lunedì 18 ottobre 2010

Natale Mele - Deposizione dell' 8 luglio 1994 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.

Avvocato Bevacqua.: Senta se lei sa se questo zio Giovanni e qualche altro, tipo Salvatore, tenevano sempre questi trincetti in tasca?
Natale Mele: Io non sapevo nemmeno che ce l'aveva.
A.B.: Ma gliel'hanno domandato però
N.M.: Ah, no.
A.B.: A lei gliel'hanno domandato, gliel'hanno detto che lo zio teneva un trincetto in tasca o no?
N.M.: M'han detto che ci aveva questo trincetto che... se io l'avevo visto. No.
A.B.: Senta ma il sughero non lo tagliava più lo zio?
P.M.: Ma se non l'ha visto?!?
A.B.: Aspetti. Mi fa parlare? Mi fa lavorare?
Presidente: Pubblico Ministero vogliamo lasciare...
P.M.: Io volevo insistere sul fatto che le domande sono: quali domande t'ha fatto il giudice? Ecco, io dico la verità, ho qualche difficolta...
Presidente: No, no sono anche su circostanze che potrebbero avere qualche rilevanza.
P.M.: Bene Presidente, sto zitto.
Presidente: Andiamo avanti.
A.B.: Il trincetto cui facevano riferimento i signori che facevano le indagini era un trincetto che lei dice, sapeva, lei dice che sapeva che lo zio usava per tagliare il sughero
N.M.: No, me lo disse lui.
A.B.: Lo disse chi?
N.M.: I' mi' zio.
A.B.: Il suo zio.
N.M.: "M'hanno accusato perchè m'hanno trovato il trincetto..."
A.B.: Suo zio che lavoro faceva scusi?
N.M.: Mio zio ha fatto...
A.B.: Tutti i lavori...
N.M.: Cioè faceva le strade, no? Le segnaletiche, ma ha lavorato in Arabia Saudita, insomma, fuori, per tanti anni...
A.B.: Ecco, il sughero normalmente, la pianta del sughero cresce, attecchisce, è florida, credo in Sardegna.
N.M.: Non lo so perchè io in Sardegna non ci sono mai stato.
A.B.: Non c'è mai stato.
N.M.: Mai.
A.B.: Io lo so. Pare in Toscana che sugheri ce ne sono pochi, tranne quelli per pescare, quelli piccolini, è vero o no?
Presidente: Avvocato però ora non rifacciamo l'istruttoria
A.B.: No, no presidente, l'istruttoria no ma io devo, io so, a me è contestato anche quel delitto...
Presidente: Certo, certo...
A.B.: Allora le hanno domandato di questo trincetto le hanno detto che suo zio teneva questo trincetto dentro, aveva addirittura una lametta di trincetto dentro la tasca?
N.M.: Non ricordo.
A.B.: Non lo ricorda. Senta, lei conosce Salvatore Vinci?
N.M.: No.
A.B.: Non l'ha mai conosciuto?
N.M.: No. Che ricorda io no. Poi se lui mi conosce non lo so.
A.B.: E Francesco?
N.M.: No.
A.B.: Lei sa che Francesco Vinci è stato ucciso?
N.M.: Si.
A.B.: Lo sa. Come lo sa?
N.M.: Dal giornale, dal giornale.
A.B.: Lei sa se Francesco Vinci e Salvatore Vinci erano amici di suo padre?
N.M.: So che, so, però non so chi me l'ha detto, può darsi che erano anche amanti di mia madre, però non lo so.
A.B.: Io non volevo chiederlo questo. Si conoscevano, va bene? Si conoscevano, si frequentavano, giusto?
N.M.: Si.
A.B.: Lei lo ha saputo anche nel processo, durante il processo.
N.M.: L'ho saputo, si, non l'ho mai visti.
A.B.: Come?
N.M.: Non li conosco.
A.B.: Va be' non li conosce, lei sa anche che, mi scusi se le faccio una domanda che può apparire non pertinente ma gliela devo fare, che Salvatore Vinci frequentava casa sua nel 1960/61...
N.M.: Io son nato nel '61 a dicembre, non lo so.
A.B.: Proprio per questo, lo sa, non lo sa?
N.M.: No, no, no.
A.B.: Frequentava e dormiva a casa sua.
N.M.: No, non lo so.
A.B.: Non lo sa questo. Quindi lei praticamente stava sempre giù sotto...
N.M.: Ero sempre con la signora e le su' figliole a giocare a vedere la televisione, si.
A.B.: Senta, lei ha detto che qualcuno l'ha portata a cavalluccio la sera del delitto, anche perchè, anzi glielo dico subito almeno sgombriamo il campo da tutto, per andare dal luogo del delitto a casa di questo signore ci sono circa tre chilometri, su sassi si deve canmminare, e lei aveva i calzini puliti, bianchi, perfetti, capisce, insomma, andiamo subito al sodo..
N.M.: Si, si ma io non mi ricordo
A.B.: Lei non ricorda se qualcuno l'ha portata a cavalluccio?
N.M.: No.
A.B.: Non lo ricorda. Va be'. Lei ricorda come mai a questo signore dove ha suonato, alzandosi non si sa come, quindi era piuttosto baso, non riusciva neanche a suonare il famoso campanello, come mai ha detto a questo signore che suo padre era malato?
N.M.: Io non mi ricordo.
A.B.: Lei ricorda di aver parlato con qualcuno? Subito?
N.M.: Ricordo di avergli detto che mia madre era morta, poi...
A.B.: Sua madre e lo zio.
N.M.: Lo zio, si.
A.B.: Epperò ha detto subito che il papà era malato, se lo ricorda questo?
N.M.: No.
A.B.: Le fu detto, le fu chiesto nel corso del processo, in dibattimento?
N.M.: Non me lo ricordo, ero...
A.B.: Le fu chiesto dopo dal giudice Rotella? O da altri giudici?
N.M.: Si, mi fu chiesto però non so da chi.
A.B.: Però lei l'ha riferita questa frase. Cioè le fu detto anche da un maresciallo dei carabinieri, le fu richiesto da un maresciallo dei carabinieri, le fu detto di confermarla oppure no?
N.M.: Ma io ci avevo, non lo so, ci avevo sei anni, sicchè...
A.B.: Aveva sei anni, va be' per ora niente signor Presidente mi riservo però di chieder ex articolo 507 eventualmente di formulare delle richieste di prove sulla base delle dichiarazioni che ha fatto questo signore oggi.
Segue...

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