mercoledì 12 giugno 2013

Norberto Galli - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte

P.M.: E di questa macchina avete poi parlato con la Ghiribelli dopo che c'era stato l'omicidio?
N.G.: Mah, io questo... Si sarà parlato, ma non...
P.M.: Lo ha detto lei, eh, signor Galli.
N.G.: Sì. Io... ascolti, io posso, non posso ricordarmi con certezza. Si sarà parlato certamente.
P.M.: E lei ne ha parlato nel senso che era meglio non farne di niente, non raccontarlo...
N.G.: Ascolti, io in quel periodo lì era un periodo che la legge lo sa, stando con una signora che faceva la vita, non potevo certamente cercare di espormi o di dire qualcosa in più o meno. Io poi, gliel'ho detto, sono passato sulla strada, io passavo dietro, non è mica che passavo per vedere se c'era qualcosa in giro. Come ho detto, io, su per la strada venendo in giù, c'era la festa degli Hare Krishna, c'era rumore. Che mi ricordo che c'era la festa del fuoco, o che era l'ultima domenica di coso, che facevano la festa loro, i Krishna. E vidi una macchina anche venire in giù per la strada. Però io, di che colore è la macchina che veniva giù con i fari accesi, non saprei nemmeno che macchina fosse stata quella.
P.M.: Allora, andiamo un attimo con ordine. Lei ha introdotto, dice: 'c'era la festa degli Hare Krishna, forse c'era la festa del fuoco, forse la festa...'
N.G.: Perché la festa, quando fanno i matrimoni, l'ultima festa che fanno loro, io mi ricordo che era una domenica di se... i primi di settembre, insomma, quei giorni lì era. Che fanno queste feste lì, loro.
P.M.: La festa la fanno, per l'appunto, l'8 settembre, 9 settembre... Io. . .
P.M.: ... quindi, questo, come data torna. E come mai lei sa di questa festa? Lei ha frequentato gli Hare Krishna?
N.G.: io sono stato tante volte dagli Hare Krishna.
P.M.: Da solo?
N.G.: Ci sono stato da solo, ci sono andato anche con lei.
P.M.: Con la Ghiribelli?
N.G.: Anche con la Ghiribelli.
P.M.: Come mai andavate dagli...
N.G.: Ma perché io sono passato di lì, anche per curiosità. Come ho mangiato qualche volta lì, dove c'era, un paio di volte ho mangiato dove c'è quella specie di fattoria lì, piccolina.
P.M.: Senta, questa cosa degli Hare Krishna, c'era la festa quella sera, perché lei lo sapeva prima, o perché sentì del...
N.G.: Perché ho sentito rumore mentre passavo, io.
P.M.: Lei come mai con la Ghiribelli frequentava gli Hare Krishna?
N.G.: Ma come frequentavo gli Hare Krishna. Io so che qualche volta ci posso Esserci passato, così.
P.M.: Ci può spiegare...
N.G.: Perché il tempo non mi mancava, anche.
P.M.: Ecco, ma vi ha portato qualcuno, ci andavate per conto vostro...
N.G.: No, io sono passato così.
P.M.: Sì, dico, ma dentro lei è stato a queste feste, lei sa che per la festa del fuoco o quest'altra cosa, come lo sa?
N.G.: Questo, perché tutti lo sapevano, degli Hare Krishna. Come...
P.M.: Ma gli Hare Krishna - le chiedo ancora - lei aveva accennato questo fatto. Ci è andato, ci andavate perché vi ci ha portato qualcuno, o vi siete presentati lì un giorno?
N.G.: No, perché era aperto, era aperto durante il giorno quando... la domenica a volte. Sono andato dentro perché c'era una tenda. Così, anche per curiosità.
P.M.: Ho capito.
N.G.: Perché loro offrivano dei cosini, dei dolcini così, come quando passano per Firenze.
P.M.: Quella sera di cui stiamo parlando, lei sapeva - insisto - che c'era la festa, o ha sentito dei rumori?
N.G.: Ho sentito rumori, gliel'ho detto prima.
P.M.: Bene. Passando davanti alla piazzola, lei dice: 'ho visto una macchina in queste condizioni'. Poi ha accennato: 'non ricordo il colore'. Poi ha accennato: ha visto una macchina venire in senso inverso...
N.G.: Venire in giù. C'è due o tre curve, sopra, più avanti. C'è una specie di capannina, dove c'era una specie di ristorante una volta? Non lo so io, perché non ci sono mai ripassato. Sopra lì, lì sopra. Veniva in giù.
P.M.: Senta, e di questa macchina che poi... vicino a questa piazzola, lei ricorda, questa di media cilindrata, com'era posizionata?
N.G.: lo ho visto con il... così, nel passare, mi sembrava che fosse il culo verso la strada. Io...
P.M.: Verso Firenze? La parte...
N.G.: Verso l'imbocco della strada perché io andavo in su.
P.M.: Bene. E il frontale della macchina, quindi, era verso San Casciano.
N.G.: Sì, verso in su. Così, non l'ho visto...
P.M.: O verso la piazzola?
N.G.: Verso, verso come lei dice la piazzola. Io ho visto qualcuno così, nel passare. Mi sembrava una macchina... Ho detto, io... media, così, normale.
P.M.: Quindi, se mi è acconsentito, un po' abboccata verso la strada che va alla piazzola, era questa macchina.
N.G.: Sì, abboccata così, lungo la strada, volta in su.
P.M.: Lei, insisto nella domanda, successivamente, il giorno dopo quando ha saputo dell'omicidio, ne ha parlato con la Ghiribelli? Lei ora stava dicendo: 'sa, io in quell'epoca avevo noie con la legge...'
N.G.: Io, ma noi si può aver parlato benissimo, si sarà parlato, ma...
P.M.: Dice la Ghiribelli che lei gli ha detto: 'lasciamo perdere, non lo diciamo a nessuno'.. È vero, o no?
N.G.: Questo se si è detto si sarà detto tutti e due d'accordo. Perché tanto lei sa che la Ghiribelli...
P.M.: Indipendentemente dal...
N.G.: Mi scusi, scusi eh...
P.M.: No, scusi. Ora scusi, la domanda la faccio io, eh?
N.G.: Sì.
P.M.: Io le chiedo: indipendentemente da chi lo ha detto, questo discorso lo avete fatto?
N.G.: Questo si può averlo detto tutti e due. Io non mi ricordo se l'ho detto io o l'ha detto lei.
P.M.: Benissimo. 
N.G.: Perché prima cosa lei sa che è una donna che, al momento, allora, quando la conoscevo io, beveva come una spugna.
P.M.: Ho capito.
N.G.: Ora non lo so se beve, perché...
P.M.: Non lo so nemmeno io.
N.G.: Non lo so.
P.M.: Stamani, apparentemente, no. Ma il discorso è questo: voi avete fatto quel discorso. Lei dice: 'non ricordo se lo abbiamo fatto di comune accordo, se l'ho proposto io e se lo ha proposto lei. Comunque ci siamo detti di questo fatto... ' 
N.G.: Sì, perché tutti e due si aveva, si aveva un piede, insomma...
P.M.: Benissimo. Senta, questo rapporto che avevate con Indovino Salvatore, o lo aveva la Ghiribelli e lei di conseguenza... 
N.G.: Sì.
P.M.: ... che tipo di rapporto è? Andavate in questa casa?
N.G.: Io, a volte, ci siamo fermati. Ci ho mangiato un paio di volte da solo. Ogni tanto noi ci si andava. Perché a me Salvatore, posso dire, che mi ha dato dei consigli come fossero di un babbo, nel dire che, mi diceva anzi, mi consigliava di non stare nemmeno con la Ghiribelli.
P.M.: Lui la conosceva da prima di lei?
N.G.: Lui la conosceva da tanti anni. E lui mi diceva di non stare, perché tanto lei ha messo sempre confusione in tante persone. Dice, a Prato, a Firenze, ha sempre fatto tante denunce verso gli altri.
P.M.: Chi?
N.G.: La Ghiribelli, una volta che ha bevuto...
P.M.: Ho capito.
N.G.: Io non c'ho niente contro.
P.M.: Eh, beh, lo ha fatto anche contro di lei, se non ho capito male.
N.G.: Lo ha fatto contro di me. Giustamente io tornavo dall'ospedale, ero andato un giorno in ferie, tornavo dall'ospedale che ci avevo la figliola operata, da Arezzo. Arrivo a casa, avevano fatto, non so, uno scippo su per le scale e io andai a accompagnarla lei, perché due o tre giorni prima l'avevo mandata via di casa.
P.M.: Ho capito. Va be', insomma, il rapporto era di questo tipo. 

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