"Vigna e Canessa vi avevo già avvisati, fatevi aumentare la scorta perchè sarà una carneficina"; "Per me uccidervi e facilissimo";"Se Pacciani sarà condannato potete già prepararvi la fossa";"Io vivo al vostro fianco... sono armato regolarmente dallo Stato. Per questo in procura vi ho sempre tra i piedi". Questi alcuni dei messaggi inviati agli inquirenti che si occupavano della vicenda del "mostro di Firenze", durante gli anni '90, da un curioso personaggio sulla cui identità non è mai stata fatta luce. Accuse, insulti, sfide, congetture, elucubrazioni e messaggi in codice in una trentina di lettere scritte a macchina. Inviò una delle sue invettive anche a Renzo Rontini, padre di una delle vittime, all'indomani della condanna di Pietro Pacciani: "Volevi giustizia e l' hai ottenuta, ma hai mandato all' ergastolo un innocente". Per l'invio delle missive intimidatorie fu accusato, processato e prosciolto Carmelo Lavorino, investigatore, scrittore e direttore della rivista Detective&Crime.
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