martedì 11 giugno 2013

Norberto Galli - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Prima parte



« DOPO LA SOSPENSIONE » 

Presidente: Allora, ci siamo tutti? Per cortesia a sedere. Si metta pure a sedere. Senta, lei non vuol essere ripreso, mi ha detto...
N.G.: Io ho già perso un posto di lavoro, la moglie e una bambina.
Presidente: Bene. Cioè, male veramente. Ma non credo che l'ha perso per questo.
N.G.: Io, il giorno 20 maggio mi è andata via la moglie e la bambina, senza un motivo e senza dirmi niente.
Presidente: Va bene, ma non certo per le telecamere.
N.G.: Lo so. No, no, io...
P.M.: Come facevano a sapere che veniva qua?
Presidente: Va bene?
P.M.: Non si sapeva nemmeno noi che c'era il processo.
N.G.: Ma io non do colpa a nessuno, eh. Non ho mica detto di dar colpa...
Presidente: Senta, come si chiama lei?
N.G.: Galli Norberto.
Presidente: Chiudete le telecamere, per cortesia. Come si chiama?
N.G.: Galli Norberto.
Presidente: Dov'è nato?
N.G.: A Xxxxxx.
Presidente: Quando e dove risiede. 
N.G.: Il XX/XX/XX.
Presidente: Legga, per cortesia, quel foglio che le viene dato ora.
N.G.: Devo leggerlo a voce alta?
Presidente: A voce alta, sì, a voce alta.
N.G.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza."
Presidente: Ecco, lei è un teste che viene qui per riferire certe circostanze. Mi raccomando, ci dica la verità. Lei sa a che cosa va incontro dicendo il falso...
N.G.: Senz'altro.
Presidente: ... o tacendo alcune circostanze che interessano il processo. Quindi, mi raccomando a lei. Bene, Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Grazie, Presidente. Signor Galli, può spiegare innanzitutto alla Corte qual è la sua attività lavorativa?
N.G.: Io, la mattina lavaro. Faccio il portiere. E la sera, prima lavoravo al ristorante Fi... però ora ho smesso, perché lui è chiuso. Io vado a fare il cameriere ancora, due o tre giorni la settimana.
P.M.: Senta, negli anni... Ha sempre fatto questo mestiere, anche precedentemente?
N.G.: Io, da quando sono venuto a Firenze, sono venuto a Firenze, sono arrivato nell'82. Ho iniziato, qui potete controllare, c'è il foglio...
P.M.: A noi intanto ci basta che ce lo dica lei.
N.G.: No, no. Io sono arrivato il 30 aprile dell'82.
P.M.: E ha sempre lavorato come cameriere, cuoco...
N.G.: Ho lavorato io in cucina, prima da Mamma Gina, poi ho lavorato un po' da Revoir, ho lavorato dal Donnini.. .
P.M.: Senta una cosa...
N.G.: Poi, quando... dall'88 ho lavorato la sera al Le Corti, tutte le sere.
P.M.: Lei, negli anni, quando è venuto a Firenze, dove abitava?
N.G.: Quando sono venuto a Firenze io abitavo in un affittacamere in Borgo la c roce al numero 8. Io dormivo in camera, cioè una camera che era una... è una stanza lunga, non so, c'erano due lettini. Uno, io e uno un altro ragazzo, era di origine egiziana.
P.M.: Ha mai abitato a San Casciano?
N.G.: A San Casciano ho abitato un anno.
P.M.: Ricorda il periodo?
N.G.: Dopo che venne il ghiaccio, il ghiaccio... che venne il ghiaccio, ho abitato un anno lì a San Casciano, io, si.
P.M.: Dove?
N.G.: In Borgo Sarchiani numero 80.
P.M.: Come la trovò questa casa, lo ricorda?
N.G.: Questa casa mi sembra che la Gabriella, mi aveva detto Indovino che c'era una casa attraverso una agenzia lì, di San Casciano.
P.M.: Allora, Gabriella Ghiribelli è...
N.G.: Sì, che lei conosceva Indovino Salvatore da tanti anni, lei. Perché lei ha abitato a Prato. Era amica del fratello dell'Indovino Salvatore. Uno che insomma lavorava in una impresa di pulizie, credo.
P.M.: Come si chiamava questo fratello, lo ricorda?
N.G.: Di nome non mi ricordo. Lei...
P.M.: Sebastiano, forse?
N.G.: Sebastiano, sì. Ha abitato a Prato, lei, diversi anni.
P.M.: Lei, quando l'ha conosciuto la Ghiribelli?
N.G.: Io, la Gabriella, l'ho conosciuta di marzo dell'83.
P.M.: E siete andati...
N.G.: L'ho conosciuta verso il 15 di marzo.
P.M.: Siete andati ad abitare insieme?
N.G.: Lei dormiva alla Fiorita in via coso, alla Fiorita... come si chiama, via... vicino alla Stazione, lì, in quella strada.
P.M.: Alla pensione.
N.G.: Quella pensione.
P.M.: Sì.
N.G.: Io l'ho conosciuta una sera lì dentro... C'è in via Guelfa quel bar che si chiamava. . . il Bar Angelo, Angelo Azzurro, roba del genere. Perché io, c'era un ragazzo napoletano, era il figliolo di quello che vendeva le cravatte, Gaetano, che lavorava con mé lì, da Mamma Gina. E lui aveva paura, perché, non so, era stato scippato una sera. Ci siamo fermati lì, io ho preso del latte e lui ha bevuto un'altra cosa. Perché lui abitava in quella stradina. E lei l'ho vista lì, era insieme a altre ragazze. E lei si è avvicinata, così. Dopo qualche giorno, lei... Quando l'ho conosciuta, ci aveva un assegno, mi ricorderò sempre, un assegno intestato alla società Nuraghe di circa sei milioni.
P.M.: E vi siete conosciuti lì.
N.G.: L'ho conosciuta lì. Dopo...
P.M.: Dopo?
N.G.: Dopo qualche giorno, lei, quando io tornavo da lavorare, è venuta lì a casa mia con una scusa insieme ad un anziano, che questo anziano è di Prato che lavorava, lavorava o abitava dove c'era una specie di associazione, tipo Croce Rossa a Prato.
P.M.: Ho capito. E quando avete iniziato, in che periodo, a stare insieme, ad abitare insieme?
N.G.: Vérso aprile. Dopo un mese mi fece arrestare.
P.M.: Ho capito. Allora, quando avete, siete andati...
N.G.: Nell'83 l'ho conosciuta, poi potete...
P.M.: Sì. Dopo questo arresto siete andati ad abitare insieme?
N.G.: Lei è venuta lì a dormire con me un po' di tempo. Ha dormito lì in un lettino da una piazza, così...
P.M.: Mi scusi dopo, successivamente, siete andati ad abitare insieme?
N.G.: Dopo sì.
P.M.: A San Casciano siete andati insieme, ha detto.
N.G.: Sì.
P.M.: Prima di San Casciano, ha detto, ha abitato da qualche altra parte insieme?
N.G.: Dove ho abitato...
P.M.: Dalle parti di San Casciano...
N.G.: Sono andato ad abitare a coso, A Rignano sull'Arno, qualche mese.
P.M.: Con la Ghiribelli?
N.G.: Sì. Perché lì lo prese, questa pensione, la Guadagnolo. La Guadagnolo, una signora che sta in via coso.
P.M.: Ora, tanto a noi interessa... 
N.G.: No, no...
P.M.: ... dove siete andati ad abitare. Quindi, prima di Borgo Sarchiano abitavate a Rignano.
N.G.: No, no.
P.M.: No. Ho capito male io.
N.G.: Dopo siamo andati vicino a Grosseto, un mese, poco più, mi sembra. vicino a Grosseto. Poi ho abitato in una fattoria, lì a coso, a... Sopra Cerbaia, sono stato un po' di tempo anche lì.
P.M.: Questo, prima di San Casciano.
N.G.: Prima di San Casciano.
P.M.: Poi a San Casciano avete abitato circa un anno...
N.G.: Circa un anno a San Casciano.
P.M.: Lei dice, grossomodo, a cavallo dell'85.
N.G.: Sì, sì, dopo che venne il ghiaccio, sono tornato a San Casciano. Sono stato fino, da... mi sembra sarà stato... Perché io avevo, quando ero lì a Montagnana, avevo colto le olive in quel periodo, che non facevo proprio niente. E ci avevo tanto olio, avevo portato l'olio lì, a San Casciano, e dopo mi è sparito anche quello. E io ci sono stato circa un anno lì.
P.M.: Poi, con la Ghiribelli, quanto è durata, fino a che anno è durata questa relazione?
N.G.: Fino al 2 febbraio dell'88.
P.M.: Lei sapeva che mestiere faceva, no, la Ghiribelli.
N.G.: Sì, io lavoravo e lei me lo aveva detto, me lo aveva detto faceva la sua vita.
P.M.: Senta, lei... dove si prostituiva la Ghiribelli?
N.G.: A Firenze. Io so che andava in via coso, intorno a via Nazionale, per quelle strade lì, intorno a Santa Maria Novella. Tanto lo sanno tutti, non è una cosa...
P.M.: Ce lo ha detto lei mezzora fa. E lei, la sera, o quando l'accompagnava, ricorda gli orari?
N.G.: Noi si tornava a casa sempre verso mezzanotte, appena usciva il giornale si tornava a casa. Lei arrivava a Firenze verso le nove.
P.M.: Questo, tutti i giorni...
N.G.: No.
P.M.: ... o il sabato e la domenica diverso?
N.G.: Alla domenica, a volte lei veniva via verso le tre.
P.M.: Il sabato?
N.G.: A volte anche il sabato.
P.M.: Quindi, dalle tre a mezzanotte, ininterrotto?
N.G.: Poi lei andava a mangiare, ritornava fuori, non so. . .
P.M.: E quindi, se ho capito bene, il sabato e la domenica pomeriggio e sera, durante...
N.G.: Era a Firenze.
P.M.: ... la settimana, solo la sera.
N.G.: Sì, sì. Ma non tutte le sere andava.
P.M.: Solo la sera. Cioè...
N.G.: Sì.
P.M.: ... dalle otto, dalle...
N.G.: Sì, tanto sono stato condannato di questa cosa qui. Ormai...
P.M.: Sì, sì.
N.G.: ... non posso dire una cosa per un'altra.
P.M.: Per questo, per questi fatti. Senta ancora una cosa: lei ricorda l'episodio della macchina vista davanti alla piazzola di via degli scopeti?
N.G.: Senta, io come ho detto, io non mi ricordo alcun particolare. Io non potrei dire che macchina nè se era bianca, nè se era rossa. Io mi ricordo, nel passare, però, io non è che mentre passavo, accanto a me, non mi ricordo se c'era, la Gabriella - lei c'era sempre - o se c'era anche Salvatore Indovino. Cioè, io...
P.M.: Cioè, lei ha questo ricordo: la Gabriella c'era sicuramente, forse, secondo lei, c'era...
N.G.: Non mi ricordo di preciso questo particolare, perché in quel periodo lui stava poco bene e si andava a fargli la puntura, si faceva la puntura. E, nel passare, io ho visto così, con la coda dell'occhio il culo di una macchinai però non potrei dire di che colore era. Mi sembra una macchina... 'una macchina di media cilindrata. Io non potrei dire altro, non vorrei dire altre cose.
P.M.: Di questa macchina poi ne avete pa... Lei ha detto altre cose, vediamo, glielo contesto.
N.G.: Sì, sì. Per l'amor di Dio... 

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