Durante il processo a Stefano Mele, sostenne l'alibi di Salvatore Vinci, accusato d'aver ucciso
Barbara Locci e Antonio Lo Bianco. Nel verbale dell'interrogatorio del 24 Agosto 1968 davanti al Pubblico Ministero Antonino Caponnetto, si legge quanto segue:
"Invitato quindi il teste a riordinare meglio i propri ricordi, dichiara «Io posso dire soltanto che ieri mattina (e ripeto che ero convinto che fosse giovedì mattina) un compagno di lavoro, un certo Saverio mi informò che era stato commesso un delitto a Lastra a Signa, cosa che io ignoravo perchè non avevo i giornali di questa settimana. Questo Saverio mi disse anche che il delitto era stato commesso due notti prima. Quando poi alla sera i carabinieri vennero a prendere Salvatore io ricollegai che la sera del delitto era proprio quella in cui io, Salvatore e il suo amico Silvano eravamo rimasti assieme fino oltre la mezzanotte». Più sopra aveva precisato che i due avevano giocato con lui al biliardo al circolo Acli di Prato. L'alibi di Salvatore Vinci fu sostenuto anche da
Silvano Vargiu.
Rif.1 - Storia delle merende infami pag. 132Nel librò di Nino Filastò è erroneamente riportato come Nicola Antonucci.
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