venerdì 16 luglio 2010

Renzo Rontini - Intervista su Il Tirreno - 26 marzo 1998

Il 26 marzo 1998 il quotidiano Il Tirreno pubblicò le dichiarazioni che seguono di Renzo Rontini, padre di Pia
Renzo Rontini: Oggi mi sento più forte perché dopo quattordici anni di lotta finalmente sono stati condannati quelli che hanno ammazzato la mia figliola. Però la battaglia non è finita perché non mi darò pace finché non saranno scoperti e condannati i mandanti.
Che cosa le suscitano Vanni e Lotti
Un sentimento di soddisfazione perché sono stati condannati. Finalmente posso tirare un sospiro di sollievo.
E' proprio convinto che siano stati loro ad ammazzare Pia? 
Sì, sono sicuro.
Se un giorno dovessero chiederle perdono glielo accorderà? 
No, no, no...
Perché? 
Preferisco morire piuttosto che perdonare chi ha ammazzato la mia figliola. Io sono credente ma se la Chiesa mi dovesse dire che Dio perdona gli assassini di Pia smetterei di credere.
E se nel processo di appello Vanni e Lotti dovessero venire assolti? 
Ah, vedremo. Sì, perché sono convinto che prima di quella data usciranno fuori nuove prove. Soprattutto spero che si scopriranno i mandanti, cioè coloro che hanno pagato gli assassini.
Si è fatta un'idea di chi possano essere i mandanti? 
Sì, però preferisco non dire nulla. Di sicuro abitano nella zona di San Casciano ed è gente benestante.
Dopo la sentenza quale è stato il suo primo pensiero? 
Non ho pensato ma pregato. Per Pia.
Ora che cosa farà? 
Continuerò a cercare tutta la verità. Finché non saranno condannati anche i mandanti le ripeto che non avrò pace.
Intanto la sua casa è all'asta, lei è senza lavoro... 
Vivo alla giornata. Miseramente. I miei averi accumulati dopo anni e anni di lavoro si stanno consumando tutti. Mi vede come sono ridotto? Però oggi io ho qualcosa che è più grande della casa, dei soldi e della salute: la giustizia. Per un uomo la giustizia è il valore più grande e io l'ho inseguita e continuerò a farlo a qualunque costo.
Rontini, lei ha 67 anni, una moglie, un'altra figlia, dei nipotini. Non le viene mai la voglia di pensare a loro, di ricominciare a vivere normalmente per quanto ciò sia possibile per un uomo a cui è stata uccisa una figlia? 
No. E sa perché? 
Me lo dica
Perché non c'è amore senza giustizia. Lottare perché sia resa giustizia a Pia è il gesto di amore più grande che io sento di dovere a mia moglie, all'altra mia figliola e ai miei nipoti.
Rif.1 - Il Tirreno - 26 marzo 1998 p.1
Vedi anche:
Renzo Rontini - Intervista su La Repubblica - 03 novembre 1994

1 commenti:

Unknown ha detto...

: Mostro Di Firenze ? Pista sarda. Perché la pistola e sempre quella, perché le due scatole dei proiettili sono sempre quelle, perché i proiettili sono sempre quelli, perché la scena del delitto e sempre quella. Quando si parla di scena del delitto non solo si parla di coppia uccisa in macchina ma anche di altri fattori. Nel 1968 fece sparire alcuni bossoli di proiettili esplosi da terra, azione che si ripete in altri delitti, cinque su otto. Nel 1968 frigo nella borsetta di Barbara Locci, azione frugare nelle borsette delle vittime che si ripete in altri delitti. Nel 1968 si Balocco con la collana di Barbara lacci, azione collane vittime che si ripete in altri delitti. Nel 1968 rivesti barbara Locci, azione vestiti vittime che si ripete in altri delitti. Oltretutto pensare che tutto ciò possa essere passato di mano a mister x il quale avrebbe poi compiuto il secondo terzo e quarto delitto, per poi nuovamente essere passato di mano ad i compagni di merende visto le dichiarazioni di Giancarlo lotti che loto compagni di merende sono solo colpevoli degli ultimi quattro delitti e degli altri non c'entrano nulla, e fantascientifico. Il mostro di firenze e quella persona che pianifico ed era presente sulla scena del delitto in associazione con Stefano Mele, nell'occasione di Barbara Locci e Antonio lo Bianco nel 1968.