Segue dalla quarta parte.
A.S.F.: Viene, sempre in quel periodo, spedita un'asta guidamolla, quella che fa scattare i colpi, di una 22, che può essere compatibile da quella usata dal Mostro, con un pezzettino di stoffa ai Carabinieri, con un biglietto allegato, stranissimo, che dice che questa sarebbe stata trovata in un bosco, dentro un barattolo di vetro da uno che camminava. Qualcun altro l'ha trovata prima, poi, questo l'ha ritrovata quando è stata scoperchiata in un barattolo di vetro schiantato. Ma è plausibile questo racconto? No, è un racco... Guardate che è importante, perché sicuramente il pezzo di stoffa è di proprietà del Pacciani. È plausibile questo racconto? Poco, perché è assurdo, se qualcuno l'avesse nascosto l'asta guidamolla…
Presidente: Signori Avvocati, lo dovevo dire prima ma questo scritto nel processo non c'è, non esiste prova.
A.S.F.: Ma noi non ne parliamo, Presidente.
Presidente: E invece lei ne sta parlando.
A.S.F.: No, sto parlando... lo so non esiste, purtroppo. Presidente, non esiste...
Presidente: Non l'ho mica fatto io il Codice di procedura.
A.S.F.: Non c'è dubbio, Presidente...
Presidente: Lo abbiamo eliminato, non c'è, non esiste, per noi non esiste in natura.
A.S.F.: ... del pezzo del, del... eh lo so, è il punto cardine del processo, perché è questo, e noi non se ne può parlare.
Presidente: No…
A.S.F.: Non se ne può parlare, Presidente...
Presidente: Se ne può parlare…
A.S.F.: Così…
Presidente: No, può parlare dell'asta guidamolla, degli stracci.
A.S.F.: ... certo ne parlo, Presidente, però rimane…
Presidente: Il resto…
A.S.F.: Eh lo so...
Presidente: Il resto è pura accademia.
A.S.F.: Il resto è pura acc ... ah, è pura accademia, su questo...
A.B.: Gli è arrivata l'asta guidamolla.
A.S.F.: L'asta guidamolla è arrivata, sì...
Presidente: L'asta guidamolla ne può parlare, come ne può parlare…
A.S.F.: : Certo.
Presidente: ... degli stracci, dei cenci, eccetera. Ma del contenuto del biglietto... !:
A.S.F.: Ma non leggerò il biglietto, Presidente...
A.B.: Non è stata seque… mi scusi Presidente, non è stata sequestrata l'asta guidamolla dai Carabinieri, è arrivata ai Carabinieri, quindi, la missiva è importante...
Presidente: Ma sarà oggetto di futuro, ripeto...
A.B.: Chiedo scusa...
Presidente: ... l'abbiamo eliminata, è un anonimo, non so. Se poi volete parlarne fate pure.
A.S.F.: Un momento, Presidente, perché per noi ci brucia talmente questa storia, a parte l'interpretazione ' che può essere data dal documento anonimo, come attinente al corpo di reato, il fatto è che arriva e ne parliamo. Il P.M. interrogherà, non ci crede nemmeno lui, diciamo allora anonimamente sul modo come arriva quest'asta guidamolla, perché interrogherà le figlie del Pacciani sul punto, facendogli fare degli esami di... controllo della scrittura. Noi dobbiamo dire una cosa, perché è un punto importante? Noi non crediamo, neanche noi, come non ha creduto il Pubblico Ministero, almeno mi sembra, se ha interrogato le figlie, a questo anonimo, anonimo testimone che, girando per le campagne, va a trovare un'asta guidamolla. E allora a qualcosa è importante, perché qui son tre cose: o uno è un complice del Pacciani e l'ha spedita, oppure l'ipotesi del demiurgo misterioso e cattivo si riaffaccia alla ribalta e su questo punto, che è centrale nel processo, noi vorremmo ora, o in futuro, chiarezza. Perché leggendo quello che non si può leggere, Presidente, emerge chiaramente una cosa: quel biglietto non è scritto da un analfabeta, ma è scritto, ed è facilmente pensabile, e tutti lo hanno detto gli esperti di grafologia da noi consultati, da una persona colta. Non lo si può leggere. È il colmo. Il P.M. ha fatto l'elogio di questo Codice di procedura penale, ma non è molto servito in questo processo. Noi siamo di avviso contrario. Perché? Perché è un processo che ha le sue radici in trent'anni fa, questo strumento è veramente ingiusto. È chiaro, Presidente, ella ha guidato questo processo con grandissima correttezza, ma noi che siamo depositari e vogliamo una verità vera, una verità storica, ci troviamo con l'acqua alla gola. Non è possibile che di fronte a 16 vittime io non riesca a parlare di un biglietto che è così chiaramente falso, prodotto da una persona che ha studiato, perché i grafemi sono chiaramente prodotto di una persona... La T è fatta come una croce, l'A come un'Alfa greca, la E nella maniera inversa di quella che noi facciamo sempre. È possibile non doverne discutere? E guardate che è importante. Perché noi si è anche pensato che se lo potesse essere mandato il Pacciani. Siamo arrivati addirittura a questa perversione, e vi diremo poi perché. Ma se non è stato il Pacciani ad inviarla chi lapuò avere... e non è il demiurgo. Perché guardate che questo biglietto, tra l'altro, escluderebbe a nostro avviso l'intervento del cattivo demiurgo. Perché? Perché dice una cosa strana. La dico anche se non la posso dire. Perché parla di uno che scopre questo barattolo di vetro, e un altro che lo trova. Ora, se questo biglietto fosse stato scritto dal demiurgo cattivo, tanto è falso, falsissimo, quindi è inutile andare ad inventare una terza persona. È come se qualcuno volesse proteggere chi veramente l'ha nascosto. Pensateci bene. Guardate che io non l'ho visto chi lo nascondeva. Guardate che io, addirittura, non l'ho trovato, non so come sia arrivato lì. So che l'ho trovato quando era stato disnascosto. Sembra quasi che questa persona voglia salvare quella. Che questa persona, se si è rivolto ad un avvocato, a un prete, a non so chi perché scriva questo biglietto, e che questa persona è abbastanza sapiente da capire cos'è una grafia di comparazione per fare dei grafemi completamente impossibili, che non esistono in natura. La E ha il trattino di mezzo lunghissimo, al contrario di quello che succede normalmente; la T è fatta in maniera assurda; la Q ci ha il trattino perpendicolare esattamente. È assurdo. Cioè'nessuno scrive normalmente cosi. E a noi questo ci brucia. Però ricordiamoci bene che questo è la chiave di questo delitto. Chi l'ha mandato? E perché? Benissimo, non è acquisibile, non se ne potrà parlare in sentenza. Ma nel vostro iter mentale questo andrà pur considerato. Si parla molto di gruppo di qualcuno che può essere intorno a qualcun altro. Ma queste sono cose... non si possono passare sotto silenzio, e non saranno passate sotto silenzio, perché noi dobbiamo arrivare in un processo cosi nebuloso, indiziario, a una verità storica, una verità vera. Ma andiamo avanti. Questo era il punto fondamentale e proprio su questo ci si trova le mani legate. Chi l’ha mandato? E ci dobbiamo arrivare. Chi aveva la possibilità di trovare quel panno verde e legarlo lì? Che poi non serve a niente, perché non salva certamente... È chiaro, no? Un panno non salva dalla ruggine un'asta guidamolla. Quindi non può averla... non era nascosto. Qualcuno l'ha voluto mandare. E allora bisogna trovarlo assolutamente perché questo è la chiave che ci potrebbe dare'una risposta. Se noi sappiamo chi l'ha mandato, sappiamo o che Pacciani è innocente, perché è stato incastrato, oppure sappiamo la verità da una persona che gli è molto vicina. Anche se si potrebbe ulteriormente infierire: ma questa persona che gli è molto vicino non ci poteva mandare la pistola, invece di un'asta guidamolla? Insomma, tante le ipotesi che scaturiscono da questo fatto su cui dobbiamo fare verità. Vedrà la Corte. Poi ci sono altre cose più gravi. Sul blocco tanto ha parlato il Pubblico Ministero. Io rincorsi il perito, per i corridoi gli dissi: ma può essere stato in una discarica? 'No avvocato, non può essere stato in una discarica. Comunque fate una perizia merceologica', che avevamo chiesto. Ci preoccupano altre cose. E mi ricordo che lei, Presidente, fece delle domande specifiche: 'Si va a scrivere l'anno? Quando un muratore mi deve qualcosa, scrivo, non mi ricordo la data ma 27 agosto 19… ' E che diranno? Quando io mi devo ricordare una cifra, un debito o un credito, metto al massimo la data. Dopo un anno l'ho già buttato via. Che vado a scrivere l'anno e conservarlo? Non mi torna, non mi torna questo blocco. Questo blocco che legherebbe Pacciani al 1983. Non mi torna. Ma la verità ce la poteva dire, anche se era una verità... L'ho rubato, passavo di lì quel giorno, ho visto... che è impressionato lì, ho già un precedente per furto, sono entrato, a me piace disegnare, l'ho preso, se anche non è in condizioni, forse, da disegno’. E il quadro? Ecco le motivazioni che a noi, "ob torto collo" ci devono far concludere in questo modo, motivando in un modo, ma concludendo in un altro conto il Pacciani. Signori, quel quadro è apparso su tutte le televisioni, su tutti i giornali. Nessuno ha detto 'È mio. Era mio'. Sono venuti qui testi, i più strani. Nei nostri studi, o alla Procura che ci ha camion, dice, di lettere anonime di persone che hanno visto e non hanno visto... Nessuno ha detto: 'Quel quadro era mio'. Da dove viene questo quadro? Lui dice era di un tal Gaziero, o non so chi. Una persona molto perbene, un industriale, è venuto da voi e vi ha detto 'Non è affatto vero. Non è affatto vero. Io non l'ho mai avuto'. Io domandai, e la Corte si sorprese, lo lessi nei loro volti, se le tendenze politiche dei giovanotti, dei tedeschi, di questi ragazzi. E la sorella disse: 'Sì, erano di sinistra, come lo sono tanti giovani. Pacifisti, antimilitaristi...' Ecco, ma quel quadro appartiene a quella corrente di pensiero di Guernica, Picasso od altro, di simbolismo contro le dittature del Sudamerica. Quindi compatibilissimo che questi ragazzi avessero questo quadro. La sorella ha detto, 'Non lo so, non posso dire niente', ma in teoria era compatibilissimo con la cultura di questi due giovani ragazzi pacifisti che andavano alle manifestazioni contro la bomba atomica. Certo, a me mi sorprende, mi sorprende che nessuno abbia detto: era mio, l'ho perso, l'ho buttato via, e il Pacciani lo può aver trovato. In Italia nessuno l'ha detto. È buffo questo, consentitemelo. Non vuol dir niente, ci mancherebbe altro! Ci mancherebbe altro che volesse dire sotto il profilo probatorio... però, per noi, parte civile, ha un grosso significato. Per noi, parte civile, ha un grosso significato, Giudici. Noi vorremmo la verità. Non la riusciamo a sapere da fatti così lontani che ci hanno, a quei tempi, tanto fatto pensare, ma dai fatti di ora l'avremmo voluta sapere. Anche se questi fatti mi vanno come un treno velocissimo contro il passato. Però, vivaddio, sono fatti cosi recenti, da lui la verità la potevamo sapere. E anche i soldi trovati, trovati sotto i mattoni, decine di milioni, in casa del Pacciani. Dite voi, già ma io l'ho conosciuto, persona corretta nel rapporto che ho avuto con lui, estremamente affettuoso, ma anche di una avarizia ai limiti... ai limiti dell'assurdo. Vedano, quando ho detto quella cosa strana dell'asta guidamolla, quante cose ancora da i scoprire! E forse la Polizia li potrà anche scoprire un giorno, chissà su questo processo, chi l'ha inviata. E questi soldi... lui che voleva togliere ad un operaio dei soldi per i 10 minuti di minzione che aveva fatto, e comunque la sua avarizia è notoria. Favolosa, favolosa! Non so se ' è un episodio vero, se l'ho letto, comunque della sua avarizia siamo tutti convinti. Lascia tante decine di milioni nascosti che potrebbero rendere soldi? Che potrebbero rendere tanti milioni di interesse? Non vuol dir niente. Ma per noi, sommando ad altri indizi, ecco, queste sono cose importanti. Importante l'arma iniziale, importanti le bugie, e importanti tutte queste serie di elementi che poi hanno una concatenazione. Non parlerò, ripeto, delle testimonianze. Certamente ne ha parlato il Pubblico Ministero sotto un profilo più puntuale, in quanto ha importanza probatoria. Io non scendo - sto terminando - non scendo su quel campo. Distruggerà tranquillamente la difesa, forse, queste prove. Non lo so. Ma per noi rimangono. Rimangono questi problemi. Noi che non dobbiamo dare giudizi, perché non abbiamo forse la forza intellettuale di darli in queste condizioni, però ci sono. Come possono quadrare in una sentenza, come possono sfociare in una sentenza, non lo sappiamo. Grazie a Dio, siamo di qua. Questo è un compito della Corte. Noi dobbiamo soltanto evidenziarlo, pro o contro che questi fossero. Pro o contro. Abbiamo parlato, e concludo, Presidente, signori Giudici di questa Corte, di una prova, generale, degli omicidi del '68, soprattutto: non c'entra il Pacciani; negli altri, non lo vediamo. Non lo vediamo dalle carte, dai fatti storici, dalle ricostruzioni. Ma certamente, e lo dobbiamo dire per coscienza, mancano tanti anelli. Mancano tanti anelli. Chissà se da questi anelli, da questi fatti che ora abbiamo sommariamente descritto ci possa essere una ricongiunzione. Si dice, basta trovare le prove per un omicidio e automaticamente è colpevole anche per gli altri. Ma vale purtroppo anche il principio opposto, potrebbe valere. Ecco, noi abbiamo enucleato questi, principi. E vediamo che ci sono delle ombre. È incredibile. Ma come? Temporali a destra e temporali a sinistra? È vero, questo è questo processo. Perché questo processo è unico veramente. Non soltanto perché sono state uccise le coppie, ma perché abbiamo prove contrastanti che ci portano a sinistra e continuamente a destra. È stato così fin dal principio. Lo dobbiamo annotare e nient'altro. E lasciamo, a questo punto, la decisione a questa Corte, che potrà sfruttare una istruttoria che è durata mesi, su queste basi specifiche, tecniche. Abbiamo soltanto parlato di problemi tangibili, medico-legali, di bossoli non ritrovati, di persone e cose e fatti. E per questi motivi che abbiamo in questo momento enunciato, concludiamo con tutte le lacerazioni che vi abbiamo in questo momento spiegato, soffrendo in questo momento. Forse non si voleva proprio arrivare alla conclusione. Mi duole essere arrivato per questi motivi di coscienza. Comunque, per tutte queste bugie, per queste cose, voglia l'eccellentissima Corte sommariamente, perché gli altri difensori poi vi illustreranno molto meglio - il collega Pellegrini, il collega Saldarelli - le conclusioni, condannare Pacciani Pietro, se " ritenuto responsabile da questa Corte, alla pena che sarà secondo giustizia, oltre alla provvisionale e a notule che sono allegate. Vi ringrazio dell'attenzione.
Presidente: Bene. Dunque, a parte si fa una brevissima sospensione per il caffè, chi parla, poi?
A.S.: Parlo io, Presidente.
Presidente: Allora solo un caffè. D'accordo?
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Nessuno si allontani.
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