Segue dalla quarta parte.
Presidente: Può continuare, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Ci provo. Comunque, dicevo, ci sono altre testimonianze relative a persone che dicono - tutte citate - che la ragazza veniva disturbata al bar, così come dice il Lotti. Ci sono testi che dicono che effettivamente c'erano delle macchie di sangue nella strada che va dalla piazzola della Boschetta, nell'84, fino al fiume, dove si andarono a lavare. Ci sono persone che dicono, il giorno dopo, di aver visto queste macchie di sangue. Sono più d'una. C'è, a questo punto sempre in estrema sintesi, per il 1983, il delitto di Giogoli, ci sono due testimonianze rese allora, cioè nel 1983, da due persone; che dicono che, nell'immediatezza del fatto, sia prima che dopo - ognuno ovviamente in circostanze diverse - dicono di aver visto davanti, nei pressi - 5 metri - del furgone dei tedeschi, un teste dice: 'una macchina bianca con caratteristiche di vettura di piccola-media cilindrata'. E un'altra, una macchina rossa. Il Lotti dice: 'è vero'. Ovviamente in circostanze completamente diverse dice: 'avevamo fatto dei sopralluoghi, li avevano fatti senz'altro gli altri'. Questo è il tipo di testimonianze che vi offriamo e che offriamo alla Corte. E ce ne sono - e vado a concludere - anche per quanto riguarda gli episodi che io ritengo, o meglio, le posizioni minori; cioè quella dell'avvocato Corsi, che abbiamo affrontato ieri, e anche quella del Faggi, che risponde di due dei fatti. Qui ci sono una serie di testimonianze che confermano ciò che dice Lotti e ciò che dice Pucci. Cioè che il Faggi era amico del Pacciani, lo frequentava. Era una persona - purtroppo dobbiamo dirlo ai fini della ricostruzione della personalità - che aveva problemi di omosessualità; lo racconteranno diverse persone. Era persona - che, come dicono Lotti e Pucci - aveva una FIAT 131, sia pure in un momento storico diverso; era il Giovanni; era la persona, così come dice Lotti, che all'epoca del 1981 abitava proprio vicino al luogo dell'omicidio di Calenzano. Era la persona che è stata vista più volte a San Casciano in posti diversi, già dal 1980. È la persona che uno degli imputati - lo stesso imputato, l'imputato Vanni - ammette di aver visto
con i limiti delle dichiarazioni di Vanni e della utilizzabilità - a San Casciano come amico di Pacciani. È il Faggi, persona che è raggiunta da una serie di elementi e di riscontri, su quelle dichiarazioni di Lotti e Pucci, che sono indicate tutte nella lista testi che ho presentato. Allora, signori - e cerco di concludere veramente ma non ho niente da aggiungere per quanto riguarda le prove sul reato di associazione, perché la descrizione dei fatti fatta finora, e di cui vi offriamo prova, è la descrizione di un sodalizio che sicuramente comprende persone non so se tutte note ad oggi, ma comunque persone che sono raggiunte da elementi che ci offriamo di provare sotto il punto di vista dell'associazione ex 416. Sono persone, come dice il Lotti, che avevano compiti diversi. C'era chi preventivamente vedeva le coppie; c'era chi faceva i sopralluoghi; c'era chi materialmente eseguiva. Quindi, per quanto riguarda le imputazioni e le fonti di prova, io non ho altro da aggiungere. Vorrei fare solo due brevi considerazioni, che sono solo tali. Per quanto riguarda i delitti precedenti - per i quali non vi è oggi imputazione a carico degli odierni imputati, perché non c'è nessun elemento a loro carico, probabilmente non esistono - è emerso, e noi lo proveremo, che, per quel che può servire, esclusivamente per verificare le dichiarazioni del Lotti, è vero che c'è un legame provato, forte, fra il delitto dell'83, in cui vennero uccisi i tedeschi, e qualche episodio precedente. Il Lotti e altri testi vi dicono, e hanno detto, che quell'omicidio fu fatto per liberare Francesco Vinci, uno dei sardi, che era stato implicato nel delitto del '68.
Di questo c'è quindi lina traccia forte nel processo, che ha l'utilità sola di riscontrare le dichiarazioni di Lotti; ma è una traccia che consente oggi di vedere come questa ricostruzione della verità a tappe sta andando nella strada giusta. Cioè, quell'omicidio dell'83 aveva fra gli scopi quello di liberare Francesco Vinci, perché era ingiustamente accusato di quel delitto; tant'è che viene scagionato. C'è forte una serie di testimonianze in questo processo che danno riscontro a quelle dichiarazioni di Lotti relative al fatto che gli si chiedeva dal carcere, da Pacciani, di fare omicidi per scagionarlo. Ci sono testimonianze di persone, che vengono dal mondo carcerario, che hanno sicuramente tutta quella difficoltà di raccontare e di essere credute, perché il mondo carcerario è quel che è; un mondo in cui sicuramente è difficile capire cosa si evolve e cosa matura, quali sono i rapporti. Ma c'è una serie di testimonianze che danno riscontro a Lotti circa questo fatto che dal carcere, chi era in quel momento accusato, in questa fase il Pacciani, che voleva che qualcuno gli facesse un omicidio per scagionarlo. Ed è esattamente la figura speculare di cosa era successo quando c'era Francesco Vinci, quindi è più che plausibile. È un elemento che dà riscontro a queste dichiarazioni. Io direi che solo a questo fine vengono indicate quelle testimonianze, non certamente per dare certezza di queste circostanze. No, è una situazione che esula completamente dalla prova dei fatti, omicidi addebitati agli imputati, ma è un riscontro ulteriore alle dichiarazioni di Lotti. L'ultimo, l'ultimo argomento signori, ma dovremo, a un certo punto - e io ne parlo già ora - parlare del movente. Dice: ma perché facevano questi omicidi? Mah, signori, io direi che se questo dovesse essere uno degli elementi da valutare, e lo sarà senz'altro, in una fase successiva, io ho delle indicazioni già ora.
Signori, avete voi capito, nella descrizione che vi ho fatto dei personaggi, che personaggi sono. Si tratta di personaggi che per un motivo o per un altro, hanno sicuramente delle perversioni. Lotti ce l'ha detto lui stesso; degli altri, sono ricostruite attraverso testimonianze. Ma queste sono le perversioni che sono servite da movente a questi fatti. Sono un movente. È tranquillizzante questo movente? Io non lo so. È sicuramente un movente chiaro, perché Lotti ha detto fin dal primo momento, quando gli viene chiesto: 'perché venivano fatti questi omicidi?': "Perché piaceva a coloro che li facevano farli, quegli omicidi; perché piaceva stare a vedere, per quelli che guardavano". È un movente che ci soddisfa? È un movente che vi soddisfa? Non lo so, però, attenzione, la perversione di questi soggetti è sicura; è una perversione il cui grado, il cui tenore io non so specificarvi. Sarà la attenzione che daremo su questo punto nel dibattimento a chiarirla meglio. Comunque, è il movente che emerge chiaramente nell'indagine. Se ce n'è un altro, se c'è un movente ulteriore io non lo so; ma non mi meraviglierei sicuramente di niente, se questo dibattimento, come il precedente, fornisse elementi ulteriori in proposito.
Ritengo, quindi, che tutti gli elementi che ho offerto nella lista che ho depositato, siano elementi di prova che la Corte dovrà accogliere per dimostrare la tesi dell'accusa. Io chiedo, quindi, di produrre innanzitutto quell'elenco di documenti relativi alla prova generica, indicati nella mia lista ex 468 IV Comma e ex 238, che sono tutti gli elementi di prova specifica, cioè tutti gli elementi che nel corso del dibattimento già celebrato a carico di Pacciani sono stati già forniti in sede dibattimentale, quindi utilizzabili da voi, in merito alla prova specifica dei fatti omicidio. E sono le perizie medico-legale; i verbali di sopralluogo; i rilievi fotografici di tutti gli omicidi; e soprattutto le testimonianze di colore che hanno fatto questi atti, cioè gli ufficiali di Polizia Giudiziaria che hanno fatto i sopralluoghi, e dei medici legali che hanno fatto le perizie. Io vi chiedo di acquisire intanto, ex ufficio, queste testimonianze già rese in sede dibattimentale con, una volta acquisite, richieste in merito alla loro utilizzabilità. Però vi chiedo già di acquisirle, perché voi lo potete fare. Vi chiedo, quindi, di sentire tutti i testi di cui alla lista presentata; chiedo il controesame dei testi indicati dai difensori degli imputati; chiedo l'esame di tutti gli imputati. Mi riservo di fare delle deduzione in punto di ammissibilità di alcune liste testi, e mi riferisco esclusivamente alla lista testi fatta dal difensore di Vanni, avvocato Filastò, sulla quale io ho un parere anche scritto, ma mi riservo di farlo, dopo che avrà illustrato, il difensore, i motivi per i quali chiede quelle ammissioni Per quanto riguarda una riserva, le testimonianze richieste dalla parte civile, avvocato Santoni, relativamente alla prova sui fatti omicidio del '74, che, non essendo un omicidio contestato in questo processo, è sicuramente superflua. Grazie.
Presidente: A questo punto vorrei sapere una cosa.
Presidente: A questo punto vorrei sapere una cosa.
P.M.: L'esame degli imputati...
Presidente: Sì, sì. Vorrei sapere una cosa, Pubblico Ministero, questi atti che lei...
P.M.: Sono tutti pronti.
Presidente: Gli avvocati, le difese li hanno visti o vengono messi a disposizione per la prima volta?
P.M.: Sono per la prima volta, in questo senso: sono atti di altri procedimenti che le parti o lo conoscono o non lo conoscono, dimostrano di averlo conosciuto, da quello che ho sentito in questo dibattimento. Comunque, siccome si tratta di atti che in parte sono richiesti anche da altri difensori, io presumo che sono necessariamente conosciuti, altrimenti non lo chiederebbero. Si tratta di atti per i quali io ne chiedo una parte, il difensore avvocato Filastò li chiede in toto, quindi mi sembra che li conosca, altrimenti... Io comunque li metto a disposizione della Corte cosi...
Presidente: No, vorrei sapere se per fare le vostre controrelazioni ... istruttoria avete bisogno di esaminare questi atti o no. I difensori.
Avvocato Filastò: Io si Presidente, gliel'ho già anticipato. Il Pubblico Ministero dice li conosco di già.
P.M.: Li conosce perché li ha indicati lei.
Presidente: Va bene.
Avvocato Filastò: Come?
P.M.: Li ha indicati lei nella sua lista. Sono identici a quelli che ha indicato lei,
Avvocato Filastò: Li ho indicati nella mia lista immaginando quali fossero. Se lei guarda la mia lista, fra l'altro, con riferimento ai testimoni, è molto più puntuale quella dell'avvocato Santoni Franchetti della mia, rispetto a certi testimoni. Perché io non sapevo chi erano le persone che avevano fatto le indagini, tanto conoscevo poco quegli atti.
Presidente: Va bene.
Avvocato Filastò: Lei sa perfettamente, signor Pubblico Ministero, che l'avvocato Filastò è stato incaricato di questa difesa...
Presidente: Avvocato, parli alla Corte, non parli con il Pubblico Ministero. Parli alla Corte.
Avvocato Filastò: ... il 7 aprile. Perché l'ha saputo il 12 aprile di essere in carico della difesa di Mario Vanni.
Presidente: Avvocato Filastò, per cortesia, siamo davanti alla Corte di Assise, si rivolga alla Corte. Non polemizzi sempre col Pubblico Ministero. Lui fa la sua parte come lei fa il suo ruolo. Per carità.
Avvocato Filastò: Siccome dice lui che io li conosco. Lui mi ha attribuito una conoscenza che non ho, Presidente.
Presidente: Va bene, sospendiamo per 10 minuti. Prima di tutto, prima di sospendere, signor Vanni... Voglio avvertire il signor Vanni... Signor Vanni? Voglio avvertire lei, per legge lei può fare dichiarazioni spontanee...
Mario Vanni: Senta...
Presidente: Aspetti, aspetti, aspetti, prima mi faccia dire cosa voglio dire.
Avvocato Filastò: Vada, vada, parli, parli.
Presidente: Può fare dichiarazioni spontanee quando crede.
Mario Vanni: Ciò che dico io. Pucci e Lotti sono dei bugiardi.
Presidente: Va bene.
Mario Vanni: Perché il Lotti faceva all'amore con la mi' nipote, gli ho pagato per quattro mesi le cene e lui mi ha ricompensato così. Il Lotti veniva a imbiancare, gli davo la giornata e in più gli davo da mangiare e bere e 50 mila lire. Sicché m'è parso di fare abbastanza bene.
Presidente: Va bene.
Mario Vanni: Non so come mai l'hanno presa con me.
Presidente: Ho capito.
Mario Vanni: Io, senta, sono malato, ho due ulcere e un'ernia. Ho una moglie che ha il coso... come si chiama?
Avvocato Filastò: L'epilessia, Vanni.
Mario Vanni: L'epilessia, la casca in terra sicché…
Presidente: Va bene.
Mario Vanni: Io sono innocente, gl'è un anno e tre mesi che sono qui.
Presidente: Non intendevo dire questo.
Mario Vanni: Se mi fa la gentilezza di mandarmi a casa perché non ne posso più.
Presidente: Benissimo.
Mario Vanni: Io gli dico la verità.
Presidente: Volevo dire che per legge lei ha la facoltà di intervenire e fare sue osservazioni spontaneamente sui fatti che la riguardano, indipendentemente dall'esame che sarà fatto alla fine, capito?
Mario Vanni: Sì, sì.
Presidente: Quando c'è da dire qualche cosa, lei alza la mano e lo dice, va bene?
Mario Vanni: Va bene.
Presidente: Per ora sospendiamo per 10 minuti.
0 commenti:
Posta un commento