Segue dalla prima parte.
P.M.: Si ricorda quando era l'epoca in cui il
Vanni le parlò che Pacciani aveva in macchina un pistolone? Che epoca potesse essere.
W.R.: Mah sarà stato prima del... verso l'ottanta, così...
P.M.: Lei...
W.R.: '79 un affare così.
P.M.: Lei ha così collocato questa dichiarazione che fa nel '91. Lei dice: "Desidero precisare che la collocazione temporale di discorsi fatti dal Vanni Mario circa il possesso di
un pistolone da parte del Pacciani Pietro, è nel '77-78 per la prima volta che mia figlia aveva approssimativamente 14 anni".
W.R.: Sì, eh.
P.M.: Quindi siamo negli anni '77-'78.
W.R.: Sì, sì.
P.M.: Lei dice che, in quella occasione, che le sembrò che aveva - come ha detto oggi - il Vanni, piacere di uscire con Pacciani, però ne era in un certo senso succube. Da cosa ha capito questo?
W.R.: Era timoroso. Era... Insomma, ci andava volentieri, però più che altro forse sarà stato per il fatto che non gli poteva dire di no. Non lo so, insomma. Però...
P.M.: Non gli poteva dire di no, perché? Ci spieghi questo.
W.R.: No, non lo so. Dice: 'io, insomma, ci vo volentieri, però mi fa timore quell'uomo...' Sempre riferendosi anche che lui aveva detto spesso e volentieri, sempre con quel pistolone in macchina.
P.M.: Cioè, lei ha capito quasi che era costretto ad andare?
W.R.: Costretto , costretto, sì.
P.M.: Era costretto ad andare con Pacciani. Che cosa facevano insieme?
W.R.: E che ne so, io non c'ero, sicché...
P.M.: Ma il perché lo costringeva?
W.R.: No, diceva delle volte: 'Via, si va a prendere, si va a bere nel tal posto'. No, no ma vien via, vien via... ecco. E allora lui per non dire di no due volte, tre volte...
P.M.: Ma questa forma di essere succube, in cosa consisteva?
Perchè non ci sarebbe voluto andare? Se lo ha capito, eh.
W.R.: Ma io codesto... Non glielo posso aire, dottore, perché...
P.M.: Sono discorsi che le ha fatto Vanni?
W.R.: Sì.
P.M.: Però non ha, non è riuscito a capirne di più.
W.R.: Ma io non lo so.
P.M.: Sa se frequentavano Prato?
W.R.: Come?
P.M.: Sa se frequentavano la zona di Prato, un bar di Prato?
W.R.: Codesto non lo so. Me lo avrà anche accennato, però non me lo ricordo.
P.M.: Dove erano andati a trovare una donna, un discorso simile.
W.R.: Io sapevo a a Campi, mi sembra a Campi.
P.M.: Lei, a dire la verità, ha riferito nel primo verbale a Campi.
W.R.: Ecco.
P.M.: A Prato, scusi, chiedo scusa, a Prato.
W.R.: A Prato, io... sarà a Prato,però io credevo fosse a Campi.
P.M.: Ho capito. Lei - le ricordo - disse Prato e così anche sua moglie. Comunque questa è un'altra... Lei sa, ha qualche ricordo preciso del fatto perché, se andava in questo bar, ovunque esso fosse, sia a Prato che da un'altra parte?
W.R.: Mah, mi sembra fosse stato, in quel bar ci fosse stato la ex fidanzata del Pacciani, no? Se non mi sbaglio.
P.M.: Non lo so, se lo sa lei. Noi abbiamo solo messo insieme le dichiarazioni fatte dalle persone.
W.R.: Sì, sì...
P.M.: Lei, così ha detto.
W.R.: Sì.
P.M.: Lo ricorda così. Sono discorsi che le ha fatto il Vanni, che le ha fatto Pacciani? Li ha sentiti personalmente questi discorsi?
W.R.: No, no, io...
P.M.: Questo bar che freque... Se glielo ha fatto, glielo ha fatto vanni?
W.R.: No, no questo mi sembra di no.
P.M.: Nemmeno. E come li ha saputi questi...
W.R.: Così, sempre nel solito...
P.M.: Sempre...
P.M.: Lei, così ha detto....
W.R.: Sempre ne La Cantinetta, nel bar, lì.
P.M.: Senta una cosa: lei ricorda di aver saputo dal Vanni che aveva ricevuto delle lettere?
W.R.: Sì.
P.M.: Ci può spiegare come e cosa ricorda?
W.R.: Mi disse che aveva avuto una lettera che gli aveva scritto il Pacciani dal carcere, al Vanni. E aveva ricevuto questa lettera e che lo minacciava, su questa lettera, e disse: 'ora prendo e vo dall'avvocato, gliela fo vedere ali 'avvocato'.
P.M.: Gli disse da che avvocato andava?
W.R.: No, questo non me lo ha mai detto, andava dall'avvocato Corsi, io penso sia stato all'avvocato Corsi. Poi se è stato dall'avvocato Corsi, o da un altro avvocato, non lo so.
P.M.: Non lo sa. Senta, può darsi che lei abbia riferito di aver saputo da Vanni che le lettere erano due, anziché una?
W.R.: Mi sembra due, però io... di una sono sicuro; dell'altra no.
P.M.: Lei le ha mai viste queste...
W.R.: Mai.
P.M.: E ricorda che tipo di minaccia riferì Vanni a lei che era contenuta in queste lettere?
W.R.: Mah...
P.M.: Cosa doveva fare, perché lo minacciava?
W.R.: 'Mi ha minacciato, mi ha minacciato. Ora quando esce me la fa scontare'. però... in che maniera gliela facesse scontare, non lo so.
P.M.: Ma che cosa aveva fatto per cui...
W.R.: Perché aveva chiacchierato troppo, dice.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa: lei, può darsi che relativamente al contenuto di una, di queste lettere, ci fosse l'invito ad andare a casa della moglie di Pacciani?
W.R.: No.
P.M.: Lei ha riferito, dice: "Ho ricordi più precisi circa una di queste lettere, nella quale, secondo il Vanni, gli diceva di andare a casa della moglie a prendere o a portare qualcosa". Questo ricordo come le è venuto?
W.R.: Mah, me lo avrà detto lui, senz'altro. Però io, in questo momento...
P.M.: Lei poi aggiunge: "Per quel che ricordo, il Vanni ha esitato un po' dicendo che non voleva andar dall'Angiolina, ma il Vanni non mi ha mai raccontato se ci è andato, o meno. Si tratta di lettere pervenute prima della scarcerazione del Pacciani che è del dicembre '91". È così?
W.R.: Va bene...
P.M.: No, va bene...
W.R.: No, se c'è scritto costì...
P.M.: Lo ha detto lei.
W.R.: Non me lo ricordo. Che vuole...
P.M.: Ora gliel'ho riletta...
W.R.: Benissimo, benissimo?
P.M.: "Benissimo", nel senso-che è così?
W.R.: Sì, è così.
P.M.: Ho capito. Lei ha mai prestato la sua macchina a Pacciani...
W.R.: No.
P.M.: Di questi fatti delle minacce contenute in quelle lettere, lei ha mai saputo che anche sua moglie aveva ricevuto confidenze dal Vanni?
W.R.: Se la mi' moglie aveva...
P.M.: Aveva parlato di queste lettere con il Vanni. Sua moglie è parente diretta, no? del...
W.R.: Sì, sì.
P.M.: Lei ricorda di aver parlato...
W.R.: Non me lo ricordo.
P.M.: Non si ricorda.
W.R.: Sì, mi sembra di sì. Mi sembra di sì, in casa...
P.M.: Cioè, in casa.
W.R.: In casa, sì.
P.M.:
Che Vanni si era confidato anche con sua moglie?
W.R.: Sì, mi sembra, eh. Non voglio...
P.M.: Se lo ricorda. Sentiremo sua moglie. Non ho altre domande, al momento. Grazie.
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