Segue dalla seconda parte.
Il testo che segue contiene dettagli espliciti e raccapriccianti. Se ne sconsiglia la lettura a persone sensibili ed impressionabili.
Presidente: Avvocato Santoni Franchetti di parte civile.
A.S.F.: Professore, la prima domanda attiene alla morte di Jean Michel Kraveichvili. Innanzitutto, per capire meglio la dinamica del momento finale, cioè quando lui viene attinto dai colpi di arma bianca - perché lui muore, come lei ci ha detto per i colpi di arma bianca, non per quelli di arma da fuoco - vorrei sapere perché non mi risulta ora, qual’era l'altezza di questo ragazzo. Se lo ricorda? Lo può ricavare da qualche suo dato?
M.M.: Dovrebbe essere...
A.S.F.: Io non sono riuscito a trovare questo dato.
M.M.: Dovrebbe esserci nella descrizione del cadavere, nella descrizione esterna del cadavere.
A.S.F.: Io non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte, né per quanto riguarda il ragazzo, né per quanto riguarda la donna.
M.M.: Io mi rifarei, se c'è a disposizione il verbale... Lei ha a disposizione il verbale di autopsia?
A.S.F.: Io ho la sua perizia e quella dei modenesi. Da nessuna delle due mi risulta quest'altezza.
M.M.: Allora mi dispiace, avvocato, ma non glielo so dire.
A.S.F.: Paolo tu lo sai? … Niente.
M.M.: Se lei mi permette di guardare un attimo i singoli fascicolini… No avvocato, non mi risulta. Mi dispiace, ma non mi risulta.
A.S.F.: Va bene. Cercheremo di supplire successivamente, professore, su questo punto.
M.M.: Io pregherei di rifarsi al verbale di necroscopia.
A.S.F.: Certamente, perché io non riesco a ritrovarle, nelle perizie non ci sono questi dati. Le chiedevo comunque questo: nella dinamica da lei ricostruita - se lo conferma, io non ho motivi di indurla in tentazione d'errore - il primo colpo è quello che raggiunge il giovane alla schiena. Nella ricostruzione noi abbiamo un colpo alla schiena in D-5 mi sembra.
M.M.: Sì, sì. I colpi alla schiena sono... ce n'è almeno uno. Io non sono sicuro al 100% che questo sia il primo colpo. Cioè, le caratteristiche, la localizzazione, il decorso della ferita, non mi dicono con assoluta sicurezza che questo è il primo colpo. Lo posso ragionevolmente dedurre solo dal fatto che chi viene inseguito - come sembra che questo povero ragazzo fosse, in quel momento - volgesse la schiena a chi lo inseguiva.
A.S.F.: Ecco, lei, a questo punto gli posso ricordare quello che ha scritto sul punto, ha detto: “In base a ciò si può dire che l'omicida nell'inseguirlo, lo ha raggiunto di schiena” - non lo mette come ipotesi – “in tal caso è logico pensare che il primo colpo di arma bianca sia stato quello alla schiena”. Si ricorda il tramite di questo colpo? Cioè, si ricorda come è stato inferto?
M.M.: È un tramite sicuramente dal di dietro in avanti, per chi stia alle spalle del cadavere.
A.S.F.: Certo.
M.M.: E, per questo mi ricordi, con lievissima obliquità, si è in alto, sia in basso, direi quasi diritto, quasi perpendicolare all'asse. Però nel contesto della necroscopia dovrebbe essere sicuramente scritto, se non altro quando si vedono le lesioni nel polmone sinistro.
A.S.F.: Quindi è un colpo dall'alto in basso. Nella sua perizia...
M.M.: No, no. È un colpo dal di dietro in avanti, con minima deviazione in senso longitudinale e in senso trasversale.
A.S.F.: Io le contesto che, nella sua perizia, professore, parla: “L'obliquità della ferita derivatane dall'alto in basso e dal di dietro in avanti, conferma questa collocazione cronologica”.
M.M.: Ma è, comunque, è una deviazione minima, avvocato.
A.S.F.: Minima. Bene. Mi interessa sapere questo. Che però è molto importante. Dopo, lei parla di un... che il secondo colpo, ora le devo fare la domanda, dove sarebbe stato inferto? Sempre in questa ricostruzione cronologica.
M.M.: Avvocato, non sono in grado di dirglielo, perché non sono in grado di dire, per esempio, se questo pover'uomo, colpito alla schiena - e questo è presumibilmente il primo colpo - abbia continuato la fuga in avanti, ossia caduto a terra. Non sono in grado di dire se sia caduto a terra, prono o supino, e quindi non glielo posso dire.
A.S.F.: Le contesto sempre, però, che, nella sua perizia, lei lo dà per probabile: “per la loro direzione trasversale da destra verso sinistra, è possibile che il bersaglio umano sia stato raggiunto subito dopo al collo”. Ci vuole descrivere i dati, le caratteristiche del colpo inferto al collo?
M.M.: Avvocato, “possibile”. Certo, certo.
A.S.F.: Al collo?
M.M.: Sì.
A.S.F.: Quali caratteristiche presentavano quelle al collo?
M.M.: Caratteristiche tipiche di una ferita d'arma bianca. Più, direi...
A.S.F.: No, la posizione, il colpo, va dall'alto in basso, da destra verso... è un obliquo, non è obliquo. Questo mi interessa. È evidente che un colpo al collo ha caratteristiche morfologiche chiare, ma mi interessa la direzione di questo colpo.
M.M.: Avvocato, non me lo ricordo, però se lei ha la compiacenza di continuare a leggere, si dedurrà da lì, quello che ho scritto.
A.S.F.: Benissimo. Se mi conferma... no, qui dice soltanto che: “il bersaglio umano è stato raggiunto subito dopo al collo, e forse anche al polso sinistro”. Destrimane, poi non è specifica meglio questi colpi, almeno in questa... Diceva comunque che questi colpi erano orizzontali. Ora, secondo lei, portati non dall'alto in basso o dal basso in alto, ma orizzontali. Questi colpi, secondo lei, sono compatibili con una persona che è in piedi?
M.M.: Quello alla schiena direi di sì, ma è anche compatibile con una posizione prona, a terra. Lo stesso per il collo.
A.S.F.: Quindi lui sarebbe cascato, in una seconda ipotesi.
M.M.: No, ho detto che sono compatibili. Diciamo che se questo tale inseguito - torno a ripeterlo - se l'inseguitore è alla schiena di lui, è probabile che il colpo alla schiena sia stato inferto quando lui era in piedi, stava correndo. È possibile anche, ed è quello del collo, che sia stato inferto mentre lui era in piedi, sia pure con un meccanismo diverso, più di strisciamento che di infissione.
A.S.F.: Esatto, di strisciamento.
M.M.: È possibile. Avvocato, potrebbero essere stati inferti anche ad una persona che giacesse per terra, prono, e che viene pugnalato alla schiena, e che poi viene, direi, leso da strisciamento al corpo.
A.S.F.: Ora sta parlando del collo, evidentemente.
M.M.: Sto parlando della schiena e del collo. Diciamo dei colpi posteriori e laterali.
A.S.F.: Passiamo ad un'altra domanda, professore. I tagli, i famosi tagli al seno che sono stati poco prima oggetto di discussione. A me non interessa tanto, mi sembra sia stato esaustivo, si potrà aumentare ulteriormente, penso ampliare questa discussione, perché mi risulta che sono state fatte delle analisi con degli scansori elettronici con la SEM, e forse quando ci si riporterà a questi dati avremmo delle idee più chiare e non così ad occhio. Ma ora non è questo il problema. Il problema importante, per me, è sapere se è possibile vedere e, sapere la cronologia. Cioè, è stata prima tagliata la mammella sinistra o il pube? Questo è importante sempre, perché si può ipotizzare, e lei stesso a pagina 166 che lo ammette...
Presidente: Avvocato, limitiamoci alla domanda.
A.S.F.: … ipotizzare. Quindi, qual è stato e soprattutto partendo da quali dati. Ovvero, mi sembra...
Presidente: Avvocato, la domanda l'ha già fatta.
A.S.F.: Perfetto.
Presidente: Allora, è stata e scissa prima la mammella o il pube?
A.S.F.: E perché.
Presidente: Se lo può dire, professore.
(fuori microfono) : E lo può dire sì: l'ha scritto.
M.M.: No, non lo so dire con sicurezza. Se ho scritto qualcosa di questo genere evidentemente era sotto l'azione della impressione diretta dei reperti di allora. Posso solo dire che entrambe sono postmortali e pochissimo tempo dopo la morte. Il sanguinamento che c'è sul materassino potrebbe provenire e dall'una e dall'altra. Siccome la regione pubica a più fasi della regione...
A.S.F.: Guardando la foto, forse il professore più chiaro potrebbe essere? Dovrebbe essere la 17.
Presidente: Vogliamo rimetterla?
A.S.F.: Ora, non so se è la 17, comunque è quella che fa vedere...
A.B.: Deve essere la mammella, perché c'è più sangue vicino alla mammella, la prima. O no? Lo devo dire io? Io lo posso rispondere.
M.M.: Potrebbe essere stato spostato il cadavere di qualche decina di centimetri verso l'alto o verso il basso.
A.B.: Di conseguenza il sangue... dovrebbe essere la mammella prima perché...
A.S.F.: Magari se lasciamo rispondere il professore è meglio.
Presidente: Allora, questa è la foto numero 18? Cosa può dire professore?
A.B.: Tra professori…
M.M.: Con precisione niente, Presidente. Stando così, in base alla fotografia, si ha l'impressione che questo sangue derivi dalla regione mammaria, però si dovrebbe prescindere da un particolare possibile che il cadavere sia stato spostato. Non mi ricordo purtroppo che cosa ho scritto nella perizia d'ufficio. Sono passati otto anni.
Presidente: Certo, certo.
M.M.: E non ho avuto il tempo di leggerla tutta.
Presidente: Bene.
A.S.F.: Ci interessava il suo commento su questa fotografia, professore, che è molto importante.
Presidente: L'ha fatto.
A.S.F.: Un'ulteriore domanda: tra gli elementi che noi ricaviamo dal taglio effettuato, dai tagli che abbiamo sul seno e sul pube, sono compatibili gli uni con gli altri, o no? Cioè, questa seghettatura, come lei stesso ammette nella perizia che non si sa bene la causa - lo dice lei stesso chiarissimamente nell'elaborato peritale - che però vengono evidenziati nel taglio, nell'asportazione del seno, si riscontrano minimamente nel pube, oppure no?
M.M.: Per quanto mi ricordo mi sembra di no.
A.S.F.: Esatto. Questo è un altro punto molto importante. In quella asportazione del pube - nel caso, come negli altri, peraltro – della Mauriot, non viene assolutamente interessata nessuna struttura ossea.
M.M.: No.
A.S.F.: Perfetto, professore, era quello che volevo sapere. Un'altra domanda: lei si ricorda delle lesioni contusive sulla fronte della Nadine Mauriot?
M.M.: Sì.
A.S.F.: C'erano dei grossi problemi. Ce li può un momento... le fonti, le cause di queste lesioni, ce ne può un momento spiegare, se possibile?
M.M.: C'erano, come ripeto, le lesioni d'arma da fuoco...
M.M.: Sì.
M.M.: ... che avevano, alla fronte.
A.S.F.: Quelle sulla fronte.
M.M.: Che potevano avere portato anche a delle echimosi circostanti al foro d'ingresso e al foro d'uscita.
A.S.F.: Siccome...
M.M.: Non mi ricordo se ci fossero altre lesioni di tipo escoriativo o contusivo al livello della faccia. Ce n'erano?
A.S.F.: Sì, c'erano. E lei, pensavo avesse riguardato questa perizia, perché addirittura pone tre quesiti, tre ipotesi alternative estremamente complesse e pensavo che ci potesse delucidare, perché sono del tutto misteriose. Gliele ricordo: “Il primo che, nell'interno della tenda, o nelle immediate vicinanze di essa, non è stato trovato alcun mezzo capace di produrre tali lesioni”. Dice: “ Questa difficile collocazione dipende primariamente dal fatto che non sono identificabili, nemmeno per approssimazione, i mezzi responsabili di queste lesioni”. Che rimangono talmente strane che lei, appunto, prima suggerisce questa ipotesi, poi la seconda ipotesi: “che nell'ambito delle modalità con cui è stato portato a termine il duplice omicidio, non trovano spiegazione logica, né collocazione finalistica, i tre colpi presuntivamente vibrati alla fronte ed al mento della donna”. Pensavo che, dopo tanto tempo, riguardandoli, le fossero potute venire in mente nuove soluzioni a questi misteriosi colpi di cui non si riesce niente a capire. Nulla.
M.M.: Non so.
A.S.F.: Siamo rimasti in questo...
M.M.: Sissignore, a quello che si è detto lì, che avrebbe, ha sicuramente maggior valore di quello che potrei dire ora. Se non altro perché quello era nell'immediatezza dei fatti.
A.S.F.: Certo, no, pensavo che, successivamente, si potessero essere studiate nuove ipotesi riguardanti queste ferite che non sono né finalizzate e di cui non si capisce nemmeno il mezzo con cui sono state portate. Un'ultima domanda, professore: riguarda la luce.
M.M.: La luce?
A.S.F.: La luce. Lei avanzò delle ipotesi: aveva una lampadina, c'era... si ricorda innanzitutto le condizioni esterne di luce? C'era la luna, o non c'era la luna? Anche questo difficilmente si riesce ricavare dai dati peritali.
M.M.: Non me lo ricordo.
A.S.F.: Non se lo ricorda.
Presidente: Va bene, questo lo sapremo in qualche modo.
M.M.: Però un calendario ce lo dice, naturalmente.
A.S.F.: Sì, c'era la luna professore, c'era la luna. Ma non risulta a me, da nessun atto. Mi risulta da altre fonti che non sono proprio forse processualmente valide. Le volevo chiedere una cosa: è compatibile, quelle operazioni che lei ha visto, con una persona che tiene in mano una lampadina? Perché all'interno della tenda non sono state trovate luci autonomi.
M.M.: No. Sicuramente, per quello che riguarda le mutilazioni, si debbono adoprare entrambe le mani. Quindi è chiaro che, se si adoperano entrambe le mani per mutilare, la luce non può provenire da una lampadina tenuta in mano da chi fa le mutilazioni. Posso avanzare un'ipotesi?
Presidente: Sì, prego, prego.
M.M.: Basta che la lampadina sia messa in terra, sul piano della tenda, sul fondo della tenda, perché illumini a sufficienza questo corpo disteso e permetta alla persona di agire con le due mani.
A.S.F.: Una soluzione molto semplice, mi sembra.
M.M.: La più semplice di tutte.
A.S.F.: Certo, ma è quello che volevamo sapere. Insomma, dico, com'era possibile visto che sapevamo che occorrevano entrambe le mani, che comporta poi grossi problemi nel momento dell’attacco ma non sono cose che riguardano la parte civile questi qui.
M.M.: Qualcuno, credo giornalisti, hanno scritto ad un certo punto che questo tale doveva avere alla fronte la lampadina da chirurgo o da otoiatra. È possibile anche questo, ma rischioso perché più alta è la sorgente di luce e più facile è che intorno si veda questa luce. Quindi era nell'interesse della persona, se ha agito con certa, direi, logica, assicurarsi un minimo di illuminazione, con il minimo di rischio di essere visto.
A.S.F.: A parte che intenda...
M.M.: Lampada in terra.
A.S.F.: Io non ho mai fatto esperimenti di andare in tenda, ma una luce, credo che questi la dovessero avere, e forse è stata asportata e forse sarebbe l'uovo di Colombo. Comunque...
M.M.: E comunque, una lampadina che è poggiata sul fondo di una tenda...
A.S.F.: Certo. Basta, è sufficiente per compiere l'operazione. Basta questo, professore. Ultima domanda, che non è una domanda, è un chiarimento. Vi sono ipotesi contrastanti su quando sono morti i due francesi, tra il 7 e l’8, l’8 e il 9. Lei ad un certo punto dice però una... quindi non voglio porle il quesito, soltanto una spiegazione. Lei dice che non vi sono stati fattori emotivi che possano avere inciso, poi, nei fenomeni della digestione. Questo lo dice: “La morte si svolse in maniera assai rapida”, pagina 26.
M.M.: Scusi, assai?
A.S.F.: Rapida. Ora, per quanto riguarda la donna è più che ipotizzabile questa rapidità, ma non per quanto riguarda l'uomo. Cioè, conferma anche che per l'uomo è stata talmente rapida da evitare uno shock che abbia potuto impedire, cioè fermare quei fenomeni?
M.M.: Ho capito cosa vuol dire.
A.S.F.: Perfetto.
M.M.: Allora, diciamo questo come premessa perché la mia risposta possa essere più chiara.
A.S.F.: Si.
M.M.: In certi particolari stati ricchi di emotività, di ansia, di paura, anche di gioia, la digestione si rallenta. È noto che persone che rimangono a lungo sotto l'influenza di un fatto pauroso, di una minaccia alla loro salute, alla loro vita, ai loro beni, si sentono... smettono di digerire. Ma questo per un'azione, direi, di questo tipo: ricca di emotività, di paura e di ansia che si prolunghi non per pochissimi minuti o per poche decine di secondi, ma per ore.
A.S.F.: Questo non era scritto nella perizia, professore. La ringrazio. Non ho altre domande.
Presidente: Avvocato Colao, prego.
A.C.: Professor Maurri, una domanda sui rapporti di forze: l'aggressore ha colpito il giovane nella tenda, perlomeno con tre o quattro colpi, di cui uno al gomito...
M.M.: Gomito destro.
A.C.: … al gomito destro che, abbiamo visto dalle foto, è stato devastante, quel colpo. Ora io chiedo: avendo lui cercato come forma di difesa la fuga, era - per quanto giovane e forse prestante, non sono - alla mercé dell'aggressore dopo l'attacco a fuoco?
M.M.: Direi di sì. Non solo per le ferite che ha avuto, torno a ripetere, forse più dolorose e più gravi. Una di queste gli ha messo, in pratica, fuori funzione l'arto superiore destro. Quindi era, semmai, in grado di difendersi solo con un arto, il sinistro. Ma era alla mercé per una serie di altri fattori. Prima di tutto la sorpresa di essere stato colto in tenda del tutto di sorpresa.
A.C.: Per la sorpresa, certo.
M.M.: Il buio, o pressoché tale. Il fatto che fosse nudo, il fatto che sia scappato a piedi nudi su un terreno disuguale, sicuramente ricco di piccole insidie per i piedi, in una zona a lui sconosciuta. È chiaro che era alla mercé, per tutti questi fattori.
A.C.: Grazie, professore.
Presidente: Ma, ecco, il braccio disarticolato, voleva dire l'avvocato.
M.M.: Sì.
Presidente: Il braccio disarticolato, nella fuga... perché nel correre...
M.M.: sa, credo che abbia percorso 20 metri.
Presidente: Sì ecco, no, volevo semplicemente domandarle se anche questo...
M.M.: Non so se abbia potuto, insomma, si può correre anche con un abbraccio ciondoloni, per 20 metri. Certo, con un braccio a quel modo, non ci si difende.
Presidente: Altre domande, signori? Senta professore, riguardo a quelle due escissioni, l'andamento com'era, lo ricorda? In senso...
M.M.: La direzione? Direi che anche in questo caso - cioè alla mammella - l'intaccatura alle 10; un po' meno evidente negli altri. Per cui mi fa pensare che anche in questo caso si sia incominciato ad incidere verso le 10 e si sia poi andati in senso orario.
Presidente: ecco. E la stessa cosa il pube?
M.M.: Direi grossomodo di sì. Non mi ricordo di intaccature significative a livello della cute del pube.
Presidente: Mi pare che nella perizia si dica anche che doveva presuntivamente trattarsi di un destrimane, anche in questo caso.
M.M.: Direi di sì perché se si agisce in senso orario, di solito, specialmente per quanto riguarda il pube, è chiaro che la persona che agisce deve stare ai piedi della donna, e quindi è più facile agire con la destra che con la sinistra.
Presidente: Professore, furono individuati elementi che potevano far pensare che questi ragazzi al momento in cui furono aggrediti, stavano avendo un rapporto sessuale, o lo avevano già avuto?
M.M.: Questo particolare non me lo ricordo, Presidente. Non glielo so dire. Non mi ricordo se è stato fatto un esame vaginale della donna, che però comunque avrebbe avuto scarsi risultati, vista la putrefazione ormai abbondantissima. Non sono in grado di dirlo. Mi sembra di ricordare che non si sono trovate, non si sono riconosciute, eventuali macchie di sperma sulle suppellettili, sul materassino e sulla coperta. Questa è l'una cosa che le posso dire.
Presidente: Altre domande, signori?
P.M.: Nessuna il P.M.. Grazie, Presidente.
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