mercoledì 6 marzo 2013

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 giugno 1997 - Terza parte

Segue dalla seconda parte
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Presidente: La nostra pausa spero che sia servita a tutti. Comunque, avvocato Filastò, io devo raccomandare a lei di stare un po' all'argomento. Non deve essere l'occasione per polemizzare col Pubblico Ministero o con altri. Indichi i mezzi di prova, illustri i mezzi di prova e basta. Questo è il nostro momento qui. Anzi, nella discussione finale può dire ben altro, però ora non lo può fare. Bene. Può riprender la parola, grazie.
Avvocato Filastò: Grazie, Presidente. Stavo illustrando, Presidente, una caratteristica di questo processo che ha a che fare specificamente col tema dei mezzi di prova. Perché il processo presenta una limitazione, rispetto ad una indagine generale, che è imposta dal capo di imputazione. Vi stavo dicendo che questa limitazione, secondo questo difensore, è strumentale. È strumentale proprio al fine di limitare, ridurre la vostra cognizione. E mi spiego meglio. Bene, voi dovreste indagare... Questo a che scopo, Presidente? Per sostenere quelle richieste che sono inserite nella mia lista testimoniale, che sono contenute, anche sotto il profilo delle acquisizioni documentali nella memoria che ho prodotto, in cui io vi scongiuro di restituire unità alla vicenda processuale. Occupandovi e facendo entrare nella vostra cognizione anche i tre delitti omessi dal Pubblico Ministero: il '68, il '74 e il giugno dell'81. Mi consente Presidente di spiegarvi perché? 
Presidente: Sì, sì.
Avvocato Filastò: Grazie, Vedano, un gruppo che si organizza minuziosamente per quattro anni con notevoli difficoltà, attesa la qualità dei delitti. Con molta difficoltà a mio parere, ma lo si può concepire. Ma un gruppo che si coalizza e che agisce sempre nello stesso modo per 13 anni diventa una cosa a mio parere al limite dell'assurdità. Ecco che voi subito cogliete la strumentalità di questa decurtazione del capo di imputazione. E secondo me voi Giudici non ci dovete cascare. Dovete integrarlo voi richiamando quegli altri. Occupandovi anche di quelli lì. Questo, in linea generale. Perché prima di tutto c'è proprio una difficoltà di apprendere se, come difensore io, se voi vi occupate di tutto, ho la possibilità di dire: ma come, e dov'è questo gruppo nel '74? E dov'è questo gruppo nel '68?' Se voi non lo fate, io di quello non ne posso parlare. E questo si risolve in una limitazione anche di diritto di difesa di Mario Vanni. Primo. E questo è un argomento. Cioè a dire: argomento che riguarda la possibilità o meno che questo collettivo continui ad organizzarsi in questo lungo arco di tempo, che non sono i quattro anni che separano l'81 dall'85, ma sono i 13 che percorrono dal'68 all'85. E questo è un primo argomento. Il secondo è questo: se astrattamente è ipotizzabile che un gruppo di paesani che fa queste pessime cose resti nascosto o protetto nel contesto sociale per la durata di quattro anni, diventa assurdo ipotizzare questo quando si abbia a che fare con 30 perché tanti sono. Lotti arriva oggi. E anche questo è un argomento che vi viene sottratto, se poi non reintegrate l'unità al processo. Non solo argomento sotto il profilo dell'argomento finale, il motivo della prova. Cioè a dire: vedere un po', indagare il '68. Anche sulla base soltanto degli atti, vero, del dibattimento Pacciani. Per carità! Sarebbero da integrare, ma insomma... Come si fa, come faccio io ad indicarvi questo aspetto, tentare di provarlo. È mai possibile che in 30 anni... È stato scoperto Gladio in 30 anni, Presidente. E il gruppo amici di merende, no? Di fronte all'enormità di quei crimini. Io cercherò poi di provare una circostanza, una serie di circostanze. Ci sono delle indicazioni precise nella lista dei testimoni che hanno a che fare con quell'intervallo di tempo, il più breve nella catena dei delitti, che intercorre fra il delitto del giugno 1981 e quello dell'ottobre 1981. Sono solo quattro mesi. Qui c'è un aspetto che riguarda la concatenazione cronologica dei delitti in cui si avverte una scansione di carattere temporale che varia e che sembra non omogenea. Perché non omogenea? Perché i primi due sono '68, '74, intervallo di sei anni; '74, '81, primi dell'81, intervallo di sette anni. Poi, tutto ad un tratto, diventano più rapidi con una particolare rapidità che riguarda l'81 di giugno e l'81 di ottobre, per cui per la prima volta c'è solamente un intervallo di quattro mesi. Ora, l'accusa - per non chiamare in causa il Pubblico Ministero - vi propone un arricchimento del movente di perversione con riferimento all'omicidio dei tedeschi dell'83. E vi chiede di provare alcune circostanze che riguarderebbero la conoscenza fra il Vanni, Pacciani e Francesco Vinci. Non so, poi lo vedremo al dibattimento come lo proverà questo, ma insomma... Chiede di far questo, dicendo: a noi ci risulta che il delitto dell'83 è stato commesso per far scarcerare Francesco Vinci. Introduce un tema, in questo modo, che ha a che fare con la causale, ma con una impostazione completamente diversa rispetto a quella che viene affermata dall'accusa, che salta agli occhi per il delitto dell'81 di ottobre. Per questo io chiedo di acquisire certi atti. E, in particolare, Presidente, con questa memoria, vi chiedo per la prima volta perché non l'avevo indicata nella lista dei testimoni, di ascoltare Enzo Spalletti. Dice: lei, avvocato, questa cosa non l'ha fatta nella lista, è decaduto. No, perché vedano, io chiedo Enzo Spalletti a controprova, proprio a controprova, a prova contraria si dice in penale, a prova contraria proprio con riferimento a questa motivazione che vi propone il Pubblico Ministero. Il quale vi dice: l'83 è stato fatto per scarcerare Francesco Vinci. Ammesso e non concesso che vi fossero rapporti tra Francesco Vinci e Pacciani e Vanni in particolare e Enzo Spalletti, che l'omicidio dell'ottobre dell'81 sia stato anticipato, questa scansione temporale venga ravvicinata con riferimento alla presenza in carcere di Enzo Spalletti, è una cosa chiarissima. Almeno a me risulta. Ecco perché chiedo che venga sentito Enzo Spalletti, per altre ragioni che poi indicherò meglio quando, affrontando questo tema specifico. Ma per ora, fermatevi a questo aspetto ad una causale indicata dalla accusa che, a un certo punto, dovrebbe essere quella riguardante solo Francesco Vinci e non anche questo episodio. Ma non anche i successivi, perché questo aspetto dell'essere alcuni delitti commessi durante la carcerazione di persone che poi sono risultate innocenti e sono ahimè tragicamente risultate innocenti, perché il vero serial killer ha ucciso, è una costante di questi delitti. Non riguarda soltanto il caso Spalletti, ma riguarda anche Mele e Mucciarini. I quali Mele e Mucciarini, signor Presidente e signori della Corte, quando vengono incarcerati avviene a due giorni di distanza prima un misterioso delitto a Lucca di due fidanzati (Paolo Riggio e Graziella Benedetti n.d.r.). Io vi ho chiesto di approfondire, chiamando il capo dalla Squadra Mobile di Lucca e un ufficiale che si è occupato di quel delitto, se per caso, quel delitto, non abbia a che vedere con i nostri. Perché a me ha sempre impressionato questa straordinaria coincidenza temporale. Perché tutti sapevano già due giorni prima che scattasse il mandato di cattura a Mele e Mucciarini che il Giudice Rotella era sul punto di fare un arresto. E due giorni prima avviene questo delitto. Il che fra l'altro collima con una serie di dati ricorrenti, per cui sembrerebbe qualcuno essere in possesso di informazioni di prima mano sulle indagini. Per esempio, vorrò, ho chiesto che voi chiediate a questi funzionari della Squadra Mobile di Lucca se per caso questa coppia di fidanzati uccisi a Lucca non avesse l'abitudine di andare a far l'amore con un bambino in macchina, che è poi quello che capita a Barbara Locci e a Lo Bianco e che è quello che presumibilmente, per chi guardi la macchina dei francesi, può capitare ai francesi perché hanno un seggiolino da bambini nel sedile posteriore, i francesi. Ma in ogni caso voi dovete porvi il problema che io vi pongo qui rimettendomi poi alla memoria che ho scritto, per altri aspetti più singolari e più specifici, è questo: io vi invito ad esaminare tutta la materia di questo processo. Ad evitare a non cadere in una... nel tatticismo, insomma, dell'accusa che vi dice: ma noi stiamo facendo altre indagini, di questo voi non vi dovete preoccupare, ci sarà un altro processo... Non si può, lo ripeto ancora. Sarebbe una limitazione gravissima del diritto di difesa di Mario Vanni esercitare un rinvio di questo genere. E mi viene a mancare, non restituendo unità al processo, un altro argomento di approfondimento di prova che io chiedo di approfondire in particolare, ma non soltanto per questo. Poi in dibattimento io spero che lo si farà a tutto campo. In particolare interrogando l'equipe De Fazio. Voi sapete che a un certo punto di questa indagine, esattamente dopo l'omicidio di Vicchio: Pia Rontini e Stefanacci, si decide di affidarsi ad un collettivo di studio e di ricerca della Università di Modena per fare quello che non si era mai fatto prima. O per meglio dire: un tentativo c'era stato, ed io l'ho documentato e chiedo la produzione. Il Giudice istruttore, dottor Palazzo del Tribunale di Prato, incaricato all'inizio delle indagini relative all'omicidio Susanna Cambi e Stefano Baldi, ritenne opportuno rivolgersi ad uno psicologo, psichiatra, il dottor Carlo Nocentini di Firenze, perché gli indicasse se esistevano delle caratteristiche simili fra i vari delitti e se lui era in grado, o meno, di identificare questo personaggio. Su questa metodologia di indagine è stato detto da varie parti peste e corna, E certamente qualcuno si risentirà di sentirsela riproporre dalla difesa di Vanni. E fa male chi si risente su questo argomento. Perché non c'è niente da fare, è l'unico sistema. Io vi rimando alla lettura di un libro edito da Rizzoli, si intitola Serial Killer (Nella mente dei serial killer n.d.r.) , dove chi scrive è un certo John Douglas insieme ad un altro scrittore, dove si dice che l'unico meccanismo valido per individuare un autore di questo genere, è quello. Cioè a dire l'esame obiettivo delle circostanze che caratterizzano i delitti dai quali, solamente da quelli, ricavare un aspetto psicologico prima di tutto, psichiatrico, e poi anche di altro carattere che riguardi per esempio il mestiere che fa, l'età, l'altezza e tutto il resto, di una persona. Perché vedano Giudici della Corte di Assise, le indagini sui delitti di questo genere hanno un aspetto che differenzia rispetto a tutte le altre indagini sui delitti normali. E qual è? La mancanza della relazione fra la vittima e il carnefice. La stragrande maggioranza dei delitti che avvengono, avvengono nel contesto di una relazione di un certo tipo fra colui che uccide e l'ucciso. Relazioni familiari, relazioni di interessi, di gelosia, di astio, di odio di qualsiasi tipo. Delitti come quelli di cui voi vi state occupando sembrerebbe su questo punto essere d'accordo anche l'accusa quando vi parla di perversione. Per il fatto di avere alla base soltanto un aspetto psicopatologico della gente, mancano di questa caratteristica. Che è quella che sempre è la base di partenza per qualsiasi indagine sul delitto. Che si va a cercare? Eh, l'amante tradito, o il marito geloso, la persona che aveva attriti e contrasti di interesse con l'altra, queste cose qui. Quando questo viene a mancare che altro si può fare se non che costruire questa struttura, sia pure astratta in partenza. E questa è una opinione mia, questa è stata una opinione dell'Ufficio della Procura della Repubblica di Firenze. Che a suo tempo ha incaricato queste persone di fare questa analisi. Sto parlando dell'equipe De Fazio. Prima il dottor Salvatore Palazzo fece questa ricerca sollecitando questo elaborato di cui chiedo la produzione del dottor Carlo Nocentini; poi successivamente la Procura della Repubblica di Firenze affidò questo incarico a questa equipe. E gliel'ha affidato in due diverse occasioni: dopo il delitto dell'84 e dopo il delitto dell'85. Possiamo cancellare tutto questo dal processo? Perché da questi elaborati e da queste conclusioni di questi signori non possiamo farlo e non può farlo indubbiamente la difesa che vi chiede anzi di approfondire il discorso, perché da queste conclusioni di questi scienziati, di questi tecnici della materia, è risultato, sia pure attraverso varie diverse sfaccettature sotto il profilo del tipo di psicopatologia di cui soffre o soffrirebbe questo serial killer, un dato certissimo: un solo autore. (…) diventato negli ultimi anni, per effetto di una serie di concatenazione di fenomeni correlativi di intera attività anche rispetto alla azione di certi materiali di carattere cinematografico, televisivo e semplicemente scritto, il rilievo di un fenomeno di rilevanza sociale. E questo atto, a parte dare una descrizione di un personaggio che si attaglia moltissimo ad alcune descrizioni date da alcuni testi, in particolare l'avvocato Zanetti e il teste Bardazzi; Ubaldo Bardazzi che io ho chiesto e che ho indicato nella lista dei testimoni, oltre anche, a dire la verità, anche il teste Buiani, che è indicato credo anche nella lista del Pubblico Ministero. Oltre anche il teste Bevilacqua.. Insomma, molti, ci sono altre voci all'interno del processo che fanno riferimento a questo personaggio distinto con delle caratteristiche di un certo tipo, di età soprattutto - guarda caso - 40-45 anni che sono per l'appunto quelle riprodotte in quell'elaborato che proviene dalla scuola di Quantico. Dunque, come si fa, ripeto, ad esaminare tutto questo senza, facendo a meno di tre delitti? Non si può. E non si può anche perché riducendo la materia viene ridotta anche la possibilità di appezzare nella sua giusta entità anche di carattere quantitativo, la causale razionale, il motivo razionale per il quale, secondo questa difesa, ma questa difesa ha diritto di provarlo questo. O perlomeno di confrontare questa sua opinione con quegli scienziati di cui chiede che vengano sentiti, il motivo dicevo per il quale si assiste ad un fenomeno straordinario in questo processo, eccezionale. Che è la unicità dell'arma da fuoco. Ma non solo la unicità dell'arma da fuoco, la unicità anche dei proiettili. Queste domande devono essere poste nel processo e non solo l'attendibilità del signor Lotti. Perché nella loro interezza - ecco un'altra ragione per cui io vi chiedo di ricostituire unità al processo - nella loro interezza con cui vengono commessi questi delitti percorre '68-1985, quanti sono? 13 anni. È mai possibile che chi ha ucciso fosse stato il gruppo criminale di San Casciano, quei compagni dì merende anche per evitare di essere identificati, no? Perché questa è un'arma che spara sempre, lascia delle tracce inequivocabili fino al '68. Voi lo approfondirete questo. Lo dovete approfondire. Voi sapete, si sa perché il processo Pacciani, eccetera... Il Pubblico Ministero non vi chiede di approfondire questo aspetto; questo difensore si. È sempre la stessa barba. Sì, io dico che è sempre la stessa, ma trovate prove di questo, acquisite le perizie balistiche fin dal '68. Ecco, la domanda è questa: ma è possibile che il gruppo criminale non sì procuri un'altra arma? E ammesso che non si procuri un'altra arma, non si procuri almeno altri proiettili di specie diversa? E continui ad usare quella stessa arma e quegli stessi proiettili Winchester H? Come collima questo aspetto... E che significato ha, prima di tutto? Che significato probabile, razionale, ovviamente. È una domanda razionale che voi dovete porvi, rispetto alla quale si cercherà una soluzione. Ma io personalmente leggendo quella relazione dell'equipe di Quantico, leggendo certi chiarimenti dati dalla equipe di De Fazio e tutto il resto, arrivo a definire in un solo modo: qualcuno vuole essere identificato sempre come l'autore di certi delitti. Mette la firma. Naturalmente, al momento in cui voi avete approfondito questo aspetto - e lo potete fare solo attraverso l'analisi di tutti gli episodi a partire dal '68 - eh, naturalmente a questo punto il difensore, voi, il Pubblico Ministero, potranno porsi il problema di dire: ma come si incastra questo aspetto con il gruppo compagni di merende? In che modo collima? Perché un Pacciani, un Vanni, un Faggi, un chissà chi altro dovrebbero aver avuto questa intenzione? Cos'era, un gruppo politico? Tipo Brigate Rosse o qualche altra, che voleva rivendicare certi delitti? Per dirvi che? Mica per lasciare così insoluto e per aria il discorso, è una cosa, che chiederemo di provare, interrogare l'equipe De Fazio, che chiediamo di provare interrogando tutti quelli che ho indicato, per dire: ma per caso, signori, questo si inserisce, collima con un psicopatico il quale abbia, insieme a quella sindrome di tipo sessuale, anche una sorta di mania di grandezza per cui ha bisogno di essere presente rispetto agli altri? Rispetto alla collettività? Rispetto alla società in cui vive? Presentarsi con questo crisma? Perbacco, molti vi dicono di sì: per esempio, quell'analisi del FBI, dice: come no! È un comportamento ricorrente avuto nella nostra casistica una cosa del genere. Ecco, ma certo questo voglio dire: si trova, anticipando un tema di indagine che deve essere approfondito, e non può esserlo senza ricostituire unità a tutti i casi. Per fare un esempio ancora, e poi su questo tema della decurtazione del caso dei delitti del serial killer della provincia di Firenze che corrisponde - l'ho scritto nella memoria - ad una abolizione di ufficio del serial killer della provincia di Firenze da parte dell'accusa, per chiudere questo discorso, mi corre l'obbligo di indicarvi, da un lato una lacuna dell'accusa e dall'altro un arricchimento che la difesa di Vanni chiede accludendo tutti gli atti relativi e anche tutti gli atti dibattimentali relativi alla circostanza. 

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