Pittore bolognese. Pregiudicato, dichiarò di aver collaborato per anni con il Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri, specializzato nel recupero di opere d' arte rubate. Risultò avere rapporti di parentela con i Ghisu, una famiglia di origine sarda immigrata in Toscana, a Peretola, dove avevano operato sia il capo dell' anonima sequestri sarda Mario Sale, sia Francesco Vinci, ucciso e bruciato a Chianni l' 8 agosto 1993. Il 26 settembre 2001 intervenne telefonicamente a Porta a Porta fornendo il proprio contributo alla puntata sul mostro di Firenze. Il 23 novembre interrogato dal capo della squadra mobile, Michele Giuttari, dichiarò di aver partecipato ad incontri tra l'ex procuratore di Firenze, Pier Luigi Vigna ed alcuni affiliati all'anonima sequestri sarda in contatto, a loro volta, con persone legate a Pietro Pacciani. Attribuì inoltre alcuni episodi di riciclaggio al magistrato fiorentino. Il 23 gennaio 2002, il procuratore di Bologna, Luigi Persico ed il procuratore aggiunto, Italo Materia, dichiararono infondate le ammissioni di Franco Mandelli e fecero archiviare l'indagine aperta su Pier Luigi Vigna. Gli atti furono trasferiti quindi a Firenze dove il PM Paolo Canessa, dopo il parere favorevole del presidente della sezione Gip Francesco Carvisiglia, emise il mandato di arresto contro Franco Mandelli per calunnia. Fu arrestato a Monzuno, in una colonica sull' Appennino toscoemiliano, dai poliziotti della squadra mobile di Firenze. Nei primi giorni di marzo del 2002, attraverso gli avvocati bolognesi Marcantonio Bezicheri e Giovanni Roversi, contattò una scrittrice che si era occupata del mostro di Firenze sostenendo di conoscere la manovalanza sarda che aveva compiuto gli omicidi ed i mandanti facenti parte una setta esoterica. Dichiarò inoltre di conoscere il luogo dove era stata nascosta la Beretta calibro 22 usata nei delitti dal 1968 al 1985.
Nella foto Pier Luigi Vigna
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