Segue dalla terza parte.
P.M.: Lei ricorda se la Gabriella lo curava, gli faceva
delle iniezioni?
N.G.: La Gabriella gli ha fatto delle punture, gliene ho fatte anch'io. Me lo chiese lui. Perché lui era solo in quel momento lì.
P.M.: In che periodo siamo?
N.G.: Quando siamo abitati lì a San Casciano.
P.M.: Cioè nell'85.
N.G.: Sì.
P.M.: La Nicoletti Filippa non c'era più con lui?
N.G.: Ma la Filippa io lo so, qualche volta è venuta a trovarlo perché lei abitava...
P.M.: Non abitava più con lui?
N.G.: Abitava ad Arezzo, credo almeno. Io...
P.M.: Lui abitava da solo in questa casa?
N.G.: Sì, io ci ho visto la...
P.M.: A parte queste...
N.G.: Gli ho detto, tre quattro volte, non più, l'ho visto
P.M.: Ma non come persone che coabitava, come ospite?
N.G.: Penso che sia stato come ospite.
P.M.: Non lo sa. Senta, e queste iniezioni, lei o la Gabriella, gliela facevate tutti i giorni, saltuariamente...
N.G.: No, gli si faceva quasi tutti i giorni, per un periodo. Non mi ricordo quanto sarà durato. Come faccio, sono passati tanti anni.
P.M.: Ha ragione. Lei ricorda in che orari del giorno
andavate?
N.G.: Io, a volte, ci sono andato dopo mezzogiorno, subito. Lui è venuto un paio di volte a mangiare a casa mia, lo possono dire quelli che abitavano lì, perché erano dentro una corte.
P.M.: E' mai capitato di fare l'iniezione a Salvatore tornando da Firenze dopo che la Gabriella si era prostituita?
N.G.: Qualche volta sì.
P.M.: Cioè, la sera a mezzanotte?
N.G.: Qualche volta sì.
P.M.: Andavate e c'era lui solo in casa, o c'era...
N.G.: Io ci ho trovato sempre lui solo.
P.M.: Di sabato o di domenica era diversa la situazione in casa?
N.G.: Ma io ho detto, a volte, quando... Io, la domenica, mi sono fermato poche volte, perché quando noi si veniva a Firenze, si veniva verso le tre. A volte, le ho detto, ci ho visto qualche persona, in quel periodo. Erano tutta gente di Prato, tutti meridionali.
P.M.: Queste persone che ci ha indicato?
N.G.: Sì. C'era uno, quello che stava con questa Grazia, non so, era di Avellino. Ed era amico della Gabriella, perché quando la Gabriella stava a Prato trafficava con la Gabriella quegli assegni.
P.M.: Ho capito. Senta...
N.G.: Sono cose che potete controllare poi andando a Prato...
P.M.: Ma non è che ci interessi molto. Ne prendiamo atto.
N.G.: No, no, ma io gliel'ho detto perché sono persone che conosceva la Gabriella da molti anni.
P.M.: Se vogliamo individuarle ancora meglio, abbiamo questa possibilità. La ringrazio. Senta, lei ricorda se nei giorni precedenti al momento in cui fu scoperto l'omicidio dei francesi eravate passati da via degli Scopeti e avevate visto la tenda dei francesi?
N.G.: Io sono passato una volta, ci sono passato, da coso, lì, da Scopeti per andare in giù. Una volta ci sono passato.
P.M.: Con la Gabriella?
N.G.: Sì.
P.M.: E avevate visto la tenda dei francesi?
N.G.: Io non ho visto niente.
P.M.: In precedenza.
N.G.: Io... poi non capisco come potrebbe averla vista lei, che quando lei era
in macchina, o faceva le parole crociate, o leggeva i romanzi. Questo, se lei vuol dire la
verità, lo può dire... Lei ha sempre letto. Anche di notte ,lei ci ha sempre qualche cosa in
mano da leggere. Lo potete domandare a chi l'ha conosciuta.
P.M.: Sì, Galli...
N.G.: Mi sembra strano. Quando era lucida, almeno.
P.M.: La mia domanda è specifica.
N.G.: Sì, sì, no no, lei...
P.M.: Lei non ha ricordo...
N.G.: No, io no.
P.M.: ... è possibile che l'abbiate vista la tenda...
N.G.: No, io no. Se l'ha vista lei e lo sa lei, è un'altra cosa
P.M.: Lei non è sicuro, non sa se l'ha vista.
N.G.: Non posso dire una cose che lei si...
P.M.: Allora, nei giorni precedenti, sia perché se lo ricorda, o perché passavate...
N.G.: Io passavo... Scusi, eh, io passavo quasi sempre dall'uscita di sotto perché dove abitavo io tornava bene di lì.
P.M.: Passare da Scopeti.
N.G.: Sì. E mi sembra che c'erano anche dei lavori in corso in quel periodo lì.
P.M.: Quindi, mi scusi, vi capitava di andare a Firenze transitando da via degli Scopeti.
N.G.: Io da via degli Scopeti sono passato qualche volta, così. Un paio di volta che mi sono fermato a mangiare lì dove c'era quella...
P.M.: Però quella notte...
N.G.: Quella note siamo passati di lì.
P.M.: Quando andavate a casa di Indovino.
N.G.: Sì.
P.M.: La sera, tornando da Firenze, che strada facevate?
N.G.: Siamo passati di lì, ma siamo passati qualche sera.
P.M.: No quella sera, io dico in genere.
N.G.: Ma da Indovino ci siamo passati l'ultimo periodo, mica sempre si passa... Io
passavo...
P.M.: Benissimo. Anche se è due giorni anziché uno, mi può dire se passavate di lì?
N.G.: Siamo passati di lì, sì.
P.M.: Bene, grazie.
N.G.: Porca miseria, perché devo dire di no.
P.M.: Siccome la Ghiribelli dice ricorda di aver visto la tenda dei francesi nei giorni precedenti...
N.G.: Se l'ha vista lei...
P.M.: . . . può essere una cosa...
N.G.: Io non posso dire una cosa per un7altra.
P.M.: Io le chiedo se l'ha vista lei, tutto qui. Lei dice: 'non l'ho vista o non me lo ricordo'.
N.G.: Non l'ho vista proprio.
P.M.: Non l'ha vista. Non c'ha guardato.
N.G.: Non c'ho guardato. Perché quando uno guida non è che si mette...
P.M.: Senta, lei sa se nella casa accanto a quella dell'indovino abitava un'altra famiglia?
N.G.: Io quando ho conosciuto lui non c'era nessuno, era tutto vuoto. Ho
visto una volta che è venuto un signore che era il proprietario, lì da lui, che mi sembrava in
buoni rapporti. Mi diceva che non gli pagava l'affitto da due-tre mesi.
P.M.: No, io mi riferisco a una famiglia che stava proprio accanto.
N.G.: No, non c'era nessuno lì.
P.M.: I signori Malatssta.
N.G.: Non c'era nessuno lì,
P.M.: Milva Malatesta l'ha mai sentita dire lei?
N.G.: Lei mi disse, mi fece vedere una fotografia, si ricorda, quando...
P.M.: Sì, c'è un verbale che do atto di avergliela mostrata.
N.G.: Mi scusi. Io questa la conoscevo come Silvia, l'ho vista in via Guelfa, che lei stava dentro un bar, che si chiama bar Angelo Azzurro, che stava con il proprietario del bar. Che questo qui, non so, gli guardava i bambini, poi se era convivente non lo so. E poi... per me si chiamava Silvia. Poi l'ho rivista nell'86 una volta, insieme alla mamma e c'era un ragazzo, lei stava con un muratore.
P.M.: Insieme alla mamma chi, scusi?
N.G.: La Gabriella mi presentò dicendomi che era la mamma di questa Silvia. Io l'ho conosciuta sempre come Silvia quando l'ho vista.
P.M.: Bene.
N.G.: L'ultima volta l'ho vista quella volta lì. Perché lei era fidanzata in quel periodo con un ragazzo, un muratore, un ragazzo bravissimo, che faceva il muratore, si era rotto una gamba, uno con un naso grosso, rosso di viso.
P.M.: Ho capito. Questa Silvia...
N.G.: E era contenta, dice, perché s'era fatta una vita. Queste le parole...
P.M.: Si era fatta?
N.G.: S'era fatta una vita, si era fidanzata con questo ragazzo, si volevano sposare. Poi non l'ho rivista più io.
P.M.: Lei sa se abitava accanto a Indovino Salvatore? L'ha mai vista accanto a Indovino Salvatore?
N.G.: No, io quando sono andato a casa di Salvatore, la casa era vuota.
P.M.: La casa accanto...
N.G.: Quella casa era vuota.
P.M.: Un certo Trancucci che faceva il...
N.G.: Come?
P.M.: Trancucci che faceva il netturbino a San Casciano e che abitava in quella casa...
N.G.: No, non l'ho mai conosciuto.
P.M.: ... e che abitava con...
N.G.: Non ho mai visto nessuno.
P.M.: Nel periodo in cui ha frequentato lei quella casa.
N.G.: No, lo può domandare, io...
P.M.: Io lo domando a lei, mi basta.
N.G.: Io non l'ho conosciuto.
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