Antonio Andriaccio fu ascoltato il 13 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
Presidente: Signor Pubblico Ministero per iniziare l’udienza?
P.M.: Presidente, innanzitutto come programma per le parti, la lista dei testi indicati dal PM, dico testi non periti, si va fortunatamente assottigliando, ne sono rimasti pochissimi, alcuni non sono tutt’ora disponibili a presentarsi per motivi di certificati medici quindi mi riservo di sentirli più in qua, alcuni, per l’esattezza due, sono presenti stamani li vorrei sentire dopodiché passerei alla fase relativa alla ricostruzione delle indagini chiedendo di sentire alcuni degli ufficiali di Polizia giudiziaria che hanno operato le perquisizioni nel tempo a carico di Pacciani. Quindi sentirei per primi due dei testi indicati nella lista e che sono oggi presenti, il primo: Andriaccio Antonio.
Presidente: Andriaccio Antonio. Si accomodi prego. Non vuol essere ripreso, non consente la ripresa televisiva quindi non dovete riprenderlo. Si accomodi prego… attento ai fili… La solita formula prepariamo. Senta, vuol dare le sue generalità per favore?
A.A.: Andriaccio Antonio.
Presidente: Nato a?
A.A.: San Fela, provincia di Potenza.
Presidente: Quando?
A.A.: x xxxxxx 19xx.
Presidente: x xxxxxx 19xx.. Dove risiede?
A.A.: A Castellina Scala, nel comune di Monteriggioni.
Presidente: Benissimo, vuol leggere per cortesia quella formula?
A.A.: Eh ma ci vedo poco
Presidente: Non ci vede
A.A.: So fa appena la firma mia… mi dicite quell che c’è di’…
Presidente: Ha un paio di occhiali da dargli?
A.A.: …dico la verità…
Presidente: Non sa proprio leggere… Gliela vogliamo leggere Antonio? Gliela legge, lei la ripete.
A.A.: Consapevole della responsabilità morale… giuridica… assumo… con la mia… deseposizione… mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di… quanto… mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero e poi a quelle dei difensori?
A.A.: Sss..
Presidente: Prego.
P.M.: Signor Andriaccio lei conosce Pietro Pacciani?
A.A.: No.
P.M.: Mai visto né conosciuto?
A.A.: L’ho visto due tre volte, alla sera per televisione.
P.M.: Prego? Due o tre volte?
A.A.: Due, tre volte ora per televisione.
P.M.: Mai visto prima, ora vediamo un attimo eh signor Andriaccio?! Lei deve dire la verità, vediamo un secondo.
Presidente: Se lo ricorda bene? Si?
A.A.: Oh poerino.
P.M.: Senta una cosa invece lei è parente o conosce Sperduto Maria? Una signora che abbiamo sentito qua.
A.A.: E’ mia cognata ci ho la su’ sorella!
P.M.: Sua sorella… la moglie di Sperduto Maria è sua moglie…
A.A.: Si.
P.M.: La sorella, scusi.
A.A.: Si.
P.M.: Senta una cosa, lei la casa della Sperduto Maria la frequentava?
A.A.: Hai visto, s’era cognati…
P.M.: Abitava vicino?
A.A.: No, no, no, no abitiamo a Castellina Scala.
P.M.: Non ha mai abitato vicino…
A.A.: No, no, no mai.
P.M.: Mai. Senta una cosa, però da alcuni atti sembrerebbe che lei sia a conoscenza, perché arrivò per primo, della morte del marito.
A.A.: L’ho trovato io.
P.M.: Come mai lo trovò lei?
A.A.: Andai a piglia’ l’olio alla fattoria in to lavorava mi’ cognato…
P.M.: Anche se abita da un’altra parte un giorno andò a prendere…
A.A.: S’è messo da lavorà alla fattoria… ndo che lavorai no, e andai a piglia’ l’olio alla fattoria ndo lavorava i’ mi’ poro cognato… Allora passai di lì, proprio lì, accosto lì e passai di lì… andatti lì e trovai la porta aperta…
P.M.: La porta di casa?
A.A.: Di casa.
P.M.: Non c’era sua cognata?
A.A.: La luce accesa…
P.M.: Sua cognata c’era?
A.A.: No, no e io nu sapei nulla sennò nu ci andai perché lei era bell’ e scappata co’ Trancucci qua… passato San Casciano… quando s’è andata via… insomma così… come si chiama…
P.M.: Lei entrò in casa…
A.A.: Eh?
P.M.: Lei entrò in casa?
A.A.: Rientrai in casa insomma e vedetti che il gatto, poverino… miau, miau… miagulava e c’era un uomo a secca i granturchi nell’aia, no? E domandatti visto mi’ cognati, mi’ nipoti, mi cognata? Da stammatina so a seccà granturco ma non ho visto nessuno. Allora mentre che io insomma andai via no, ho visto la stalla e c’era la luce accesa…
P.M.: Anche nella stalla?
A.A.: Si.
P.M.: Quindi era buio?
A.A.: Eh quasi stava… buio, buio non era ma c’era la luce accesa ma un era buio ce se vedeva discretamente e c’era la luce accesa, m’affacciai accussì no, e vedetti questa… a ciondoloni… ma io pensai che aviano fatto qualche scherzo… aviano fatto qualche pupazzo di paglia i ragazzi… mi rigirai davanti videtti che era lui, mio cognato impiccato, scappai a corsa fuori e chiamai a quell’uomo che seccava i’ granturco e gli dissi: -Madonna s’è impiccato i’ mi’ cognato, Renato s’è impiccato- Dissi: -E come si fa ora? E lui mi consigliò, disse: -Vai da i’ fattore- Cia dissi a i' fattore, alla fatturia e ditti: -I’ mi’ cognato l’ho trovato impiccato- e il fattore chiamase i Carabinieri, arrivassero i Carabinieri, un prete, pigliassero la cosa… come si dice? Co’ a bara… mi voglea fa taglià la corda a me… io… co’ la puara che avei preso non ho avuto coraggio nemmeno di taglià la fune allora non so se l’ha tagliata il prete, se l’ha tagliata un Carabiniere la fune, non mi ricordo.
P.M.: Sua cognata c’era?
A.A.: No, no bell’è scappata.
P.M.: Scappata cosa vuol dire?
A.A.: Era andata via, era andata via con Trancucci.
P.M.: Qualche tempo prima o…
A.A.: Ma io penso settimana prima perché… non lo so… So che insomma non c’erano più… ma io se sapevo queste cose che ci andavo a fare a casa? Io pensavo che c’erano gli bambini… che c’erano tutti…
P.M.: Lei stava andando lì a prendere l’olio…
A.A.: Si.
P.M.: Perché lei si riforniva d’olio da suo cognato?
A.A.: Da a fatturia, no, no, la fatturia.
P.M.: Quindi passò di lì per caso?
A.A.: Si, si.
P.M.: Per salutare.
A.A.: Si, pe’ dare qualche milli lire… non so se era la vigilia de Natale, se era la serata prima della vigilia di Natale, ora non ricordo.
P.M.: Senta una cosa, io le rifaccio la domanda, lei Pacciani lo conosce?
A.A.: Mai, mai, l’ho visto tre, quattro volte quando l’hanno fatto vedere per televisione.
P.M.: E Vanni Mario lo conosce?
A.A.: No, no.
P.M.: Non sa nemmeno chi è? Il postino di San Casciano..
A.A.: Me n’ha presentato un uomo quand’è che me so stato chiamato… un’altra volta… chiamato là… Mai, mai conosciuto.
P.M.: La Malatesta Laura, la figlia della Sperduto che è…
A.A.: E’ mi’ nepote.
P.M.: Senta però questa ragazza, la Malatesta Laura in quest’aula non solo ha dichiarato che lei conosce bene Pacciani Pietro ma ha detto che il Pacciani è stato percosso e minacciato da lei… Malatesta… mentre Pacciani lo reggeva… l’ha raccontato in quest’aula.
A.A.: Queste sa che… che ha combinato? Queste so cose bugie…
P.M.: Saranno bugie ma la ragazza è stata molto specifica su questo punto.
A.A.: So bugie, quella è stata avvisata da su mamma, perché la su’ mamma…
P.M.: Proprio dalla sua mamma volevo arrivare…
A.A.: Me scusi…
P.M.: La sua mamma dice la stessa cosa, che lei conosce Pacciani Pietro…
A.A.: Si, si questi so… questi so purcherie che lei è una gran bugiarda!
P.M.: A tale proposito dice la Sperduto Maria: “Posso riferire che l’Andriaccio era amico di Pacciani Pietro, spesso li ho visti litigare loro due insieme contro mio marito Renato, posso dire che essi lo odiavano proprio, a volte ho udito l’Andriaccio litigare con il Pacciani Pietro fuori della mia abitazione colonica di Sambuca”.
A.A.: Giuro, giuro…
P.M.: Lei giuri pure però queste due persone…
A.A.: Questa è una menzogna e una gran bugia.
P.M.: E come mai queste due donne, madre e figlia non solo dicono che lei lo conosce ma danno questi particolari?
A.A.: No perché me l’hanno fatta, mo racconto io perché l’hanno fatta, perché quand’è morto i’ mi’ socero, i’ mi’ socero non ha voluto nemmeno a dietro insomma… o trascolta… e io non l’ho chiamata… è venuto a casa mia noi l’abbiamo fatta rientrare dentro e m’hanno messo questa menzogna.
P.M.: Si ma come mai sono menzogne… che bisogno hanno di dire che lei conosce Pacciani?
A.A.: Per l’amore di Dio, giuri, giuri, giuro che non la conosce per niente, per l’amore di Dio.
P.M.: Lei ha mai avuto discussioni con suo cognato? A questo punto…
A.A.: Una volta si perché lo trovai co i’ cortello… che vurria ammazzà a mi’ cognata.
P.M.: Ci spieghi un po’ meglio, non ho capito.
A.A.: Una volta si.
P.M.: Ha avuto una discussione con il Malatesta Renato.
A.A.: Si, avea pigliato i’ cortello che vulia ammazzà la mi’ cognata, io ero andato a pesca’, e i lago di… dove c’era il borro lì… io anda’ a pesca’ no e poi mi fermai lì e questo pigliase il cortello, il poro Renato e lei s’è messa a…
P.M.: Nei confronti della moglie?
A.A.: Si contro la moglie.
P.M.: E lei come mai era in casa?
A.A.: Era andato a pesca’ io…
P.M.: E cosa c’entra… questa discussione dove avviene?
A.A.: A casa de Renato.
P.M.: Ma lei era a pescare…
A.A.: Ero torno da pescare la sera…
P.M.: E come mai passa di lì?
A.A.: Era vicino i’ borro lì, era vicino, vicino, passai… andai di lì pe anda’ a pesca’.
P.M.: Mhm e si fermò in casa.
A.A.: Mi fermai insomma lì… mi fermai lì e questo qui insomma presi i’ curtello, c’avea i’ curtello ma se io l’avessi fatto dare una curtellata e l’avi fatta ammazza’ era meglio!
P.M.: Questa donna?
A.A.: A questa donna perchè è una cosa tremenda, voi non immaginate che donnaccia è questa qui.
P.M.: Eh beh, dice cose che lei non conferma quindi possiamo capire che per lei è una donnaccia però è anche una nipotaccia, mi sembra di capire…
A.A.: Peggio, peggio della mamma.
P.M.: Ohoo perbacco!
A.A.: Una cosa, una cosa spaventosa.
P.M.: Senta parliamo di questo litigio col coltello in cui lei va a difendere la sua cognata…
A.A.: Vedrai… a questa maniera a facia ammazza’ glia facia da una curtellata…
P.M.: Come mai gli tirava una coltellata?
A.A.: E che ne so io? Litigavano sempre.
P.M.: Ma il coltello nei confronti di chi lo stava usando?
A.A.: Lui contro alla moglie.
P.M.: Mah lei invece ha dichiarato alla Polizia, è nel verbale, “…una volta ho litigato con lui e l’ho percosso perché mi minacciava con un coltello”
A.A.: Noo, no…
P.M.: Scusi mi lasci finire, aspetti un attimo.
A.A.: Non hanno capito.
P.M.: Non avranno capito ma non dicono assolutamente che lui stava minacciando la moglie, lei aggiunge: “Non conosco il motivo del suo atteggiamento ma penso che fosse ubriaco” non dice che stava minacciando la moglie…
A.A.: Allora…
P.M.: Questo lo dice lei, avviene il 28 settembre ’92, qui è la sua deposizione, sarà poi versata al tribunale.
A.A.: Può darsi ci siamo male capiti o mi ci hanno capito male a me.
P.M.: Beh… capito… può darsi però c’è troppe cose che… O non hanno capito lei o non hanno capito la Malatesta Laura, o non hanno capito la Malatesta Maria Antonia…
A.A.: Più della verità non posso dire.
P.M.: Ho qualche dubbio che lei dica la verità… mhmm? Addirittura lei stesso ha dichiarato: "Una volta sola ho litigato e l’ho percosso perché mi minacciava con un coltello. Non conosco il motivo del suo atteggiamento penso che fosse ubriaco. Tale episodio si verificò qualche anno prima della sua morte, non ricordo con precisione.”
A.A.: No, no ci siamo… allora… allora non l’hanno capito.
P.M.: L’hanno male capito.
A.A.: Eh si, si.
P.M.: Allora mi fa capire meglio lei perché questa Malatesta Laura e questa sua cognata siano venute a dire alla Corte che lei conosceva Pietro Pacciani e non solo lo conosceva ma aveva tenuto questo atteggiamento, direi un po’ strano…
A.A.: Perché lei è… Perché lei è una donnaccia e l’ho detto… loro m’hanno insultato in quella maniera perché non ho chiamte i’ cimitero quanno è morto i’ su’ povero babbo, che i’ su povero babbo ha detto: -Quanno muoio io..- ha lasciato detto -non dovete…-
P.M.: Quando è morto questo signore?
A.A.: I mi’ povero socero?
P.M.: Mhm.
A.A.: Eh mi son dimenticato, saranno 4/5 anni ora…
P.M.: Eh allora vede, questi sono fatti di anni prima, cosa c’entra?
A.A.: Si, si e quella lì Zza! Ora agg a fa questa cosa!
P.M.: Ma vede “agg a fa queste cose” sono talmente precise nel dire come e perché conosceva Pacciani Pietro che sembra difficile che se lo siano inventato.
A.A.: Pe’ carità se lo sono inventato. Nu conuscie e nu lo conoscio, lo conoscio soltanto perché l’ho viduto in televisione.
P.M.: Ha sentito cosa dicono queste persone? Gliel’ho letto…
A.A.: Ho sentito, so’ bugie, io a quella la denunzio, la denunzio per calunnia.
P.M.: E’ un suo diritto.
A.A.: La denunzio pe’ calunnia io, perché io so’ sincero e non ci ho pun…
P.M.: Senta una cosa lei ha mai avuto un rapporto o una relazione con sua cognata? Con la Malatesta?
A.A.: Dopo sposato mai.
P.M.: Quindi lei l’ha avuto prima?
A.A.: So’ stato in Svizzera, mi so’ allontanato, ni ’60 so’ stato in Svizzera, poi so’ stato ni’ podere a Montaione…
P.M.: Scusi quando lei dice “dopo il matrimonio mai” cosa vuol dire? Vuol dire prima si?
A.A.: Da ragazzi si staci assieme… vedrai… in dagli stinchi se non ci andai…
P.M.: Scusi forse io ho capito poco, non so la Corte, se ce lo vuole spiegare meglio, io le ho chiesto: Ha mai avuto una relazione…
A.A.: Se staci assieme de casa, con me…
P.M.: Non di casa, non lo so io…
A.A.: Quando eravamo già a bass’Italia… i’ prim’anno sposato… i’ prim’anno sposato che ero…
P.M.: Il prim’anno chi era sposato? Lei o la Malatesta?
A.A.: Sposato io co’ a mi moglie.
P.M.: Lei aveva anche una relazione..
A.A.: E ero in casa con loro, ero in casa con loro…
P.M.: Quindi lei aveva una relazione con lei?
A.A.: S’è avuta una relazione, l’ho detto no? Ma io poi per levalla dai piedi mi so’ andato in Svizzera e mi portai anche la mi’ moglie, poi unni vo sape’ più nulla.
P.M.: Dopo non ha voluto sapere più nulla.
A.A.: Mai
P.M.: La Sperduto dice il contrario, anche i Malatesta dicono il contrario, i fratelli… no? Dice di no?
A.A.: No, no.
P.M.: Mah, mi sembra proprio che i ragazzi dicono che lei ha avuto rapporti anche dopo.
A.A.: Mai, mai, mai, mai più e ce l’ho anche in tasca i cos’ che andai a pesca’… ancora i’ tesserino quando andai a pesca’…
P.M.: Quando andò a pescare cosa c’entra con i suoi rapporti con…
A.A.: Appunto! Mai, ho detto io ci andai i’ sabato e la domenica quando ci avei tempo perché ero operaio fisso.
P.M.: Si, dico, cosa c’entra con la circostanza che viene indicato come uno degli amanti della Sperduto? In questo processo è venuto fuori che gli amanti erano anche il Vanni e il Pacciani, viene indicato anche lei, lei dice è vero ma si riferisce ad un episodio lontano non…
A.A.: Di quarant’anni fa.
P.M.: Quindi chi dice oggi che lei ha avuto rapporti anche dopo dice anche su questo il falso?
A.A.: Bugie.
P.M.: Mah ce n’è un po’ parecchie di bugie!
A.A.: Eh oh! Vedrai!
P.M.: E come mai dicono anche su questo? Che motivi hanno di dire anche su questo il falso queste persone?
A.A.: Calunie.
P.M.: Calunnie.
A.A.: Calunie, queste so’ calunie!
P.M.: Ah be’ vedremo se son calunnie. Io non ho alter domande grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande? Avvocato Colao prego.
A.C.: Scusi lei ha detto che quando trovò il corpo di Malatesta Renato, no? Si meravigliò perché tutte le luci erano accese, vuol precisare che ora era?
A.A.: Era di sera che mi so smesso di lavora’ da la ditta… alle cinque s’è smesso di lavora’ dalla ditta… poteano esser le cinque e mezzo, le sei meno un quarto, ora chi si ricorda? So’ 12/13 anni…
A.C.: E perché si meravigliò che le luci erano accese?
A.A.: Io non mi meravigliai.
A.C.: Si.
A.A.: No ho visto le luci accese…
A.C.: Lei ha detto: “Ho visto tutte le luci accese”
A.A.: Ho visto le luci accese sopra, in casa, so’ andato sopra no perché quando ho domandato a quest’uomo… ho domandato a quest’uomo che seccava i granturchi… ho visto le luci accese e il gatto miagolava… miao, miao, miao… so’ sceso in giù aggia detto: Ma i’ mi’ cognato, la mi’ cognata, i mi nipoti l’ha visti mai nessuno? No, dice, è da stamattina che secco i granturchi e non ho visto nessuno. Poi mentre che andai via ho fatto accussi e ho visto la luce accesa nella stalla, loro lì ca tiene dei polli… cose, insomma… non so se tiene… ci hanno i polli dentro… e ci ho guardato e ho visto questo coso attaccato…
A.C.: Attaccato come? Ce lo può descrivere meglio?
A.A.: S’è impiccato.
A.C.: Ce lo vuole descrivere come era attaccato?
A.A.: C’era un pezzo di tavola questa maniera… c’era… lui è montato sopra questa panca, un pezzo de fune corta a questa maniera s’ha fatto a cappia e s’è buttato sotto.
A.C.: E i piedi del corpo com’erano?
A.A.: Mah erano un pochino sollevati da terra
A.B.: credo che non faccia parte dell’imputazione questo signor Presidente.
Presidente: Andiamo avanti, andiamo avanti.
A.B.: Io mi oppongo a questa domanda.
Presidente: Andiamo avanti.
A.C.: Senta lei ha detto che la Malatesta non c’era, che la Malatesta…
A.A.: No, no, no.
A.C.: La Sperduto…
A.A.: No
A.C.: Perché era andata con un certo Francucci?
A.A.: Trancucci Vincenzo, erano scappata con quello lì, tutta la famiglia, tutta la famiglia, i tre figlioli che avia e lei se n’erano gnuti con Trancucci.
A.C.: E lo conosceva lei questo Francucci?
A.A.: No l’ho conosciuto quando andai a porta’ i foglio quello che mi dissero i Carabinieri di San Casciano pe’ consegna’ insomma a lei… pe’ i cos’ là… come si chiama insomma… ospedale… la sala mortuaria…
A.C.: Senta scusi dove abitava lei?
A.A.: Io a Castellina Scala, comune di Monteriggioni.
A.C.: E andava spesso a trovare la Sperduto e il Malatesta?
A.A.: D’estate e ci andavo qualche volta di più perché andai a pesca’, da allora era tre/quattro mesi che non ci andai, poi andai a piglia’ l’olio e… e so stato insomma… e so’ andato, ma io se sapevo che erano scappati io non ci andavo.
A.C.: E lei Pacciani non l’aveva mai visto? Sicuro?
A.A.: Mai, mai vi giuro come questa luce, mai e so’ sincero. Se io l’avessi conosciuto mi buttai: l’ho conosciuto! Se non l’ho mai visto Paschiani come fo a di’ che l’ho conosciuto?
A.C.: Bene grazie non ho altre domande.
Presidente: Altre domande signori avvocati di parte civile? Nessuna? Signori avvocati difensori?
A.B.: Senta, quante volte è stato sentito dalla Polizia o dai Carabinieri?
A.A.: Una volta sola.
A.B.: Questa volta qua eh?
A.A.: No questa, un’altra volta… come si chiama… venni chiamato…
A.B.: Quando fu chiamato dai Carabinieri, dalla Polizia, quando fu?
A.A.: Non so se la Polizia o che… venni chiamato… questi… anche vostri…
A.B.: Una volta lei fu chiamato e lei rese dichiarazioni con quello che ha detto.
A.A.: Ssss…
A.B.: Nient’altro grazie.
Presidente: Possiamo licenziare il teste?
P.M.: Senz’altro nessuna domanda il P.M.
Presidente: Può andare, vada.
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