Segue dalla terza parte.
A.S.F.: Non siamo noi a venir qui e a dire: 'son stati loro...' macché, figuriamoci! La verità, purtroppo, mi sembra che la testa mi esploda a volte, non lo so, ecco. Diciamo, questi sono i problemi, ve li offriamo; se sono importanti ci darete una risposta, non sono importanti non ci risponderete, noi avremo la nostra coscienza tranquilla. E abbiamo avuto l'occasione di dirle queste cose, di affrontare così, un momento, questa drammatica serie che è tutto contro. Non c'è mai più pistole, meno pistole, questa maledetta calibro 22, revolver, che esiste, esiste di qua, esiste di là e che erano in libera vendita in Francia. La 22 revolver era libera vendita in Francia, facilissimo averla e facilissimo averla in Italia, perché erano armi che arrivavano così, non c'era bisogno, in maniera particolare, di niente per acquistarla. Il 1985 finisce, finisce la serie degli omicidi, con queste contraddizioni: un serial killer che colpisce una volta l'anno? Ma scusatemi, bastava fare pochi chilometri per andare in zone dove questa risonanza era molto minore. Che so? nella Versilia, nell'Emilia Romagna, a sud, per trovare vittime facilmente, per trovare facilmente delle vittime. Perché sempre qui? Ecco le domande che ci hanno tormentato, e hanno tormentato per anni gli investigatori e i Giudici: perché qui? perché non andare più lontano? Avete una risposta da dare? Io non lo so, non ve la posso dire se non delle, così, dei pensieri, delle affabulazioni. Io, ecco, sarei contento di avere una risposta. Perché rischiare in un momento in cui... Io la sera, non so, andavo dagli amici a mangiare, nei dintorni di Firenze, e c'era continuamente pattuglie della Polizia. Perché rischiare in questo modo? Una mente veramente perversa da una parte e diabolica dall'altra, per sfidare, così, tutti e vincere ogni volta. I colpi non venivano mai sentiti, c'era o non c'era il silenziatore, perché queste sono polemiche balistiche incredibili; comunque, il Mele disse allora: c'era. Bene, nel 1985 nasce - e qui è terminata la parte generica, si affronta, velocemente, quella specifica - da una parte l'ufficio istruzione è convinto di rinviare a giudizio Salvatore Vinci, l'ultimo mai arrestato, la Procura della Repubblica di Firenze è di avviso contrario. E se voi leggete la sentenza, vi è traccia di questo forte contrasto. Io non so perché la Procura non fece quello che, forse, doveva essere fatto: un processo a tutta questa gente. Questa pista doveva essere celebrata in un processo, le prove verificate. Forse vi era paura, non lo so, è un mio pensiero, che se si arrestava anche Salvatore Vinci, automaticamente avveniva un altro delitto, cioè che qualcuno nell'ombra di questo gruppo, ogni volta che una di queste persone veniva arrestata, colpisse per scarcerarla. Perché questo è avvenuto. È avvenuto per Francesco, è avvenuto per Mele ed è avvenuto per Salvatore Vinci. Forse se lo arrestavano succedeva un altro delitto e, vi assicuro, i ministri arrivavano a Firenze, l'opinione pubblica sarebbe impazzita. 'Voi non sapete fare niente!', avrebbe detto. Viene bloccata. Ma forse c'è qualcosa di più. Entriamo nello specifico: Pietro Pacciani. Gli investigatori che seguono a 360 gradi queste indagini, e allora io devo prendere posizione, voi avete capito il mio pensiero, in questi delitti io non ho visto Pietro Pacciani, non ce lo vedo; ho visto tante altre cose, un gruppo di persone e la pista sarda, e sono osservazioni importanti: quello che scappa, lasciamo stare, si parlerà, si parlerà di un biglietto, dopo, di Pietro Pacciani, vi dico che biglietti saranno trovati ai Mele, ben altri biglietti: 28 ottobre, mi sembra, luna piena giorno propizio. Quello sì che è un biglietto. Ma non è questo il problema. Tutti noi si diceva: 'il '68 non è un delitto da psicotico'. Il '74, c'è forse la pista sarda, è sbagliata. Ma eravamo ammanettati da questa benedetta pistola. Come fa a cambiare di mano? Loro indagano e trovano il 1951. Eh, certamente dev'essere stata lo scoppio di una bomba atomica per un investigatore. Guarda caso! Allora il movente valido per i sardi diventa valido per lui; inoltre, è nello stesso luogo, l'attrazione mugellana nasce proprio dal fatto del 1951. I delitti avvengono a Sagginale e poco più giù, accanto a dove abitava il Pacciani. Non solo, il delitto è diverso, ma non vuol dire molto sinceramente, perché in quel delitto lui, forse, poteva avere l'impunità se non violentava la donna. Però lui è una persona che quando vede sesso vuol far sesso, la violenta, fa all'amore con lei comunque, e per questo verrà arrestato. È quindi estremamente diverso da quell'omicida che nell'81 o nel '74 nemmeno tocca le donne; non ci ha nessun contatto fisico, è completamente diverso. Ma questo non vuol dire niente perché vi può essere stato un'evoluzione. Soggettivamente penso che sia molto difficile questo tipo di evoluzione, però è un fatto che può essere, che lui arrivi al disgusto, anche se non sembrerebbe poi in quel periodo tanto disgustato dalle donne se va a letto con le figlie. Sì, per me non torna, però scientificamente hanno detto tutti gli psichiatri che ho consultato, non vuol dir nulla. Io non son d'avviso, ma non ho certo il nome famoso come costoro. Forse il buonsenso ci dice che son cose diverse, ma non importa. Ricordiamoci della pistola, del revolver, perché quella connotazione sul 22 Magnum è certamente importante. Ecco oggi, su queste basi, la facilità nel '74 di essere lì, sono i suoi posti, ci sta la mamma lì, ci sta la mamma a Rupe Canina; un tiro di schioppo da questi luoghi, due chilometri. Lui va dalla mamma e, per l'appunto, lui abita a Scopeti nell'ultimo delitto dell'85. Quando è impossibile trovare una coppia, quindi per me è anche impossibile andare a girare, uno deve diventare pazzo, perché in quel periodo non si trova una coppia nella provincia di Firenze. Per l'appunto c'è Scopeti, dove abita lui, e passando in su e in giù li vede. Certo sono cose che, anche un difensore di parte civile, assolutamente non convinto, e tutti lo sanno, della sua colpevolezza ci rimane con gli occhi aperti. Ma vediamo le prove ulteriori, quelle specifiche. Certamente noi abbiamo una prova, diciamo generica, nei confronti del Pacciani, persona logica di tipo di autore, ne dobbiamo prendere atto, c'è, come no! E sennò, vivaddio, oggi non era qua. Ma quali sono, secondo noi, così convinti della non colpevolezza...
Presidente: Avvocato...
A.S.F.: Sì?
Presidente: ... le segnalo che è già un'ora che lei parla.
A.S.F.: Certo, Presidente, ho dato un termine e stia tranquillo che sarò addirittura più...
Presidente: No, no, io sto tranquillo ma è lei che si deve preoccupare.
A.S.F.: No, no io son tranquillissimo, ho detto il tempo è quello. Quali sono le prove che convincono, che portano, che portano, "ob torto collo", a dover prendere a questa parte civile una posizione, perché una posizione la dobbiamo prendere, contro Pietro Pacciani. Noi che, dopo avere visto sommariamente ma certamente si potrebbe fare un'analisi ben più profonda, dettagliata, su tutti i punti che abbiamo enucleato, ci mancherebbe altro, ma non è compito nostro, se vuole lo farà la difesa, noi dobbiamo motivare perché, a un certo punto, non concludiamo, cioè, oggi concludiamo, ma avremmo potuto non concludere e cioè chiedere sostanzialmente l'assoluzione del Pacciani. Una parte civile che non sta da nessuna parte, né del P.M. né della difesa, si ritrova male di fronte a una persona che mente dal primo all'ultimo minuto. Con quale coraggio, di fronte ai miei assistiti posso dire, Pacciani, ho la prova che quest'uomo è innocente, quando mi mente continuamente? E abbiamo fatto una piccola ricerca delle sue menzogne che, logicamente, ora non trovo più, va bene, le dirò a mente... Scusi, Presidente, un secondo che cerco di fare mente locale nelle mie carte… Ecco, sulla Sperduto, per esempio, dice: 'Io non ho mai avuto rapporti con la Sperduto', la sua parola contro quella della Sperduto. Certamente, ma noi siamo più portati a credere alla Sperduto, atteso che in quel periodo aveva rapporti con le figlie, non in quel periodo storico, forse, ma insomma, prima o dopo aveva rapporti anche con le figlie. Dice il filo spia, io l'ho tolto per caso, quello delle intercettazioni ambientali, bah, siamo andati a vedere, Presidente, tutti insieme, mi sembra che tanto per caso è difficile andare lassù a cercarlo. Parla del 1985, di quel famoso Maresciallo che sarebbe andato, non andato quel giorno, insomma io credo ancora, ancora al Maresciallo, non a lui. Non vedo perché, poi, una cosa così poco importante dovrebbe mentire, fosse decisiva nei confronti, fosse decisiva nei confronti dell'indagine, io capisco anche una menzogna, ma su una cosa del genere? Le braccia bendate, la moglie ci dirà sulle braccia bendate, che invece erano bendate, lui mi ha detto non sono mai state bendate. Benissimo. Di non aver mai posseduto armi, ma una pistola, siam proprio convinti, al di là della sentenza, ma le sentenze possono anche sbagliare, certamente vi è quel teste "de relato" che fa un discorso così preciso, così preciso, la modifica, ecco la modifica è possibile, ci crediamo alla sentenza. Ha mentito anche su questo. Sul numero di targa e le diciture "coppia", nega di aver picchiato la moglie. Il vibratore. Il vibratore, anche questa è una menzogna. Ma perché mentire? Lui andrà all'ospedale perché gli si è incastrato. Il vibratore, è vero che per chi soffre di prostata è necessario il massaggio prostatico. È come uno che fa sport, riceve una botta su una spalla, piglia del Bayern e si massaggia il muscolo, gli fa bene. Questo è il massaggio prostatico. Certo se io vado a tirar dei pugni sulla botta che ho ricevuto non mi fa bene, e questo è il vibratore che non fa dei massaggi, ma va a colpire come un percussore sulla prostata e fa male. Quindi, è una balla anche questa. Poi dice: 'Non ho violentato le figlie', lo ha detto prima e lo ha ripetuto in fondo. Ma come! Se nelle intercettazioni ambientali lui dice: 'La non avevano a veni' ni' mi' letto...', vuol dire che è successo... 'Sì, avrò sbagliato anche una volta, ma non per questo mi devono mette' le croci addosso'. Ha sbagliato. Quindi ha violentato le figlie, e ora ci viene a ripetere no? Insomma è una menzogna dalla A alla Z. Quelli sono fatti importanti, non lo capisco cos'è, a uno sfacelo schizofrenico, un bugiardo patologico, non lo so, so che mente. E come si può spendere la propria parola, mettere la propria mano su una persona, noi parte civile, convinti, comunque, per altri fatti che può non essere lui, di fronte a un atteggiamento processuale di questo genere. È innocente? Fatti sottoporre agli esami e dicci tutta la verità, spiega perché. No. Io, moralmente, vi assicuro, Giudici, è stato lacerante, ho conosciuto tutti i Giudici di questo processo e la pensavano in maniera diversa dall'attuale. Quindi, non sarebbe stato da parte nostra un atto di superbia dire, 'Ha sbagliato il P.M. Ci accodavamo a tanti altri Giudici. Ma di fronte a queste cose non so se è colpevole, non so se è innocente. Per la difesa, forse, secondo i paradigmi indiziari, questo può essere importante, ma io ho detto, non sono legato al 192, al 530 del Codice di procedura penale, sto facendo un discorso storico-morale, son sufficienti o no alla condanna, non lo so, questo lo deciderete voi. Per noi è importante, però, enucleare queste cose. Prima, come dire, in senso contrario al Pacciani, ora contro il Pacciani. Ma veniamo agli indizi, agli ultimi, e così si termina, Presidente. Anche se questi indizi ci lasciano un momentino da pensare, dobbiamo parlarne. Per noi, io lascio stare le testimonianze, non so se i miei colleghi vorranno parlare di questo, per me non sono importanti le testimonianze, era presente a Scopeti non era presente, vivaddio, vive lì. Lasciamo stare la credibilità di questi testimoni, forse su qualcuno si poteva indagare. Ce n'è uno che in paese vien chiamato "bella ciucca", non credo che questo sia un titolo, particolarmente bello per essere creduto per un teste, comunque di questo non parliamo, parliamo del proiettile che viene trovato in giardino. Dice la perizia, non è riferibile alla pistola, lo dice il Tribunale della Libertà, con un solo segnale, non mi importa se è riferibile o meno alla pistola del "mostro". C'è un 22 in un giardino che è un fazzoletto, mi devono spiegare perché è lì. Che proiettile è? È un proiettile scarrellato, che vuol dire? Che quando uno toglie il caricatore poi scarrella e il proiettile cade a terra, quindi, non schizza via; è molto facile, è molto facile vederlo quando casca. Quest'operazione non si fa certamente in mezzo a un giardino. Perché tutti lo potevano vedere, questo è vero. Ma infatti, dice il perito che da quattro giorni e cinque anni, il proiettile può essere lì, facilmente, in quel periodo, lui, era in carcere. Però nascono una serie di problemi molto grossi. Chi ce l'ha messo il proiettile lì? O è cascato? Può darsi che lui un giorno si sia infilato in qualche giaccaccia questo proiettile scarrellato; poi un giorno la moglie lo va a sbattere nel giardino, casca dentro in quel punto. Ipotesi come tante altre. Lui dice: 'Guardate che c'è un demiurgo, un personaggio losco nelle indagini, uno che è talmente convinto della mia colpevolezza, ce l'ha messo lui'. L'ipotesi è atroce, è detta a chiare lettere. La parte civile la deve affrontare, sarà vero? In ipotesi, certamente, può essere vero. Anche se è improbabile andare a buttare un proiettile là dove non ci dovrebbe essere, perché, ripeto, non si scarrellano i proiettili in mezzo ai giardini. O è qualcun altro, non il demiurgo cattivo, non i familiari che ce l'hanno messo. La risposta ce la può dare un fatto che avviene dopo. Però vi è una cosa da dire in questo caso a favore del Pacciani. Né questo proiettile, né l'asta guidamolla sono riferibili, cioè hanno una connotazione specifica rispetto alla pistola. Guarda caso, guarda caso, entrambi non rappresentano niente, cioè, due mezzi nulla dovrebbero fare un qualche cosa. È anche vero che nella sentenza Rotella c'è scritto: 'Noi dobbiamo assolvere o comunque dichiarare non procedibile, eccetera, eccetera queste persone, Chiaramonti, Mele, eh, perché? perché non si è trovato nessun elemento riferibile alla pistola'. In questo caso, guarda caso, scusate il bisticcio di parole, viene trovata due elementi riferibili in qualche modo alla pistola, anche se in maniera completamente anonima. Il primo, ma non il secondo che per noi è il perno dell'accusa a Pacciani. Lo dobbiamo vedere bene.
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