Presidente: Avvocato Fioravanti prego.
Avvocato Fioravanti: Senta signor Locci, lei aveva mai conosciuto, essendo sardo, quand'è venuto in continente lei?
P.L.: Io? Aveo diciott'anni. No a Firenze ma in provincia di Grosseto
A.F.: Ecco senta ma lei avendo la sorella moglie di Stefano Mele, sua sorella era moglie di Stefano Mele, no? La Barbara Locci
P.L.: Si
A.F.: Ha saputo che è avvenuto un fatto in Sardegna per la morte della moglie di Salvatore Vinci?
P.L.: No.
A.F.: Barbarina. Non ha mai sentito parlare di Barbarina?
P.L.: Questo non lo so.
A.F.: Non lo sa. Ha sentito mai parlare di tribunali familiari in Sardegna? Lei è un sardo, vero?
P.L.: Eh io da ragazzo sono venuto in Toscana, questo non lo conoscevo e non l'ho mai conosciuto.
A.F.: Ecco ma in Sardegna quando una donna tradisce il marito è un disonore per la famiglia?
P.L.: Ma quello mi pare che è dappertutto oggigiorno.
A.F.: No, dappertutto va bene, dico, ma in Sardegna...
P.L.: La moglie tradisce il marito oppure il marito...
A.F.: Si, si la moglie tradisce il marito e il marito la moglie, no, dico ma in Sardegna si verificano a volte questi tribunali familiari dove puniscono la moglie che tradisce il marito?
P.L.: Ai tempi miei no. Ora succede dappertutto quello che succede... in tutto il mondo, ecco.
A.F.: Ah, e senta una cosa, lei era a conoscenza che sua sorella tradiva Stefano Mele?
P.L.: Mah, o uno o l'altro.. Si, se gli piaceva a lei?!
A.F.: Come "uno o l'altro..."
P.L.: Sì. Il fatto che gli piaceva a lei... non devo farmi confessione io.
A.F.: No, no io ho detto se lei era a conoscenza, non ho detto se gli piaceva o meno. Se lo faceva gli piaceva...
P.L.: Io a conoscenza ne ero poco, come conoscenza, insomma, l'avrò conosciuto un anno prima.
A.F.: Ma non vi siete riuniti mai in famiglia per discutere questo fatto?
P.L.: Mah, c'era la mamma allora che ci pensava. Noi pensavamo a lavorare.
A.F.: Chi comandava in casa vostra la mamma o il babbo?
P.L.: La mamma. Era vedova la mamma.
A.F.: Quindi la mamma tutelava l'onore della propria figlia?
P.L.: Quando sono... insomma... era vedova da quando avevo diciottanni la mamma.
A.F.: Ah, quindi comandava anche perchè era vedova
P.L.: M'ha domandato se quando era vedova da.. la mamma del babbo
A.F.: Ecco ma vi siete riuniti mai in famiglia, lei era più anziano o più piccolo della Barbara?
P.L.: Più giovane vuol dire?
A.F.: Più giovane?
P.L.: Lui era più anziano, abbastanza
A.F.: Chi lui?
P.L.: Si.
A.F.: Chi lui? Stefano.
P.L.: Stefano. Credo che ci correva almeno dodici anni.
A.F.: Lei, lei Locci Pietro, Pierino, Pietrino, è più giovane della Barbara o più vecchio?
P.L.: Io so' più maggiore. Siamo cinque fratelli che sono maggiore.
A.F.: Ecco, io ritorno sulla domanda visto che... vi siete mai riuniti in famiglia per discutere la situazione che si era creata nella famiglia di Stefano Mele con Locci Barbara che andava con vari uomini?
P.L.: Mah, questo, discuteva perchè Barbara è rimasta con mia mamma a un appartamento proprio alla Romola e noi eravamo a fa' i contadino, prima Giovanni, Vincenzo ed io, poi ci siamo divisi ognuno è andato per suo lavoro, ecco. Cioè la famiglia, perchè io avevo figlioli, lui l'aveva soltanto Vincenzo che non ce ne aveva di figlioli, ecco, cosicchè lui è rimasto un pò con la mamma può darsi che sappia qualcosa più lui che io.
Presidente: Quindi insomma di questi argomenti non parlava. Ci pensava la mamma.
P.M.: Fra l'altro sono argomenti che nel nostro processo sono un pò marginali.
A.F.: Eh no invece, non sono marginali caro Pubblico Ministero.
P.M.: Mi dispiace che non ho capito come lei
A.F.: Ecco, ecco, allora è bene stare zitti quando uno non ha ha capito.
P.M.: No, no io non ho capito ma parlo.
A.F.: E io volevo continuare a chiedere invece qualcosa su questo punto.
Presidente: Avanti avvocato.
A.F.: Preferisco che il Pubblico Ministero non mi disturbi però.
Presidente: Avvocato, il teste ha detto che nulla sapeva delle relazioni extra-coniugali
A.F.: Ecco, ma ha sentito mai parlare quando lei stava qui in continente e nella zona di Scandicci o La Romola, di tribunale familiare?
P.M.: E corte d'Appello anche?
A.F.: No, Corti di Appello li riserviamo agli altri magistrati che sono di Corte di Appello, di tribunali, qui siamo in un tribunale, se ha sentito mai parlare di tribunale familiare.
P.L.: No, io no.
A.F.: No, quindi dalla mamma che la Locci Barbara stava...
P.L.: Niente so.
P.M.: Forse era pretura era monocratico.
Presidente: Basta!
A.F.: Si era diritto del lavoro.
Presidente: Comunque non ne ha sentito parlare?
P.L.: No.
Presidente: Non commentiamo, non commentiamo.
A.F.: Lei conosceva qualcuno degli uomini che andavano con sua sorella?
P.L.: No.
A.F.: Conosceva Salvatore Vinci?
P.L.: Salvatore Vinci, eh io non l'ho visto mai quello lì.
A.F.: Non l'ha visto mai ma il nome l'ha sentito?
P.L.: L'ho sentito.
A.F.: Di chi era la casa dove stavano Locci Barbara e Stefano Mele?
P.L.: Di Mele.
A.F.: Era di Mele?
P.L.: Si.
A.F.: Non era per caso prima di Salvatore Vinci?
P.L.: No, non lo so.
A.F.: Conosceva invece Francesco Vinci?
P.L.: Io conoscevo soltanto questo che abitava lì perchè c'ero stato una volta mi pare che l'avevo portato della robba, poi ho visto ho detto chi è questo qui? Ecco, sicchè ho chiesto chi era e mi hanno detto che era il Vinci. E Basta.
A.F.: Ma Gli ha detto che era il Vinci o Francesco Vinci?
P.L.: Eh io non glielo posso dire il nome, qual'era e quale non era.
A.F.: Conosceva anche gli amici di Francesco Vinci lei?
P.L.: No, no.
A.F.: Erano sardi, un certo Vargiu.
P.L.: No.
A.F.: Lo sa che è morto Francesco Vinci?
P.L.: Mah, non lo so io.
A.F.: Non lo sa eh? Non li legge i giornali lei?
P.L.: E io ho poco tempo di leggere...
A.F.: Ecco, è morto insieme a Vargiu, nell'agosto, quasi un anno fa.
P.L.: Eh, questo non lo so. Se non l'ho conosciuto non c'è niente da fare.
A.F.: La ringrazio.
P.L.: Prego.
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Nessuna il P.M. Presidente.
Presidente: Avvocato Colao ma lei le deve fare al momento... È!
Avvocato Colao: Scusi, prego, il bambino Natalino Mele, dopo che ci fu il duplice omicidio con chi andò a stare?
P.L.: È andato da i' nonno e poi l'ha preso la sorella che non aveva figli che abitava verso il Galluzzo, lì e poi l'hanno messo nello istituto
A.C.: E con lei è mai stato?
P.L.: No, no, con me no.
A.C.: Ma lei non gli domandò nulla al bambino?
P.L.: Come non gli si domandava?!? Hai voglia! Ma lui non sapeva spiegare perchè un bambino piccolo. Poi non se n'è accorto nemmeno, dice.
A.C.: Ma riguardo a questo zio Pietro, lei domandò al bambino chi era lo zio Pietro? In quei giorni si parlava che il bambino era stato portato da uno zio Pietro.
P.L.: Ma lui...
A.C.: Lei gli domandò chi era lo zio Pietro?
P.L.: A me?
A.C.: Lei domandò al bambino, Natalino Mele, chi era lo zio Pietro?
P.L.: Hai voglia! Eravamo in buoni rapporti quando era a i' coso, a i' collegio, quand'era dalla sorella, dopodichè il bambino...
A.C.: Allora scusate, voi domandaste al bambino Natalino Mele chi lo aveva accompagnato presso questa abitazione?
P.L.: Si, ora io, questo non ricordo perchè è tanto tempo che è passato, l'ho domandato o no, dopodichè eravamo tutti e tre fratelli che siamo andati quando abbiamo sentito questo che era accaduto. Ecco.
A.C.: Però parlò di un certo Pietro
P.L.: Pietro sono anch'io, io so' Pietrino, non lo so io... E chi lo sa con chi... Quale..
A.C.: Grazie. Non ho altre domande Presidente.
Presidente: Lui non era comunque...
Avvocato Fioravanti: Signor Presidente, no, mi ha rimesso in corsa per fare una domanda.
Presidente: Prego.
A.F.: Ecco, chi era lo zio Pietro secondo lei?
P.L.: Mah, secondo me ero io.
Presidente: (Ride)
P.L.: Bisogna vedere se c'era altri Pietri che conosceva lui...
A.F.: Che si chiamavano Locci?
P.L.: Eh certo!
A.F.: C'erano altri Pietro che si chiamavano Locci?
P.L.: No, guardi, il cognome è Locci, Pietrino è il nome.
A.F.: Si, no, no, dicevo questo, Pietrino, ce n'erano altri di Pietrino Locci? All'infuori di lei?
P.L.: Io a quelli che conosco no.
A.F.: Si chiamavano tutti con diverso nome. Si va bene, ma non era Locci. Io ho sentito prima suo nipote che diceva che lo zio Pietro era Locci, era lo zio, era il fratello della mamma
P.L.: Eh, Locci, Locci, il cognome è Locci.
A.F.: L'ha ripetuto suo nipote ora. Poco prima di lei.
P.L.: Certo che io mi chiamo Locci! È e Pietrino sono io.
Presidente: (sorridendo) Comunque quella notte lei non c'era sul luogo dell'omicidio.
P.L.: Non credo.
A.F.: Non crede. Non crede.
P.L.: Non vorrei...
P.M.: Abbiamo un assassino in aula Presidente!
Presidente: Tutto è possibile al mondo, eh... Va bene, altre domande? Prego?
P.M.: Nessuna il P.M.:
Presidente: Può andare.
P.L.: Posso andare?
Presidente: Si, grazie, Buongiorno.
P.L.: Buongiorno.
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