Infermiera del reparto di ginecologia e ostetricia presso l'ospedale di Foligno. Dichiarò agli inquirenti: "La mattina del 9 ottobre (1985 n.d.r.), mercoledì, mentre stavamo tutti, medici, infermieri e ostetriche, aspettando il professore (Ugo Narducci n.d.r.), squilla il telefono, era lui, che avvertì: «Sto cercando Francesco sono all'isola Polvese, non lo ritrovo, quindi non vengo»''. L'infermiera, assieme a due dottori si recò quindi a San Feliciano dove incontrò il professor Morelli, ma non Ugo Narducci. Decisero di cercarlo presso la sua abitazione a Perugia dove lo trovarono assieme alla moglie, alla madre e alla badante, aggiunse: "Sembravano distrutti, non si spiegavano cosa potesse essere successo, la signora era a letto e piangeva. Ricordo che qualcuno, esterno alla famiglia ipotizzò un sequestro". Riferì inoltre: "Nell'estate del 2002 mi telefonò il professor Ugo Narducci e ci incontrammo. a casa sua. Iniziò un discorso sul figlio deceduto. In particolare mi chiese se mi ricordassi di Bruno Bordighini, gli dissi che era morto e che era la persona che aveva portato personalmente a Perugia, durante la scomparsa, dei bulbi e una cravatta. Così mi chiese se ero disposta a testimoniare ciò alla magistratura.(...) Un altro giorno il professor Ugo, andando all'ospedale, lesse sulla locandina del possibile coinvolgimento del figlio nella storia del mostro di Firenze, e commentò distrutto: «Così muore una seconda volta»".
Rif.1 - La strana morte del dr.Narducci p.24
Rif.1 - La strana morte del dr.Narducci p.24
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