mercoledì 22 settembre 2010

Teresa Stoppioni

Sensitiva. Il 15 novembre 1981 fu ascoltata in merito alla vicenda del "mostro di Firenze"."Parlò molto", disse il giudice istruttore di Prato, Salvatore Palazzo "ma le tante cose che disse non risultarono poi utili, la verità è che le provammo tutte, anche quella di ascoltare cosa aveva da dirci una veggente." La donna fu ascoltata dal giudice Palazzo, dal tenente colonnello dell’Arma dei carabinieri Olinto dell’Amico e dal capitano medico Marchi dell’Ospedale militare di Firenze. Quella che segue è la trascrizione delle dichiarazioni della sensitiva.
"L’assassino ha in casa dei quadri con vedute marine, ha avuto a che fare con una donna mulatta, porta occhiali scuri, giacca scura, veste elegantemente, sta in ufficio e la sua casa ha una terrazza con un muretto come ringhiera. Lo vedo attraversare una piazza con archi e porticati, senza alberi e di sera, forse ha un amico che si chiama Giorgio. Le vittime dei suoi omicidi si sono incontrate al mare con lui dove c’è anche un ristorante. Carmela Di Nuccio, Giovanni Foggi, Susanna Cambi e Stefano Baldi sono stati al mare. L’assassino vive con la madre, non è sposato e soffre di gastrite. Non ha mai toccato i seni delle donne uccise ed è un pederasta. Ha in casa un letto ed un armadio stile antico di colore marrone e la madre che si chiama SA... tiene tutto in ordine. In casa c’è una statuina marrone che forse raffigura un indiano, uno specchio con cornice dorata. Lui ama mascherarsi e gli piacciono i giovani. Il giorno dell’omicidio di Scandicci pranzò con un giovane che aveva i capelli ricci. Adesso lo vedo in via di Soffiano e dovrebbe tornare a Roveta il 17 o 19 novembre. In cantina ha una enoteca, odia la Chiesa, si tinge i capelli o porta una parrucca. Quando va ad uccidere ha la faccia da vecchio, usa spesso le parole celibe, celebre, cervo. È amico di un ingegnere, ha in casa molta roba vecchia, forse una casa di campagna, è un chirurgo e ha a che fare con Domodossola. Va all’estero, più che altro in Germania e non va per lavoro. Il tenente colonello Olinto dell’Amico conosce l’assassino che ha una piccola cicatrice nell’arcata sopraccigliare. Forse ha studiato dai Gesuiti. Possiede due pistole di cui una detenuta legalmente, raccoglie il sangue delle sue vittime, ed ha a che fare con la medicina, forse è un ginecologo ed ha l’incubo della madre. Vedo delle donne con le cosce aperte e le ragazze uccise sono state dal Mago Badoglio che sta a Prato. Lo vedo con una donna mulatta al mare, ha un coltello a due lame con il quale ha tagliato i pantaloni. Frequenta la Galleria degli Uffizi e guarda sempre un quadro raffìgurante un nudo di donna. Va spesso in una mesticheria in via dell’Ariento e per 3 o 4 giorni è stato fuori Firenze. Ha riso del dottor Palazzo che ha commesso un errore, il prossimo omicidio avverrà a Rùfina vicino ad un fiume e lui è già stato a fare il sopralluogo. Lui lascia la macchina a distanza quando va ad uccidere e raggiunge il posto con un motorino color celeste, forse un Ciao. Sua madre, o la donna che sta con lui, sa tutto."
Rif.1 - Visto n.24 - 1994

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