelle che lei ci ha elencato.
F.V.: Sì, sì.
P.M.: Di queste operazioni lei ha acquisito comunque documentazione dalle banche?
F.V.: Sì, sì, dovremmo avere tutto.
P.M.: Bene. Senta ancora una cosa, quindi, se io non ho capito male, l'elemento che a voi ha un po' colpito, e che non siete riusciti a spiegare, è questa movimentazione in uscita così cospicua, nel periodo aprile-ottobre del '95.
F.V.: Sì, perché se si analizzano tutti i conti, dall'inizio, dalla data di accensione fino alla data dell'accertamento, non c'è stato mai dei prelievi così ristretti nel tempo e con cifre così alte, rispetto alla movimentazione di tutto il conto. Quindi, balza subito all'occhio la differenza di quel periodo lì, cioè dall'11 aprile del '95 all'ottobre del '95 per più di 27 milioni. È una cifra effettivamente pìù alta, rispetto alla normale movimentazione.
P.M.: Cioè, guardando io quel prospetto che lei ha in atti, su quel conto - il 6426 - in quel periodo, cioè nel '95, si va da un saldo che lui aveva sul proprio conto di 41 milioni, scende a 22.
F.V.: Esatto. E poi non capita mai che lui prelevi in due giorni 9 milioni. Questo, se si vede tutti i prospetti della movimentazione, non c'è mai delle cifre così alte in così poco tempo, che escono dal...
P.M.: Al signor Vanni sono state fatte le domande, ha risposto in un certo modo. Vedremo poi quando sarà il momento dell'esame.
Presidente: Questo conto qual è, quello dei 27 milioni?
F.V.: Quello dei 27 è il 6428.
Presidente: 28.
F.V.: Della Banca del Chianti, intestato a Vanni Mario, che aveva un saldo attivo di 22.370.000, quando...
P.M.: Presidente, io a questo punto non ho altre domande e chiedo che, trattandosi di documenti fra l'altro sottoposti, esibiti dalla banca con una specifica richiesta - addirittura con un decreto di sequestro - chiedo che i documenti bancari siano acquisiti dalla Corte, trattandosi di elementi, e comunque documenti, che provengono da un sequestro. Poi mi sembra che, fra l'altro, non siano altro che il prospetto di quanto ci ha enunciato il teste.
Presidente: Questa acquisizione, avete opposizioni da fare?
Avvocato Filastò: Nessuna opposizione da parte delle difesa. Salvo che, trattandosi di documenti nuovi...
P.M.: No, no, non sono nuovi, sono in atti. Sono esattamente carte, le dico anche i numeri, 1519 e 1584 degli atti del P.M. Non sono assolutamente nuovi, sono depositati fin dal momento della richiesta...
Avvocato Filastò: Ho capito. Bene, non li avevamo visti, perché c'e da annegarci nelle carte del P.M. Comunque, chiediamo la possibilità di esaminarli insieme all'imputato Vanni, il quale si riserva una dichiarazione spontanea sul punto, precisando, per quanto possibile rispetto alle sue possibilità mnemoniche...
Presidente: Si capisce.
Avvocato Filastò: ... i movimenti...
Presidente: È nel suo interesse dare spiegazioni. Lui darà le sue spiegazioni. Benissimo, allora...
Avvocato Filastò: Oltre quelle dichiarazioni già fatte al Pubblico Ministero...
Presidente: Si possono acquisire, acquisiamo intanto, poi si vedrà. Va bene? Allora, le parti civili, domande?
Avvocato Pellegrini: Sissignore, avvocato Pellegrini. Dottor Vinci, lei ha ricavato dagli estratti che ha e dalle segnalazioni delle rispettive banche, l'ammontare complessivo delle somme che sui rispettivi conti, nel periodo in cui sono stati accesi, risultano affluite? Indipendentemente, poi, dai prelevamenti che sono una storia a sé. Dico il totale dei versamenti e quindi delle somme che, in un modo o nell'altro, sono affluite sui conti del Chianti Fiorentino, della Banca Toscana, Cassa di Risparmio, eccetera.
F.V.: Sì. Cioè, non è che la banca ci ha fornito, basta analizzare il prospetto.
Avvocato Pellegrini: I dati.
F.V.: Eh.
Avvocato Pellegrini: No, no, dicevo se lei aveva tirato fuori le cifre, ecco.
Presidente: Ma tutto: le entrate e le uscite.
F.V.: Sì, sì, infatti. Abbiamo tirato fuori delle cifre. Infatti, dalla somma di questo periodo, cioè dall'11 aprile '95 al 16 ottobre del '95, se ne ricava dei prelievi per 27 milioni 499...
Avvocato Pellegrini: No, no.
Presidente: Lui parla dei versamenti.
F.V.: Ah, di versamenti.
Avvocato Pellegrini: Io vorrei sapere il totale dei versamenti, cioè delle somme che sono affluite sul conto nel periodo complessivo.
F.V.: Sì, no, non abbiamo fatto un tipo di...
Avvocato Pellegrini: Non l'avete fatto.
Presidente: Però, ovviamente, si può fare.
Avvocato Pellegrini: Certo.
F.V.: Sì, si può fare tranquillamente.
Presidente: Va bene. L'esame dei documenti si farà.
Avvocato Pellegrini: Perfetto. Le risulta che, sempre a nome del signor Vanni, presso la Cassa di Risparmio di Firenze, Agenzia di San Casciano, Filiale di San Casciano, vi sia un certificato di deposito annuale, numero tal dei tali, del 7 febbraio '96 e di che importo?
F.V.: Sì. C'è, questo sì. L'importo non lo ricordo precisamente, comunque... C'è.
Avvocato Pellegrini: Se le dico 15 milioni, le torna?
F.V.: Sì, sì. Dovrebbe essere quello.
Avvocato Pellegrini: Benissimo.
P.M.: C'è una nota...
F.V.: Ci dovrebbe essere una nota, sì, acquisita agli atti, della Cassa di Risparmio di Firenze, in cui fa riferimento a questo...
Avvocato Pellegrini: A questo deposito.
F.V.: ... deposito, diciamo.
Avvocato Pellegrini: E, sempre presso la Cassa di Risparmio di Firenze, è esistito nel tempo - anche se chiuso ormai da diversi anni - un altro conto corrente. Le risulta?
F.V.: Intestato al Vanni?
Avvocato Pellegrini: A Vanni Mario.
F.V.: Sì, sì. Alla Cassa di Risparmio c'è un conto corrente che lui ha estinto nel gennaio del '90 e che, dicevo prima, insomma, la prima operazione che risulta dal riassunto della movimentazione è del 14 marzo '89, in cui lui fa un versamento di 7 milioni 598mila lire. Poi, a fine marzo, acquista dei titoli per un importo di circa 4 milioni e mezzo.
Avvocato Pellegrini: Le risulta che i coniugi Vanni - per quanto ci riguarda, quindi, Vanni Mario - abbiano anche dei depositi presso l'Ufficio Postale?
F.V.: Sì, dovrebbe avere... sì, risulta qualche buono postale, però l'entità non la ricordo, sinceramente.
Avvocato Pellegrini: Bene, mi pare che lei abbia già detto tutto. Poi soprattutto la documentazione acquisita...
Presidente: ... la documentazione.
Avvocato Pellegrini: ... sarà ancora più lampante.

lunedì 25 novembre 2013

Fausto Vinci - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 30 settembre 1997 - Prima parte


Avvocato Filastò: Presidente, se mi consente, preliminarmente.
Presidente: Sì.
Avvocato Filastò: Farò una comunicazione alla Corte, sono l'avvocato Filastò. Ho ricevuto due comunicazioni da Vanni nei giorni scorsi, l'ultima è proprio di ieri, con la quale l'imputato Vanni insiste perché io riassuma la sua difesa, cosa che, ovviamente, a questo punto, intendo fare, revocando la precedente rinuncia. Deposito queste due... sono un telegramma e una lettera di comunicazione...
Presidente: Va bene. Vanni lei aveva già due difensori, che intende fare?
Mario Vanni: Posso parlare?
Presidente: Sì.
Mario Vanni: Buongiorno, signor Presidente.
Presidente: No, no: su questo punto qui. Poi mi dirà altre cose. Lei aveva già due difensori: l'avvocato Pepi...
Mario Vanni: Ma devo parlare o no?
Presidente: Come?
Mario Vanni: Devo parlare o no?
Presidente: No, calma, eh, calma!
Mario Vanni: Sì. Ho calma, sì, sì.
Presidente: Calma.
Mario Vanni: Ho calma.
Presidente: Lei ordini a me non me ne dà.
Mario Vanni: Sì. 
(voce fuori microfono)
Presidente: Stia buono.
Mario Vanni: Io non ho bisogno di tromboni.
Presidente: Allora...
Mario Vanni: Allora, la senta...
Presidente: No, senta un po': lei aveva due difensori, l'avvocato Pepi e l'avvocato Vianello Valerio di Roma
Mario Vanni: Sì. Va bene.
Presidente: Li conserva questi due o no?
Mario Vanni: Come?
Presidente: Aveva già nominato l'avvocato Pepi, qui presente, e l'avvocato Valerio Vianello di Roma.
Mario Vanni: Di Roma.
Presidente: Conserva questi due difensori o no? O li toglie?
Avvocato Pepi: (voce fuori microfono) Ne devi avere due soli, Vanni.
Mario Vanni: Sì.
Avvocato Pepi: (voce fuori microfono) Devi sceglierne due e basta.
Mario Vanni: (voce fuori microfono) Lei e Filastò.
Presidente: Allora, revoca l'avvocato Vianello di Roma?
Mario Vanni: Sì. Quello di Roma si lascia.
Presidente: Si lascia o si toglie?
Mario Vanni: Si lascia, perché c'è il Pepi e l'avvocato Filastò.
Presidente: Cosa vuol dire? Non intende più difenderlo?
Mario Vanni: Io capisco poco, sono un po' sordo.
Presidente: Appunto per questo. Vianello lo vuol togliere? Non deve venire più, Vianello.
Mario Vanni: Come?
Presidente: L'avvocato Vianello di Roma non lo vuole più come difensore? 
(voce fuori microfono) 
Presidente: Bene.
Mario Vanni: Posso parlare?
Presidente: Mi dica, cosa ha da dire?
Mario Vanni: O senta una cosa...
Presidente: Al microfono. 
Mario Vanni: Il Lotti l'è un bugiardo, è un falso e la su mamma l'è stata in manicomio parecchi anni.
Presidente: Quello me l'ha detto già altre volte.
Mario Vanni: Quindi non dice la verità. Il Pucci l'è uguale, è stato in manicomio e non dice la verità. Tant'è vero, quello che legge il signor Canessa sono tutte bugie! Tutta farsità! Non è più Italia, questa; è Cina.
Presidente: Va bene.
Mario Vanni: Io voglio andare a casa, perché son malato, ho quattro mali: du urciole, l'ernia e son cieco da un occhio. Voglio, andare al mio paese, la mi moglie m'aspetta è a Montefiridolfi. Sono innocente. Ho finito e presto ritorneremo!
Presidente: Bene. Allora, prenda atto della revoca dell'avvocato Vianello di Roma. Rimane Pepi e l'avvocato Filastò. 
(voce fuori microfono)
Presidente: Ora, Vanni, stiamo calmi. Io tutto capisco, per carità, però, insomma... D'altra parte il processo non me lo invento io, il processo va fatto per certe regole e certi tempi. E che devo fare? Lei avrà anche ragione, però io lo posso dire alla fine se ha ragione o no.
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Presidente: Purtroppo. Lei sa bene qual è la legge su questo punto, quindi..
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Presidente: Bene.
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Presidente: Basta, ora. Ora basta. Ora basta, sennò viene allontanato. Poi c'è l'avvocato... Per Faggi chi c'è? Bagattini e Fenies. Bene. Poi c'è Lotti Giancarlo: c'è l'avvocato Bertini... Lotti c'è, c'è anche Lotti. Corsi Alberto? C'è Corsi? 
Avvocato Zanobini: No, Presidente.
Presidente: Io non lo conosco, quindi non lo so. C'è l'avvocato Zanobini. Bene. Poi, parti civili abbiamo: Saldarelli... C'è l'avvocato Rosso. Puliti?
Avvocato Capanni: Lo sostituisco io, Presidente.
Presidente: Bene. Poi c'è Curandai, presente; Ciappi... Chi c'è per Ciappi? Per Cardini Iolanda. Sostituisce lei, avvocato? 
Avvocato Rosso: Sostituisco io, Presidente.
Presidente: Ah, l'avvocato Rosso. Benissimo. L'avvocato Colao? C'è, è presente. Pellegrini è presente. Santoni Franchetti? Non c'è. Lo sostituisce lei, avvocato Rosso? 
Avvocato Rosso: Sì, Presidente.
Presidente: Bene. E ci siamo tutti. Pubblico Ministero, può riprendere lei. 
P.M.: Sì, Presidente. Vorrei continuare con l'esame dei testi, di cui alla lista del Pubblico Ministero. Vorrei sentire il dottor Fausto Vinci, che è dirigente della Sezione Omicidi della Squadra Mobile della Questura di Firenze.
Presidente: Bene. 
P.M.: Che è stato già sentito su altri fatti. Vorrei sentirlo, ora, su alcuni...
Presidente: Può entrare, può entrare. Ah, premetto una cosa: il ritardo di stamattina è dovuto all'assenza di un Giudice Popolare che ha avuto difficoltà a raggiungere Firenze; ha telefonato, ritelefonato. Tutto qui. Non è che siamo stati lì a perder tempo, ecco. Come si chiama, lei: Vinci Fausto?
F.V.: Vinci Fausto.
Presidente: Bene. Della Squadra Mobile di Firenze, vero?
F.V.: Sì, della Squadra Mobile di Firenze.
Presidente: C'è il fogliettino, lì, per leggere la formula. 
P.M.: Mi sembra abbia già...
Presidente: Ha già deposto altre volte. 
P.M.: Sì.
F.V.: Sì.
Presidente: Vediamo un po' quando, che udienza. 
P.M.: Il 3 luglio, Presidente.
Presidente: Allora, sotto il vincolo dell'impegno già assunto... Ah, sì, sì. 3 luglio, ha deposto sulla macchina rossa...
F.V.: Sì, sì.
Presidente:  ... eccetera, eccetera; targata Gorizia e compagnia. Va bene. Allora, domande, Pubblico Ministero. 
P.M.: Sì, Presidente. Vorrei chiedere al dottor Vinci se, nell'ambito delle indagini che hanno eseguito in questo procedimento, sono stati fatti accertamenti bancari, innanzitutto, sugli imputati; in particolar modo sul Vanni. A me interessa sapere, dal dottor Vinci, gli esiti degli accertamenti fatti per quanto riguarda conti correnti o conti deposito del Vanni; e se esistono dei conti, se avete acquisito i relativi estratti conto; quali sono questi conti e poi vediamo i movimenti. Innanzitutto che conti aveva?
F.V.: Sì, abbiamo fatto degli accertamenti... Posso?
Presidente: Sì, sì.
F.V.: Abbiamo fatto degli accertamenti bancari sul Vanni Mario. È risultato titolare di due libretti di deposito a risparmio della Banca del Chianti Fiorentino, della Filiale di San Casciano; di cui uno intestato al Vanni Mario e alla Landozzi Luisa... 
P.M.: Landozzi Luisa?
F.V.: È la moglie. 
P.M.: Bene, grazie.
F.V.: Che è il numero 5787, che è stato acceso il 19 dicembre dell'84 ed ha un saldo attivo di 70.389.000 lire. 
P.M.: Al momento dell'accertamento.
F.V.: Al momento dell'accertamento, che è ottobre '96. Mentre l'altro conto è sempre un libretto di deposito a risparmio, sempre sulla Banca del Chianti Fiorentino, e questo è intestato solo a Vanni Mario. È stato acceso il 17 giugno dell'86 ed ha un saldo attivo di 22.370.879 lire. Questi sono i due conti. Poi aveva altri conti, diciamo altri conti su altre due banche, però erano spenti precedentemente. 
P.M.: Estinti.
F.V.: Sì. 
P.M.: Ci arriviamo dopo. Vogliamo vedere un attimo questi due conti di cui ha parlato? A me interessa in particolar modo gli esiti degli accertamenti sul conto deposito, quello intestato al solo Vanni.
F.V.: Sì. 
P.M.: Se ci può dire il saldo di nuovo.
F.V.: Sì. 
P.M.: E se ci può parlare dei movimenti che, dalla documentazione acquisita in banca, avete rilevato su questo secondo conto.
F.V.: Sì. 
P.M.: Soprattutto, mi sembra di vedere dalla sua annotazione che sono movimenti abbastanza consistenti in uscita.
F.V.: Esatto. 
P.M.: Vogliamo vedere?
F.V.: Il conto è il 6428, intestato a Vanni Mario, che come ho detto prima ha un saldo attivo di 22.370.879. Dall'analisi del prospetto della movimentazione abbiamo visto che ci sono, per quanto riguarda i prelievi, dall'11 aprile del '95, al 16, ottobre del '95 risultano dieci prelievi per un totale di 27.499.300 lire. Io, qui, ho il prospetto della movimentazione in cui si evince questi dieci prelievi, che sono in un lasso di tempo molto breve. Per esempio: ce n'è uno dell'11 aprile '95, un prelievo di 4 milioni; ce n'è un altro dell'll maggio '95, altri 4 milioni il giorno dopo, il 12/05/95, altri 5 milioni...
P.M.: Mi scusi, quindi in 24 ore sono stati prelevati 9 milioni.
F.V.: Esatto. Dall'11 al 12 maggio del '95 sono stati prelevati 9 milioni. Poi ce ne sono anche altri. Per esempio ce ne sono due... ce ne sono uno del 30 giugno, sempre di 5 milioni. I primi di luglio, il 4 luglio, altri 2 milioni e mezzo. Il 13 luglio, nello stesso giorno, fa due prelievi: uno da 1 milione e mezzo e uno da 1 milione. Poi anche, per esempio, il 22 agosto preleva altri 2 milioni, fino all'ultimo che è del 16 ottobre: altri 2 milioni. In questo lasso di tempo preleva in tutto all'incirca 27 milioni e mezzo. 
P.M.: Quindi, in sei mesi preleva 27 milioni.
F.V.: Sì. 
P.M.: Siamo nel '95. Senta, lei ha avuto modo di verificare, tramite questo prospetto, se questi prelievi erano in contanti o per assegno?
F.V.: Sì, sì. erano prelievi in contanti. 
P.M.: In contanti.
F.V.: Sì. 
P.M.: Senta, ha verificato se nei periodi precedenti, cioè negli anni precedenti o nei mesi precedenti, il Vanni aveva lo stesso tenore di vita, cioè prelevava 10 milioni al giorno ogni due giorni?
F.V.: No, diciamo che dall'analisi della movimentazione c'è sempre dei prelievi con cadenze quasi mensili, di 1 o 2 milioni; mentre in questo caso risulta all'occhio, proprio questi sei mesi proprio perché c'è dei prelievi molto superiori rispetto alla normalità. 
P.M.: 27 milioni. In contanti. Voi avete avuto la possibilità di verificare, o di accertare, se aveva qualche spesa? Ci sono delle giustificazioni per queste uscite o è rimasto un punto...
(voce fuori microfono)
F.V.: Non si evince nessun tipo di spesa; non abbiamo potuto accertare nessun tipo di spesa. 
P.M.: Ho capito.
Presidente: Vanni, si sente la voce. Per cortesia, più basso. Vanni, parli un po' più basso col difensore.
(voce fuori microfono)
Presidente: Si sente, rimbomba, allora si somma la voce del Pubblico Ministero. Grazie.

venerdì 22 novembre 2013

Avvocato Pepi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 18 luglio 1997

Presidente: Prego avvocato Pepi.
Avvocato Pepi: Sì, Presidente io, come ho già preannunciato anche al Pubblico Ministero, visto appunto la situazione dell'udienza che è terminata, brevemente illustrerei un'istanza negli interessi del signor Vanni Mario. È un'istanza di revoca della misura cautelare in carcere, in tesi e in ipotesi la modifica della stessa negli arresti domiciliari. Brevemente, molto brevemente, vorrei far presente alla Corte che dopo due mesi circa di dibattimento è emerso quello che questo difensore riteneva dovesse emergere nella vicenda. Mario Vanni è di fronte alla vostra giustizia esclusivamente per la chiamata in correità che è stata proposta nei suoi confronti dal Lotti. Questa chiamata in correità è stata, ad avviso di questa difesa, messa in seria difficoltà, è stata ridimensionata, è stata per certi versi addirittura smentita nei fatti più importanti da una serie di testi che la Corte ha sentito in questi giorni. A titolo di esempio, di esemplificazione, per dimostrare che il quadro indiziante nei confronti del signor Vanni è, ad avviso ripeto di questo difensore, mutato in meglio vi è una serie di testimonianze che mettono in risalto quello che abbiamo sempre detto, quello che abbiamo sempre prospettato alla Corte, quello che abbiamo prospettato ai Tribunali della Libertà, alla Suprema Corte di Cassazione, delle nostre istanze precedenti, che Lotti è solo e soltanto un bugiardo, un calunniatore, una persona che dice cose assolutamente non vere. E che poi, addirittura è emerso dal dibattimento il motivo per il quale Lotti ha fatto, ad avviso di questo difensore, questa chiamata in correità. Io mi sono sempre posto il problema fin dal primo momento come mai un Lotti che fino a pochi giorni prima dell'arresto frequenta Vanni, un Lotti che si dichiara amico di Vanni, abbia fatto una chiamata in correità in questo senso, in questa maniera, se non fossero stati veri i fatti che lui diceva, non mi ponevo il problema perché sia stata...Mi ponevo, l'ho chiesto mille volte a Mario Vanni: 'Vanni, dimmi che cosa ci può essere stato fra te e Lotti che lo possa avere indotto a fare questa.... 
Mario Vanni: Nulla, nulla.
Avvocato Pepi: La risposta l'abbiamo avuta all'altra udienza. Quando la Bartalesi Alessandra ha evidenziato il motivo di astio che Lotti ha nei confronti del Vanni; quando la teste dichiara espressamente: 'Lotti mi disse 'gliela farò pagare', tant'è che pochi giorni lo zio venne arrestato'. E gliel'ha fatta pagare. Perché si è rifiutato di dargli un prestito. A domanda di questo difensore, la Bartalesi che cosa ha risposto? Loro lo vedranno nelle trascrizioni. Ha risposto: "Nel senso che se Lotti avesse avuto lì il Vanni lo avrebbe ammazzato". Ecco il movente, ecco che la chiamata in correità non è più disinteressata. Ma vi è di più: altri testi che abbiamo sentito hanno escluso in maniera categorica fatti su cui Lotti ha insistito, fatti che venivano addebitati al Vanni e che sono emersi del tutto diversi. Faccio degli esempi: Il teste Santoni ha escluso nella maniera più assoluta che Vanni abbia fatto dei pedinamenti nell'imminenza dell'omicidio di Vicchio; la teste Bazzi ha escluso quella agghiacciante circostanza che Lotti dice che della spedizione ad essa di una lettera con frammento umano. Lo ha escluso nella maniera più assoluta. Non solo, la stessa teste Bazzi ha dichiarato che fu un caso eccezionale che Pia Rontini quella sera non fosse a lavorare, perché lavorava sempre di notte. E allora non c'era la possibilità di premeditare 1'omicidio. Perché nessuno lo poteva sapere di questo cambio di orari. Il Vanni Paolo e la Frigo hanno dato - e su questo avremo molto luogo di parlare - hanno dato una agghiacciante impressione: di come siano state da parte della Polizia Giudiziaria condotte le indagini a senso unico, tanto per trovare uno: abbiamo trovato Vanni, teniamo in carcere lui. E sono emersi fatti che ci siamo riservati all'udienza che potrebbero avere carattere di responsabilità penale o quella Frigo che ha dichiarato certe cose, o che gli agenti di Polizia che hanno scritto altre cose che la teste non avrebbe detto. Vi è stato poi una serie di testi del bar, del datore di lavoro del bar, della Bazzi ancora, che hanno escluso altri fatti importanti relativamente alle preoccupazioni della povera Pia Rontini. Vi è quindi, signori della Corte, valutate bene: la chiamata in correità sta scricchiolando da tutte le parti. Si è scoperto il motivo, il movente, del motivo di astio, di odio che Lotti ha nei confronti di questo pover'uomo, di quest'uomo che non gli ha fatto altro che del bene. E lui lo ripaga in questo modo, infamandolo con omicidi che non ha mai fatto e non ha mai partecipato. L'ultimo teste, il Butini, che doveva confermare quell'agghiacciante rivelazione di Lotti, secondo cui, essendo stato scorto da Pacciani e da Vanni in atteggiamenti intimi con il Butini avrebbe avuto il ricatto sessuale: 'o vieni con noi a fare gli omicidi, o lo diciamo a tutta San Casciano che sei omosessuale'. Lo sapevano tutti che era omosessuale. E vengono al dibattimento. E queste sarebbero le prove, indizi di prove per tenere un anno e mezzo in carcere un uomo? La persona che sta di fronte a voi è incensurata, che ha sempre lavorato. Non si deve fare il processo alle particolarità sessuale, o a cose a cui predilige Vanni. Non c'entra nulla in questo processo. C'entra, viceversa, che si sta ogni giorno provando che Lotti è un mentitore, ecco quello che conta. E allora, da queste brevi considerazioni emerge che il quadro indiziario è migliorato nei confronti del Vanni, e non vi è più motivo di tenerlo in carcere. Guardino, rivalutino gli altri testi, tutti quelli che sono venuti che hanno visto le macchine, nessuno parla di due persone sulla macchina. Tutti parlano di due macchine con, una persona a bordo. Ecco dove ha mentito Lotti. Dov'era Vanni, nel bagagliaio? Non c'era Vanni seduto al guidatore, tutti lo hanno detto, tutti i testi, quelli che hanno visto le macchine. E allora in una situazione di questo genere di assoluta quantomeno incertezza sugli indizi di prove, sul fatto che abbiamo dimostrato il movente della chiamata in correità, è veramente conforme a giustizia continuare a tenere un uomo di settant'anni in carcere? Io vi chiedo pertanto che vogliate, per queste motivazioni, revocare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, rimettendo in libertà Mario Vanni. In sub ordine quantomeno giustizia vuole che quest'uomo, l'unico della vicenda che è ancora in carcere, sia quantomeno mandato agli arresti domiciliari. E non mi si dica, signor Presidente e signori della Corte, come mi si è detto in precedente risposta a mia precedente istanza, che non vi sarebbe la possibilità di controllarlo. Questo urta veramente con la logica. Signor Presidente e signori della Corte, tutti sappiamo conm'è il paese di San Casciano. Se veramente le Forze dell'Ordine non sono in grado di controllare una persona che è agli arresti domiciliari a San Casciano, io mi chiedo che cosa ci stiano a fare, allora. Non è New York, non è Roma, non è Milano, non è Firenze. La caserma dei Carabinieri è a pochi metri da casa Borgo Sarchiani, dove sta Vanni. Non mi si dica che non lo si può controllare. E poi dove vuole che vada quest'uomo a cui sono stati tolti anche i risparmi? Non ha più una lira. Dove deve andare a fuggire, dove? Alle Maldive? Dove deve andare, se non a casa di sua moglie? Ma la coscienza, nei confronti di un uomo, che sino a prova contraria ancora non è colpevole. Anzi, sta emergendo solo la sua innocenza, lo vogliamo continuare a vessare? Teniamolo ancora in carcere, facciamolo morire in carcere, almeno il mostro si sa, c'è, non può difendersi più e... facciamo questo! Ecco, signori della Corte, signor Presidente, io insisto per tutti questi motivi perché vogliate revocare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, o in ipotesi, quantomeno concedere gli arresti domiciliari a Mario Vanni.
Presidente: Il Pubblico Ministero su questa richiesta?
P.M.: Sì, Presidente. Cerco di essere molto più tranquillo, come lo sono, rispetto al difensore del Vanni, nell'illustrare brevemente quali sono le ragioni nettamente opposte che mi portano a chiedere loro di respingere la richiesta. Vorrei che la Corte valutasse un attimo gli elementi che sono...
Presidente: Bene, prego.
P.M.: Presidente, volevo mettere in evidenza gli elementi che sono emersi e che debbono ancora emergere per la verità in questo dibattimento. Però si possono ben evidenziare oggi in atti che già voi avete per contraddire completamente, totalmente la impostazione data dal difensore. Signori, fin dal primo momento, il P.M. ha cercato di spiegarvi e di evidenziare come la situazione della confessione innanzitutto di Lotti, non ha niente a che vedere con un atto spontaneo. Quindi, la chiamata di correo che Lotti fa, non è un atto spontaneo, non c'è movente, non c'è motivo di rivalsa nei confronti di Vanni. Cerco di spiegarmi meglio perché è tutto qua il processo e l'impostazione difensiva è errata, perché loro sanno, basta leggere le dichiarazioni di Lotti, che il signor Lotti confessa innanzitutto la propria responsabilità solo, ed esclusivamente nel momento in cui viene dimostrato a lui che quella sera dell'85 era sul luogo dell'omicidio. La chiamata di correo che Lotti fa nei confronti di Vanni, non ha niente a che vedere con qualcosa di vendetta, perché loro, leggendo gli atti dell'incidente probatorio e tenendo presente quello che è il racconto fatto dal Pubblico Ministero e dal dirigente della Squadra Mobile, loro hanno ben presente già oggi che la chiamata di correo di Vanni viene fatta dal signor Pucci Fernando, in epoca ben antecedente a quando il Lotti è costretto a confermare - costretto a confermare - che c'era anche Vanni. Non c'è alcun motivo, in Lotti, di astio nei confronti di Vanni. Finché può, il signor Lotti, primo, difende se stesso cercando di dire: 'io non c'ero'; secondo, esclude fin che può, di sapere chi erano le due persone che erano nell'85. Siccome Pucci molto realisticamente, come terzo - e secondo me è il vero terzo in questo processo - siccome viene evidenziata la sua presenza nel luogo dell'omicidio dell'85, dice con chi era lì. Dice: 'ero con Lotti'. Poi dice: 'c'erano due persone'. E' Pucci che per primo, storicamente in questo processo, dice: 'guardate, c'eravamo io e Lotti. Lotti la sapeva così: 'c'erano Vanni e Pacciani'. Allora vedrete che la realtà è completamente diversa da come ve la sta cercando di dipingere il difensore. Non c'è nessun motivo in Lotti di accusare Vanni per motivi di rivalsa, motivi... Non aveva denaro, non gli aveva dato il denaro che gli aveva chiesto. Signori, ma queste sono interpretazioni del difensore sulla base di alcune emergenze che ci sono e che hanno tutta un'altra spiegazione e lo vedremo nel dibattimento. Ma il punto fondamentale che loro devono tenere presente in questo processo, sia per il futuro, dato che c'è un anticipo delle impostazioni difensive, delle impostazione del P.M. e nel futuro, è quella di tenere presente che Lotti non fa nessuna chiamata di correo per vendicarsi nei confronti di qualcuno. La fa, signori, guardate gli atti e l'incidente probatorio, tenete presente quello che vi è stato riferito in merito a ciò che dice Pucci - la fa perche e il Pucci che dice: 'quella sera, si, io c'ero. C'erano Lotti', e descrive chi c'era: Vanni e Pacciani. A quel punto, il signor Lotti, dopo una serie numerosa di contestazioni che riguardano la sua personale responsabilità, ammette, confessa e dice: 'sì, è vero ciò che dice Pucci, c'erano anche gli altri'. Vedete, signori, che è completamente diverso il quadro che è emerso ad oggi nel processo e che emergerà con la deposizione ancora da fare del Pucci per la quale del resto ci sono non solo verbali in atti, ma ci sono elementi tali nell'incidente probatorio per avere oggi la giusta convinzione che le cose stanno in questo modo. Allora vedete come nessuna vendetta da parte di Lotti, il quale, come dice la Bartalesi, fino a poco tempo prima era in perfetta armonia, o comunque era in una situazione di continua conoscenza di amicizia e di frequentazione con il Vanni. Perché? Perché il Lotti è costretto a fare la chiamata di correo, primo, perché è stato costretto dai fatti a confessare; secondo, perché è evidente che le cose stanno in quel modo. E quando Pucci gli fa, racconta le cose come sono andate, è chiaro che nel confronto dà tutti i particolari che deve dare. Allora non c'è chiarissimo in questo processo alcuna volontà di Lotti di accusare qualcuno ingiustamente, tantomeno di calunniare qualcuno. È un Lotti che è costretto a confessare la propria partecipazione dopo che gli è stato contestato molto chiaramente ciò che voi sapete: telefonata Ghiribelli, Galli, eccetera. Quindi, l'impostazione che vi viene oggi offerta dal difensore per ribaltare le cose all'interno di questo processo, è una impostazione non solo assolutamente errata, ma totalmente in contrasto con quello che è emerso fino ad oggi. Quindi non c'è nessun movente in Lotti di accusare Vanni di vendetta. Il Lotti, se poteva, avrebbe fatto di tutto: primo, per negare la propria responsabilità; secondo, per chiamare come correo il Pacciani e il Vanni. Questa è la realtà che è emersa ad oggi. E signori, qui non è vero che l'accusa si fonda sulle dichiarazioni di Lotti, ma parte da elementi obiettivi, telefonate, dichiarazioni di Ghiribelli, dichiarazioni Galli, ammissioni di Pucci. Circostanziate, le quali sono state fatte nel tempo, ve lo ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile. Solo dopo - e per non ripetermi ulteriormente - solo dopo viene fuori il Vanni, senza nessun motivo di astio. Perché tra Lotti e Vanni c'era, fino al momento in cui le cose precipitano, una perfetta comunanza di interessi. Gli interessi comuni di Vanni erano tacere, stare zitti, non subire assolutamente alcuna pressione da parte di chicchessia. Poi c'era quella figura di Pacciani che tutti sappiamo che li teneva buoni entrambi. Questo è lo stato delle conoscenze e lo stato della ricostruzione che è stata fatta ad oggi. Quindi è una visione non solo completamente distorta, quella del difensore, ma che non si fonda assolutamente su elementi acquisiti ad oggi. In questo contesto è chiaro che le dichiarazioni 2 successive di Lotti che voi avete nell'incidente probatorio, sono dichiarazioni che non sono assolutamente perfette. Io me ne rendo benissimo conto, fin dal primo momento. Ma c'è una spiegazione, signori, il Lotti ammette tutto ciò che gli viene contestato. Non è un pentito, lo dobbiamo ripetere fino all'inverosimile. Lotti è confesso perché è costretto a confessare esclusivamente quei fatti che gli vengono contestati. Tutte le volte in cui nell'incidente probatorio e fino ad oggi il Lotti ci è riuscito, è svicolato, ha cercato di mentire, ha cercato di porre la propria situazione processuale di responsabilità più nell'ombra possibile. Nessuno lo crede, tanto meno il P.M. crede che il Lotti sia così terzo in questa situazione. Lotti ci è dentro fino al collo, perché la situazione probatoria che è stata evidenziata dalla Corte in tutti quei riscontri che voi sapete, è una situazione che vede un Lotti completamente inserito in questa vicenda al 100%. Confessa e ammette ciò che non può negare. È chiaro che Lotti in questa situaizone, ogni volta che non gli sono stati contestati i fatti specifici, o comunque i fatti che gli venivano contestati gli consentivano di svicolare, tutte le volte che ci è riuscito, ha cercato o di mentire, o di omettere qualcosa. Questa è la realtà ad oggi. Sentiremo il Lotti, gli contesteremo tutto ciò che gli dobbiamo contestare di ulteriore, che non corrisponde a quello che è emerso. Ma i punti salienti, quelli importanti, quelli delle macchine, quelli del fatto che sono stati usati due coltelli, quello del fatto che la Pia Rontini gemeva nel momento in cui, prima di essere definitivamente uccisa, sono elementi che hanno riscontri obiettivi e che ci dicono che il Lotti, quanto a presenza, quanto a ricostruzione dei fatti, per quanto riguarda le responsabilità come le ricorda o come le vuole ricordare lui, sono responsabilità piene. Ha importanza oggi dire in una situazione di questo genere, il Santoni ha escluso che Vanni fosse pedinato? Signori, ma qui è leggere anche male volutamente le dichiarazioni del Santoni. Santoni ha detto: 'ho visto Vanni', punto e basta. Quando, come non lo so. Questo doveva dire e questo era quello che ha sempre detto. La Bazzi, ma cosa deve fare? Se un certo signore dice: 'forse si chiamava Manuela'. E fa il racconto di una lettera e poi nell'incidente probatorio prudentemente o no, non lo sappiamo - questa Manuela non parla più - se noi individuiamo una certa Bazzi Manuela, la quale dice: 'io non ero', sono due le possibilità: o mente la Bazzi Manuela, o l'Emanuela è un'altra, o la terza a cui è arrivata la lettera è una persona, allo stato, non individuata. Ci sono elementi tali per pensare che la situazione giusta è quella individuata dal Lotti, vedremo cosa ulteriormente riusciremo a dimostrare. Però tenete anche presente, rispetto a questa lettera di cui Lotti parla che è stata inviata nell'84 con una minaccia, signori, Lotti ne parla di sua spontanea volontà. Che motivo ha un Lotti di parlare di una lettera di cui nessuno sa niente, quando nelle carte processuali, all'epoca, c'era ben altra lettera dell '85? Vedete quindi che Lotti è una persona che fa i suoi racconti in una sua ottica difensiva nella quale cerca, quando può, di attenuare le proprie responsabilità. Ma è un Lotti che non può che raccontare cose vere di cui crede che ci sia riscontro. Tant'è parla lui di questa lettera dell'84 di cui, a quel momento, nessuno sapeva niente. Capite, se era un Lotti che voleva inventare qualcosa, inventava sulla lettera dell'85 della quale gli inquirenti avevano già notizia. Quindi, nel valutare le dichiarazioni di Lotti, il quale, ripeto e ripeterò sempre in questo processo finché mi sarà consentito, è un Lotti che è confesso, perché costretto a confessare, è un Lotti che si guarda bene di essere un pentito. Non si è mai seduto davanti ad un tavolo dicendo: vi racconto la verità. La verità la stiamo ricostruendo in questo processo giorno giorno. E non è la verità che vi è stata dipinta oggi dal difensore, il quale vi viene a dire: c'è un movente di vendetta di Lotti. Ripeto, il Lotti se ne guardava bene fino a quel 12 o 11 febbraio del 1996, quando confessò di esserci stato, si guardava bene da ammettere di essere stato lì e tantomeno di chiamare in causa Vanni. Fino a quel momento, rapporti economici, rapporti di nipoti, rapporti di fidanzate o no, i rapporti fra loro erano di comune accordo. Non c'era nessun motivo per fare la chiamata di correo. Non ne aveva voglia, tant'è che negli atti è dimostrato che non ne aveva voglia fino all'inverosimile della possibilità di indagine. A questo punto direi che la situazione probatoria, per quanto riguarda gli indizi, è notevolmente rafforzata, perché il processo ha dimostrato che gli elementi fondamentali che riguardano la ricostruzione fatta da Lotti riguardo alla sua partecipazione alla ricostruzione di chi vi era e su come sono andati i fatti è perfettamente concordante con ciò che ha detto Lotti. Quello che appare oggi non perfettamente in linea, non è altro che la dimostrazione che Lotti dice quel che sa, quello che vuole dire e non c'è nessuna verità precostituita. Vengo in breve alle altre condizioni, dal momento che gli indizi non solo sono quelli che sono stati ad oggi identificati in tutti gli atti dell'Autorità Giudiziaria con la Corte di Assise di Firenze compresa, che ha già respinto istanze analoghe relative alla posizione in libertà Vanni. Si tratta di indizi che, a mio parere, per i motivi che ho cercato di riassumere oggi, sono totalmente rafforzati. Per quello che riguarda condizioni di salute, per quello che riguarda il pericolo relativo al mettere in libertà, sia pure in arresti domiciliari il Vanni, evidenzio come, in una situazione di questo genere in cui loro stessi hanno visto come i testi hanno difficoltà a raccontare questi fatti, hanno visto come è evidente che dietro questo processo ci sono persone che sanno, persone che hanno, non vogliono dire di più, il mettere in libertà una persona che si è comportata come loro sanno, scrivendo le lettere a tutto il paese, è un motivo di grossa perplessità circa la possibilità che ci sia un ulteriore futuro inquinamento ulteriore delle fonti di prova. Così come il pericolo nasce dal fatto, non solo che c'è una pistola ancora a giro, ma che il signor Vanni - oramai è provato anche nel processo - era il primo che voleva comprare una pistola. Non sappiamo per quali reali motivi, ma questo era il Vanni nel momento in cui è stato descritto alla Corte nei tempi precedenti la sua cattura. Ritengo quindi che sussistono tuttora tutti i motivi che hanno portato l'Autorità Giudiziaria finora dal Tribunale di Libertà alla Corte di Cassazione, alla stessa Corte di Assise, respingere le istanze anche quelle mediate di arresti domiciliari. Ritengo che c'è ancora pericolo di inquinamento, pericolo di reiterazione. E ritengo che ad oggi, l'unica misura idonea a preservare il corso della Giustizia, sia quello del mantenimento del Vanni in carcere. Chiedo quindi che la istanza venga respinta.
Presidente: Su questa istanza la Corte si riserva. Richiede un certo impegno, quindi va esaminata attentamente. Senta, il processo. . . 
Mario Vanni: Presidente, scusi.
Presidente: Mi dica, signor Vanni. 
Mario Vanni: Io sono innocente. Non ho fatto del male a nessuno. Mi faccia la gentilezza, non ne posso più, mi mandi a casa dalla mia moglie.
Presidente: Non dipende da me. Io faccio... 
Mario Vanni: Sono innocente...
Presidente: Va bene. 
Mario Vanni: Io non ne posso più di questa carcere. Sono tutti e due bugiardi, sia il Lotti che il Pucci. Ho, chiuso. Scusi.
Presidente: Prego. No, no, può parlare quando crede, è suo diritto. Per carità! Senta il processo allora viene sospeso e rinviato in prosecuzione... Quanti giorni, il 29 o 30 settembre. So che qualcuno aveva, il 29, difficoltà. 
Avvocato: (voce fuori microfono)
Presidente: Benissimo. Allora andiamo al 30. Il 30 va bene? Martedì 30 settembre ore 09.00.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Ordina la nuova traduzione del Vanni, se è ancora detenuto. Nel caso che il Vanni fosse libero alla data del 30 settembre... Signor Vanni, lo diffido a comparire senz'altro avviso. Ora gli spiego a lui come, cosa vuol dire. Allora, signor Vanni, noi dovremo fare l'ordinanza sulla richiesta dell'avvocato Pepi. Io non so cosa ovviamente la Corte deciderà. Se lei è ancora detenuto, viene mantenuto in carcere, sarà tradotto qui, va bene?, dai Carabinieri; se invece è libero, sarà libero, allora questo vale come diffida a comparire. E lei non riceverà nessun foglio, deve venire da solo. Va bene? Ora vedremo un po'. Va bene? L'udienza è tolta. Buone vacanze a tutti.