lunedì 26 settembre 2011

Gino Bruni - Deposizione dell' 8 giugno 1994 - Quarta parte

Segue dalla terza parte.

Presidente: Prego, avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Grazie signor Presidente, aldilà del dato fondamentale di questi leprini credo che risolvere il processo di 18, di 16 duplici omicidi… dico sempre 18 chissà perché… senta signor Presidente…
P.M.: 17 in realtà.
A.B.: 17 perché l’altro… l’altra vittima è lui (indicando Pacciani n.d.r.).
Presidente: Va be’ speriamo che siano 16, la vittima è lui.
P.M.: E’ il Bonini Severino per il P.M.
A.B.: Signor Presidente la domanda che volevo fare a questo signore è questa: lui ha accennato, mi pare, ad una presenza durante questo interrogatorio, va bene?
P.M.: Quale interrogatorio scusi?
A.B.: Un interrogatorio che ha reso…
P.M.: Gliel’ho dato l’interrogatorio, l’unico interrogatorio che c’è stato è lì verbalizzato.
Presidente: Vada avanti, vada avanti.
A.B.: Ha accennato ad un’improvvisa presenza di una signora durante questo interrogatorio, giusto? Non è giusto?
Presidente: Si.
A.B.: Mi pare che questo l’ha detto, la presenza di questa signora, che non era…
Presidente: La Consigli.
A.B.: La Consigli non era ufficiale di Polizia, non era di Polizia giudiziaria, non era nessuno, dove fu? Si verificò nella caserma dei Carabinieri?
Presidente: Senta, lei ha detto prima che mentre la stavano interrogando su questi fatti, la Polizia la stava interrogando, entrò la Consigli, la Cairoli insomma…
G.B.: Si.
Presidente: E le disse appunto: Te hai visto la pistola, ci ha riferito… eccetera…
G.B.: Appena l’entrò in casa… la mi fa quest’accusa.
Presidente: Un momento, dove vi trovavate mentre succedevano questi fatti? Nella caserma dei Carabinieri o dove?
G.B.: A casa mia.
Presidente: A casa sua, a Dicomano quindi.
G.B.: Si.
A.B.: Quando?
Presidente: Si ricorda quando?
G.B.: Viensero un venerdì.
Presidente: Viensero venerdì.
A.B.: Ecco signor Presidente quindi la signora Consigli venne con la Polizia Giudiziaria? Perché mi pare…
Presidente: Questa Consigli, questa Cairoli era insieme a questi agenti di Polizia?
G.B.: Si c’era Gianpaolo e c’era questa…
Presidente: C’era Gianpavolo… c’era la Cairoli, la Consigli e c’erano gli agenti.
A.B.: Ohooo, questo volevo sapere Presidente. Quindi c’era Paolo, il bello…
Presidente: Gianpaolo.
A.B.: Gianpaolo, Consigli…
G.B.: Il vice-questore…
A.B.: …più i signori della SAM o il Maresciallo anche…
Presidente: Il vicequestore chi era? Perugini?
P.M.: No, no, no per carità, non è ufficiale di Polizia Giudiziaria Perugini attualmente!
G.B.: Uno basso, non gli presi mica il nome.
Presidente: No, domando, vice-questore praticamente… Lui lo chiama vice-questore…
P.M.: Lo faremo dire…
Presidente: Vedremo chi era.
A.B.: Senta, c’era qualcuno con la barba? Altri con i capelli rossi? Qualcuno con la pipa?
P.M.: Se la cosa è influente io non mi oppongo.
A.B.: E’ influente si perché lei vuole un confronto…
P.M.: Ma il Bruni ha detto due cose diverse…
Presidente: C’erano 2 uomini e una donna.
A.B.: Ohooo, poi è venuto un altro uomo e un’altra donna, cioè Consigli e signora…
P.M.: Forse al contrario, chiediamo se non erano prima…
Presidente: Sono venuti tutti insieme cioè il Consigli… Gianpaolo, la…
G.B.: Tutti dentro, tutti insieme.
Presidente: Tutti insieme.
A.B.: Quando son venuti dentro, mi scusi Presidente, per capire un pochino perché noi siamo qua, ogni tanto arriva, piomba una nuova prova eccetera…
Presidente: Avvocato non è una nuova prova.
A.B.: No, no è giusto, no Presidente.
Presidente: Debbo dire che molte lingue sono state cucite e molto lo sono ancora ho la vaga sensazione.
P.M.: Menomale Presidente ha la mia stessa sensazione almeno lei.
Presidente: No, no, no, cucite anche a danno dell’imputato, sia ben chiaro.
P.M.: Si, si.
A.B.: Io queste cuciture… ricucitura… io… so che ci sono… si ricuciono i vestiti signor Presidente ma le lingue…
Presidente: Però guarda strano qui… allora quindi vennero tutti insieme.
G.B.: Come?
Presidente: Vennero quindi questi signori della Polizia, due uomini e una donna più il Gianpaolo e la Cairo… la Consigli.
G.B.: E la signora, appena l’entra la mi fa questa cosa…
Presidente: Abbiamo accertato almeno questo fatto.
A.B.: Quanto tempo sono stati in casa sua questi signori tutti insieme?
Presidente: Ecco, quanto tempo durò tutto questo?
G.B.: Un’ora.
Presidente: Un’ora.
A.B.: Un’ora, allora, c’era una vecchia canzone, “Un’ora sola ti vorrei” però questa volta pare non è andata bene, ecco signore…
P.M.: Chi lo sa? Questo lo lasci giudicare.
A.B.: Non lo so.
P.M.: Se non è andata bene…
Presidente: Andiamo avanti signori.
A.B.: Ecco senta, lei poi dopo questa ora di meditazione insistita…
P.M.: Nel quale non ha rilasciato nessun verbale.
A.B.: Non rilascia nessun verbale.
P.M.: Così per… Siccome si parla di un verbale!
A.B.: Non c’ero né io né lei.
Presidente: Ecco, dunque…
A.F.: Ma non abbiamo il verbale!
Presidente: Dopo questa conversazione, dopo quest’ora le fecero domande, che cosa gli fecero?
G.B.: A me mi domandavano…
A.F.: Di quello che ha fatto.
G.B.: …come… mi domandavano del fatto di Pacciani.
Presidente: Cioè? Spieghi quale fatto del Pacciani.
A.B.: Ecco, le faccia lei le domande Presidente.
Presidente: Sapete io…
G.B.: M’aveva picchiato e io dicevo…
Presidente: Di che cosa?
G.B.: In casa.
Presidente: Se l’aveva picchiato in casa, se l’aveva picchiato.
G.B.: Che m’aveva picchiato quando io sono andato… m’ha portato questa cesta… lui l’ha fatto precisamente per la cesta che gli avevo riportato via… E’!
Presidente: Quindi gli chiedevano tutte queste cose.
P.M.: Della cesta, menomale.
Presidente: L’avvocato dice: Ma dopo tutte queste domande che gli hanno fatto, gli hanno fatto firmare un verbale?
P.M.: Oppure lei volle firmare un verbale?
Presidente: Mentre l’interrogavano, parlava di queste cose, c’era qualcuno che scriveva?
G.B.: Nooo, niente, niente, no, no.
Presidente: E non le fecero firmare niente?
G.B.: Niente.
A.B.: Ecco signor Presidente la domanda non è tanto della cesta che mi interessa poco, la cesta né i leprini mi interessano molto, ecco se in quell’occasione le fu domandato espressamente, tant’è che c’era la signora… la signora, non so come si chiami, l’amica, la moglie…
P.M.: Comunque il signore e la signora.
A.B.: Chiedo scusa…
Presidente: Lasciamo parlare il difensore.
A.B.: Mi perdoni, la signora venne dentro per contestare, se lo ricorda, a questo signore, la signora…
P.M.: Chiediamo perché venne dentro non glielo dice lei.
A.B.: L’ha già detto lui, venne dentro a casa sua per contestargli che cosa?
P.M.: No per contestare lo dice lei.
Presidente: Pubblico Ministero lasciamo parlare l’avvocato.
P.M.: Allora chiediamogli cosa venne a fare.
A.B.: La signora venne dentro a dirle che cosa?
P.M.: Ohooo.
Presidente: La Consigli, la Cairoli, come la vuol chiamare lei, venne dentro a dirle che cosa? L’aveva già detto.
G.B.: M’accuso di questo… di questo pistola e io…
Presidente: L’accuso che lui aveva visto la pistola.
Presidente: L’aveva già detto.
P.M.: L’aveva già detto.
A.B.: Si certamente. Senta e allora… poi a un certo punto il signor Bruni il 2 di giugno, la festa della Repubblica, va in caserma, è vero? E rende questa dichiarazione.
Presidente: Lei poi, dice l’avvocato, il 2 di giugno andò in caserma, lei, a rendere dichiarazioni.
A.B.: Alle ore 10:15.
G.B.: Io no.
A.B.: Di sera.
Presidente: Caserma di e dove avvocato.
A.B.: Caserma stazione di Dicomano alle 10:15 di sera.
G.B.: Lei andò alla caserma dei Carabinieri a Dicomano, il 2 giugno, alle 10:00 di mattina…
A.B.: Di sera Presidente.
Presidente: Di sera, pardon.
A.B.: Le 22:00, la colpa è mia., la colpa è mia.
G.B.: Mi so’ deciso di…
Presidente: Andò la sera del 2 giugno, alle 10:00, 10 e un quarto, dai Carabinieri di Dicomano a rendere dichiarazioni.
G.B.: Si
P.M.: Spontanee vero? Si.
A.B.: E trovò il capitano Cuccuino
P.M.: Cos’ha detto scusi?
Presidente: Lui ha detto: Mi son deciso a dire la verità.
P.M.: Ha’ visto! Quindi fino a quel momento lui pensava di non averla detta.
Presidente: Beh ora…
G.B.: Quello che gli dico ora è verità sacrosanta.
Presidente: Cioè quello che disse ai Carabinieri insomma?
G.B.: Si, quello che gli ho raccontato io ai Carabinieri.
Presidente: Quello che gli ha raccontato ai Carabinieri è verità sacrosanta.
A.B.: Ecco, siccome ai Carabinieri, dopo insistite domande…
P.M.: Bah, dove son le insistite domande?
A.B.: Eh si perchè alle 10:15…
P.M.: Ma se s’è presentato spontaneamente…
Presidente: Ma volete evitare i commenti!
A.B.: Presidente ma insomma qua…
Presidente: Guardate è tardi!
A.B.: Si certamente ma…
Presidente: E si fa una gran fatica!
P.M.: Ma “insistite domande” scusi!
A.B.: Alle 10 e mezzo la sera non viene a Dicomano se non c’è qualche cosa.
P.M.: Ci sono tre domande su un verbale di due pagine perché deve dire “insistite”? Io chiedo di fornire il verbale alla Corte così capisce…
A.B.: E io questo voglio fare io.
Presidente: Andiamo avanti, andiamo avanti.
P.M.: Ci sono tre domande e dice “insistite domande”! Ora glielo diamo però non diciamo le cose non vere!
Presidente: Evitiamo i commenti, facciamo domande.
P.M.: Non sono commenti Presidente.
Presidente: Sennò non si finisce più, vi tengo fino a stasera tardi.
P.M.: E io ci sto Presidente, io faccio formale eccezione che la difesa dica che qui si sono fatte insistite domande,
A.B.: La SAM gliele ha fatte le domande?
P.M.: Siccome la Corte non è in possesso del verbale qui ci sono tre domande dopo una deposizione spontanea di una pagina e mezzo fitta…
A.B.: Ma ci sono domande di un’ora della SAM!
Presidente: Evitate i commenti, evitiamo i commenti, li farete in sede di discussione al momento opportuno.
P.M.: Benissimo, però non si può dire alla Corte cose non vere.
Presidente: Ma la Corte figuriamoci se la Corte dorme con la serva Pubblico Ministero.
P.M.: Meno male, no, no ma mi fa piacer che dorma come crede la Corte.
Presidente: Andiamo avanti.
P.M.: Però io voglio sottolineare dei fatti.
Presidente: O frigge con l’acqua.
P.M.: Faccia come crede lei Presidente.
Presidente: Quindi per favore, col caldo che fa oltretutto.
P.M.: Io faccio il mio mestiere, come mi riesce.
Presidente: Si va bene però ora lasciamolo parlare il difensore.
P.M.: Bene.
Presidente: Il difensore eviti commenti per piacere.
P.M.: Menomale
A.B.: Presidente grazie, mi scusi ma si deve un po’… Ecco… Se è vero che lui disse su domanda, non insistita… va bene? Su domanda di colui che verbalizzava, credo un Capitano, un Maresciallo e non so che cos’altro, che personalmente lui non aveva mai visto la pistola di questo signor Pacciani e “quando mi minacciò non fece mai riferimento ad arma”.
Presidente: Ecco dunque, allora lei disse ai Carabinieri che questa pistola del Pacciani che loro gli dicevano: “Tu l’hai vista”, “Hai detto che l’hai vista” eccetera, lei negò assolutamente di averla mai vista né sentito parlare?
G.B.: Non ne so niente.
Presidente: E quando lei fu minacciato, anche di morte, mai Pacciani fece riferimento a armi, in particolare a pistole.
G.B.: Me lo chiedeva a me «Posa la pistola, posa la pistola!»
Presidente: Ecco.
G.B.: «Posa la pistola»
A.B.: Pacciani glielo diceva a lui posa la pistola.
Presidente: Posa la pistola, l’ha già detto…
G.B.: Con una mano mi teneva il forcato qua…
Presidente: Frugava perchè capito, dice…
A.B.: Benissimo grazie, se vuole lo posso produrre questo documento…
G.B.: Questa è verità!

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