P.M.: Senta ancora una cosa: volevo parlare ancora della casa dell'Indovino.
N.G.: Sì.
P.M.: Lei la frequentava, ci andava?
N.G.: Io ci sono andato e a casa Indovino ho trovato a volte delle persone di Prato, una certa Grazia, la su' sorella e uno che stava con lei, un meridionale. Gente... Il fratello, ho visto qualche volta, così...
P.M.: Il fratello di chi, scusi?
N.G.: Di Salvatore. Io non ho visto altre persone. E poi... Ci ho mangiato un paio di volte, così. Ora, l'ho vista, è una casa tutta diroccata che ci piove da tutte le parti.
P.M.: Lei fece un disegno di quella casa, se lo ricorda? Un giorno.
N.G.: Feci uno schizzo a lei, sì.
P.M.: Uno schizzo. Senta ancora una cosa: questa, lei il Lotti Giancarlo lo conosce?
N.G.: Io lo conosco così di vista, ma non... ci ho parlato qualche volta. Per me è una Persona tranquillissima, era. Io non ho avuto mai a che fare contro di lui e lui contro di me. Niente. Per me era una persona come me, lavorava. Io...
P.M.: Sapeva se frequentava la... se frequentava anche lui la Nicoletti o il Salvatore Indovino?
N.G.: Io, la Nicoletti, l'ho visto diverse volte in macchina insieme. Indovino io non so, prima di arrivare a Spedaietto, lì fuori. Parlavano ma normalmente, come persone...
P.M.: Con il Lotti.
N.G.: Con il Lotti. Una volta parlavano... Non so, gli avrà chiesto domande della cosa, della... come si chiama, di questa donna.
P.M.: Filippa.
N.G.: Di questa Filippa. Gli avrà chiesto domande così...
P.M.: Lei sa che rapporti c'erano fra la Filippa e il Lotti, la Filippa e Indovino, lei lo sa?
N.G.: Io...
P.M.: Lo sapeva all'epoca?
N.G.: Mah, per me erano amici, la Filippa con coso, col Lotti. Io penso che Lotti l'abbia aiutata quando veniva a Firenze per trasportarla con a macchina, cose... non so.
P.M.: Lei sa se la Filippa Nicoletti si prostituiva?
N.G.: Ma io penso di sì, quello, sì. Io so che ha avuto una volta la discussione con la Gabriella, per via di un signore che lavorava a... ora alla SIP, allora uno anziano, uno zoppetto.
P.M.: Lei sa che macchina aveva il Lotti Giancarlo? Che macchine ha avuto?
N.G.: Io l'ho visto quasi sempre, quelle volte che l'ho visto passare, ci aveva un... o era un 124 o un 125 color verde, più o meno un colore in quel modo vecchio.
P.M.: Il 128 coupé glielo ha mai visto?
N.G.: Io il 128 coupè l'ho visto,mi sembra, perché me lo rammentò lei, una volta.
P.M.: Lo ha mai visto...
N.G.: Io l'ho sempre visto in giro con quella macchina lì.
P.M.: Lo ha mai visto Giancarlo con il 128 coupé?
N.G.: Una volta mi sembra di averlo visto, perché me lo rammentò lei, perchè sennò io...
P.M.: Io le ho rammentato che ce l'aveva, lei ricorda...
N.G.: Sì, e se lo avevo visto. Però io lo vedevo sempre con questa macchina verde in giro, lo avevo visto. Una volta l'ho visto con quella rossa, sì.
P.M.: Era...
N.G.: Era rossa tutta scolorita, sarà stata arancione, non rossa, non so.
P.M.: Perfetto. Questo, volevo sapere. Ricorda dove lo vide con questa macchina?
N.G.: Mah, a San Casciano, passare. Perché passava per quella strada lì, a volte, dove abitavo io, per andare in giù a casa. L'ho visto due o tre volte, passare.
P.M.: Il Fernando Pucci, lo conosce?
N.G.: Il Fernando Pucci l'ho visto anche lui, ci ho parlato qualche volta anche con lui.
P.M.: Dove lo vedeva?
N.G.: lo l'ho visto, qualche volta, insieme alla Gabriella.
P.M.: Con il Lotti lo ha mai visto?
N.G.: L'ho visto passare per Firenze col Lotti, in verso Santa Maria Novella, per lì.
P.M.: Senta, parliamo un attimo di questa casa di via Faltignano dell'indovino. Lei ci è stato più di una volta?
N.G.: Io ci sono stato.
P.M.: Lei ha fatto un disegno di com'era la casa.
N.G.: No, no. Ci sono stato diverse volte io. No, no, per l'amor di Dio.
P.M.: Ricorda perché andavate lì?
N.G.: Io andavo lì perché il Salvatore era amico con la Gabriella.
P.M.: Sì.
N.G.: Poi dopo lui si è ammalato, è stato all'ospedale a coso, come si chiama, quel...
P.M.: Forse a Prato, forse a Fi...
N.G.: No, prima. A coso, a... Non Torre Galli.
P.M.: A Ponte a Niccheri?
N.G.: A Ponte a Niccheri.
P.M.: Per che cosa, ricorda?
N.G.: Non lo so. Era dimagrito, era molto...
P.M.: Lei è andato a trovarlo?
N.G.: Sono andato a trovarlo.
P.M.: Insieme alla Gabriella?
N.G.: Insieme alla Gabriella. Lì c'era uno di Prato, c'era uno che faceva l'ortolano di Prato, e una ragazza che stava insieme a lui.
P.M.: Si ricorda se si chiamava Agnello, questo?
N.G.: Agnello, sì.
P.M.: Domenico?
N.G.: Domenico, si chiamava.
P.M.: Questo di Prato lo aveva visto anche nella casa di Salvatore, o lo vide solo all'ospedale?
N.G.: Questo qui lo avevo visto una volta a casa di Salvatore.
P.M.: Con una donna.
N.G.: Con una donna, non so se era di origine zingara, roba del genere. Una mora.
P.M.: Era la sua donna, o era...
N.G.: Sì, era la sua donna.
P.M.: Senta ancora una cosa: e questa casa di via Faltignano lei ricorda di aver visto da chi era frequentata o di aver saputo dagli altri, da chi era frequentata?
N.G.: Io ora gli ho detto: ho visto questo Ezio il bottegaio, perché erano amici con lui...
P.M.: Ezio il bottegaio, chi? Scusi?
N.G.: Quello che stava lì vicino, lì, abitava lì a Spedaietto.
P.M.: Pestelli?
N.G.: Non lo so il cognome io. Si chiamerà in quel modo.
P.M.: Va be'", Ezio. Il bottegaio di via Faltignano.
N.G.: Ho visto lui, ho visto...
P.M.: Lui a che titolo era lì? Era anche amico, o erano solo.. .
N.G.: Lui era amico con coso, era amico con Salvatore, perché...
P.M.: E anche della Filippa.
N.G.: Io, la Filippa, l'ho vista poche volte lì. L'avrò vista quattro-cinque volte, non più.
P.M.: Bene. Poi?
N.G.: Poi ho visto questo...
P.M.: Ezio?
N.G.: Questi d Prato, questi signori di Prato, meridionali; questa Grazia, la sua cosa, una sorella e questo... uno grosso, che era il convivente di questa Grazia. Ho visto qualche... E un'altra volta un signore alto che ci aveva, mi sembra, una Simca, quelle tipo, quelle lunghe, no? Che ci aveva una bambina e la moglie. Però non so chi sia questo. E ho visto un'altra volta anche un signore, un... una volta, che c'ha un camper, ci aveva... che era un mago che si chiamava Manolito, che mi disse a me per le scale, lì, dice: 'vedi, lui guarda come vive bene. C'ha una ma... un coso che costa tanti soldi'.
P.M.: Questo discorso, il mago Manolito che ci aveva una macchina da tanti soldi, chi glielo fece?
N.G.: Me lo fece Salvatore. Mi disse che aveva trovato una signora, da quelle parti, anziana, che era una cliente buona che ci aveva una villa e che aveva guadagnato tanti soldi...
P.M.: Come magia.
N.G.: Come magia.
P.M.: Di Salvatore, come mai conosceva Manolito, lo sa?
N.G.: Non lo so. Perché saranno tutti e due siciliani, penso.
P.M.: Erano stati in carcere insieme, per caso?
N.G.: No, questo non lo so.
P.M.: Non lo sa. Sa se anche Salvatore aveva appreso, faceva magie?
N.G.: Salvatore, io una volta ho visto una signora di coso, che faceva la cameriera, di verso Pistoia che gli ha chiesto a lui... sono arrivato lì in quel momento, era una bella signora mora, che gli ha chiesto a lui se poteva per 1 ' avvicinamento del marito.
P.M.: Cioè, ci spieghi meglio.
N.G.: Perché lei, se poteva fare qualcosa verso il marito, verso il marito, se poteva fargli qualche cosa lui. Perché lui ci aveva, io ho visto in casa di Salvatore ci aveva un tavolo vecchio, ci aveva un coso, un libro appoggiato e una cosa, una stanza... io l'ho visto così. E una specie di pendolino. Poi non ho visto altre cose.
P.M.: Lei capì che erano cose di magia e...
N.G.: Ma scusi, lui prendeva 350 mila lire al mese di pensione. E per vivere, qualche cosa doveva mangiare... Io gli ho pagato anche il bollo della macchina. Lo potete constatare, se fate gli accertamenti. Il superbollo della macchina che ci aveva, gliel'ho pagato io. E lui mi diede, in pegno un anello che. poi, quando fui arrestato, mi fu sequestrato.
P.M.: Ho capito. Senta, in questa casa, lei dice ha visto questo pendolino e un libro, ha detto.
N.G.: Un pendolino di ottone, un cosino d'ottone così, come tipo quelli da muratore, roba del genere. E un librettino così.
P.M.: Su un tavolo.
N.G.: Un tavolo tutto diroccato, che nella casa, della roba diroccata ce n'aveva.
P.M.: Gliel'ha spiegato lui che gli serviva per le magie, o l'ha capito lei?
N.G.: L'ho capito da me. Lui, di queste cose, non me ne ha mai parlato. Solo che quando c'era questa signora lì, mi disse che lei era venuta da lui perché lo aveva frequentato altre volte per queste cose del marito. Perché lui me la presentò, questa signora, era bella, avrà avuto sui 35 anni. Mi disse: 'sarebbe una donna per te, così'.
P.M.: Venne così il discorso. Senta, e lei questa casa la ricorda?
N.G.: lo si.
P.M.: Com'era, grande? Era una casa piccola o grande?
N.G.: Era una casa che c'era, per entrare c'è una specie... quattro o cinque scalini, sei, non so. E una specie di loggetta. C'era una porta, c'era una cucina, una camera e un coso. In fondo c'era un acquaio proprio messo in fondo in fondo.
P.M.: Quindi c'era: una cucina, una camera...
N.G.: E una specie di stanzino in fondo alla camera. Io sono... in camera sua ci sono stato due o tre volte. E ho visto giù in fondo che c'era... non mi ricordo se era, una specie di tavolino lì, con questo coso appoggiato. Poi...
P.M.: Quindi era piuttosto piccola, questa...
N.G.: Sì, non era grande.
P.M.: E quando lei ci vedeva tutte queste persone, dove stavano, nel soggiorno?
N.G.: La cucina, quella cucina...
P.M.: Ah, la cucina...
N.G.: ... quella specie di cucina che ci aveva una cucina a legna lui lì. E c'era un tavolo.Ma era tutta una casa mezza... ci pioveva da tutte le parti.
P.M.: Quindi era una casa malmessa.
N.G.: Una volta gli ho aiutato io a mettere dei pezzi di lamiera sopra con delle tegole. Perché lui era, fisicamente era ridotto proprio... Poi è morto non so dopo guanto tempo, a Prato. Perché andai a trovarlo a Prato, mi disse che era proprio finito, proprio... a dire 30 chili è parecchio.
Segue...
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