Magistrato. Fu giudice a latere della Corte di Assise di Appello di Firenze che giudicò Pietro Pacciani. Nella sentenza del 13 febbraio 1996, a proposito di un testimone, si legge nelle sue motivazioni: "Si tratta dell'ennesimo prodotto delle suggestioni dei mezzi d'informazione e delle pressioni degli inquirenti..." Circa un altro teste, agente di polizia: "Si tratta di sensazioni del tutto arbitrarie e, se già grave che testimoni privati vengano a deporre sotto l'effetto di suggestioni e pressioni di vario tipo (come alcuni di quelli esaminati in precedenza) è particolarmente grave che ciò avvenga da parte in un agente di polizia, doppiamente vincolato all'obbligo della verità per funzioni svolte instituzionalmente e per la qualità di teste."
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