lunedì 17 ottobre 2011

Ruggero Perugini - Deposizione del 13 giugno 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.
(…)
P.M.: Può spiegare allora alla Corte, non facendo ovviamente uso del filmato dove concretamente, in quali luoghi fu effettuata la perquisizione e magari, mi sembra sia stato già autorizzato, servendosi del verbale di perquisizione…
Presidente: Certamente
P.M.: …e sequestro…
Presidente: Di tutti gli atti e appunti in suo possesso.
R.P.: Si.
P.M.: …dire che cosa e dove fu repertato, dove furono cercate le cose, c’è un lungo verbale… prego.
R.P.: Prima volevo fare una precisazione…
Presidente: Prego.
R.P.: L’11 giugno del ’90 due ufficiali di PG della squadra andarono in carcere a Sollicciano per notificare all’imputato, allora indagato, avviso di garanzia che lo informava che si procedeva a suo carico per la detenzione di armi. Nella circostanza gli agenti di custodia presero e fotocopiarono del materiale documentale che il Pacciani deteneva nella cella…
P.M.: Che è allegato al verbale di sequestro.
R.P.: Che è allegato al verbale di sequestro, ecco, questo per dare un attimino i tempi.
P.M.: Quindi fu effettuata, in parole povere, una doppia perquisizione perché così prevedeva il provvedimento…
R.P.: Esattamente.
P.M.: …a casa e al carcere. Vediamo prima quella a casa.
R.P.: Esattamente, allora, dunque la perquisizione nelle abitazioni del Pacciani dato… anche se non è stata ammessa la proiezione del filmato però penso di poter descrivere abbastanza fedelmente che si tratta di abitazioni e pertinenze piuttosto piene di oggetti di materiale messo alla rinfusa, perquisizione che quindi già dalla prima impressione si delinea piuttosto lunga e per essere meticolosa dovesse seguire un determinato metodo. Ci dividemmo in due squadre miste, Carabinieri e Polizia, una squadra si occupò essenzialmente dell’abitazione di Piazza del Popolo, 7, abitazione le cui finestre si affaccaino sulla piazza e sulla stradina laterale dove c’è l’accesso principale e controllarono anche garage e autovetture; un’altra strada che faceva capo a me si occupò della altre due abitazioni e delle pertinenze di Via Sonnino 28 e 30. A queste abitazioni si accede da via Sonnino, strada che conduce poi alla piazza del paese, attraverso uno scivolo, uno scivolo che poi gira a destra, a sinistra, passa sotto un edificio, arriva in una corte su cui affaccia l’abitazione del civico 28; a lato della porta d’ingresso di questa abitazione c’è un corridoio coperto che conduce poi nell’orto del Pacciani e di fronte a questo corridoio, attraversato un breve tratto scoperto c’è l’abitazione del civico 28. Questo corridoio… all’uscita di questo corridoio, sulla sinistra c’è un magazzino, chiamiamolo così, un magazzino soppalcato in cui erano ammassate… di tutto, attrezzi da lavoro, chiodi, sacchi pieni di giornali, riviste, barattoli di vernice, barattoli di alimenti conservati, c’era di tutto… E sopra c’erano altresì altri pezzi di mobilio, reti, ombrelli…
P.M.: Era un’abitazione che in quel momento non era occupata da nessuno?
R.P.: Ecco, un momento, ci stavo arrivando.
P.M.: Prego, prego, vada pure avanti lei…
R.P.: Stavo parlando delle pertinenze, poi descrivo le abitazioni…
P.M.: Prego.
R.P.: L’altro magazzino che invece si trova… ecco, noi siamo nell’orto, abbiamo di fronte l’ingresso dell’abitazione del civico 30, sulla destra, nostra destra, che guardiamo l’abitazione, attaccato, c’è questo magazzino dove c’erano le biciclette, altri attrezzi… che so… un secchio contenente trincetti da calzolaio… perché l’imputato faceva molti mestieri… c’era di tutto… pezzi di meccanica… a fianco a questo magazzino c’era una legnaia in cui era accastata legna e altri oggetti sempre alla rinfusa…
P.M.: Una legnaia scoperta?
R.P.: No, no coperta, una legnaia coperta che si estende fin quasi al termine di questo giardino alimentare, chiamiamolo così… E fuori c’era una pila di legna. Addossato… ecco, adesso… addossato alla finestra del civico 28 che affaccia sull’orto c’erano delle pile di tegole che arrivavano fino all’altezza della finestra… insomma un sacco di roba da controllare. Per quanto riguarda l’abitazione, nell’abitazione di via Sonnino 28 e 30 all’epoca non vi viveva nessuno perché, come ho detto prima la madre e le figlie… le figlie soltanto il sabato e la domenica… vivevano nell’abitazione di piazza del popolo n.7, però ecco, la moglie del Pacciani faceva su e giù dall’abitazione di piazza del popolo fino all’abitazione di via Sonnino, spostando, portando roba… Nell’abitazione di via Sonnino, 30, che è la più grossa… diciamo… mentre l’abitazione di via Sonnino, 28 ha un ingresso, su a destra un camino, una larga stanza e un bagnetto, l’abitazione di via Sonnino, 30 ha più camere, una camera da letto sulla destra, una cucina che è frontale alla porta d’ingresso, un’altra camera piuttosto larga sulla sinistra e un bagno in fondo, anche qui era accatastata molta roba, più a dir la verità nella camera non da letto, nell’altra camera adibita a salotto. Questo per dare una descrizione verbale di quello che c’era. Stesso discorso, perché anche se non fui io materialmente a coordinare la perquisizione di piazza del popolo 7 ma fu l’ispettore Sirico, che era alla SAM, mi resi conto che le difficoltà della ricerca erano numerose anche lì perché soltanto nel retro del garage c’era un magazzino che era sovraffollato di oggetti di tutti i tipi. Cosa trovammo. La ricerca naturalmente fu focalizzata… si focalizzava sul discorso armi, armi, parti di esse e munizioni… anche perché ci serviva per verificare l’attendibilità del Pacciani che dichiarava di non aver mai praticato la caccia, di…
A.B.: Mi oppongo a queste… Deve dire soltanto e riferire esclusivamente quello che vide, mi scusi Presidente.
P.M.: Quello che stavano cercando però…
A.B.: No, queste sono considerazioni che lui fa intorno…
Presidente: Va bene, va bene…
P.M.: Quello che stava cercando…
Presidente: Non è che sta riferendo dichiarazioni del Pacciani!
R.P.: Devo spiegare un procedimento logico…
Presidente: Spiega semplicemente.
P.M.: C’era un provvedimento da eseguire… C’era un provvedimento motivato da eseguire in cui si diceva… si cercava qualcosa…
A.B.: Certamente e quindi ci descrive che cosa ha fatto.
R.P.: Un atto di Polizia giudiziaria normalmente ha alle spalle un ragionamento, ha alle spalle un desiderio di fare delle verifiche su dei punti, viene eseguito da… in modo razionale da persone che ragionano seguendo un filo di pensiero, quindi l’esposizione che io faccio è illustrativa di questo pensiero, in ogni caso il discorso ridotto ai termini più sintetici…
Presidente: Stavate cercando la pistola soprattutto…
R.P.: Noi cercavamo fucili, pistola, cercavamo tutto ciò che potesse far risalire al fucile o alla pistola o indicarci un luogo o una persona che attualmente potesse detenere queste armi, quindi tutto quello che connota un’attività investigativa volta ad appurare la verità su un determinato fatto, quindi non parliamo soltanto di oggetti metallici, parliamo anche di oggetti cartacei, documenti dai quali si possa risalire a persone, a conoscenze, a quello che è una normale e banale, consueta e tradizionale attività di Polizia. Nella circostanza noi trovammo in effetti, trovammo molti oggetti usati nella caccia, dagli strozzini per uccelli a cartucciera da cacciatore… molti oggetti…
P.M.: Trovaste dei bossoli?
R.P.: Trovammo anche dei bossoli, i bossoli in verità erano bossoli da guerra, bossoli… che so, trovammo una cartuccia da 762 Nato viva… nessuno di noi ha mai pensato che il Pacciani andasse a caccia con un cannone, trovammo però questo… questi bossoli, questi oggetti che lasciavano pensare che ci fosse una certa affezione verso ciò che era “arma” da parte dell’indagato. Trovammo anche degli animali imbalsamati, uno piuttosto rozzamente, gli altri in modo un po’ più sofisticato…
P.M.: Li ricorda? Quali e come erano imbalasamati?
R.P.: Si ricordo una faina, credo, imbalsamata con della carta, fogli di giornale appallottolati e che era appesa sotto la cappa della cucina della casa di via Sonnino, 30. Poi ricordo uno scoiattolo, lo scoiattolo era imbalsamato con segatura e stava su di una credenza e poi mi ricordo un altro, sempre una faina, anche quella imbalsamata, mi sembra con segatura, naturalmente noi verificammo cosa ci fosse all’interno. Trovammo quindi una serie di oggetti, fra le altre cose trovammo anche un innesco per fucile da caccia, questo lo trovammo proprio di fronte alla porta dell’abitazione… un innesco percosso di quelli che si usano per mettere nel fondello delle cartucce da caccia…
Presidente: La capsula, volgarmente detto la capsula.
R.P.: La capsula, esatto, la capsula. Quindi, diciamo, il quadro sotto il profilo armi ci dava l’idea di una persona che se non aveva praticato la caccia quantomeno non aveva nulla in contrario…
P.M.: C’era una cartucciera… mi sembra…
R.P.: C’era una cartucciera…
P.M.: Lei ha descritto…
Presidente: Sequestrata.
P.M.: Per 25 cartucce.
R.P.: Debbo dire che alla perquisizione erano presenti le figlie di Pacciani e una di queste, prima che noi iniziassimo, ci consegnò una lettera scritta dal Pacciani, che era in carcere all’epoca, alla moglie, una lettera piuttosto insultante, rievocava…
P.M.: E’ sequestrata?
R.P.: E’ sequestrata, rievocava molto la relazione che questa avrebbe avuto con i guardiacaccia tra cui Bruni, Pampaloni e così via…
P.M.: Il Bruni, cioè in questa lettera…
R.P.: In questa lettera era citato questo fatto del Bruni che l’imputato rinfacciava alla donna ma…
P.M.: Rinfacciava questa relazione avuta col Bruni?
R.P.: Esatto…
P.M.: C’era il nome Bruni?
R.P.: C’era il nome Bruni.
P.M.: Bene.
R.P.: Bruni di Dicomano.
P.M.: Bene.
R.P.: Però la lettera rilevava in particolare perché lui diceva alla moglie…
A.B.: C’è questa lettera agli atti Presidente?
P.M.: Si…
A.B.: Se c’è la sentiamo… non c’è… i commenti
P.M.: C’è, c’è, c’è…
A.B.: …sulla lettera, mi perdoni Presidente.
P.M.: No, ho chiesto se c’era un nome, non ho chiesto un commento.
A.B.: Ecco…
P.M.: Ho chiesto se c’era il nome Bruni…
Presidente: Vogliamo andare avanti signori? Avvocato, il teste potrà pure illustrare! La lettera c’è agli atti, dice il Pubblico Ministero, sto a lei naturalmente…
P.M.: C’è.
A.B.: Allora la leggiamo Presidente.
Presidente: Perché non si può dire che il Pacciani non avesse il vezzo di scrivere…
P.M.: E’ nel verbale di sequesto…
A.B.: Questo è il suo guaio, se non l’avesse scritto non era qui…
Presidente: Dobbiamo lasciare illustrare al testimone ciò che ha visto, anche perché sono andati a cercare queste cose…
P.M.: La ringrazio Presidente.
Presidente: Sennò cosa ce ne facciamo? Lo facciamo qui, dice – confermo il verbale – arrivederci?
P.M.: Se loro permettono le… a cosa serve, almeno in questa fase, lo chiede il PM… eh? Cosa ce ne facciamo… Grazie Presidente. Era per ricordare a tutti noi oggi presenti…

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