"Amico del defunto Meyer Horst, dichiarava che andava spesso a trovare la vittima, la quale occupava una stanza nell'abitazione dei genitori. Sul davanzale del vano in questione l'Horst teneva poggiati molti oggettini, ed egli riteneva di poter dire che tra questi vi fosse anche un portasapone di quel tipo (a Pietro Pacciani fu sequestrato un portasapone marca DEIS n.d.r.). Poi il Lemke testualmente aggiungeva: "Alla domanda se si tratti proprio del portasapone che mi viene in questo momento mostrato, non potrei però dirlo con certezza matematica (100%). Ma sono piuttosto sicuro del fatto che fosse proprio quello.".(...) Il teste ha dissertato poi su ulteriori dichiarazioni, non verbalizzate, che il Lemke avrebbe rilasciato circa la presenza di un segno di bruciatura che il portasapone mostratogli aveva sul coperchio e che gli ricordava quello che aveva l'amico Horst, mentre poi, a specifica domanda degli inquirenti italiani, i familiari della vittima avevano detto che il loro congiunto era solito fumare sigarette, affermazioni anche queste non verbalizzate."
Rif.1 - Sentenza della Corte di Assise dell'1 novembre 1994 contro Pietro Pacciani (testo in corsivo)
Rif.1 - Sentenza della Corte di Assise dell'1 novembre 1994 contro Pietro Pacciani (testo in corsivo)
0 commenti:
Posta un commento